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sabato 30 dicembre 2023

Editoriale Dicembre 2023

 EDITORIALE


  In genere il mese di dicembre è dedicato a tracciare dei bilanci sulla attività svolta. Si elenco i successi ottenuti, quello che non è andato e si tracciano le linee future. Superiamo questa impostazione nelle prime due parti. Molti sono i motivi. Il primo è scaramantico: ogni volta che  raggiungi un successo, inevitabilmente inizia la parabola discendente che ti porta ad un insuccesso, anche per tante forze oscure che si mettono in moto a cominciare dalla invidia e dagli altri sei peccati capitali. Di quello che non è andato bene, è meglio non parlare sia perché è andato male sia perchè nell'analizzare gli errori che hanno portato all'insuccesso spesso emerge il fatto che le valutazione fatte su persone e cose spesso sono sopravalutazioni e questa nostra incapacità di  vedere prima quello che  si considera positivo e che invece era negativo comincia ad essere una costante che dovrebbe essere contrastata. Il passato dovrebbe averci insegnato qualche cosa, ma spesso gli errori si continuano a commettere. 

Parliamo quindi di futuro. Nel 2024 cade il decennale del CESVAM. Sono dieci anni che si opera e se ci si volta indietro di strada ne abbiamo fatta. Ora siamo tutti chiamati, Ordinari e Associati, a cercare di vedere  come procedere, sia perchè l'età avanza e molti di noi si avvicino ai "settanta", altri agli "ottanta", qualcuno viaggia verso i "novanta". In pratica dobbiamo vedere,  nella data anniversaria del decennale, quali cose portare avanti e quali lasciar perdere, ma soprattutto decidere insieme quali iniziative prendere, essendo il nostro carnet già molto pieno. 

Un primo obbiettivo a cui personalmente indico come irrinunciabile, è quello di stilare gli indici delle pubblicazioni, articoli, note e saggi pubblicati prodotte dal 2014 ad oggi. Giovanni Spadolini sosteneva che un volume senza gli Indici dei Nomi non è un volume, ed una aggregazione culturale senza gli indici periodi di quello che pubblica non ha ragione di essere.  

Da gennaio il dibattito è aperto, nello spirito che ci anima e soprattutto in quello spirito che è alla base del nostro operato, ovvero per riceve tocca sempre dare, e che davanti ad una difficoltà o ad un problema un uomo vincente trova una soluzione, un uomo perdente accampa giustificazioni. In questa sociètà liquida che ci circonda in cui topi affamati si fiondano con avidità su quei pochi pezzetti di formaggio che la medesima offre perchè ha sperperato tutto, il vero traguardo è quello di passare oltre e riuscire ad essere sereni, vivere i nostri valori e serenamente continuare ad essere coerenti con quanto dice Kipling nella sua celebra lirica "Se", vero codice d'onore degno di ogni considerazione. (massimo coltrinari)

venerdì 29 dicembre 2023

Copertina Dicembre 2023

                                               


                                                QUADERNI ON LINE








                                                     Anno LXXXIV, Supplemento on line, XII , 2024, n. 94

 Dicembre 2023

valoremilitare.blogspot.com
www.cesvam.org 


giovedì 28 dicembre 2023

RIVITA QUADERNI. n. 4 del 2024. Nota Redazionale

 NOTIZIE CESVAM

Il numero di apre con la pubblicazione dei lavori e delle realizzazioni, nel quadro del progetto proposto da Marco Montagnani, dei ragazzi e delle ragazze del Liceo Scientifico F. Vercelli di Asti.

Per la parte dedicata alla Memoria, la Rivista in questo numero ospita una interessantissima nota di Maria Luisa Suprani Querzoli dedicata ai rapporti tra Pietro Badoglio e Luigi Capello con una fotografia che è una vera e propria rarità, mentre Demetrio Delfini con la sua ci ricorda che Israele nasce dalla azione di movimenti terroristici, unico mezzo per riuscire a vincere la potenza dominante che nella fattispecie era al tempo la Gran Bretagna. Giorgio Madeddu continua a darci preziose note sulla prigionia austroungarica in mano italiana in Sardegna, a premessa della più ampia azione che si pensa di attuare nella prossima primavera. Francesco Attanasio traccia un quadro di Umberto di Savoia e la sua azione come luogotenente del Regno, ed in molti pensano che già nel 1944 si era reso conto del profondo divario che si era creato tra la sua Casata ed il popolo italiano dopo le vicende armistiziali; da qui l’esigenza di assumere comportamenti degni di nota. A cornice di questo articolo Alessia Biasiolo ci presenta l’Italia del 1943, momenti e quotidianità che ci fanno comprendere in quale abisso era sprofondata l’Italia e quale costo il popolo italiano stava pagando a scelte non felici dell’allora vertice politico-istituzionale.

Stefano Bodini ci presenta la versione divulgativa della Tesi di Master, dedicata alle operazioni del Col di Lana, nel solco dell’indirizzo della Rivista, che esiste anche in virtù del sostegno che può dare alle attività postmaster.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

Sia Luigi Infussi che Mario Pietrangeli con le loro note sottolineano il variegato mondo dell’Arma del Genio, nelle sue espressioni di eccellenza.

