APPROFONDIMENTI
Il progetto dedicato al
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione 1943-1945
prevede anche la Prigionia
Si riporta la prima parte di un documento relativo
alla prigionia in URSS,
che sarà oggetto di un CESVAM Papers di prossima pubblicazione
CRONISTORIA DEL MOVIMENTO ANTIFASCISTA
DEGLI UFFICIALI ITALIANI
PRIGIONIERI NELL'U.R.S.S.
Agli ufficiali del campo 160: Introduzione
Signori ufficiali,
dopo 3 anni di prigionia e alla vigilia del rimpatrio, davanti al
Gruppo Antifascista Italiano si è posto il dovere di tracciare i lineamenti
essenzali della situazione ideologica politica di questa comunità di ufficiali
italiani per fissare i compiti che ne derivano.
Quali sono i tratti caratteristici della situazione ideologico-politica
della nostra collettività?
Il Gruppo Antifascista Italiano, a conclusione di una obiettiva e
serena analisi condotta con cognizione di causa, è giunto a determinare in tal
modo la fisionomia politica della comunità degli ufficiali del campo di
concentramento 160.
In primo luogo, esistenza di un gruppo di antifascisti di ogni tendenza
politica, chiaramente orientati e decisi per l'instaurazione di un regime
democratico nuovo, protesi nella lotta per lo sradicamento di ogni residuo di
fascismo e nell'opera di chiarificazione dei problemi della democrazia.
In secondo luogo, esistenza di un ristretto ma attivo gruppo costituito
da elementi dichiaratamente ed effettivamente antidemocratici e quindi antinazionale,
per l'orientamento non democratico e per il disorientamento politico della
maggioranza degli ufficiali prigionieri italiani. Questo gruppo è
caratterizzato per lo svolgimento di un'azione costantemente in opposizione
all'opera del movimento democratico e di cosciente falsa interpretazione delle
cose italiane e svalutazione degli uomini che hanno lottato e lottano nel
nostro paese, uniti nel Fronte Nazionale di Liberazione per il rinnovamento
democratico della nostra Patria.
In terzo luogo, esistenza, tra l'uno e l'altro gruppo, di un rilevante
numero di ufficiali, in posizione di attesismo generalmente spettatori della
lotta che i due gruppi si fanno quotidianamente.questo complesso di ufficiali
può essere così diviso e caratterizzato:
a) elementi che ancora non riescono ad uscire dei limiti di questa
contraddizione: da una parte, sincero riconoscimento privato dalla necessità
dell'orientamento democratico antifascista, e dall'altra parte incapacità o non
volontà a manifestare pubblicamente tale orientamento per timore di rompere un
conformismo apolitico mantenuto ad arte da note persone antidemocratiche.
b) Elementi completamente disorientati e per questo fatto non ancora
liberatisi dal frastuono della retorica fascista.
c) Elementi in ritardo rispetto all'interpretazione giusta degli
avvenimenti nazionali ed internazionali e all'orientamento del nostro popolo.
d) Elementi scettici sulle forze reali e sulle positive possibilità di
vittoria della democrazia. Questi sono caratteristici per l'evidente tendenza
ad interpretare generalmente gli avvenimenti in funzione delle vecchie e
sorpassate formule della dottrina e della prassi fascista.
e) Elementi che per laloro posizione militare, avrebbero potuto fare
qualcosa per la democrazia ma che hanno preferito non fare nulla o quasi nulla,
contribuendo così indirettamente sul disorientamento dei più giovani in
particolare, i quali attendevano da loro una parola di indirizzo concreto.
Tali sono in tratti caratteristici essenziali della fisionomia
ideologico-politica della nostra comunità. Tale e in generale la situazione
politica del nostro settore, dopo 3 anni di prigionia. Di fronte a questa
situazione, qual'è lo scopo principale che si propone di raggiungere il G.A.
italiano?
