DIBATTITI
Diamo il benvenuto tra noi alla Dottoressa Valentina Trogu
come ricercatore del CESVAM
di
Valentina
Trogu
Lo
studio dei fatti storici non può discernere dallo studio dei fenomeni sociali
interni ad una nazione, rilevanti al punto da determinare la struttura, le
tendenze e gli aspetti della società e, di conseguenza, indispensabili per
capire le basi di scelte e strategie politiche, economiche e militari. Per
riuscire a spiegare le connessioni tra due discipline, la sociologia e la
storia, che apparentemente non sembrano interagire tra loro, analizzeremo le
modalità con cui i fenomeni sociali
hanno inciso sulle decisioni di Stalin, Roosevelt e Churchill nel
periodo della Conferenza di Yalta.
L’iniziale
linea seguita durante la Conferenza lascia intendere che i tre leader avessero
una strategia comune da perseguire. In realtà, quella che sembra essere una
strada comune verso una ipotetica pace lascia ben presto spazio al percorso
verso la realizzazione delle reali intenzioni dei tre uomini, differenti se non
divergenti le une dalle altre. Il motivo alla base di questa separazione di
obiettivi è da ricercare nell’analisi dei fenomeni sociali interni alle tre
grandi potenze.
Partendo
dalla società si possono ricostruire le dinamiche che influenzano i leader a
livello internazionale. Le decisioni politiche, economiche e militari, infatti,
non possono essere considerate disgiuntamente dalle influenze sociali così come
le strategie adattate da Stalin, Roosvelt e Churcill devono essere analizzate a
partire dalle notevoli differenze ideologiche e culturali. Perché dare tanta
importanza all’ideologia di una nazione e delle persone che ne fanno parte? La
necessità di identificare un fenomeno ideologico nasce, secondo lo storico
Arnold Toynbee, nel XIX secolo in occidente contemporaneamente alla percezione
di una forte competizione tra le religioni cristiane e altre fonti di
legittimazione legate all’idea di una vita sociale e collettiva basata su
sistemi di valori secolari. Le “nuove” ideologie che vengono riconosciute da
Tuynbee sono il nazionalismo, l’individualismo liberale e il comunismo. E’ una
concezione assolutista, che vede le ideologie subentrare alla religione ma
l’aspetto che deve essere colto dalle affermazioni dello storico delle
civilizzazioni è lo sconvolgimento che la società industriale ha causato alle
tradizionali forme di ordine sociale determinando la nascita di nuovi visioni
del mondo, nuove credenze e valori che si integrano in un sistema
caratterizzato da una forte connessione tra gli elementi riconoscibili.
Per
conoscere una società e chi vi abita, dunque, è necessario ricercare la sua
ideologia. L’individuazione di questa ideologia avviene identificando una
visione del mondo che presenti un elevato grado di coerenza interna e che,
prodotta da gruppi di intellettuali, arrivi a diffondersi tra i vari strati
della popolazione. Qual è lo scopo di creare una comune visione del mondo? La
funzione è di legittimare e giustificare i rapporti di potere che si creano
all’interno di un gruppo sociale e all’interno dell’intera società. Ecco che
siamo arrivati ad una delle connessioni fondamentali per capire le strategie
messe in atto da chi governa nei confronti della propria società ma anche a
livello di relazioni internazionali. Parliamo della stretta relazione tra i
concetti di potere e ideologia, tra la capacità non innata ma costruita di una
persona o di un gruppo di far valere i propri interessi, i propri obiettivi
contro quelli degli altri legittimando le azioni compiute.
Gli
interessi possono riguardare la tutela della società in cui si vive contro tentativi
di influenze da parte di altre società oppure il soddisfacimento di propositi
personali (del singolo) indipendentemente dai bisogni dei “dominati”. Chi sta
al potere cerca, in molti casi, di trovare nell’ideologia della propria nazione
il punto da cui partire per legittimare la propria autorità e le proprie
strategie. Naturalmente, è facile comprendere come spesso si sia assistito e si
assiste ancora oggi a manipolazioni ideologiche da parte di strateghi che
mascherano un interesse di dominio con false promesse, finti buoni propositi e
ingannevoli prospettive. Basti pensare al nazionalsocialismoe alla legittimazione
di una ideologia che si basava su un’idea di superiorità razziale del popolo
tedesco contro un’anti razza inferiore, quella ebraica, da spazzare via dopo
averla sottomessa.
Da questo punto di vista, dunque, le ideologie
possono essere viste come parte delle forme di pensiero politico ma non come
sistema politico in sé stesso. Possono essere studiate per capire come
influenzano
l’agire
e come condizionano le coscienze degli individui ricordando che possono essere
manipolate e poi smascherate (Marx nella sua Critica dell’Ideologia parla di come
smascherare gli inganni che creano le disuguaglianze sociali).
Lo
studio delle ideologie e dei fenomeni sociali ad esse connesse porta, poi, a
confrontare i differenti modelli strutturati da Stati diversi e a comprendere
il perché di un diverso modo di agire. La pace sembrava essere l’obiettivo
comune di Roosevelt, Churchill e Stalin durante la Conferenza di Yalta, ma
quali erano le reali spinte che subivano i tre leader e che li hanno portati a
nuovi scontri? E’ chiaro che ogni protagonista della conferenza si è mosso come
una pedina su una scacchiera per accontentare da una parte l’opinione pubblica
internazionale e dall’altra le esigenze provenienti dall’interno del proprio
Paese.
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