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lunedì 26 novembre 2018

Prigionia italiana in URSS.


APPROFONDIMENTI
 Il progetto dedicato  al
 Dizionario minimo della Guerra di Liberazione 1943-1945
prevede anche la Prigionia
Si riporta la prima parte di un documento relativo
 alla prigionia in URSS,
 che sarà oggetto di un CESVAM Papers di prossima pubblicazione



CRONISTORIA DEL MOVIMENTO ANTIFASCISTA 
DEGLI UFFICIALI ITALIANI PRIGIONIERI NELL'U.R.S.S.

Agli ufficiali del campo 160: Introduzione

Signori ufficiali,
dopo 3 anni di prigionia e alla vigilia del rimpatrio, davanti al Gruppo Antifascista Italiano si è posto il dovere di tracciare i lineamenti essenzali della situazione ideologica politica di questa comunità di ufficiali italiani per fissare i compiti che ne derivano.
Quali sono i tratti caratteristici della situazione ideologico-politica della nostra collettività?
Il Gruppo Antifascista Italiano, a conclusione di una obiettiva e serena analisi condotta con cognizione di causa, è giunto a determinare in tal modo la fisionomia politica della comunità degli ufficiali del campo di concentramento 160.
In primo luogo, esistenza di un gruppo di antifascisti di ogni tendenza politica, chiaramente orientati e decisi per l'instaurazione di un regime democratico nuovo, protesi nella lotta per lo sradicamento di ogni residuo di fascismo e nell'opera di chiarificazione dei problemi della democrazia.
In secondo luogo, esistenza di un ristretto ma attivo gruppo costituito da elementi dichiaratamente ed effettivamente antidemocratici e quindi antinazionale, per l'orientamento non democratico e per il disorientamento politico della maggioranza degli ufficiali prigionieri italiani. Questo gruppo è caratterizzato per lo svolgimento di un'azione costantemente in opposizione all'opera del movimento democratico e di cosciente falsa interpretazione delle cose italiane e svalutazione degli uomini che hanno lottato e lottano nel nostro paese, uniti nel Fronte Nazionale di Liberazione per il rinnovamento democratico della nostra Patria.
In terzo luogo, esistenza, tra l'uno e l'altro gruppo, di un rilevante numero di ufficiali, in posizione di attesismo generalmente spettatori della lotta che i due gruppi si fanno quotidianamente.questo complesso di ufficiali può essere così diviso e caratterizzato:
a) elementi che ancora non riescono ad uscire dei limiti di questa contraddizione: da una parte, sincero riconoscimento privato dalla necessità dell'orientamento democratico antifascista, e dall'altra parte incapacità o non volontà a manifestare pubblicamente tale orientamento per timore di rompere un conformismo apolitico mantenuto ad arte da note persone antidemocratiche.
b) Elementi completamente disorientati e per questo fatto non ancora liberatisi dal frastuono della retorica fascista.
c) Elementi in ritardo rispetto all'interpretazione giusta degli avvenimenti nazionali ed internazionali e all'orientamento del nostro popolo.
d) Elementi scettici sulle forze reali e sulle positive possibilità di vittoria della democrazia. Questi sono caratteristici per l'evidente tendenza ad interpretare generalmente gli avvenimenti in funzione delle vecchie e sorpassate formule della dottrina e della prassi fascista.
e) Elementi che per laloro posizione militare, avrebbero potuto fare qualcosa per la democrazia ma che hanno preferito non fare nulla o quasi nulla, contribuendo così indirettamente sul disorientamento dei più giovani in particolare, i quali attendevano da loro una parola di indirizzo concreto.
Tali sono in tratti caratteristici essenziali della fisionomia ideologico-politica della nostra comunità. Tale e in generale la situazione politica del nostro settore, dopo 3 anni di prigionia. Di fronte a questa situazione, qual'è lo scopo principale che si propone di raggiungere il G.A. italiano?
