Si iniziano a riportate note coeve tratte da diari redatti
nei mesi delle Guerra di Liberazione
riferiti al Corpo Italiano di Liberazione e la sua
azione nel giugno luglio 1944 sulla costa Adriatica
e che culminò con la Battaglia di Filottrano e la successiva
azione per la presa di Ancona
Attendamento della 51a Sezione Sanità del Corpo Italiano di Liberazione in Abruzzo aprile 1944 |
Ad Osimo (Ancona) la
situazione era difficile come in tutto
il resto dell’Italia[1].I
mesi precedenti non erano stati semplici e spiegano in gran parte il sentimento
antitedesco[2]. Mons. Grillantini riguardo la situazione a
metà del giugno 1944, quando Francesca
Bonci inizia a scrivere il suo Diario, sottolinea l’abbandono
al suo destino della popolazione.
“12 giugno. Scappano gerarchi ( tra i primi
il Prefetto, il Questore, il Preside della Provincia), militi, questurini,
borghesi iscritti o simpatizzanti del Fasci repubblicano. Ne approfittano i
Patrioti che invadono la Questura e ne
riportano armi e carte. Un magazzino vestiario militare, in Via Oppia, è stato
preso d’assalto, e si fa a chi piglia piglia. A mantenere l’ordine, dopo questo
episodio, si danno da fare gli iscritti al Partito d’Azione ( il primo Partito
che si fa pubblicamente vivo). Come primo atto hanno disarmano il Segretario
politico. I Tedeschi continuano a far man bassa di tutto, prendono cavalli,
carrozzini, roba da mangiare, biancheria ecc. e se ne vanno con ogni mezzo. E’
passato un carro a quattro ruote, trainato da cavalli e da un bovino, guidato
dai tedeschi”[3]
Si
avverte che le cose stanno andando verso il peggio, e vuole lasciare memoria di
quei giorni che già sembrano difficili, nulla rispetto a quelli che verranno. Francesca Bonci decide
insieme alla sorella di lasciare traccia di questa situazione.
“18 giugno 1944.
Abbiamo deciso con Lina di scrivere memorie riguardanti la situazione politica
che stiamo attraversando, mettendo su questi fogli i fatti salienti che
accadono e che accadranno, perché per quanto finora tutto sembra calmo nella
nostra cittadina, pure lo stato d’animo di noi Osimani non è naturale. Troppe
chiacchiere circolano…. E quindi ci promettiamo di segnare ogni cosa che
accadrà.
Come in molti Osimani, anche in
Francesca colpisce la fuga delle Autorità Statuali che fino ad allora, dall’8
settembre, si erano erte a Stato.
20 giugno 1944. Questa
notte, sono fuggiti alla chetichella, con la loro famiglia, i maggiori esponenti
del fascio repubblicano. Infatti l’aria politica si è molto offuscata in questi
ultimi giorni! Le truppe alleate combattono nell’Ascolano e questi
nostri…coraggiosi concittadini per amor patrio…scappano!! Famiglia, M…..Alberto
con la famiglia, le signorine Sgardi con la mamma, il famigerato Vincenzo (nel
diario viene indicato il nome. Ma l’autrice ha espressamente chiesto che non
venisse indicato n.d.a) con moglie, figlio e tre sorelle, I….con la moglie ed
altri a cui sfugge il nome.
Intanto noi Osimani
siano “come color che son sospesi”.
E’ un mese e più che
si parla e si dice che gli Alleati sono arrivati qui vicino, che fra pochi
giorni, anzi fra poche ore per gli ottimisti, occuperanno Ancona con uno
sbarco, e noi come cittadina a sud di quest’ultima città, con Loreto,
Castelfidardo, Recanati e dintorni, saremo occupati senza il passaggio della
truppa. Certo si prevede che la conquista di Ancona non sia tanto facile,
perché molte forze tedesche occupano quella zona sino a Jesi e sicuramente gli
Alleati troveranno resistenza. Auguriamoci e preghiamo Dio che dalle nostre
parti non passi il furore del combattimento."
