Massimo Coltrinari
7. Il Nemico. La coalizione hitleriana
Nel
1945 i tedeschi, dopo la fallita operazione nelle Ardenne, in cui Bastone
divenne il simbolo della volontà americana di non retrocedere, erano in una
condizione disperata. La Germania era ridotta allo stremo, le sue città
bombardate e devastate, mentre su tutti i fronti si continua a ritirarsi.
Hitler e i suoi più stretti collaboratori si occupavano solo di dettagli, mai
affrontando il nodo principale. Un qualsiasi governo avrebbe già affrontato il dilemma
se continuare a combattere o ad arrendersi, in quanto non vi era più nessuna
speranza non solo di vittoria, ma di sopravvivere. Non chiedere la resa
significava solo e solamente procurare ulteriori danni ed ulteriori tragedie
alla Germania ed al popolo tedesco.
I
motivi per cui non si creò una forza di opposizione che estromettesse il
vertice nazista e attraverso un nuovo governo chiedere la resa, è da ricercarsi
principalmente nelle conseguenze del fallito attentato ad Hitler del 20 luglio
1944.
La
tradizionale obbedienza tedesca all’autorità costituita era stata rafforzata
dal fatto che tutti i tedeschi alle armi avevano dovuto prestare giuramento non
allo Stato o al Reich, ma alla persona di Hitler. Questo significava che, vivo
Hitler, pochissimi erano disposti a ribellarsi. Passo necessario era la
eliminazione fisica del capo nazista, e quindi tutto l’apparato di vertice. Non
essendo riusciti ad ottenere questo i militari non erano sicuri che i loro
dipendenti li seguissero sulla strada della ribellione e della rivolta.
Un
altro fattore che impediva iniziative di vasta portata era quella che si può
chiamare la sindrome del “Novembre 1918”. Una delle leggende che scaturì dalla
fine della prima guerra mondiale, trasformato dal nazismo in uno dei suoi
pilatri per la creazione del consenso, fu il cosiddetto “tradimento” dei politici
nei confronti dei militari. Berlino chiese la resa nel novembre 1918 quanto
ancora l’Esercito tedesco occupava la Francia ed il Belgio, e non era stato
sconfitto nella battaglia finale e nessun soldato nemico aveva messo piede sul
suolo tedesco. Questa sindrome nel 1945 fece sì che nessun alto comandante ebbe
il coraggio di proporre o avviare proposte di resa separata. Nessuno voleva
essere ricordato come colui che contribuì o decise la sconfitta del Reich. Le
trattative di resa in Italia iniziarono nell’ottobre 1944, ma si conclusero
solo e solamente due settimane dopo che era stata lanciata l’offensiva finale e
furono accettate dagli Alleati solo per la paura che le armi tedesche cadessero
in mano ai partigiani.
Il
fronte degli ex-nemici, rimase in piedi fino a che Hitler non si suicidò il 30
aprile 1945. Per la Germania fu un disastro totale, ma ebbe anche il merito di
far emergere nelle sue reali dimensioni tutti i risvolti di questo regime, una
vera iattura per l’essere umano in quanto tale.
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