Tenuto presenti, innanzi tutto, le umane e ansiose attese da parte di madri e parenti per ognuno dei componenti di questa collettività di ufficiali, e tenuto poi presente il compito che inevitabilmente ognuno di noi sta per essere chiamato a svolgere nel prossimo avvenire in seno alla propria famiglia, per assicurare a questa il pane giornaliero, e in seno alla nazione per l'opera di ricostruzione spirituale e materiale del nostro paese, il G. IA. Italiano, sentita inoltre la responsabilità del suo dovere nel quadro delle responsabilità nazionali ha deciso di proclamare pubblicamente a tutti gli ufficiali del campo quale è lo scopo fondamentale che esso si prefigge ora di raggiungere affinchè la massa degli onesti abbia a comprenderlo nel suo esatto valore, e affinchè la ristretta minoranza di coloro che invocano un ritorno al passato fascista, non abbia a snaturare e falsarne il significato.
Il G.A. si propone principalmente di orientare la stragrande maggioranza degli intellettuali di questo campo sulla necessità di rientrare in patria consapevoli della situazione nuova italiana dei suoi ulteriori sviluppi, e della funzione, sociale di ogni intellettuale, affinchè l'innesto nella complessa vita reale del nostro paese avvenga senza pregiudizi di essa e senza gravare sulle condizioni dei reduci stessi e delle loro famiglie.
Fissato questo scopo fondamentale, il G.A. italiano ritiene anche opportuno annunciare i metodi più idonei per il suo raggiungimento, stabilendo in modo inequivocabile che la sua azione sarà svolta solamente ed esclusivamente su di un terreno politico.
Quali sono questi metodi?
Il primo è quello di tracciare, sulla base di verbali, articoli e testimonianze, un quadro retrospettivo, il più possibile completo e cronologico, dello sviluppo politico della nostra comunità, per ricordare a tutti e ad ognuno posizioni, tendenze ed atteggiamenti, collettivi e personali, passati e recenti, dando il modo di revisionarli per rafforzare la propria fiducia nella democrazia e per consolidare i legami della solidarietà nazionale.
Il secondo è quello di precisare contemporaneamente le responsabilità politiche e personali per l'attuale disorientamento della nostra comunità, perchè essa, vagliate alla luce di un riesame sereno e tempestivo, diano il modo agli interessati di riflettere. I mezzi che il G.A. userà sono: radio del campo, giornali murali ordinari e straordinari ed eventuali discussioni in riunioni pubbliche.
Il G.A. Italiano si atterrà scrupolosamente a questi mezzi ed a questi metodi perchè esso non solamente profondamente convinto nella vittoria della democrazia nuova, ma perchè anche convinto che gli antifascisti cesserebbero di essere democratici il giorno in cui pensassero di usare le stesse armi impugnate contro di loro fino ad oggi taluni fascisti ovvero: speculazione su errori e manchevolezze personali, minaccie palesi e non palesi, intimidazioni dirette o indirette, calunnie ed anche condanne preventive.
Signori ufficiali! - siano giunti all'ultimo periodo di nostra prigionia. Doveri concreti e irrimediabili si pongono davanti a noi tutti dalla realizzazione dei quali dipenderanno prossimamente in grandissima parte l'esistenza della nostra vita come uomini liberi e come cittadini costruttivi. Voi comprenderete che ora si tratta di fare un passo decisivo e cioè definirsi pubblicamente contro il fascismo e per la democrazia nuova.
Per far questo è indubbiamente necessario dare bando ad ogni ripicca, risentimento e antipatia per persone singole o per gruppi di persone. E soprattutto bando anche dato definitivamente a ingiustificabili timori di rompere con il dannoso conformismo apolitico alimentato di proposito da chi intende difendere vecchi interessi.
Oggi non solamente si tratta di sentirsi patriota, ma di dimostrarlo in ogni occasione e con chiunque. Oggi si tratta di ritrovare sè stessi dopo un grave periodo di smarrimento, in quella Patria che prende immagine e animo dallo spirito e dall'azione del glorioso fronte delle sane energie nazionali, fronte nazionale di Liberazione di cui il G.A. Italiano di questo campo – quantunque attraverso inevitabili errori, e flussi e riflussi, a molta distanza dalla paria; sin dalla sua nascita si è sforzato nel contribuire a tenerne alta la bandiera contro lo scempio che di essa volevano fare gli antidemocratici, cioè i falsi patriotti.
Trasmesso per radio la sera del 29 deicembre 1945 – Affisso dal 19 al 9 gennaio 1946.

massimo coltrinari
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)

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