 

Per la parte dedicata alla Realtà di Oggi, Osvaldo Biribicchi continua nella sua azione di presentarci aspetti virtuosi della realtà africana, mentre Massimo Dionisi con la sua nota traccia un quado della Nigeria, in cui si evince il rapporto tra questo martoriato Stato e gli Attori internazionali, avvelenato dalla disputa sulle materie strategiche essenziali. Antonio Trogu chiude questa parte con una nota sui Curdi siriani ed il loro sforzo per costruirsi uno Stato, nota che sottolinea come la Siria, al pari della Libia, come Stato unitario di derivazione post coloniale non esiste più. 

 

Antonio Daniele ci presenta il Calendario azzurro del 2024, presentato il quale sono terminate le cerimonie per il Centenario della fondazione dell’Istituto del Nastro Azzurro.

 

Anche in questo numero non vi è lo spazio per pubblicare gli Indici della “Rivista on Line”; questi sono pubblicati l’ultimo giorno del mese sul relativo blog. Le consuete rubriche chiudono il numero ultimo dell’anno centenario della fondazione dell’Istituto, che nella copertina, come ormai prassi per il numero di fine d’anno, riporta una Medaglia coniata dall’Istituto, nel solco di quella tradizione iniziata già all’indomani della fondazione di ricordare eventi e momenti con questo mezzo, che è diventato una peculiarità dell’Istituto del Nastro Azzurro. Riportata la Medaglia del Centenario 1923 – 2023. (massimo coltrinari, direttore del CESVAM)

 

mercoledì 27 dicembre 2023

Il Labaro della Sezione MACOMER

 NOTIZIE CESVAM


E' stato rintracciato il labaro della Sezione di MACOMER

Iinformazioni sulle ricerche svolte e sui dati disponibili in merito possono essere chieste a 

Giorgio Madeddu, associato al CESVAM 

(email:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)



martedì 26 dicembre 2023

Dizionario dell'Olocausto

 SEGNALAZIONE LIBRARIE


 

Osvaldo Biribicchi

 

 il suggerimento che si avanza, nell’impostare le tematiche, nel quadro del Progetto “Storia in laboratorio” per le finalità didattiche dedicate alla celebrazione della giornata della memoria che cade i 27 gennaio, è quello di porre a riferimento il volume qui segnalato. Per i Nazisti l’antisemitismo, finalizzato all’eliminazione fisica degli ebrei, e non solo degli ebrei, era una questione di importanza fondamentale. Oggi le principali divergenze tra gli studiosi riguardano l’interpretazione piuttosto che il fatto in se. Questo dizionario, frutto del lavoro collettivo di oltre cento autori di undici paesi diversi con l’aggiunta di saggi specifici dedicati alla peculiare situazione italiana.

Uno studio sistematico di lemmi ( il Dizionario ne contiene oltre 400) affiato ad uno studente o a gruppi di studenti affinchè, attraverso ricerche, incontri frontali, visite, e ricerche personali possano loro elaborare secondo le risultate a cui pervengono il lemma stesso e poi presentarlo ai loro compagni durante la Giornata della Memoria, nel solco tradizionale che è lo studente che deve essere protagonista e parte attiva di detta giornata.

A titolo di esempio i lemmi da studiare, che potrebbero anche rappresentare tappe di un percorso per conoscere l’Olocausto ed altro, potrebbero essere:

 Protocolli dei savi anziani di Sion/Conferenza di Wansee/Camera a Gas/ Campi di Concentramento/Mischlinge/Gestapo/ Deportazione degli Ebrei dall’Italia/Lavoro Forzato/Zyklon B/Paragrafo Ariano/Memoriali dell’Olocausto/Marce della Morte/Calcolo delle Vittime/Zingari/ Soluzione Finale: chi sapeva e cosa ne pensava.

 


 

Il Volume disponibile in redazione, ha questa referenza bibliografica:

Dizionario dell’Olocausto, a cura di Walter Laqueur, in collaborazione con Judith Tydor Baumel, edizione italiana a cura di Alberto Cavagno, Prefazione, Lemmario, Voci, Cronologia, Saggio Bibliografico, Indice dei Nomi, illustrazione, pagine 983.


venerdì 22 dicembre 2023

AUGURI

 NOTIZIE CESVAM

A  TUTTI I LETTORI DI 

QUADERNI ON LINE

AUGURI

 UN BUON NATALE ED UN FELICE ANNO NUOVO

giovedì 21 dicembre 2023

Le prime 49 sezioni create dell'Istituto del Nastro Azzurro anno 1923 Data di fondazione

