APPROFONDIMENTI
LA SOSTA E LA RIORGANIZZAZIONE DELLE FORZE CONTRAPPOSTE
Dai primi di marzo, nella zona della testa di sbarco si ebbe un lungo periodo di calma, solo interrotto da modesti scontri di pattuglie. Entrambi
i contendenti avevano
subito gravi perdite e nessuno si riteneva per
il momento in grado di offendere. Gli alleati sentivano la grande mancanza di rinforzi e la necessità di riordinare le loro unità,
e soprattutto l'urgenza
di
consolidare
le posizioni e organizzare i rifornimenti. La 56ª divisione
britannica, ad esempio, aveva i battaglioni di fanteria tanto assottigliati dalle perdite
subite
da
non poter essere più considerati reparti di combattimento veri e propri.
Si dovette pertanto sostituirla con la 5ª divisione
inglese ed assegnarla a compiti difensivi.[1]
La possibilità delle forze terrestri di poter opporre una solida
resistenza nella zona perimetrale - sulla fronte tra Campo di Carne e Cisterna
con il concorso dell'aviazione (compresi I bombardieri pesanti) e, sui fianchi,
con il concorso del tiro delle navi
- non potè tuttavia impedire che
la testa di sbarco rimanesse soggetta in ogni sua parte al tiro
dell'artiglieria nemica.
Non vi fu pertanto differenza
fra coloro che presidiavano le linee avanzate e quelli
della zona retrostante. L'artiglieria e l'aviazione tedesca
potevano battere, data la ristretta zona della testa di sbarco, le truppecombattenti
al pari di quelle addette ai servizi, sia i
comandi più elevati,[2] sia le zone di sbarco o di evacuazione poste sulla spiaggia.[3] La difesa della testa di sbarco contro il continuo tiro delle artiglierie tedesche
(che nel mese di marzo causò 1'83% delle perdite
della 3ª Divisione americana schierata in
prima linea e su amplissimo settore) e del bombardameulo aereo, fu basata
su :
a)
– la centralizzazione del tiro di controbatteria, che fu sviluppato secondo
un particolareggiato programma e che cominciò
ad·avere efficaci risultali con l'arrivo nella testa di sbarco di cannoni pesanti da 203 mm. e obici da 250 mm.;
b) - l'emissione di cortine fumogene
dinanzi alle linee avanzale della
testa di sbarco ;
c) – la massima dispersione dei depositi di materiali (il parcamento, naturalmente all'aperto, venne mascherato all'osservaiione tedesca
dalla continua emissione
di cortine fumogene);
d) - l'interramento
delle truppe e dei comandi, rispettivamente in trincee e ricoveri[4]
costruiti a mezzo di «bulldozers» (le piogge però provocarono spesso
l'allagamento di trincee e ricoveri, complicando questa sistemazione).
Durante il periodo di sosta, che durò dai
primi di marzo fino al 22 maggio, gli alleati furono praticamente assediati
nella testa di sbarco e le loro condizioni divennero analoghe a quelle vissute
dai combattenti durante la prima guerra mondiale. Mentre le posizioni avanzate
rimasero immobili, tutta la zona andò infatti trasformandosi in un groviglio di
trincee, di buche per tiratori, di rifugi e di camminamenti d'ogni sorta.
Reticolati d'ogni specie, barricate, compi minati delle più svariate forme e
dimensioni, completarono poi questi lavori. La protezione del tiro
dell'artiglieria tedesca fu curata al massimo, mettendo da parte ogni comodità.
