ARCHIVIO
L'ALBO
DI GLORIA: I CADUTI, I FERITI, I DISPERSI
La gloria brilla anche se la battaglia non è stata
fortunata; brilla anzi maggiormente quanto più gli uomini, che vi hanno
partecipato, sono rimasti all'altezza del proprio compito.
Il servizio del genio in Russia può ricordare con
orgoglio i suoi più di cento ufficiali, i quasi centocinquanta sottufficiali e
militarizzati, i millecinquecento graduati e soldati, che dalla propria
missione hanno sentito la bellezza sino all'ultimo.
E può affermare che nel periodo eroico della lotta
sul Don core nel grandioso ripiegamento per oltre mille chilometri sotto la
diretta presssione nemica nella steppa e nelle paludi russe, tutti, dico tutti,
i genieri dell'Intendenza hanno fatto l'umanamente possibile per salvare tutte
le armi, le officine ed un complesso di oltre cinquecento vagoni di materiale
tecnico preziosissimo ed insostituibile.
I ventinove genieri dell'Intendenza morti feriti e
dispersi costituiscono le pietre miliari di un silenzioso eroismo avente il suo
inizio glorioso nello sgombero dei campi minati della zona di Voroscilowgrad e
il suo epilogo nell'interruzione dei ponti sul Donez e nello sgombero dei
magazzini.
È per questo che nel chiudere questa nostra modesta
relazione sulla grande fatica del Servizio del genio in Russia sentiamo il
dovere di fare l'elogio degli uomini dell'Intendenza.
Si sono visti ufficiali che vantano un brillante
passato militare, più volte decorati al valore per le loro gesta sui campi di
battaglia, chini sulle carte, sulle cifre, sugli schizzi, sui grafici che
voglion dire pane per le truppe, attrezzi per la loro difesa e il loro
ricovero, munizioni per le armi. Si sono visti distinti professionisti della
vita civile dirigere le squadre di manovalanza nelle estenuanti operazioni di
carico e scarico del materiale.
Tutti, ufficiali e soldati, hanno lavorato ogni
giorno fin che la stanchezza si è fatta spossatezza, senza nulla chiedere.
Stanchi, non hanno riposato perchè altri non riposavano,; nei rigori del gelo
russo non sempre avevano indumenti adeguati perchè riservati agli altri in
linea; ammalati non sono stati subito ricoverati perchè altri avevano maggior
diritto alle cure; ultimi nelle licenze, ultimi negli avvicendamenti e ultimi
anche nel lasciare i magazzini che hanno spesso difeso con armi inadeguate.
Travolti dagli eventi bellici, anche quando agli
altri era dato pensare a sè, essi hanno sentito la loro grande somma di
responsabilità ed hanno pensato a tutti.
Ed hanno l'orgoglio di poter affermare che se anche
per strapotere di mezzi la battaglia tattica non ha avuto l'esito desiderato,
la battaglia tecnico-logistica del Don è stata vinta in tutta la sua ampiezza.
E che in questa vittoria l'arma del genio ha una
parte decisamente preponderante, che qualche volta essi avevano forse
considerata come una mortificazione al loro desiderio di essere in linea coi
fanti, hanno finalmente compreso che se l'azione sulla linea del fuoco è la
melodia dell'arte della guerra, i servizi ne sono l'armonia.
Che se all'azione eroica aperta si può arrivare
anche in un momento di esaltazione, cui succedono pause lunghe, collaboratrici
di forze materiali e spirituali, il soldato dell'Intendenza deve impegnare
tutto se stesso sempre, senza un attimo di rilassamento, dall'inizio alla fine,
nella buona come nella cattiva fortuna; che se il fante può raggiungere il suo
obiettivo, il soldato dell'Intendenza non lo raggiunge mai perchè esso si
chiama "perfezione"; tutto donando, nulla chiedendo.
Omnia
omnibus, nihil ab omnibus.
Da RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ DEL SERVIZIO DEL GENIO IN RUSSIA GIUGNO 1942 –MARZO 1943,
Cesvam Papers, Settembre- Ottobre 2019, n. 5.
Nessun commento:
Posta un commento