 ARCHIVO

10/02/1923 Fiume

16/02/1923 Udine

17/02/1923 Taranto

05/04/1923 Ancona

05/04/1923 Catania

13/04/1923 Firenze

15/04/1923 Genova

22/04/1923 Napoli

05/05/1923 Milano

26/05/1923 Palermo

28/05/1923 Venezia

02/06/1923 Roma

15/06/1923 Torino

16/06/1923 Livorno

22/06/1923 Reggio Calabria

22/06/1923 Reggio Emilia

28/06/1923 Mantova

28/06/1923 Mantova

30/06/1923 Potenza

01/07/1923 Foggia

02/07/1923 Macerata

02/07/1923 Macerata

07/07/1923 Parma

08/07/1923 Messina

16/07/1923 Lucca

19/07/1923 Perugia

22/07/1923 Campobasso

27/07/1923 Trieste

16/08/1923 Trapani

26/08/1923 Pola

09/09/1923 Lecce

09/09/1923 Siena

16/09/1923 Arezzo

30/09/1923 Siracura

08/10/1923 Modena

09/10/1923 Cosenza

13/10/1923 Cremona

13/10/1923 Massa

20/10/1923 Bergamo

21/10/1923 Rovigo

21/10/1923 Sassari

23/10/1923 Piacenza

24/10/1923 Treviso

25/10/1923 Aquila

25/10/1923 Benevento

28/10/1923 Porto Maurizio

31/10/1923 Padova

18/11/1923 Como

09/12/1923 Salerno

16/12/1923 Brescia

18/12/1923 Trento

La fonte è il n. 1 del "Il Nastro Azzurro" edito il 26 marzo 1924.
 (massimo Coltrinari - centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)

mercoledì 20 dicembre 2023

Complessità dell’interpretazione giuridica e dell’agire

 DIBATTITI

Ten. cpl. Art. Pe. Sergio  Benedetto  Sabetta

 


            Le osservazioni che seguono vengono ad investire anche il diritto internazionale sia in tempo di pace che di guerra, ma si possono intendere essere estese all’intero agire dell’essere umano superando il puro formalismo in cui molte volte si cade, sebbene involontariamente.

         Vi è quindi una difficoltà nel valutare le singole azioni se non nel contesto e nel loro insieme, una osservazione solo apparentemente semplice, in quanto si tende a semplificare il giudizio per la difficoltà di trovare gli elementi su cui appoggiarlo, una osservazione che richiama i problemi derivanti dalla comunicazione, sia in guerra che in pace, e dai nostri limiti fisiologici.

            Partendo dall’osservazione che la trasformazione delle informazioni in conoscenza è soggetta ad una serie di limitazioni dovute alla ridotta potenzialità cognitiva degli operatori, si che questi procedono in forma euristica nell’affrontare la complessità ambientale semplificando l’informazione da elaborare, si può affermare che l’agente non opera mai in termini di razionalità assoluta bensì in termini di razionalità limitata.

L’agire razionale dell’agente è inoltre condizionato da informazioni provenienti dall’esterno, le quali operano non solo sulla cognizione del momento in esame ma anche sulla formazione del primo livello di stati conativi.

         Il comportamento non è altro che conseguenza di un determinato stato mentale, in cui l’evoluzione ha introdotto l’emotività e l’intuizione al fine di una rapida risposta adattiva ai cambiamenti, questo tuttavia comporta una certa imprecisione quale contraltare alla rapidità.

         La ragione si inserisce pertanto su informazioni ambientali già elaborate in termini inconsci, raffinandole ulteriormente per meglio adattarle alla realtà, consegue la presenza probabilistica dell’errore che diventerà con il trascorrere del tempo necessariamente presente.

         Sartor introduce il concetto di ragionamento defeasible che fornisce la possibilità di decidere provvisoriamente in presenza di informazioni parziali e in attesa di nuove informazioni, senza necessariamente giungere alle conclusioni definitive, si procede con una serie di conclusioni progressive fino ad ottenere delle conclusioni stabili.

Questo non esclude, anzi potenzia, gli aspetti intuitivi ed emotivi propri del ragionamento umano senza per questo negare le premesse del processo logico, si ottiene peraltro una sintesi nel ragionamento deduttivo della metodologia propria del ragionamento induttivo.

         L’agente ha un proprio desiderio o fine nato dalle proprie preferenze, ma questo entra in conflitto con il dover volere determinato da terzi, il mondo interno con i limiti e le esigenze imposte dal mondo esterno, ed ecco l’importanza di passare da un ragionamento conclusivo, in cui non interferiscono ulteriori informazioni esterne, ad un ragionamento defeasible che tenga conto delle ulteriori e frammentarie informazioni provenienti progressivamente dall’esterno.

         Anche in un sistema giuridico l’interpretazione – applicazione della norma assume un carattere progressivo, non più quale discendenza immediata dalla volontà di un legislatore astratto ma quale conseguenza di un intero sistema giuridico, su cui interviene la capacità limitata di conoscenza dell’operatore, nonché le sue pulsioni e i suoi credo.

         La norma assume una propria autonoma volontà e significato all’interno del sistema giuridico influenzato dal vissuto e dall’ambito culturale dell’interprete, ossia dai giudizi di valore del decisore, quale sintesi in divenire di motivazioni interne e informazioni esterne, nonché dalla sua capacità di elaborazione.