Circa i rifornimenti, le continue esigenze di mezzi da sbarco in altri
scacchieri imposero di usufruire per i trasporti delle sole navi « Liberty
» (in genere vi erano sempre 4 di queste
navi all'ancoraggio) e di quelle per lo sbarco di veicoli. Per lo scarico delle
«Liberty» si usufruiva di un numero variabile di L.C.T. e 450 D.U.K.W.. Le «
Liberty», inizialmente, per evitare il bombardamento terrestre tedesco si
tenevano a circa sette miglia al largo, poi si convinsero che era più
conveniente avvicinarsi maggiormente alla costa per usufruire dell' ombrello
contnereo della spiaggia e per essere più al sicuro dalle offese delle
moto-siluranti tedesche. Fu così possibile effettuare più ra pidamente il loro
scarico. La possibilità delle navi di essere colpite nell'ancoraggio sotto
costa da un proietto tedesco risultò comunque essere molto scarsa. A causa del
cattivo tempo, per l'intensificazione del bombardamento nemico o della
necessità dì provvedere alla manutenzione delle navi disponibili per lo sbarco
dei veicoli, verso la metà di marzo la media di scarico quotidiana si ridusse
di più di 1.000 tonnellate. [5]
Il tiro continuo ma rado
dell'artiglieria tedesca sul porto fu considerata solo un'azione molesta,[6] e non
arrestò mai il lavoro di scarico delle navi, effettuato da parte di automezzi
anfibi. La situazione statica consentì di soddisfare i bsogni delle truppe,
anche se, alle altre difficoltà, si aggiunsero poi attacchi aerei nemici, sviluppantisi in genere
all'alba ed al
tramonto, che provocavano alcuni
danni ed il minamento delle acque
in corrispondenza degli approdi. L'addestramento, durante lo stesso
periodo, fu continuo e metodico. In vista della ripresa offensiva per la
rottura della fronte difensiva
tedesca attorno alla testa di
sbarco, si mirò a creare tra le truppe un forte spirito offenivo, reagendo alla
situazione in atto e ai conseguenti combattimenti difensivi, che - a
lungo andare - sarebbero potuti risultare nocivi per il
morale delle truppe. A tal fine, quasi ogni notte, vennero spinte forti
pattuglie nell'interno delle linee tedesche, dando continua molestia al nemico,
catturandone prigionieri e interrompendone i collegaenti. I genieri
esperimentarono nuovi dispositivi per facilitare la futura avanzata, quali:
sezioni di ponte in acciaio da collocare, attraverso torrenti e fossati battuti
dal fuoco della fanteria nemica, a mezzo di carri armati; serie di ganci
trascinati dietro un carro armato, in modo da sgomberare una zona di
reticolati e aprire un varco
alla fanteria; un tubo di acciaio
detto « snake» lungo circa cento metri e del peso di circa 250 Kg.,
riempito di trinitrotoluene, meno
nellu partce (circa 17 metri) che doveva essere rimorchiato da un
carro, da disporre, con un movimento a semicerchio, nella zona di
combattimento, per essere poi fatto esplodere con il tiro delle mitragliatrici.
Si addestrarono i quadri mediante
plastici e ricognizioni delle posizioni
nemiche e si andarono escogitando tutti i procedimenti per sorprendere il
nemico e limitare al massimo le proprie perdite. Fra gli altri ricordiamo che,
dalla metà di maggio, 1'artiglieria di
tutto il Corpo di spedizone cominciò,
tutte le mattine, a scatenare un formidabile tiro di sbarramento, ora in uno
ora in altro settore, che dapprima provocò
da parte dei tedeschi continui spostamenti di forze e mezzi e poi,
continuamente ripententesi, finì con lo stancarli, fucendo loro ritenere che ad
Anzio non sarebbe accaduto nulla. Inoltre, varie notti prima dell'offensiva
finale, la 1ª divisione corazzata americana fece avanzare i suoi carri nella
notte poco prima dell'alba, rombando e sferragliando e sparando sul nemico con
tutte le munizioni di cui disponevano a bordo, e poi facendoli ripiegare sulla
base di partenza dopo aver attirato su di loro il fuoco delle batterie nemiche
che vennero così individuate dalle vampe dei pezzi. Questo procedimento
continuamcnte ripetuto, finì col creare nei tedeschi la persuasione che i
carristi americani non facessero altro che consumare munizioni. In effetti, non
tutti i carri che andavano avanti rientravano alla base di partenzaa, parecchi
rimanevano invece mascherati e defilti nelle pieghe del terreno in prossimità
delle prime linee. Nonostante questo
intenso addestramento fu tullavia lasciato il tempo per riposarsi, anzi fu curata molto anche
la parte ricreativa. La 1ª
divisione corazzata costruì due
teatri sotterranei, della
capacità di circa 200 uomini
ciascuno. La 3ª divisione
americana, nelle vicinanze di Nettuno, predispose una zona di riposo e di
addestramento. Fu inoltre organizzato un servizio di bagni per divisione, e,
nell'ultimo periodo, tutti gli uomini poterono disporre anche di un cambio
completo di vestiario, Infine, fu organizzato un turno di licenza in un campo
di riposo nella zona di Caserta, con l'invio di 750 uomini ogni quattro giorni.
