Cerca nel blog

giovedì 12 ottobre 2023

Antonio Trogu: Politica militare russa e invasione dell'Ucraina

 DIBATTITI

Politica militare russa e invasione dell’Ucraina

Nel 2022 la situazione geopolitica  in Europa si e’ modificata e l’auspicata integrazione della UE nel centro del continente con una transizione post-sovietica ad est e’ al momento in bilico. Nel marzo del 2014 l’annessione alla Russia della Crimea, che dal 1954 era parte dell’Ucraina , ed il conflitto nel Donbass hanno messo in forse quelli che erano i confini post-sovietici ed hanno portato all’invasione della Ucraina.

Negli ultimi anni prima dello scoppio del conflitto ucraino, vi e’ stata una crescente  propensione filo occidentale di molti paesi ex sovietici che ha creato forti tensioni con la Russia anche perché si sottraevano  al privilegiato rapporto politico economico e questo andava contro al progetto di unione euroasiatica.

La nascita di un governo ucraino dichiaratamente antirusso e filo occidentale confinante con la russia andava contro l’idea di spazio post sovietico a guida russa.

All'alba del 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha dato l'ordine di invadere l’Ucraina, decisione presa poco dopo il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass situate in territorio ucraino, Donetsk e Lugansk, e l'invio di truppe con la motivazione ufficiale di un’iniziativa di peacekeeping. Questo nonostante il Memorandum di Budapest in accordo del quale in cambio del disarmo nucleare dell’Ucraina, la Russia prometteva di rispettare i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Dunque anche la Crimea era riconosciuta dalla Russia stessa come parte del territorio sovrano ucraino.

Gli Usa (Bill Clinton) e Regno Unito (John Major) diedero la garanzia internazionale di vigilare sulla inviolabilità dei confini dell’Ucraina. La stessa formula venne applicata anche a Bielorussia e Kazakistan. Essendo un memorandum e non un trattato, non era legalmente vincolante. Ma era comunque un impegno formale e scritto.

La Russia ha invaso l'Ucraina con circa 150.000 soldati; prima dell'invasione, manteneva circa 30.000 soldati nelle aree dell'Ucraina occupate dal 2014. Nel settembre 2022, il governo russo ha chiamato 300.000 riservisti al servizio militare attivo per sostenere la guerra in Ucraina. Nel novembre 2022, il presidente PUTIN ha firmato un decreto che consente ai russi con doppia nazionalità e a quelli con status di residenza permanente in paesi stranieri di essere arruolati nell'esercito per il servizio militare.

La Bielorussia, dalla quale Putin cerca di avere un supporto militare, anche non partecipando al momento con proprie truppe,  è nella realtà parte in causa nel conflitto,  ad ottobre dello scorso anno ha autorizzato il transito delle forze russe dirette nella parte nord dell’Ucraina confermando così di essere  un Paese satellite della Federazione Russa.

Il 10 Ottobre 2022, secondo quanto  riferito dal presidente bielorusso Lukashenko, i presidenti di Russia e Bielorussia hanno concordato lo schieramento di un gruppo regionale congiunto di truppe, Russe e Bielorusse, al confine con l’Ucraina. Il timore dell’Ucraina riguarda la possibilità che il confine settentrionale diventi porta di accesso per le forze russe costringendo così lo spostamento di parte delle forze ucraine a nord.

Altro aspetto da sottolineare riguarda il referendum farsa, non riconosciuto dall’occidente, che ha modificato la Costituzione cancellando lo status di Paese non nucleare e permettendo il dispiegamento di armamenti nucleari sul proprio territorio.

Putin ha bisogno di truppe in una fase delicata dal conflitto e potrebbe attingere da quelle dell’alleato a lui più vicino ed a lui subordinato ma occorre considerare che il conflitto in Ucraina tra i bielorussi non è popolare, come del resto in seno all’opinione pubblica non è affatto popolare lo stesso Lukashenko, che ha superato l’ondata di proteste successive alla presidenziali del 2020 solo grazie all’aiuto di Mosca.

A 18 mesi dall’inizio del conflitto, quella in Ucraina sembra essere sempre più una guerra di logoramento, la Russia si trova in una fase delicata del conflitto, quella che avevano ipotizzato essere una operazione veloce si è rivelata un pantano con l’offensiva bloccata ed una ingente perdita di uomini e mezzi.   Inoltre ora Putin ha un problema con il gruppo Wagner dopo che il 24 giugno 2023, Evgenij Prigožin ordinava ai propri combattenti di marciare su Mosca, anche se poi li ha fatti fermare prima. Come confermato in un audio dallo stesso capo dei miliziani, Yevgeny Prigozhin,I miliziani della Wagner sono arrivati "a 200 chilometri da Mosca" ma ora fanno "marcia indietro", tornando verso sud per evitare "spargimento di sangue russo" da una parte o dall'altra.

Sebbene la scarsità di rifornimenti e munizioni stia ostacolando in modo decisivo l’avanzata delle forze russe, Putin non dà segni di voler scendere a compromessi.

È intanto iniziata la controffensiva ucraina con l'esercito di Kiev che sta raddoppiando gli sforzi per sfondare le difese russe a sud, in un'area che ha faticato a gestire da inizio giugno quando è partita la nuova spinta per la riconquista dei territori. 

 

Antonio Trogu   trogant@libero.it                                                                             30 luglio 2023


Nessun commento:

Posta un commento