Occorre
riflettere su quanto queste testimonianze, sia orali che documentali riportate,
per metterle in relazione all’Azione del Corpo Italiano di Liberazione. La Repubblica Sociale
Italiana , nata da una riunione alla Rocca delle Caminate
tenuta da Mussolini e quanti aveva potuto radunare, il 23 settembre 1943, è
stata in gran parte accreditata dal fatto che rappresentò un freno e una diga
alle esigenze e razzie tedesche. L’Italia non divenne la Polonia o la
Cecoslovacchia, e gli Italiani dovrebbero essere memori di questo agli uomini
che aderirono ai fedeli della vecchia alleanza nazifascista. In realtà i
Tedeschi a tutti i livelli, dall’8 settembre alla fine della guerra si
comportarono in Italia come si sono comportati in Polonia in Cecoslovacchia e nel resto dell’Europa: da
feroci invasori. Nessuno li ostacolò: prevalse sempre il loro interesse a scapito
dell’Italia e degli Italiani; in pi trattarono i “Repubblichini” come dei
“servi infidi”, da cui guardarsi bene. Ne è riprova, se tutto questo non fosse
abbastanza chiaro dall’atteggiamento delle gerarchie statuali della Repubblica
di Salo crollato il fronte di Cassino, caduta Roma il 4 giugno 1944, ormai era
chiaro che gli Alleati sarebbero arrivati prima o poi alla cosiddetta linea
gotica: tutto quello che era a meridione di questa linea non era più o non
sarebbe stato più sotto controllo tedesco. La decisione fu subitanea: occorreva
mettersi in salvo, andare al riparo della linea Gotica. Ed infatti tutti
scapparono alla più gran carriera, incuranti di lasciare la popolazione e
l’Italia in balia degli eventi, senza alcuna protezione. Dove era l’Esercito
della repubblica Sociale Italia del Maresciallo Graziani? Perché non presidiava
le posizioni e difendeva dagli invasori Angloamericani le città ed il
territorio italiano? Perché non erano lì a disapprovare il comportamento della
truppa tedesca a difendere la popolazione inerme? I duri ed i puri fascisti e
non, anziché andare a guardare dalla parte “ribellistica” perché non iniziano a
rispondere a queste domande. Osimo, in pratica era abbandonata a se stessa. La
deligittimazione della Repubblica Sociale Italiana e dei fascisti in generale nasce
da qui.
Nelle sue note, Francesca Bonci nota che
le truppe alleate combattono nell’ascolano e la notizia era esatta, ma per Alleate si devono intendere le truppe del
Corpo Polacco, che, con uniformi inglesi, avevano assunto il compito di
avanzare nelle Marche.
Don Carlo Grillantini, sotto la
data del 20-23 giugno 1944, annota che il Comitato di Liberazione Nazionale, che da
tempo esercita la sua azione clandestina, radunandosi sempre in posti diversi,
in assenza dei Repubblichini, ormai tutti scappati, ma anche di una
sorprendente assenza tedesca (è il vuoto tra l’arretramento delle
organizzazioni di retrovia e l’arrivo delle truppe di prima linea) ha iniziato
a fermare i fascisti più in vista: Il segretario politico del Partito Nazionale
Repubblicano, Il Podestà, nome usato dal fascismo per indicare il Sindaco,
alcuni graduati della Milizia[4] ( che
nel 1944 era stata sciolta dai fascisti repubblichini e sostituita con la Guarda Nazionale
Repubblicana o con le Brigate Nere, tutte organizzazioni del
Partito) e qualche milite dei più esposti. Don Grillantini ci da notizia che si
era costituito anche un Tribunale del Popolo, che non dipendeva dal Comitato di
Liberazione Nazionale, che non istituisce processi ne pronuncia condanna, ma a
si limita ad ordinare dei fermi di polizia ed ad interrogatori. E vi sono anche
reazioni nei confronti di questi esponenti del Fascio visti come la causa
primaria della situazione: non si giunge alla guerra civile, alla eliminazione
fisica, come si potrebbe prospettare, ma la reazione c’è.
Di contro le violenze, le
soprafazioni e le angherie tedesche continuano in modo crescente.
Davanti a tanta violenza tedesca
non poteva non esserci la
reazione. La popolazione abbandonata a se stessa ha il
diritto di prendere le armi e difendersi. E’ la lotta per la libertà, che
discende da una situazione di imposizione e violenza dovuta in questo caso da
un esercito straniero nella totale assenza di quegli Italiani, alleati
ideologici, che lo fiancheggiano. E come ogni lotta, si hanno i Caduti.
Cadono due giovani, Augusto
Pallotta, proprio di Osimo, e Alberto Spinosi. Episodio ben noto nella
coscienza degli osimani più anziani, e che alle giovani generazioni va
ricordato. Francesca
Bonci annota nel suo diario questo sacrificio di suoi
coetanei e la situazione di quei giorni:
23 giugno 1944. Ieri
sera a Padiglione sono stati uccisi dai tedeschi, due giovani Patrioti che
avevano tentato d disarmare degli assassini! I giovani sono: uno di Osimo tale
Pallotta Augusto e l’altro di Ancona tale Spinosi Alberto. Ciò ha provocato
sdegno e preoccupazione in tutta la popolazione specie per il primo molto
conosciuto ed apprezzato. Questa mattina la filanda di cardinali al Borgo San
Giacomo ha subito la stessa sorte dei molini. Quasi tutto il macchinario è
andato distrutto, ma i muri esterni del caseggiato sono rimasti intatti.