         Questo ancor più in presenza di alcune normative che, nella necessità di procedere per analogia, aumenta la discrezionalità del giudizio di valore, nel tessuto logico giuridico assumono pertanto particolare valore le disposizioni generali normative, d’altronde la norma è interpretata secondo il valore culturale prevalentemente condiviso ed accettato dalla maggioranza.

         E stato fatto osservare che la conformità alla legge si basa prevalentemente sulle aspettative e sulle inibizioni degli individui, fino a giungere quale ipotesi estrema ad affermare che le decisioni prese sul diritto non sono altro che costruzioni ex post per giudizi già presi (modello sociale intuizionista – Haidt).

         Il diritto quale complesso in cui rientrano emozioni, intuizioni, ragionamenti e regole scritte è qualcosa di poliedrico che permette l’esistenza delle odierne società complesse, pertanto un mix dei due processi di giudizio propri di ogni agente.

 Il primo sistema più lento e faticoso è governato dal ragionamento, il secondo intuitivo ed associativo acquista una valenza automatica con il minimo sforzo, i due sistemi agendo insieme potenziano le capacità di giudizio riducendo gli errori, infatti il sistema logico corregge il veloce sistema intuitivo in questo aiutato dalla formalizzazione delle procedure (Kaheneman e Frederick).

         Quanto finora detto si ricollega al sistema di reti neuronali evidenziato da Lieberman e colleghi nelle loro ricerche presso l’Università della California, in cui nella ricerca del sé sono state individuate due reti chiamate rispettivamente sistema C e sistema X. Mentre nel sistema C veniamo a trovarci in contesti nuovi per i quali è necessaria una riflessione esplicita sulle nostre esperienze, nel sistema X non vengono codificati ricordi ma intuizioni, producendo rapide risposte emozionali basate su associazioni statistiche e non su ragionamenti espliciti.

         Si introduce quindi un elemento statistico e non probabilistico, da affiancarsi al concetto di ragionamento per progressiva approssimazione (defasible) previsto da Sartor.

         Alcune teorie estreme affermano che nulla garantisce che ogni individuo non dia un proprio significato allo stesso enunciato normativo (scetticismo linguistico), si che lo studio del diritto deve limitarsi alla definizione degli enunciati normativi e alla loro interpretazione ma non al significato delle norme, criticando per tale via il normativismo e la sicurezza del c.d. formalismo interpretativo di poter adattare mediante interpretazione a ciascun caso concreto l’enunciato giuridico. Vi è in realtà un confine incerto tra enunciati normativi definiti e proposizioni vaghe su cui interviene l’opera interpretativa dell’agente.

         Si deve rinunciare ad una prevedibilità matematica degli atti e delle loro conseguenze, per passare alla prevedibilità dei possibili risultati, l’aumentare della dinamicità ridurrà la prevedibilità dei possibili risultati fino a giungere ad una inconoscibilità (principio di Heinsenberg ).

         Necessitano pertanto elementi coordinatori nella possibile comprensione dei sistemi complessi auto-organizzanti, mediante relazioni interne, secondo strutture frattali e loro attrattori, resta fermo che la comprensione e quindi la conoscibilità del sistema non è comunque sinonimo di prevedibilità.

         Per determinare una stabilità caotica occorre quindi agire sugli attrattori caotici, ossia su quei punti in cui emergono comportamenti tipici del sistema stabilizzanti la sua dinamicità.

         In recenti studi è emersa la funzione primaria in tal senso dei concetti giuridici generali quali nodi della rete relativa alla trasmissione delle informazioni normative (Alf Ross), tanto che Lothar Philipps afferma esplicitamente che tali “concetti – nodo” non sono liberamente manipolabili dalla giurisprudenza dei concetti pena la disarticolazione normativa.

         Le reti di associazione relative ai concetti permettono l’interpretazione adattiva del modello giuridico e la trasmissione dei valori etici nella soluzione dei problemi quotidiani di relazione sociale.

         L’interpretazione giuridica ha a sua volta una importanza fondamentale nel dare vita al diritto positivo superando i contrasti con le intuizioni di valore fissate dalla selezione naturale (Rawls), dobbiamo tuttavia considerare che l’interprete è anch’esso un portatore di valori culturali ed interessi che limiteranno inevitabilmente le possibilità di giudizio.

         Più l’interpretazione si allontana dall’aspetto letterale e più deve essere conforme ai valori dell’ambiente sociale in cui deve essere calata, pena il rigetto e i problemi di comunicazione per l’impossibile rapporto tra valori etici espressi dalla norma e i valori sociali del contesto ambientale, ma i problemi comunicativi aumentano con la complessità del sistema sociale frutto di un espandersi del benessere economico.

                   Da quanto finora detto si possono definire come esempi di attrattori caotici sia i concetti giuridici generali che l’interpretazione fornita da un organo centrale supremo come la Cassazione o il Consiglio di Stato, il mal funzionamento di tali organi  possono essere individuati non solo nella lunghezza dei tempi delle decisioni, ma anche nelle onde interpretative interne che portano all’abbassamento della “soglia del caos”.

