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domenica 4 novembre 2018

La Battaglia di Vittorio Veneto. La Vittoria IV


 APPROFONDIMENTI
Ultima parte della Battaglia di Vittorio Veneto. Si riporta il celeberrimo  bollettino, 
detto della Vittoria 
del 4 Novembre 1918
con la firma di Armando Diaz




Giancarlo Ramaccia

 La vittoria.
 Sul mezzogiorno del 28, il generale Caviglia stesso segnalava che nelle file nemiche si avvertiva un intenso movimento di ritirata. Sappiamo, infatti, da fonte austriaca, che alle 8,30 del 28, il Comando della VI Armata aveva ordinato il ripiegamento sulla seconda linea di difesa, distante sei o sette chilometri dal Piave; ma il maresciallo Boroevic telegrafava quello stesso giorno all'Imperatore che la situazione era ormai divenuta insostenibile. Il giorno 29, infatti, la nostra avanzata diveniva ovunque travolgente, ed alla sera l’Alto Comando austro-ungarico disponeva "lo sgombero metodico del Veneto".
Seguitarono nella giornata del 30, le nostre truppe a premere energicamente il nemico in ritirata: la XII Armata forza la stretta di Quero e l'VIII quella di Serravalle, a nord di Vittorio Veneto la Livenza è raggiunta dalla X Armata. La III Armata, entrata anch'essa in azione, incalza sul basso Piave.
Il giorno 31 segna il crollo dell'esercito nemico. Nelle prime ore del mattino il Comando della nostra Armata del Grappa ordina: "avanzata generale su tutta la fronte!" Le truppe balzano dai ripari e prima di sera reparti della IV Armata entrano in Feltre, mentre elementi della VI Armata (gen. Montuori) rioccupano Cismon.
Nella pianura, la Livenza è varcata, mentre le nostre divisioni di cavalleria si sguinzagliano alle calcagna del nemico, la cui ritirata si converte in rotta precipitosa. Il mattino del 1 novembre, il nostro Comando Supremo emana gli ordini per impedire al nemico lo sgombero del saliente trentino; la VII Armata (gen. Tassoni) dovrà tenersi pronta a scendere per il passo del Tonale su Bolzano, la I Armata (gen. Pecori-Giraldi) ad avanzare per val d'Adige su Trento e la VI a puntare sulla fronte Trento-Egna.
Mentre, infatti, la III e la X Armata avanzavano rapidamente verso il Tagliamento, l'VIII, occupata Belluno, marcia su Longarone e Pieve di Cadore e la IV procede per la val Brenta, le truppe dell'armata degli altipiani forzano la linea dell'Assa, espugnano il gruppo delle Melette, ancora tenacemente difeso, e scendono anch'esse in val Brenta.
Il 2 novembre, entrano in azione anche la I e la VII Armata. Alle tre del pomeriggio le truppe del XXIX Corpo d'Armata (gen. De Albertis) attaccano sulle due rive dell'Adige; sfondano, dopo breve combattimento, lo sbarramento di Serravalle e balzano su Rovereto. Sulla destra del fiume il nemico oppone una più viva resistenza dinanzi a Mori, ma anche qui, prima del mattino cede e si ritira.
La via per Trento, così è aperta!

Nella notte stessa del 3 novembre la VII Armata attacca gli sbarramenti del Tonale e di Val Chiese, e trabocca in Val Vermiglio e nella conca di Riva. Con celerissima avanzata truppe montate in autocarri riescono a sbarrare il passo all'avversario in ritirata dalla val Giudicaria per la strada della Madonna di Campiglio e salgono quindi al colle della Mendola, a soli 15 chilometri da Bolzano. Una morsa immensa serra così l'esercito austriaco del Tirolo come in un vasto campo di prigionia.