Mitragliatrici sono state piazzate ai lati della strada affinchè la popolazione
non transitasse e tanto meno si fosse opposta! L’agitazione è in tutti!
Farmacie, negozi di
generi alimentari, barbiere, caffè, sono chiusi. Pochissima gente è per a
strada. Si vedono gruppetti di persone che noi conosciamo per Patrioti, sparsi
qua e là che parlano sottovoce e si dileguano al comparire dei tedeschi!
Personalità di Osimo
come Preside La Vaccara, dott. Boccanera, sig. Micheli hanno buscato.. a suon
di schiaffi. Da stamane non abbiamo il latte. Pazienza! Intanto si vocifera che
gli Alleati combattono nei pressi di Macerata. E’ vero che a Castelfidardo ci sono
tanti tedeschi. C’è il comando della 271° Divisone. Don Iginio Ciavattini, che
per il momento rappresenta la maggiore autorità del Paese, si è recato a piedi
a Castelfidardo per parlare con il Generale e pregarlo affinchè Osimo non
subisca danni rilevanti di sabotaggio, ma il Generale si è fatto negare. Non
sarebbe un tedescaccio!!!!
Stamane sono stati
arrestati dai Giovani patrioti, diversi esponenti del vecchi e nuovo fascio. Di
nostra conoscenza c’è il dott. Davanti, ing. Chiaraluce, Capitoli, Cialabrini,
Pagana, Marcucci Domenico, La Vaccara, notaio Egidi, Fratelli Zoppi della
Stazione, Lemmo ed altri.
Ore 18. Si dice che
fra poche ore giungeranno i soldati delle SS. Non basta! Stanno scoppiano le
mine nella strada a Gambò, proprio sotto casa nostra. I tedeschi fanno saltare
questa strada e intanto preparano le buche per mettere l’esplosivo da far
scoppiare quando sarà ora. N. 11 forti colpi hanno preparato le biche. Ad ogni
colpo la nostra casa trema. Siamo tutti con la testa per aria, specie lo zio che
non vuol ritornare a casa.
In merito al vuoto di potere
lasciato dalle autorità della Repubblica Sociale Italiana, sostituita
dalla’autorità religiosa, l’unica non soppressa dall’Esercito di Occupazione,
interessante anche qui la testimonianza di Don Carlo Grillantini è
interessante:
“26 Giugno. Mi si presenta, stasera
alle 18, il vecchio usciere della Questura, il quale mi consegna una
velina di mezza pagina, dove è scritto a
macchina
“Il Comando tedesco di Castelfidardo ha mandato a chiamare
il Prefetto, il Preside della provincia, Il Questore, Il Commissario e le
autorità militari, per renderli responsabili di quanto possa avvenire. Essi si
sono tutti eclissati; pregano l’autorità ecclesiastica di intervenire a bene
della città”.
Porto il biglietto a Don Igino, che
essendo Vicario capitolare, è l’unica autorità ecclesiastica del luogo e che,
sia per questa sua qualifica e responsabilità, sia per il suo carattere attivo
e generoso, da più giorni si da da fare per far mettere in libertà gli antifascisti
incarcerati dai tedeschi e poi i fascisti incarcerati dai Patrioti. Egli prende
il biglietto: facciamo sopra i nostri commenti e poi ci separiamo
[1] Una felice sintesi, a cui si rimanda, degli avvenimenti è stata riporta da Mons. Carlo Grillantini nella sua Storia di Osimo. Cfr. Grillantini C., Storia di Osimo, Osimo. Fondazione “Don Carlo”, 2006, Vol. I, II, pag. 389 e segg.
[2] Una felice sintesi, a cui si rimanda, degli avvenimenti è stata riporta da Mons. Carlo Grillantini nella sua Storia di Osimo. Cfr. Grillantini C., Storia di Osimo, Osimo. Fondazione “Don Carlo”, 2006, Vol. I, II, pag. 389 e segg.
[3] Ibidem, pag. 403.
[4] Per
Milizia si intende la
Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale ,
istituita dal fascismo il 1 marzo 1923, come organizzazione politico-militare
da fiancheggiare all’Esercito. Fu sciolta dal Governo Badoglio il 27 luglio
1943 ed incorporata nell’esercito. La repubblica Sociale
non la ricreò e diede vita ad altre formazioni militari.
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