         Si evidenzia la particolare funzione del linguaggio quale competenza linguistica nel creare e trasferire informazioni e i relativi valori.

         Le organizzazioni hanno bisogno di un senso per generare identità e obiettivi comuni, creando un ordine prevedibile per le proprie azioni, Weick parla della realtà come di una costruzione continua che acquista forma quando le persone guardano alle situazioni create in modo retrospettivo.

 La  necessità di una “costruzione del significato” avviene quando tra previsioni o aspettative e gli accadimenti vi siano differenze che mettano in atto il bisogno di generare un significato degli eventi imprevisti e quindi incomprensibili attraverso una lettura retrospettiva, questo viene di fatto a modificare la lettura di tutto il vissuto concatenato agli eventi considerati, i diritti acquistano pertanto significato diverso per ognuno di noi se non si creano delle cornici.

         Si tratta di creare cornici entro cui tracciare delle trame su cui fissare gli eventi dandone un senso, la cornice è costituita dai valori, dalle credenze e dalle immagini simboliche originate nel passato, mentre le informazioni sono le esperienze attuali, fra queste e la cornice devono scoprirsi le connessioni che danno un significato alla situazione presente.

         La globalizzazione e l’interagire fra culture e mondi diversi crea a sua volta una rete elastica di giochi linguistici e di sensi del narrare (Lyotard ), in un continuo integrare  e respingere si che la società che ne risulta è sempre più flessibile ma anche incerta nel narrare i propri valori.

                   Greimas nella sua teoria generativa afferma che il senso di un testo non avviene a livello della sua manifestazione espressiva bensì nei modi in cui si genera, attraverso il gioco delle significazioni soggiacenti (Floch ).

         Quindi il piano di manifestazione dato dalle varie forme di comunicazione poggia su un piano di immanenza costituito dalle scelte organizzative che ne realizzano il discorso e la “messa in scena”( Floch).

         Da quanto finora detto emerge la probabilità che l’ordinamento giuridico nei suoi vari istituti acquisti in realtà senso nuovo con letture o narrazioni posteriori  che rileggano gli accadimenti secondo nuove logiche di adattamento, si ha una rilettura simbolica dell’accaduto creando nuove prospettive narrative e nuovi sensi, in ultima analisi  la nascita di nuove possibilità creative relative agli eventi futuri, in un frattale narrativo dalle infinite variabili tese alla ricerca di attrattori caotici,   allontanandosi inavvertitamente dalla presunta volontà del legislatore fino a creare nuovi scenari restando i riferimenti iniziali valori puramente storici.

         L’analisi logica, nel tentativo ad opera di Russell e Wittgenstein,  di costituire una specie di schema generale di un “linguaggio ideale” su cui strutturare le varie discipline, ha in realtà dimostrato attraverso l’opera degli “analisti dell’uso” di Oxford che non vi è un linguaggio perfetto, essendo il linguaggio giuridico uno dei tanti possibili linguaggi fondato su regole di formazione e trasformazione ( derivazione )  proprie della sola forma del discorso stesso, ossia la logica dell’interpretazione giuridica come pura deduzione di proposizioni in sé ( Husserl ) non comporta l’esclusione dell’errore nel momento della definizione e della comunicazione.

         Il diritto, come qualsiasi altra attività umana, è quindi fondato sulla comunicazione e sulle implicazioni che questa comporta, dalla capacità di comprendere e interpretare correttamente il messaggio, agli aspetti culturali che influenzano la ricezione dello stesso.

         Analizzando il contesto, secondo il richiamo degli studiosi di psicologia sociale, tre sono le caratteristiche principali: ambiente, partecipanti e scopo ( Brown – Fraser).

         Il contesto generale presenterà al suo interno un contesto esplicito ed uno implicito, quello esplicito è costituito da una componente verbale e da una extralinguistica, mentre il contesto implicito contiene tutto quello che il ricevente conosce a proposito dell’emittente, il contesto implicito è a sua volta integrato in un contesto totale che consiste nel sistema di coordinate dell’emittente.

         I contesti in definitiva possono non solo completare e limitare il senso, ma anche trasformare il significato orientando verso un senso sbagliato, il linguaggio è quindi un fenomeno dinamico, in continua evoluzione di cui necessita la contestualizzazione storico-sociale e a questo fenomeno non sfugge nemmeno il linguaggio giuridico, consegue che la codifica dei fatti avviene entro schemi concettuali predisposti all’interno dei vari modelli culturali umani.

         Qualsiasi sapere si accresce grazie all’interazione tra il corpo del sapere, le immagini del sapere socialmente determinate e i valori e norme incorporate in ideologie che non dipendono direttamente dalle immagini del sapere stesso.

         In ogni luogo esiste uno stato del sapere caratterizzato da propri metodi, soluzioni, problemi aperti e teorie che dipendono dalle immagini del sapere socialmente determinate dal sistema culturale del tempo, è in realtà il consenso sociale che decreta l’accettabilità di una teoria.

