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sabato 10 ottobre 2020

Riflessioni sulla Grande Guerra Il 1917

APPROFONDIMENTI
La Prima Guerra Mondiale
 Nota di Sintesi


SINTESI DEL 1917
Il 1917 si iniziava, apparentemente, in modo favorevole all’Intesa: la Romania era perduta per metà, ma il suo esercito, temprato dalla sventura, entrava nuovamente in campo come il serbo; l’esercito russo era stato accresciuto con la formazione di nuove divisioni; tutti gli eserciti, francese, inglese, italiano e russo avevano nel 1916 ottenuto rilevanti successi materiali e morali. Importante però, sopratutto, l’entrata in guerra degli Stati Uniti, che il 3 febbraio avevano rotto le relazioni diplomatiche con la Germania ed il 6 aprile le dichiaravano guerra. Non mancava, tuttavia, il rovescio della medaglia. Le nuove formazioni russe erano di scarso valore e senza artiglierie, ma sopratutto la nazione russa era in fermento; lo Czar, pur animato da ottime intenzioni, non aveva la fermezza per guidare lo stato, nè la comprensione dei bisogni e delle aspirazioni del popolo; l’opposizione si personificò poi in Kerensky, il quale, animato anch’esso da ottime intenzioni, credeva che con la rivoluzione e coi principii democratici si potesse salvare la nazione impegnata in una simile guerra. Cieco! Una volta che imprigionando lo Czar e obbligando Kornilow alla fuga Kerensky ebbe distrutto la venerazione religiosa e la subordinazione politica verso il monarca, nonchè la disciplina verso i capi dell’esercito, quale principio d’autorità rimaneva pel mugik? Forse i discorsi di Kerensky che al mugik non arrivavano e che non avrebbe in ogni modo compresi?
In realtà, l’intervento effettivo dell'America nella lotta era ancora lontano e la Russia era in grave fermento, quindi l’aumento di forze pel 1917 si riduceva a qualche nuova divisione inglese (il grosso delle unità di Kitchener era già entrato in azione nel 1916) ed a una ventina di divisioni italiane di nuova formazione, sforzo notevole, ma che non poteva bilanciare la prossima scomparsa dell’esercito russo. Dalla parte degli imperi centrali entravano invece in azione, nel 1917, una trentina di nuove divisioni tedesche, formate però a spese dei complementi, talché a non lontana scadenza non si sarebbe saputo come tenerle a numero. Ma per la imminente campagna esse costituivano un effettivo aumento di forza. Inoltre l’arma dei sottomarini impiegata senza restrizioni preparava tristi giorni all’Intesa.
Ma un altro salto nel buio si ebbe col larvato esonero del generale Joffre e con la sua sostituzione col Nivelle. Nella sua impazienza la Francia, a cominciare dal suo presidente, non seppe comprendere che bisognava logorare il nemico prima di poterlo sfondare: messi da parte Foch e Joffre, venne scelto il Nivelle, un ottimista, che riteneva di potere in ventiquattro o quarantotto ore aver ragione della fronte tedesca. Gli uomini di stato francesi ed inglesi, spinti dal loro desiderio, gli prestarono fede: quali miracoli e quali errori è capace di far compiere la fede! Convinto della infallibilità del suo metodo, mente rigida, incapace di piegarsi alle mutevoli esigenze della guerra, il Nivelle trascurò interamente il fattore sorpresa; tutti i combattenti dovevano conoscere la bontà del suo piano, che fu quindi noto anche ai tedeschi. Hindenburg decise di sottrarsi all’offensiva del Nivelle, rettificando la fronte nella zona Arras-Soissons. Invano il generale Franchet d’Esperey avvertì il Nivelle del ripiegamento e propose di attaccare subito; invano le notizie della rivoluzione russa ammonivano che i tedeschi avrebbero potuto preoccuparsi meno della fronte orientale; invano il Nivelle fu informato che documenti rivelatori del piano d'attacco di un’armata portati in prima linea erano caduti in mano del nemico! Egli aveva preparato un piano che riteneva dovesse condurlo alla rapida vittoria ed a quello si attenne anche quando seppe che eminenti generali, come il Pétain, non condividevano la sua fiducia.




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