Tenuto presenti, innanzi tutto, le umane e ansiose attese da parte di
madri e parenti per ognuno dei componenti di questa collettività di ufficiali,
e tenuto poi presente il compito che inevitabilmente ognuno di noi sta per
essere chiamato a svolgere nel prossimo avvenire in seno alla propria famiglia,
per assicurare a questa il pane giornaliero, e in seno alla nazione per l'opera
di ricostruzione spirituale e materiale del nostro paese, il G. IA. Italiano,
sentita inoltre la responsabilità del suo dovere nel quadro delle
responsabilità nazionali ha deciso di proclamare pubblicamente a tutti gli
ufficiali del campo quale è lo scopo fondamentale che esso si prefigge ora di
raggiungere affinchè la massa degli onesti abbia a comprenderlo nel suo esatto
valore, e affinchè la ristretta minoranza di coloro che invocano un ritorno al
passato fascista, non abbia a snaturare e falsarne il significato.
Il G.A. si propone principalmente di orientare la stragrande
maggioranza degli intellettuali di questo campo sulla necessità di rientrare in
patria consapevoli della situazione nuova italiana dei suoi ulteriori sviluppi,
e della funzione, sociale di ogni intellettuale, affinchè l'innesto nella
complessa vita reale del nostro paese avvenga senza pregiudizi di essa e senza
gravare sulle condizioni dei reduci stessi e delle loro famiglie.
Fissato questo scopo fondamentale, il G.A. italiano ritiene anche
opportuno annunciare i metodi più idonei per il suo raggiungimento, stabilendo
in modo inequivocabile che la sua azione sarà svolta solamente ed esclusivamente
su di un terreno politico.
Quali sono questi metodi?
Il primo è quello di tracciare, sulla base di verbali, articoli e
testimonianze, un quadro retrospettivo, il più possibile completo e
cronologico, dello sviluppo politico della nostra comunità, per ricordare a
tutti e ad ognuno posizioni, tendenze ed atteggiamenti, collettivi e personali,
passati e recenti, dando il modo di revisionarli per rafforzare la propria
fiducia nella democrazia e per consolidare i legami della solidarietà
nazionale.
Il secondo è quello di precisare contemporaneamente le responsabilità
politiche e personali per l'attuale disorientamento della nostra comunità,
perchè essa, vagliate alla luce di un riesame sereno e tempestivo, diano il
modo agli interessati di riflettere. I mezzi che il G.A. userà sono: radio del
campo, giornali murali ordinari e straordinari ed eventuali discussioni in
riunioni pubbliche.
Il G.A. Italiano si atterrà scrupolosamente a questi mezzi ed a questi
metodi perchè esso non solamente profondamente convinto nella vittoria della
democrazia nuova, ma perchè anche convinto che gli antifascisti cesserebbero di
essere democratici il giorno in cui pensassero di usare le stesse armi
impugnate contro di loro fino ad oggi taluni fascisti ovvero: speculazione su
errori e manchevolezze personali, minaccie palesi e non palesi, intimidazioni
dirette o indirette, calunnie ed anche condanne preventive.
Signori ufficiali! - siano giunti all'ultimo periodo di nostra
prigionia. Doveri concreti e irrimediabili si pongono davanti a noi tutti dalla
realizzazione dei quali dipenderanno prossimamente in grandissima parte
l'esistenza della nostra vita come uomini liberi e come cittadini costruttivi.
Voi comprenderete che ora si tratta di fare un passo decisivo e cioè definirsi
pubblicamente contro il fascismo e per la democrazia nuova.
Per far questo è indubbiamente necessario dare bando ad ogni ripicca,
risentimento e antipatia per persone singole o per gruppi di persone. E
soprattutto bando anche dato definitivamente a ingiustificabili timori di
rompere con il dannoso conformismo apolitico alimentato di proposito da chi
intende difendere vecchi interessi.
Oggi non solamente si tratta di sentirsi patriota, ma di dimostrarlo in
ogni occasione e con chiunque. Oggi si tratta di ritrovare sè stessi dopo un
grave periodo di smarrimento, in quella Patria che prende immagine e animo
dallo spirito e dall'azione del glorioso fronte delle sane energie nazionali,
fronte nazionale di Liberazione di cui il G.A. Italiano di questo campo –
quantunque attraverso inevitabili errori, e flussi e riflussi, a molta distanza
dalla paria; sin dalla sua nascita si è sforzato nel contribuire a tenerne alta
la bandiera contro lo scempio che di essa volevano fare gli antidemocratici,
cioè i falsi patriotti.
Trasmesso per radio la sera del 29 deicembre 1945 – Affisso dal 19 al 9
gennaio 1946.
massimo coltrinari
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
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