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mercoledì 14 novembre 2018

Emblema Araldico. Una nota

DIBATTITI
Venerdì 16 novembre 2018, 
in occasione del 202° Anniversario della Fondazione del Corpo,
a Maddaloni, 
 il Presidente Nazionale consegnerà
 l'Emblema Araldico
 al Tenente Generale. Salvatore Farì,
 Capo del Corpo di Commissariato
Si riporta una nota dell'Avv. Francesco Atanasio, Consigliere Nazionale del Nastro Azzurro.


Per salvaguardare il patrimonio ideale delle migliaia di decorati al valor militare ( solo la Sicilia ne poteva vantare oltre 10.000) su idea della M.O.V.M. Ettore Viola, sotto la presidenza del gen. Pirzio Biroli si redigeva a Roma il 23 febbraio 1923 l’atto fondativo della “Legione Azzurra”: lo firmavano con Viola Acerbo, Balbo, Casagrande, De Vecchi, Guzzoni, Bronci, Paolucci, Pellizzeri, Simoni , tutti decorati al v.m. Il 21 aprile, con una solenne cerimonia nell’Aula senatoria del Campidoglio, il Capo del Governo Mussolini consegnava l’Orifiamma nazionale al comitato centrale del sodalizio e suggeriva di fargli assumere la denominazione di “Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al valor militare” (con chiaro riferimento al colore del nastro serico al quale è attaccata la decorazione metallica). Vittorio Emanuele III con Regio Decreto del 17 novembre 1927, concedeva al sodalizio (elevato al rango di Ente Morale l’anno successivo ) “la facoltà di far uso di un Emblema…e del quale possono fregiarsi i Soci dell’Istituto stesso, a seconda dei meriti da ciascuno di essi acquisiti: scudo sannitico timbrato da un elmo corrispondente al tipo pesante, adottato nella nostra guerra per il taglio dei reticolati nemici: detto elmo sarà ornato da fregi decorativi d’argento, d’azzurro e d’oro. Il capo, il campo e la campagna divisi da filetti d’oro e in azzurro tutti o in parte, a seconda delle decorazioni acquisite da chi può portare l’emblema; sul campo il Nastro dell’Ordine Militare di Savoia, nei suoi colori, posto in banda, filettato d’oro pei decorati dell’Ordine stesso; su campo d’oro o su campo azzurro, se oltre a detta decorazione, l’insignito possieda anche medaglie d’oro e d’argento. Quando manchi l’Ordine Militare di Savoia, un filetto d’oro posto in banda.
In alto a destra, una o più stelle d’oro se il decorato gode di una o più medaglie d’oro al Valor Militare; sotto a sinistra una o più stelle d’argento a seconda delle acquisite medaglie d’argento; sul campo una o più corone reali, d’oro per gli ufficiali superiori e d’argento per gli ufficiali inferiori a seconda delle promozioni per merito di guerra, eventualmente ordinate in fascia. La campagna divisa con filetti d’oro posti in palo in scomparti corrispondenti ciascuno ad una medaglia d’argento.
Quando il Socio è insignito soltanto di medaglia di bronzo, ed eventualmente di promozioni per merito di guerra, le medaglie di bronzo vengono indicate sul campo; per una sola medaglia il campo è tutto azzurro con filetto d’oro posto in banda; per più medaglie, è diviso da filetti di oro, in altrettante fasce orizzontali azzurre, restando abolito il filetto posto in banda” . Il Sovrano trasmetteva “solenne documento della accordata grazia all’Ente concessionario” con Lettere Patenti del 29 marzo 1928. Con Regio Decreto del 19 dicembre 1935 estendeva tale facoltà ai decorati di “Croce al Valor Militare” precisando che l’emblema all’interno di “eguale scudo sannitico” avrebbe contenuto “le caratteristiche della decorazione che sono gli smalti di bianco e di azzurro variamenti disposti nei modi e nelle forme stabilite dal Direttorio Nazionale dell’Istituto, a secondo che le Croci di guerra al Valor Militare concesse al Socio siano una o più e debbano al caso accompagnarsi ai vari segni di distinzione di cui al nostro Decreto del 17 novembre 1927 – V.E.F. per altri meriti militari eventualmente acquisiti dal Socio stesso”. Il decreto veniva rimesso all’Istituto con Lettere Patenti del 16 gennaio 1936. Ciascun decorato acquisiva pertanto la facoltà e il diritto di fare uso del descritto emblema in riferimento alle decorazioni ottenute: tale facoltà è stata confermata dall’attuale ordinamento istituzionale con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 10 gennaio 1966, che sanzionava il nuovo Statuto del sodalizio. La Presidenza nazionale, ai sensi dell’art. 7 del vigente Regolamento, rilascia l’Emblema araldico al socio che fa richiesta allegando le motivazioni delle ricompense ottenute: eguale richiesta possono formulare i congiunti dei titolari dei ricompense al v.m. caduti, dispersi o deceduti per cause di guerra, iscritti all’Istituto con la qualità di “Soci aderenti”. Si è discusso in dottrina sulla natura di tale riconoscimento araldico: lo si può ritenere il segno distintivo di una “nobiltà generosa”, concessa a titolo personale dal Capo dello Stato in ragione delle specifiche benemerenze acquisite in campo militare. Con Regio Decreto n. 2210 del 16 dicembre 1927 fu regolato “l’ordine delle precedenze fra le varie cariche e dignità” a Corte e nelle pubbliche funzioni: l’articolo 1 prevedeva nella categoria IV al 13° posto il Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro e nella categoria VIII i Presidenti delle Federazioni Provinciali. “Nei ricevimenti e nelle pubbliche funzioni, cui si interviene in corpo” l’art. 2 assegnava al Comitato centrale dell’Istituto del Nastro Azzurro il 21° posto, dopo la Deputazione dei Consigli superiori dei Ministri e prima dei Consigli di Amministrazione dell’Istituto di emissione del Regno, della Cassa Depositi e Prestiti e degli Istituti di previdenza e di assicurazione. Il carattere strettamente apolitico del sodalizio gli ha consentito di superare indenne il mutamento istituzionale del 1946 pur dovendo modificare lo Statuto nel 1951 e nel 1975.

Francesco Atanasio




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