DIBATTITI
I Soggetti
Storicamente l’organizzazione logistica ha influenzato pesantemente gli esiti delle battaglie, contribuendo in maniera preponderante all’esito positivo o nefasto.
Si pensi alla crisi logistica della campagna
napoleonica di Russia del 1812. Sebbene Napoleone abbia diretto in prima
persona la preparazione e l’organizzazione logistica della
Grande Armée di circa mezzo milione di uomini, la
circostanza che si trattasse di elementi in gran parte non francesi ha rivelato
ben presto la disomegeneità morale e tecnica delle forze in campo determinando
un ritardo fatale che ha consentito all’esercito dell’Impero russo di
riunirsi e di distruggere, incendiandoli, i depositi di materiale e vettovaglie
di cui l’Armata francese necessitava per superare il rigido inverno. Il
risultato sarà la ritirata seguita dalla quasi totale débâcle
al passaggio sul fiume Beresina (26 – 28 novembre)[1].
In
epoca immediatamente postunitaria sono da segnalare senz’altro le riforme
dell’Esercito del 1871-1873, in particolare l’opera riformatrice di Ricotti-Magnani. Venne rivolta particolare attenzione ai servizi,
quelli che oggi chiameremmo corpi logistici e di supporto. In precedenza i
corpi di intendenza (commissari e contabili), di sanità e quello dei veterinari
erano figure ibride, a metà tra entità tecnico-civili e logistico-militari.
Ricotti decise di trovare una soluzione e lo fece mediante equiparazione degli
ufficiali destinati a tali funzioni agli omologhi delle armi combattenti[2].
Alla
vigilia della 1^ guerra mondiale l’Italia manifestava considerevoli lacune
logistiche, anche a seguito del depauperamento di risorse e capacità di
mobilitazione generato dalla guerra di Libia. Nella vision del Generale
Cadorna, intento più che mai a ricostituire un apparato da impiegare
prontamente, egli unicamente avrebbe dovuto rispondere della mobilitazione con il supporto
necessario dei Ministeri.
In altri termini,
lo Stato maggiore dell’Esercito avrebbe assunto il ruolo di committente (prima)
e distributore (poi) e il Governo quello di garantire la logistica della produzione.
Il generale
Alfredo Dallolio – dapprima come sottosegretario e poi come ministro delle Armi
e Munizioni – fu il protagonista della produzione bellica e dello svecchiamento
di procedure d’appalto e d’approvvigionamento.
Dall’estate del
1914 prese piede una estesa militarizzazione di tutti quei settori
(industriale, trasporti e comunicazioni) asservibili allo scopo di una guerra
che sarebbe divenuta di logoramento, a differenza dei conflitti ottocenteschi
ben più brevi e stagionali, necessitanti di scorte limitate.
Non a caso assunse
l’appellativo di Grande Guerra, a dimostrazione dell’estensione
spazio-temporale di un conflitto di massa e industrializzato, divenuto
intensivo, e della enorme capacità di fagocitare scorte che richiedeva un
costante sforzo produttivo e logistico dietro le linee, sforzo che non si
esauriva solo nella fornitura e distribuzione di materiale, ma anche nel
tentativo di recuperare e riutilizzare quanto non era stato consumato o
distrutto (in termini di risorse umane, armamenti, alimenti ecc.). Quindi
programmazione delle operazioni belliche e mantenimento della linea del fronte[3].
Accanto alle unità
operative vennero affiancate le Intendenze, ossia comandi ausiliari alle
omologhe unità operative e con duplice dipendenza gerarchica sia dal comando di
assegnazione sia dalle strutture superiori e referenti tecnicamente afferenti
al servizio logistico di riferimento.
La funzione delle
Intendenze era quella di dirigere e coordinare i servizi nel perseguimento di procedure efficaci
ed efficienti di supporto alla tattica e alla strategia delle grandi unità.
I neocostituiti
servizi logistici furono:
·
sanitario: medicazione e cura del soldato;
·
commissariato: gestione forniture alimentari, vestiario
ed equipaggiamenti. Fondamentale per questo servizio la pianificazione per le
esigenze quotidiane.
Per quel che qui
rileva il servizio concerneva anche la tenuta contabile e di cassa delle
transazioni;
·
materiali
d’artiglieria e genio;
·
telegrafico
e postale;
·
veterinario;
·
tappe
e trasporti;
·
manutenzione
stradale.
Dunque la
strategia bellica passava in secondo piano a favore della stabilità della
capacità produttiva e distributiva, tra i motivi per cui gli USA vinsero
entrambe le guerre mondiali o per cui l’Italia vinse il nemico sul Piave dopo
la tragedia di Caporetto determinata in parte dalla territorializzazione dei
servizi[4].
[1] La battaglia della
Beresina (oggi in Bielorussia) è considerata dagli storici come uno dei
peggiori disastri militari della storia contemporanea, sebbene abbia avuto
esito parzialmente favorevole. Essa rappresenta il simbolo della disfatta della
campagna di Russia intrapresa dall'Impero francese nell'estate del 1812, da https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_della_Beresina
Si segnala che
dalle gesta della Division Suisse nacque la Milizia Aquilese: per
approfondimenti v. Gaetano Beretta, I Ticinesi alla campagna di Russia,
1812, Istituto editoriale ticinese, 1937.
[3] V. Aspetti della
logistica nella Prima Guerra Mondiale, I.S.I.S. Bonaldo Stringher il
Laboratorio di Storia, in occasione del Centenario Prima Guerra Mondiale
2014/2018 su http://files.spaggiari.eu/UDIP0001/progetti/MigliaiaDiTonnellate/Catalogo.pdf
[4] Per approfondimenti sull’evoluzione della logistica militare
italiana si vedano Botti F., La Logistica
dell’Esercito Italiano, Dalla nascita dell’Esercito Italiano alla Prima Guerra Mondiale, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio
Storico, Vol. II, 1991 Botti F., La
Logistica dell’Esercito Italiano, Dalla Guerra Totale alla Guerra Integrale , Roma,
Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Vol.
III, 1994 Botti F., La Logistica
dell’Esercito Italiano, Dalla Guerra Integrale alla Guerra Nucleare, Roma,
Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Vol.
III, 1985 Logistica ed equipaggiamenti.
Si precisa che utili indicazioni sono state tratte dalle lezioni del Dott.
Giovanni Cecini in occasione della frequentazione del Master Universitario
Unicusano di I livello in Storia militare contemporanea.
Nessun commento:
Posta un commento