La cura del morale degli
uomini della testa di sbarco fu spinta fino a dare loro la precedenza sulle
altre truppe nei riguardi della posta, pacchi, ecc. Fu curato al massimo il
loro approvvigionamento, e, dal mese di marzo, le truppe, che erano vissute
esclusivamente con ruioni normali, ebbero carne fresca e un notevole
miglioramento negli altri alimenti. Con tale trattamento la propaganda tedesca per disgregare le unità non poteva
evidentemente avere alcuna presa. Non si deve neanche credere che i
continui allarmi ed il costante incubo della morte facesse perdere, specie agli
alleati, la possibilità di fare dello spirito, concorrendo in tal modo a tenere
alto il morale. D'altra parte, il senso di disperazione delle prime settimane
andò gradualmente dissipandosi, e le forze contrapposte conobbero un periodo di
benefica distensione. Si racconta anzi che, in questo periodo, un soldato
americano che si era ubriacato e, inalberato un cappello-cilindro trovato in
una villetta abbandonata, si era diretto senza esitazione verso le linee tenute
dai tedeschi, fu da questi rinviato disarmato nella direzione delle linee
americane, dopo... avergli solo raggiustato la tuba sul capo. Circa lo spirito
di adattamento e la mentalità degli americani è caratteristico un episodio
narrato dal Comandante della 1ª divisione corazzata. Una sera egli notò che la
luce delle lampadie che illuminavano o 75 utenti e che ricevevano l'energia da
un gruppo elettrogeno sistemato nelle vicinanze del Comando, diventava sempre
più fioca. Cniamato l'elettricista, questi fece una verifica e riferì che il
gruppo elettrogeno lavorava in modo tale
che sembrava dovesse scoppiare. Proprio in quel momento però che faceva la sua
relazione, la luce delle lampadine si indebolì ancor di più, fino a rendere
impossibile la lettura. L'elettricista si allontanò in fretta e riuscì alfine a
risolvere il mistero. I soldati avevano incominciato a « rubare » l'elettricità
per i loro ricoveri e il « furto » aveva
raggiunto una scala così vasta che addirittura 250 uomini si erano procurati
il lusso di illuminare a luce elettrica i loro rifugi. Naturalmente, conclude
il Comandante della divisione, la sera seguente essi dormirono tutti col buio.
D'altra parte tutti,
combattenti e non combattenti, fonti delle linee avanzate e scaricatori
dell'intendenza, finirono col sentirsi affratellati nel comune pericolo. Non
solo, nei reparti combattenti, questa vita di continuo rischio finì col legare
strettamente gli animi degli inferiori verso i loro comandanti, tanto da
portare a manifestazioni veramente commoventi. Una di queste manifestazioni fu
quella tributata alla salma del Comandante del
91° gruppo di artiglieria corazzata da parte dei suoi uomini. Mentre con
un altro uffìciale stava preparando un tiro richiesto dalla fanteria contro
posizioni avversarie, egli era stato colpito a morte da una granata nemica.
Dato che la maggior parte degli artiglieri del
gruppo non avrebbe potuto partecipare ai funerali perchè impegnati sulla
fronte, essi persuasero i genieri a
collegare la linea dei pezzi del gruppo con un altoparlante, che fu disposto
presso la fossa che doveva accogliere la bara del loro Comandante. Allorchè
giunse il momento di sparare con i moschetti la salva d'addio, venne fuori
dall'altoparlante un improvviso e singolare canto funebre: i 18 pezzi in
batteria spararono contemporaneamente una salva di granate contro il nemico;
era l'inizio del tiro che il comandante del gruppo stava preparando. In campo
tedesco le esauste unità che avevano agito contro la testa di sbarco, in gran
parte. abbisognavano di riposo e di riorganizzazione.La situazione generale non
consenti di dar loro sollievo per mancanza di riserve. D'altra parte si rese
necessario trarre il massimo numero di C.U. dalla zona di Anzio per
fronteggiare eventuali azioni offensive alleate. Così la divisione «H. Goering» fu trasferita nella valle
dell'Arno e la 29ª divisione P.G. nella zona di Bracciano,[7] per
essere pronte a reagire contro un ulteriore sbarco nella zona a nord di Roma.