         Sul sistema culturale così contestualizzato vengono ad incidere le considerazioni politiche, le pressioni sociali e le ideologie, si che a fronte di una multilateralità delle fonti del sapere si forma una legittimazione in ordine gerarchico delle stesse di durata temporale limitata.

         Pertanto i concetti centrali di una qualsiasi teoria del sapere sono relativi al quadro culturale e al prodotto del consenso sociale di un tempo e di uno spazio determinati e come tali sono soggetti al cambiamento nel tempo.

         Se la cultura non è altro che un complesso di atteggiamenti, di istituzioni, di idee, di tecniche elaborate da una società per soddisfare i propri bisogni umani, la tradizione può definirsi come quel patrimonio di informazioni e conoscenze che vengono tramandate dall’una all’altra generazione per garantirne la continuità.

         Emerge chiaramente che nessun elemento culturale una volta entrato in contatto con un contesto culturale nuovo resta identico, ma viene reintegrato e adattato alla tradizione nel tentativo di mantenere un equilibrio di ordine e valori sociali, si che la tradizione e l’inculturazione risultano essere le due forze che si contrappongono all’interno di ogni cultura.

         Ogni universo culturale ha una propria identità costituita dalla percezione che si ha di se stessi all’interno di un sistema di conoscenze e valori che determinano una generale visione del mondo e della vita, questa è naturalmente collegata ad una contrapposizione tra “sé” e “l’altro”.

         Nella comunicazione di un gruppo con l’altro non si può pertanto prescindere dalla conoscenza del sistema di idee e di valori, nonché dalla prassi in cui una determinata terminologia viene concretamente usata.

Possiamo concludere che non esistono fenomeni oggettivi allo stato puro, ma essi sono leggibili solo attraverso la lente culturale, filtrati attraverso norme logiche ed emotive createsi in un determinato ambiente culturale, si che le stesse norme di diritto non sono universali.

         Se tutti gli operatori del diritto agiscono con i limiti sopra esposti, nel loro sforzo interpretativo la razionalità limitata con cui operano viene per una parte di essi ulteriormente modificata nei fini dall’utile esplicito in parte perseguito.

Nella dialettica che si crea il giudice non solo applica la norma integrandola, ma persegue consciamente o inconsciamente un proprio concetto di equità, archetipo delle proprie emozioni e risultato della propria cultura secondo una visione delle relazioni sociali quale suo ottimo da perseguire.

         La funzione, necessaria in un contesto complesso di rapporti, risulta dialetticamente inserita tra interessi di parte contrapposti e schemi legislativi prefissati, con una funzione cardiana di adattamento.

        

 

 

Bibliografia

 

·        N. Antonucci, Cosa sono la complessità e il caos…semplicemente ?, in www.complexLab.com ;

·        F. Atahualpa, Diritto e natura umana: La funzione sociale – adattiva del comportamento normativo, in www.i-lex.it , 3/2005;

·        S. Contesini, La produzione del senso nelle organizzazioni, in www.complexLab.com ;

·        S. Giansante, La teoria della razionalità limitata applicata alla scelte economico-giuridiche nell’ottica delle scienze cognitive, in www.i-lex.it , 1/2004;

·        A. J. Greimas, Del senso, Bompiani, 1974;

·        A. J. Greimas, Del senso II. Narratività, modalità, passioni, Bompiani 1998;

·        J. M. Floch, Semiotica, marketing e comunicazione. Dietro i segni, le strategie, Franco Angeli 1997;

·        Y. Mèny – J. C. Thoenig, Le politiche pubbliche, Il Mulino, 1991 ;

·        J. F. Lyotard, La condizione postmoderna, Feltrinelli, 2001;

·        G. A. Almond – B. G. Powell, Politica comparata. Sistemi, processi e politiche, Il Mulino 1988;

K. Weick, Senso e significato dell’organizzaz

martedì 19 dicembre 2023

Gli sviluppi della minaccia fondamentalista islamica dal F.I.S. ad AL QAEDA

 UNA FINESTRA SUL MONDO

Antonella Troiani 

(2011) 

