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martedì 23 marzo 2021

Luigi Melfi. Le Intendenze e la Contabilità Militare II Parte

 DIBATTITI


I Soggetti


di Luigi Melfi

Storicamente l’organizzazione logistica ha influenzato pesantemente gli esiti delle battaglie, contribuendo in maniera preponderante all’esito positivo o nefasto.

Si pensi alla crisi logistica della campagna napoleonica di Russia del 1812. Sebbene Napoleone abbia diretto in prima persona la preparazione e l’organizzazione logistica della Grande Armée di circa mezzo milione di uomini, la circostanza che si trattasse di elementi in gran parte non francesi ha rivelato ben presto la disomegeneità morale e tecnica delle forze in campo determinando un ritardo fatale che ha consentito all’esercito dell’Impero russo di riunirsi e di distruggere, incendiandoli, i depositi di materiale e vettovaglie di cui l’Armata francese necessitava per superare il rigido inverno. Il risultato sarà la ritirata seguita dalla quasi totale débâcle al passaggio sul fiume Beresina (26 – 28 novembre)[1].

In epoca immediatamente postunitaria sono da segnalare senz’altro le riforme dell’Esercito del 1871-1873, in particolare l’opera riformatrice di Ricotti-Magnani.  Venne rivolta particolare attenzione ai servizi, quelli che oggi chiameremmo corpi logistici e di supporto. In precedenza i corpi di intendenza (commissari e contabili), di sanità e quello dei veterinari erano figure ibride, a metà tra entità tecnico-civili e logistico-militari. Ricotti decise di trovare una soluzione e lo fece mediante equiparazione degli ufficiali destinati a tali funzioni agli omologhi delle armi combattenti[2].

Alla vigilia della 1^ guerra mondiale l’Italia manifestava considerevoli lacune logistiche, anche a seguito del depauperamento di risorse e capacità di mobilitazione generato dalla guerra di Libia. Nella vision del Generale Cadorna, intento più che mai a ricostituire un apparato da impiegare prontamente, egli unicamente avrebbe dovuto rispondere della mobilitazione con il supporto necessario dei Ministeri.

In altri termini, lo Stato maggiore dell’Esercito avrebbe assunto il ruolo di committente (prima) e distributore (poi) e il Governo quello di garantire la logistica della produzione.

Il generale Alfredo Dallolio – dapprima come sottosegretario e poi come ministro delle Armi e Munizioni – fu il protagonista della produzione bellica e dello svecchiamento di procedure d’appalto e d’approvvigionamento.

Dall’estate del 1914 prese piede una estesa militarizzazione di tutti quei settori (industriale, trasporti e comunicazioni) asservibili allo scopo di una guerra che sarebbe divenuta di logoramento, a differenza dei conflitti ottocenteschi ben più brevi e stagionali, necessitanti di scorte limitate.

Non a caso assunse l’appellativo di Grande Guerra, a dimostrazione dell’estensione spazio-temporale di un conflitto di massa e industrializzato, divenuto intensivo, e della enorme capacità di fagocitare scorte che richiedeva un costante sforzo produttivo e logistico dietro le linee, sforzo che non si esauriva solo nella fornitura e distribuzione di materiale, ma anche nel tentativo di recuperare e riutilizzare quanto non era stato consumato o distrutto (in termini di risorse umane, armamenti, alimenti ecc.). Quindi programmazione delle operazioni belliche e mantenimento della linea del fronte[3].

Accanto alle unità operative vennero affiancate le Intendenze, ossia comandi ausiliari alle omologhe unità operative e con duplice dipendenza gerarchica sia dal comando di assegnazione sia dalle strutture superiori e referenti tecnicamente afferenti al servizio logistico di riferimento.

La funzione delle Intendenze era quella di dirigere e coordinare i servizi nel perseguimento di procedure efficaci ed efficienti di supporto alla tattica e alla strategia delle grandi unità.

I neocostituiti servizi logistici furono:

·         sanitario: medicazione e cura del soldato;

·         commissariato: gestione forniture alimentari, vestiario ed equipaggiamenti. Fondamentale per questo servizio la pianificazione per le esigenze quotidiane.

Per quel che qui rileva il servizio concerneva anche la tenuta contabile e di cassa delle transazioni;

·         materiali d’artiglieria e genio;

·         telegrafico e postale;

·         veterinario;

·         tappe e trasporti;

·         manutenzione stradale.

Dunque la strategia bellica passava in secondo piano a favore della stabilità della capacità produttiva e distributiva, tra i motivi per cui gli USA vinsero entrambe le guerre mondiali o per cui l’Italia vinse il nemico sul Piave dopo la tragedia di Caporetto determinata in parte dalla territorializzazione dei servizi[4].



[1]      La battaglia della Beresina (oggi in Bielorussia) è considerata dagli storici come uno dei peggiori disastri militari della storia contemporanea, sebbene abbia avuto esito parzialmente favorevole. Essa rappresenta il simbolo della disfatta della campagna di Russia intrapresa dall'Impero francese nell'estate del 1812, da https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_della_Beresina

        Si segnala che dalle gesta della Division Suisse nacque la Milizia Aquilese: per approfondimenti v. Gaetano Beretta, I Ticinesi alla campagna di Russia, 1812, Istituto editoriale ticinese, 1937.

 [2]      Unica eccezione furono i farmacisti, che vennero esclusi e rimasero equiparati a personale civile in divisa. Venne abolito il vecchio corpo di amministrazione (comprendente infermieri, panettieri e magazzinieri) e furono costituite sedici direzioni degli ospedali militari, una per ogni divisione territoriale, e alle loro dipendenze vennero poste altrettante compagnie di infermieri militari. I medici militari furono promossi Ufficiali dell’Esercito e investiti quindi delle funzioni di organizzazione e gestione di uomini e materiali destinati al servizio di ambulanze da assegnare ai corpi mobilitati. Per approfondimenti si veda Stefani F., La Storia della Dottrina degli Ordinamenti dell’Esercito Italiano, Dall’Esercito piemontese all’Esercito di Vittorio veneto Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’esercito, Ufficio Storico, 1984 Volume I.

[3]      V. Aspetti della logistica nella Prima Guerra Mondiale, I.S.I.S. Bonaldo Stringher il Laboratorio di Storia, in occasione del Centenario Prima Guerra Mondiale 2014/2018 su http://files.spaggiari.eu/UDIP0001/progetti/MigliaiaDiTonnellate/Catalogo.pdf

[4]      Per approfondimenti sull’evoluzione della logistica militare italiana si vedano Botti F., La Logistica dell’Esercito Italiano, Dalla nascita dell’Esercito Italiano alla Prima Guerra Mondiale, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Vol. II, 1991 Botti F., La Logistica dell’Esercito Italiano, Dalla Guerra Totale alla Guerra Integrale , Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Vol. III, 1994 Botti F., La Logistica dell’Esercito Italiano, Dalla Guerra Integrale alla Guerra Nucleare, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Vol. III, 1985 Logistica ed equipaggiamenti. Si precisa che utili indicazioni sono state tratte dalle lezioni del Dott. Giovanni Cecini in occasione della frequentazione del Master Universitario Unicusano di I livello in Storia militare contemporanea.

 


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