La 26ª divisione corazzata
fu dislocata presso Valmontone e la 114ª divisione leggera negli Abruzzi, in
riserva, per contrastare l'offensiva alleata che cominciava a profilarsi
sull'orizzonte. La riorganizzazione di queste divisioni cominciava però a
presentarsi difficile per l'insufficienza dei complementi che venivano inviati dalla
Germania; numerose frazioni distaccate presso altre unità poterono tuttavia
tornare presso le unità originarie.[8] In
questo periodo, il Comando tedesco dovette far fronte anche alla accresciuta
attività dei cacciabombardieri alleati contro le linee di comunicazione
ferroviarie e rotabili. Le piccole operazioni locali svolte dai tedeschi dopo
il fallimento della loro controffensiva ebbero lo scopo principale di tenere la
testa di sbarco sotto il tiro delle loro artiglierie, senza tendere a portare
modifiche sostanziali nell'andamento delle linee contrapposte. In complesso, ai
primi di maggio, lo schierameneo delle forze contrapposte fu il seguente :
a) - alleati (dipendenti dalla 5ª Armata americana
):
-
forze britanniche: 5ª e 1ª divisione fanteria;[9]
-
forze americane: 45ª, 34ª e 3ª divisione fanteria;
un raggrupamento forze speciali.
In riserva: 1ª divisione
corazzata americana; poi, prima dell'attacco dalla testa di sbarco, anche la
36ª divisione fanteria.
b) - tedeschi ( 14ª Armata )
:
I C.A. paracadutisti (4ª
divisione paracadutisti a nord di Fosso Moletta e 65ª divisione di fanteria a
cavallo della via Anziate);
LXXVI C.A. (3ª divisione P.
G. da est della via Anziate a Fosso Carano; 362ª divisione fanteria dinanzi a Cisterna e 715ª
fanteria sul fianco orientale a est del Canale
Mussolini).
In riserva d'armata : 26ª
divisione corazzata.
[1] Al 25 marzo la forza della testa di sbarco era comunque costituita
da 90.000 americani e 35.500 britannici. Alla stessa data risultavano sbarcati
circa 25.000 automezzi.
[2] Il Comandante della 1ª Divisione britannica. generale Penney, fu ferito
gravemente nel suo posto di comando e vari ufficiali di S. M. del Corpo di
spedizione furono uccisi mentre uscivano dal loro comando. sistemato in cantine sotterranee di Nettuno.
[3] La zona in prossimià della spiaggia, ove fu dislocato un ospedale
di evacuazione dei feriti da trasportare - dopo
una bre'llasima sosta sulle navi,
fu denominato «mezzo acro dell'inferno» a causa del bombardamento cui era
costantemente sottoposta.
[4] Gli Uffici del Comando dcl Corpo di spedizione trovarono ad esempio
ottima sistemazione in cantine, scavate
nel tufo, di Anzio e Nettuno, dopo che
fu colpito dall'artiglieria tedesca il caseggiato del municipio, dove erano
stati inizialmente insediati. In un secondo tempo fu stabilito un posto
avanzato del comando della 5ª Armata
nella galleria ferroviaria sotto la Villa Borghese di Anzio.
[5] Da tonn. 4225 a tonn. 3000-3500. In seguito, per la
diminuitaesigenza delle truppe, I trasporti quotidiani furono ridotti, prima a
12, poi a 10. Durante tutta la battaglia (22 gennaio - 2
giugno) furono scaricati nella testa di sbarco 594.791 tonn. Di materiali. In
particolare furono sbarcate : in gennauio tonn. 27.250; in febbraio tonn.
100.068; in marzo tonn. 158.906; in aprile tonn. 97.778; in maggio tonn.
210.789. La massima punta dello scarico giornaliero si ebbe il 31 gennaio con
tonn. 5.956.
[6] Questo tiro, in genere molto preciso, spesso anche molto
concentrato e intenso, pare -secondo gli alleati - che causasse giornalmente
solo danni leggeri.
[7] Questa divisione
ebbe anche il compilo di
assicnrare la linea di comunicazione a tergo delle armate
da una possibile minaccia della attività partigiana. Secondo il Comando tedesco. la sola presenza di essa bastò
a pacificare la zona delle
retrovie
[8] Verso la metà di marzo furono inseriti, tra le truppe tedesche, 3
battaglioni italiani: il battaglione «Barbarigo» del reggimento marina San
Marco e due battaglioni del 1°
reggimento Milizi«a Armata». Dette forze - con base nella zona di Lìttoria -
parteciparono ad operazioni locali lungo il Canale Mussolini.
[9] Il 22 maggio, prima dello sbocco dalla testa di sbarco, le forze
britanniche costituirono un gruppo direttamente dipendente dal Comando della 5ª
Armata, mentre il VI C.A. americano
continuò a raggruppare tutte le forze della testa di sbarco.
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