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venerdì 3 maggio 2019

I nuovi gruppi anarchici operanti in Italia

SCENARI, REGIONI, QUADRANTI
Situazione interna dell'Italia di fronte
alle problematiche interne



Matteo Bortolami*


Il movimento anarchico italiano rappresenta nuovamente una minaccia nei confronti dello stato, sebbene sottovalutato, ha ripreso vigore negli ultimi tempi, in particolare dopo i gravi scontri di Torino dopo lo sgombero del 7 febbraio dell'asilo anarchico di via Alessandria 12.

Qual'è la radice storica di questi movimenti?
Nei primi anni del terzo millennio è invece salita alla ribalta la Federazione Anarchica Informale, le cui modalità d’agire (pacchi bomba e attentati vari), hanno comportato lo sviluppo di un forte dibattito interno al movimento (veri insurrezionalisti? compagni che sbagliano? provocatori?). Anche durante il G8 di Genova, gli anarchici sono stati protagonisti visibili delle proteste inscenatesi contro gli “8 grandi del mondo” e le loro politiche ultra liberiste e liberticide.
Quindi, nonostante le difficoltà e la repressione  che periodicamente colpisce il movimento anarchico - come per esempio la recentissima "Operazione Brushwood" che ha visto l'arresto di Michele Fabiani e di altri suoi amici, accusati di far parte di una fantomatica cellula insurrezionalistica denominata COOP-FAI (Contro ogni ordine politico-Federazione Anarchica Informale) - questi sono sempre in prima fila nelle lotte sociali (lotta contro il carcere, l'anticlericalismo, lotte sindacali, lotta contro iI IPT ecc.) e nelle conquiste di nuovi spazi di libertà, sia attraverso le più strutturate organizzazioni nazionali (FAI, USI, FDCA) e sia mediante “organizzazioni” più informali come il movimento anarco-punk, quello legato ai centri sociali, all'ecologismo (vedi NO TAV), all'antispecismo, all’antisessismo, all’antimilitarismo e anche all'insurrezionalismo. ( Fonte Anarchopedia)

Analizziamo ora i vari gruppi Torinesi. In Piemonte, a Torino sono 5 i centri sociali al centro dell'attenzione delle forze di polizia:Askatasuna, Gabrio, Col.Po (Collettivo Politecnico), El Paso, Il porfido e Asilo occupato.

Il centro sociale Askatasuna con sede in corso regina Margherita colpito con un blitz  nel 2018 e 19 misure cautelari ai danni degli occupanti per  gli scontri del 1 maggio dell'anno precedente. Molto attivo e pericoloso nello scenario torinese e non solo. Stessa tendenza presenta il CSGA Gabrio, anch'esso partecipante agli scontri del 1 maggio.

Gruppi come il Col.Po e El Paso hanno un profilo più basso, e non particolarmente attenzionato, mentre grande rilevanza ha Asilo occupato, protagonista degli scontri dello scorso anno.

Tra i motivi dello sgombero e della successiva guerriglia, vi erano le 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere e l'ordine di sgombero, l'effetto sorpresa non ha funzionato e alcuni anarchici si sono asseragliati sul tetto, mentre in strada oltre 250 antagonisti hanno messo a ferro e fuoco la città. Una vittoria di Pirro per gli anarchici, che verranno pienamente controllati nella successiva manifestazione.

Ma qual'è il modus operandi dei nuovi anarchici? Come si aggregano?
Diciamo che il movimento si distingue per mentalità e affinità, tant'è che è una costante storica il disallineamento tra i gruppi anarchici. In via principale si aggregano nelle varie cellule per affinità di credo, ovvero di obbiettivi, grado di partecipazione e modus operandi.
I gruppi sono ristretti ed è molto difficile entrarvi in affinità, per una generale chiusura di questi nei confronti dell'esterno, e per paura di infiltrazioni della polizia.

Il carattere collettivistico riemerge nelle grandi manifestazioni dove si distinguono chiaramente le azioni eversive degli anarchici (con molte infiltrazioni estere), molto organizzati e pericolosi per la guerriglia che possono creare oltre alle azioni prettamente terroristiche con bombe o guerriglia cittadina.
Si distinguono dai centri sociali, con esponenti che riprendono tutta Italia, che opera in modo più prevedibile e meno tecnico, con manifestazioni volte allo scontro contro la Polizia e Carabinieri. In generale sono più controllabili e facilmente punibili.
Tra i centri sociali e le cellule anarchiche attive in Italia troviamo:

A Firenze sono tre quelli che le forze di polizia stanno monitorando: Spazio Liberato, 400 colpi, Collettivo Scienze Politiche.
"Garage anarchico", invece, si trova a Pisa, città universitaria toscana che in passato aveva visto la presenza del circolo anarchico Il Silvestre, già al centro di numerosi blitz e arresti dei carabinieri del Ros
In Lombardia, nella città di Milano sono tre i centri considerati il punto di riferimento di gruppi eversivi: Il Cantiere, Bottiglieria occupata, Latteria Occupata. Nel 2015, la polizia fece sgomberare due centri sociali in via Ravenna: il Corvaccio al civico 30 e lo spazio anarchico 


occupato "Rosa nera" al 40.
Nella città di Genova i gruppi più attivi sono quelli dei centri Aut Aut, Buridda, Zapata, Terra di Nessuno, Caos.
Nella Capitale, invece, ci sono: Acrobax, Bencivenga Occupato, Ex Snia Prenestina, CS 32.
Nel Nordest attualmente è considerato “a rischio” il centro sociale “Pedro” a Padova, “Spazio anarchico” a Verona, e “El Tavan” a Trento mentre nel Sud, a Napoli, ci sono il centro sociale Insurgencia, Collettivo Autorganizzato Universitario e Centro Studi Libertari L.Michel.
Anche nella città di Bologna ce ne sono 3: Crash, Aula C, TPO(Teatro Polivalente Occupato)
(fonte Panorama)

Il rischio di una ripresa dei gruppi anarchici ed eversivi è da tenere sott'occhio per il grado di pericolosi che hanno, gli scontri di Torino hanno dimostrato la vulnerabilità dell'ordine pubblico in caso di azioni improvvisate.

*Dott. Matteo Bortolami, Master di 1° Livello in Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale.
                                                                            25 aprile 2019



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