GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Sergio Benedetto Sabetta
Si è
assistito nel 20222/23 per il quarto trimestre consecutivo ad una crescita
negativa della Germania, la più grande economia europea e cinghia di
collegamento tra diverse ed estese aree industriali europee, come il nostro
Nord – Est , si deve considerare che per l’Italia l’export con la Germania è
stato nel 2022 di 80 miliardi di euro, par al 20% del totale del nostro export,
di cui 4,5 miliardi solo dall’area di Brescia.
Gli
economisti considerano esservi una recessione se ci sono tre trimestri negativi
consecutivi del PIL, tanto che il FMI e l’OCDE ritengono nei prossimi 5 anni la
Germania potrebbe crescere meno degli USA, della Gran Bretagna, della Francia,
della Spagna e forse della stessa Italia, questo comporterebbe una ricaduta
negativa su tutta l’Europa.
Vi è un
soffuso malessere sul futuro tra le aziende e la popolazione tedesca, una
confusione sulle prospettive e le azioni da perseguire.
All’invecchiamento
della popolazione, a cui finora si è reagito con una oculata politica
immigratoria, selezionando le professionalità necessarie, opposta alla confusa
improvvisazione italiana con tutti gli opportunismi e accordi vari, si è
affiancato un estremismo ideologico sul green che ha provocato delle
problematiche energetiche.
E’ stato
ipotizzato da alcuni analisti che la chiusura entro il 2030 di tutte le
centrali nucleari e a carbone determinerà una carenza di 150 mila Mw di potenza
elettrica, difficilmente sostituibile con le sole energie alternative
considerando che nel frattempo aumenterà il bisogno di elettrico, basti pensare
alle auto elettriche.
La crescita
economica della Germania si fondava, oltre che sulle riforme del mercato del
lavoro, sull’energia a basso costo ottenuta dalle forniture di gas dalla Russia
grazie a rapporti privilegiati e alle gigantesche esportazioni di macchinari ed
auto in Cina, infatti Germania ed Austria sono state le più colpite dal blocco
delle forniture di gas naturale dalla Russia.
L’estremismo
ideologico sul green concentrandosi, ad esempio, sui motori elettrici ha avuto
tra l’altro l’effetto di potenziare le manifatture cinesi, che hanno realizzato
il 60% degli oltre 10 milioni di auto elettriche vendute nel mondo, permettendo
al produttore cinese BYD di superare la Wolkswagen, dobbiamo considerare che il
settore automobilistico costituisce quasi ¼ dell’intero settore manifatturiero.
L’incapacità
e il blocco del potere politico di dare risposte adeguate, spinge parte della
popolazione verso partiti estremisti che ipotizzano l’uscita dall’UE e accordi
autonomi con Russia e Cina, recenti sondaggi ipotizzano il 20% dei consensi a
favore del AFD (Alternative Fur Deutschland).
Questi ed
altri problemi verranno discussi il 28 e 29 settembre a Berlino tra la BDI
(Confindustria tedesca) e la MEDEF (Confindustria francese), si spera che
l’Italia possa avere nonostante la nostra proverbiale litigiosità interna una
propria voce.
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