Il blitz che, lo scorso 16 gennaio, ha colpito l’impianto di In Amenas, a 30 Km dal confine che separa l’Algeria dalla Libia, dimostra che l’onda lunga del jihad islamico è arrivata nell’Africa Saheliana. L’azione, guidata da Mokhtar Belmokhtar, figura di spicco del terrorismo nel Sahara-Sahel, ex combattente qaedista, e ora capo del Battaglione di Coloro che Firmano con il Sangue, è stata una rappresaglia contro l’intervento francese in Mali e l’appoggio fornito alle operazioni dall’Algeria. L’azione perpetrata a In Amenas, dunque, non è stata terroristica, ma una vera e propria azione militare, pianificata con cura e attuata da uomini esperti, ben armati e ben addestrati alla guerra irregolare. E’ un’azione che va collocata nel contesto del jihad regionale, la cornice di un quadro maghrebino-saheliano, all’interno del quale diversi gruppi competono tra loro per accaparrare territorio nella regione e colpire l’Occidente, senza la necessità di oltrepassare i confini; si perpetrano azioni , stando seduti nel salotto di casa propria. E’ qui che si dipana l’impasse del rebus algerino, ovvero culla della cellula di Al Qaeda nel Maghreb e protagonista della nuova ondata jihadista  nel Sahara. L’Algeria è il punto di irraggiamento del salafismo, che trova terreno di coltura nella sua forma più estrema e violenta. Ciò è dovuto anche alla natura del territorio, desertico, impervio e poco controllato nel quale fin dalla loro nascita trovano rifugio gruppi salafiti-jihadisti e qaedisti. L’entrata in scena del primo partito islamico in Algeria si ha nel 1989, a seguito dell’introduzione del multipartitismo; il partito in questione è il FIS, ovvero Fronte Islamico di Salvezza, appoggiato dal suo braccio destro armato il GIA (Gruppo Islamico Armato). Gli anni novanta algerini si caratterizzano come gli anni di piombo, in quanto l’escalation della violenza diventerà la costante di quel periodo, la cui degenerazione partorisce un nuovo gruppo terroristico: il GSPC (Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento). Il gruppo è guidato dall’emiro Abdelmalek Droukdel, il quale mostra immediatamente un forte interesse per le realtà jihadiste globali. Il gruppo, stanziatosi nella regione della Cabilia, a nord-est dell’Algeria, è figlio di un jihad regionale i cui padri sono stati quegli arabi-afghani veterani del jihad antisovietico in Afghanistan negli anni ’80 che vennero convocati in Sudan da Osama Bin Laden per formare il primo avamposto della allora nascente avanguardia islamista, Al Qaeda (la base) da cui diffondere il jihad nel mondo: nei Balcani (Bosnia, 1992), nel Corno d’Africa (Somalia, 1993), nel Caucaso (Cecenia, 1996) e ancora in Afghanistan (con i talebani, 1996). Insomma, ovunque fosse in corso un conflitto che coinvolgesse musulmani. Nel 2001, con l’attentato alle Torri Gemelle, Al Qaeda raggiunge lo zenit; colpisce dall’interno il simbolo dell’Occidente e smaschera la sua vulnerabilità: l’America. All’indomani dell’attacco terroristico, avendo raggiunto un importante risultato politico ed organizzativo- dimostrare al mondo che Al Qaeda ancora esiste ed è molto forte- inizia la seconda fase di mutamento della cellula qaedista che si palesa con l’accentramento della propria attività nelle mani dei gruppi regionali. Uno dei gruppi locali più importanti nasce nel 2007 in Algeria sotto la sigla AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico). In realtà risale al settembre 2006 l’adesione ufficiale ad Al Qaeda del GSPC algerino; l’allora vice di Bin Laden, Ayman al-Zawahiri, in occasione del 5° anniversario degli attacchi dell’11 settembre annunciò alla umma islamica la bušrā (buona notizia) dell’adesione del GSPC all’organizzazione terroristica. Il gruppo ha un cervello indipendente da Al Qaeda “central” e sviluppa un nuovo fronte che tenta di infiltrarsi nel tessuto sociale e culturale del paese. Infatti la particolarità di AQMI sta nella specificità del jihadismo algerino, caratterizzato da una evoluzione e da uno sviluppo che hanno risentito della globalità qaedista, ma che hanno mantenuto dei caratteri locali non rintracciabili negli altri gruppi del network, sia dalla eterogeneità di tradizioni e scuole islamiche presenti nella regione del Maghreb e del Sahel, spesso influenzate dal forte retaggio delle culture etnico-tribali dell’area. A seguito dell’attentato perpetrato da AQMI, l’11 dicembre 2007, contro gli uffici delle Nazioni Unite ad Algeri, si ha la rottura definitiva tra Droukdel, capo di AQMI, e Belmokhtar, veterano della guerra civile algerina nelle fila del GIA. L’uno, Droukdel, personifica la leadership di AQMI in Cabilia, l’altro, Belmokhtar, la leadership saheliana, che ha portato alla nascita del MUJAO (Movimento per l’Unità ed il Jihad nell’Africa Occidentale), gruppo di ispirazione qaedista composto prevalentemente da miliziani della Mauritania, del Mali e del Niger e specializzato nel business dei rapimenti. Nel 2012 Belmokhtar fonda il Battaglione di Coloro che Firmano con il Sangue e si spinge sempre più verso il deserto, dove ricopre un ruolo centrale nel controllo delle rotte del traffico di stupefacenti ed armi nel Sahel, senza abbandonare la vocazione ideologica e lo scopo politico della propria militanza qaedista rivolti ad una dialettica globale del jihad. I fattori di novità del nuovo modus operandi da parte del movimento jihadista nordafricano è emerso durante la guerra in Mali. Si è approfittato della fragilità o dell’assenza delle istituzioni politiche statali per sostituirsi ad esse ed imporre una propria amministrazione, basata sull’applicazione rigorosa della sharia. Negli ultimi anni, Al Qaeda ha cambiato il modo in cui essa stabilisce radici locali in una nuova area, prestando molta più attenzione alle peculiarità locali e lo sviluppo di agende e narrazioni specifiche per paese. In un contesto politico in transizione come quello del Nord Africa, la spinta destabilizzante di Al Qaeda potrebbe trovare altro spazio d’azione e rappresentare per il jihadismo globale non più una mera organizzazione, bensì una vera e propria ideologia. Per quanto non esistano certezze circa l’effettiva complicità dell’Algeria nella crisi del Sahel, un punto fisso resta: Algeri è l’attore inevitabile della regione, da coinvolgere in tutti i modi per la risoluzione della situazione nella fascia sahelo-sahariana, e chiave di volta delle strategie antiterroristiche nell’area.

