APPROFONDIMENTI
Sviluppo
Progetto 2017/2
Manoscritto 5
Il VI Corpo, raggiunti i suoi obiettivi
iniziali verso il mezzogiorno del giorno D, avanzò per occupare i limiti
prestabiliti della testa di sbarco.
La 1a divisione britannica avanzò dai suoi
approdi a sinistra verso il fiume Meletta e si assicurò il controllo di 12
chilometri sulla strada di Albano. Nel settore della 3a divisione la avanzata
consisté in una serie di azioni tendenti a raggiungere i ponti sul canale della
testa di sbarco. La sera del giorno D pattuglie avanzate del 30° Fanteria e del
3° Reconnaissance Troop avevano occupato tutti i ponti lungo il canale. Il
nemico riprese nello stessa notte la maggior parte dei ponti in aggressivi
appoggiati da carri armati. Sferrati da contingenti della Divisione Corazzata
“Hermann Goering”. Il mattino seguente il ten. col. C. McGarr comandante del
30° Fanteria. Con i resti del suo reggimento, appoggiata da carri armati e da
cacciatori di carri respinse in aspra lotta il nemico al di là dei ponti lungo
il ramo occidentale del canale.
I tedeschi contrattaccarono con tre carri
armati ed un pezzo semicingolato per riprendere il ponte della strada di
Cisterna a nord di Conca, ma furono respinti dai mezzi corazzati che
appoggiarono il 30° Fanteria. Sulla destra del 30° Reconnaissance Troop lungo
il canale principale e riprese gli altri ponti perduti.
Il 24 gennaio la 3a divisione aveva occupato
il settore di destra della testa di sbarco iniziale lungo il canale Mussolini.
Il 504° Paracadutisti di fanteria; al centro il 15° Fanteria, e alla sua
sinistra il 30° Fanteria, fronteggiavano Cisterna lungo il ramo occidentale del
canale. I Rangers sostituirono tutte quetse unità eccetto il III Battaglione
del 7° Fanteria della divisione lasciata nel tranquillo settore della testa di
sbarco. Frattanto la II Brigata della 1a Divisione al comando del generale di
brigata E.E.J. Moore spostò il suo settore dalla testa di sbarco avanzando
verso la linea del fiume Meletta. Il resto della divisione fu tenuto in riserva
di Corpo in caso di contrattacco nemico. In due giorni il VI Corpo aveva
rafforzato una testa di sbarco profonda 12 chilometri incontrando soltanto
sporadica resistenza.
Benchè lo sbarco di Anzio ed il
rafforzamento iniziale non avessero praticamente incontrato resistenza iniziale
non avessero praticamente incontrato resistenza da parte delle forze
germaniche, il nemico reagì prontamente per affrontare la situazione. I Comandi
del Gruppo Armate C misero immediatamente in allarme elementi della 4a
divisione paracadutisti e della divisione corazzata “Hermann Goering” a sud di
Roma e ordinare loro di difendere le strade che ad Anzio conducevano ai Colli
Laziali. Alle 06.00 del 22 gennaio entrò in esecuzione il piano prestabilito
per far accorrere truppe di oltr’Alpe e lanciarle ad arginare l’invasione
alleata.
Due divisioni e molte unità minori partirono
immediatamente dalla Francia, dalla Jugoslavia e perfino dalla Germania.
Nell’Italia settentrionale tre divisioni della Quattordicesima Armata furono
poste in allarme e partirono per la zona di Roma il 22 ed il 23 gennaio. Per
dirigere la difesa il I° Corpo paracadutisti ristabilì i suoi comandi nella
zona a sud di Roma alle 17.00 del 22 gennaio. Tutte le riserve disponibili
provenienti dal fronte meridionale e ivi avviate furono spinte verso Anzio;
esse comprendevano: 3a divisione corazzata granatieri e la 71a divisione
fanteria e il grosso della divisione “Hermann Goering”. Mentre queste forze si
andavano raccogliendo, l’aviazione tedesca bombardava la zona della testa di
sbarco e il naviglio di sostegno per ritardare l’avanzata alleata all’interno.
Per i primi due giorni, i difensori tedeschi cedettero di essere troppo deboli
per fermare l’avanzata alleata verso i Colli Laziali, ma dalla sera del 24
gennaio essi sperarono di poter contenere le forze della testa di sbarco e, non
appena avessero completate la raccolta delle forze necessarie, di sferrare un
contrattacco che avrebbe eliminato la testa di sbarco alleata.
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