Il giorno 3, nelle prime ore del pomeriggio le prime nostre truppe (Reggimento cavalleggeri “Alessandria”, IV Gruppo alpino e XXIX Reparto d'assalto) entrano in Trento, accolte con fremente entusiasmo dalla popolazione. Il Tricolore viene issato sul Castello del Buon Consiglio. Quasi alla stessa ora un nostro corpo di spedizione (2° ed 11° Reggimento bersaglieri ed altri minori reparti di altre armi) sbarca a Trieste tra un delirio di gioia. La bandiera italiana sventola sulla torre di San Giusto.
Nel Trentino e nella pianura veneta ormai la nostra avanzata non è ostacolata che dall'immane ingombro prodotto dalle unità austriache in ritirata. L'esercito austriaco è annientato. Dell'armata potente e gloriosa, che sulle sue insegne recava le tracce di cento battaglie, non rimane più che una turba cenciosa, accasciata dalla stanchezza, umiliata dalla sconfitta, tormentata dalla fame, dall'ansia di tornare in patria. Impossibile descrivere lo spettacolo della rotta nemica, così completa che nessun altra, forse, può esserle assimilata nella storia. Mirabile, la sintesi fattane dal nostro Comando Supremo nello storico comunicato del 4 novembre 1918:


LA GUERRA CONTRO L'AUSTRIA UNGHERIA, CHE, SOTTO L'ALTA GUIDA DI S.M. IL RE, DUCE SUPREMO, L'ESERCITO ITALIANO, INFERIORE PER NUMERO E PER MEZZI, INIZIO' IL 24 MAGGIO 1915 E CON FEDE INCROLLABILE E TENACE VALORE CONDUSSE, ININTERROTTA ED ASPRISSIMA PER 41 MESI, E' VINTA.

LA GIGANTESCA BATTAGLIA, INGAGGIATA IL 24 DELLO SCORSO OTTOBRE ED ALLA QUALE PRENDEVANO PARTE 51 DIVISIONI ITALIANE, 3 BRITANNICHE, 2 FRANCESI ED UNA CECO-SLOVACCA ED UN REGGIMENTO AMERICANO, CONTRO 73 DIVISIONI AUSTRIACHE, E' FINITA.

LA FULMINEA, ARDITISSIMA AVANZATA DEL XXIX CORPO D'ARMATA DELLA I ARMATA SU TRENTO, SBARRANDO LE VIE DELLA RITIRATA ALLE ARMATE NEMICHE DEL TRENTINO, TRAVOLTE AD OCCIDENTE DALLE TRUPPE DELLA VII ARMATA E AD ORIENTE DA QUELLE DELLA I, VI, IV HA DETERMINATO IERI LO SFACELO TOTALE DEL FRONTE AVVERSARIO. "DAL BRENTA AL TORRE L'IRRESISTIBILE SLANCIO DELLA XII, DELL'VIII E DELLA X ARMATA E DELLE DIVISIONI DI CAVALLERIA RICACCIA SEMPRE PIU' INDIETRO IL NEMICO FUGGENTE. "NELLA PIANURA S. A. R. IL DUCA D'AOSTA AVANZA RAPIDAMENTE ALLA TESTA DELLA SUA INVITTA III ARMATA, ANELANTE DI RITORNARE SULLE POSIZIONI CHE ESSA AVEVA GIA' VITTORIOSAMENTE CONQUISTATE.

L'ESERCITO AUSTRO-UNGARICO E' ANNIENTATO: ESSO HA SUBITO PERDITE GRAVISSIME NELL'ACCANITA RESISTENZA DEI PRIMI GIORNI E NELL'INSEGUIMENTO; HA PERDUTO QUANTITA' INGENTISSIME DI MATERIALE DI OGNI SORTA E PRESSO CHE PER INTERO I SUOI MAGAZZINI E I DEPOSITI; HA LASCIATO FINORA NELLE NOSTRE MANI CIRCA 300.000 PRIGIONIERI CON INTERI STATI MAGGIORI E NON MENO DI 5.000 CANNONI. "I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIU' POTENTI ESERCITI DEL MONDO, RISALGONO IN DISORDINE E SENZA SPERANZE LE VALLI CHE AVEVANO DISCESE CON ORGOGLIOSA SICUREZZA.


Il celebre Bollettino del 4 Novembre, che è stato riprodotto in centinaia di lapidi in tutti i Comuni d’Italia apre l’elencazione delle Medaglie d’Oro per questa battaglia. Sono in totale 22 per lo più alla memoria, e sono 7 per la prima fase e 5 per ogni fase successiva.



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