APPROFONDIMENTI
Sviluppo progetto2017/2
Manoscritto 3
I Rangers sbarcarono sulla spiaggia proprio
alla destra del porto di Anzio e, impadronitisi rapidamente delle attrezzature
portuali, si arrampicarono su per il rapido promontorio coronato di villette
ridenti prespicenti la spiaggia e si sparsero per le strade della città
rastrellando i pochi difensori disorientati. I Tedeschi non avevano avuto il
tempo di distruggere le attrezzature del porto. Fatta eccezione per una breccia
nel molo e qualche costruzione abbattuta lungo l’approdo (danni prodotti da
bombardieri alleati) non vi erano altri ostacoli che quelli costituiti da
qualche imbarcazione leggera affondata nel porto.
Più tardi, nella mattinata, il 509°
Battaglione paracadutisti di fanteria avanzò ad est lungo la riva ed occupò Nettuno
verso le 10,15. A nord-ovest di Anzio lo sbarco della Ia Divisone britannica su
svolse ugualmente indisturbata, benchè ritardato dalle condizioni sfavorevoli
del litorale. A mezzogiorno del giorno D, il Vi Corpo d’Armata aveva raggiunto
tutti i suoi obiettivi iniziali a terra.
A sostegno dello sbarco, il giorno D ,
squadriglie alleate di caccia e bombardieri compirono più di 1200 voli;
bombardieri medi e pesanti danneggiarono ponti chiave e nodi stradali come
Cisterna e Velletri, cercando di bloccare le strade principali affluenti la
zona di Anzio. Caccia-bombardieri e caccia notturni sorvolarono queste strade
bombardando e mitragliando il traffico nemico che cominciava ad effettuarsi in
direzione della testa di sbarco.
Altri
caccia proteggevano in continuazione dall’aria le forze di sbarco. Gli attacchi
aerei nemici il giorno D furono di
scarsa proporzione (140 voli in tutto) ma crebbero d’intensità il 23 gennaio.
A tergo delle truppe d’assalto che si
spingevano nell’interno, le operazioni di scarico del primo convoglio
procedevano a tutta velocità. Genieri sgombravano rapidamente i campi minati e
si aprivano vie di uscita attraverso le dune; ma il terreno argilloso tra la
spiaggia e la strada principale ben presto fu così sconvolto che per rendere la
zona praticabile si dovettero usare reti, tronchi d’albero e pietra. DUKWe e
piccoli battelli facevano la spola nelle acque tranquille del golfo di Nettuno,
scaricando sollecitamente le imbarcazioni più pesanti che non potevano
avvicinarsi alla spiaggia a causa del basso fondale.
Nonostante il bombardamento intermittente
effettuato dopo il tramonto da poche batterie tedesche a lunga gittata e tre
piccole fulminee incursioni di caccia bombardieri della Luftwaffe, il 54° Genio
spostò rapidamente masse di uomini e materiali attraverso la spiaggia. Un
dragamine urtò una mina ed un LCI fu affondato dalle bombe, ma queste furono le
perdite più gravi. Il 36° Genio cominciò a sgombrare il porto dai rottami; la
Marina recuperò i battelli affondati; nelle prime ore del pomeriggio il porto
fu praticabile per le LST ed altre imbarcazioni. Quando il fondale della
spiaggia assegnata ai britannici a nord-ovest di Anzio si rilevò troppo basso
per essere di vera utilità, fu abbandonato e le operazioni di scarico furono deviate
verso il porto rimesso in efficienza.
A mezzanotte del giorno D, erano sbarcati
36.000 uomini, 3200 veicoli e gradi quantità di materiali costituenti il 90%
dell’equipaggiamento e del personale del convoglio d’assalto.
Le perdite del giorno D furono lievi. Il Vi
Copro registrò 13 morti, 97 feriti, 44 catturati e dispersi; furono fatti 227
prigionieri. Il Vi Corpo aveva raggiunto i suoi obiettivi iniziali senza
incontrare una resistenza di una certa entità e aveva prese quasi intatto il
porto di Anzio, che avrebbe dovuto essere la via principale di afflusso dei
rifornimenti.
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