 


 

La Carta illustra i gruppi attivi e i principali focolai di instabilità e insicurezza nella regione maghrebina-saheliana

 

 

 

Antonella Troiani, dott.ssa magistrale in Relazioni Internazionali e studentessa del master di II livello in Geopolitica e Sicurezza Globale, Università degli studi di Roma “La Sapienza”.


lunedì 18 dicembre 2023

INDICI CESVAM PAPERS ANNO 2019 - ANNO 2020 - ANNO 2021

  NOTIZIE CESVAM

ANNO I  - 2019

1.         CESVAM Papers n. 1 – Gennaio- Febbraio 2019

                                  Il Metodo per la risoluzione dei problemi militari.

2.         CESVAM Papers N. 2 – Marzo- Aprile  2019

                                 Massimo Squillaci – Padre Minozzi e la Grande Guerra

3.         CESVAM Papers N. 3 – Maggio - Giugno 2019

                                  Il Comitato Antifascista a Tambov. 1944- 1946.  Relazione della Attività

4.         CESVAM Papers N. 4 – Luglio- Agosto 2019 

                                  Mario Pietrangeli - Le Ferrovie nella prima Guerra Mondiale

5.         CESVAM Papers N. 5 – Settembre- Ottobre 2019

                                  Per una Storia del Genio Militare nella Seconda Guerra Mondiale

6.         CESVAM Papers N. 6 –  Novembre- Dicembre 2019

                                  In Morte dell’Aspirante Giulio Morresi. Ricordi e testimonianze

 

    ANNO II - 2020                        

7.         CESVAM Papers N. 7 – Gennaio - Febbraio 2020

                                  Giovanni Messe. La Battaglia del Schots.  Primavera 1943

8.         CESVAM Papers N. 8 –  Marzo -Aprile 2020

                                  Massimo Coltrinari – Luigi Marsibilio-

                                  Il Quadro di battaglia dell’Esercito Italiano al 19 giugno 1940

9.         CESVAM Papers N. 9 – Maggio- Giugno 2020

                                  Master di 1° Liv. In Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

                                  Bando, Programma Didattico, Sinossi, Bibliografia e Letture

10.       CESVAM Papers N. 10 – Luglio -Agosto 2020

                                  Dino Grandi. Relazione illustrativa all’Ordine del Giorno presentato il

                                  24 luglio 1943 al Gran Consiglio del Fascismo.

11.       CESVAM Papers N.11 – Settembre- Ottobre 2020

                         Federico de Renzi. La 162ª Divisione Fanteria “Turkoman” in Italia (1943-1945)

                                        L’apertura del Nazismo verso il mondo mussulmano

 12.      CESVAM Papers N.12–  Novembre- Dicembre 2020

                                 Master di 1° Liv. in Politica Militare Comparata dal 1960 ad oggi

                                 Bando, Programma Didattico, Sinossi, Bibliografia e Letture

                                   

 ANNO III, - 2021

13.       CESVAM Papers N. 13 – Gennaio- Febbraio 2021

                              Antonio Daniele. L’Aviazione. Dall’origine alla Grande Guerra.   

14.       CESVAM Papers N. 14 –  Marzo-Aprile 2021

                             Massimo Coltrinari. Considerazioni sulla Prima Guerra Mondiale

                             Dalla Battaglia di Arresto a Vittorio Veneto: chi vince la Prima Guerra Mondiale

15.       CESVAM Papers N. 15 – Maggio- Giugno 2021

                             Giovanni Messe. Relazione sugli avvenimenti del Corpo di spedizione in

                             Russia e del XXXV° Corpo (CSIR)

16.       CESVAM Papers N. 16 –  Luglio-Agosto 2021

                             Master di 1° Liv. In Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale

                             Bando, Programma Didattico, Sinossi, Bibliografia e Letture

17.       CESVAM Papers N. 17 – Settembre-Ottobre 2021

                             Aldo Resta. Elenco dei comunisti italiani espatriati nell’Unione Sovietica per

                             sfuggire al regime fascista – 1922- 1939. .                      

18.       CESVAM Papers N. 18 –  Novembre - Dicembre 2021

                             Le Medaglie al Valore, al Merito e le Onorificenze 

                             Schede, notizie e insegne della rappresentazione materica italiana dal 1833 ad

                             Oggi.