DIBATTITI
Venerdì 16 novembre 2018,
in occasione del 202° Anniversario della Fondazione del Corpo,
a Maddaloni,
il Presidente Nazionale consegnerà
l'Emblema Araldico
al Tenente Generale. Salvatore Farì,
Capo del Corpo di Commissariato
Si riporta una nota dell'Avv. Francesco Atanasio, Consigliere Nazionale del Nastro Azzurro.
Per
salvaguardare il patrimonio ideale delle migliaia di decorati al
valor militare ( solo la Sicilia ne poteva vantare oltre 10.000) su
idea della M.O.V.M. Ettore Viola, sotto la presidenza del gen. Pirzio
Biroli si redigeva a Roma il 23 febbraio 1923 l’atto fondativo
della “Legione Azzurra”: lo firmavano con Viola Acerbo, Balbo,
Casagrande, De Vecchi, Guzzoni, Bronci, Paolucci, Pellizzeri, Simoni
, tutti decorati al v.m. Il 21 aprile, con una solenne cerimonia
nell’Aula senatoria del Campidoglio, il Capo del Governo Mussolini
consegnava l’Orifiamma nazionale al comitato centrale del
sodalizio e suggeriva di fargli assumere la denominazione di
“Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al valor
militare” (con chiaro riferimento al colore del nastro serico al
quale è attaccata la decorazione metallica). Vittorio Emanuele III
con Regio Decreto del 17 novembre 1927, concedeva al sodalizio
(elevato al rango di Ente Morale l’anno successivo ) “la
facoltà di far uso di un Emblema…e del quale possono fregiarsi i
Soci dell’Istituto stesso, a seconda dei meriti da ciascuno di essi
acquisiti: scudo sannitico timbrato da un elmo corrispondente al tipo
pesante, adottato nella nostra guerra per il taglio dei reticolati
nemici: detto elmo sarà ornato da fregi decorativi d’argento,
d’azzurro e d’oro. Il capo, il campo e la campagna divisi da
filetti d’oro e in azzurro tutti o in parte, a seconda delle
decorazioni acquisite da chi può portare l’emblema; sul campo il
Nastro dell’Ordine Militare di Savoia, nei suoi colori, posto in
banda, filettato d’oro pei decorati dell’Ordine stesso; su campo
d’oro o su campo azzurro, se oltre a detta decorazione, l’insignito
possieda anche medaglie d’oro e d’argento. Quando manchi l’Ordine
Militare di Savoia, un filetto d’oro posto in banda.
In
alto a destra, una o più stelle d’oro se il decorato gode di una o
più medaglie d’oro al Valor Militare; sotto a sinistra una o più
stelle d’argento a seconda delle acquisite medaglie d’argento;
sul campo una o più corone reali, d’oro per gli ufficiali
superiori e d’argento per gli ufficiali inferiori a seconda delle
promozioni per merito di guerra, eventualmente ordinate in fascia. La
campagna divisa con filetti d’oro posti in palo in scomparti
corrispondenti ciascuno ad una medaglia d’argento.
Quando
il Socio è insignito soltanto di medaglia di bronzo, ed
eventualmente di promozioni per merito di guerra, le medaglie di
bronzo vengono indicate sul campo; per una sola medaglia il campo è
tutto azzurro con filetto d’oro posto in banda; per più medaglie,
è diviso da filetti di oro, in altrettante fasce orizzontali
azzurre, restando abolito il filetto posto in banda” . Il
Sovrano trasmetteva “solenne documento della accordata grazia
all’Ente concessionario” con Lettere Patenti del 29 marzo
1928. Con Regio Decreto del 19 dicembre 1935 estendeva tale facoltà
ai decorati di “Croce al Valor Militare” precisando che l’emblema
all’interno di “eguale scudo sannitico” avrebbe
contenuto “le caratteristiche della decorazione che sono gli
smalti di bianco e di azzurro variamenti disposti nei modi e nelle
forme stabilite dal Direttorio Nazionale dell’Istituto, a secondo
che le Croci di guerra al Valor Militare concesse al Socio siano una
o più e debbano al caso accompagnarsi ai vari segni di distinzione
di cui al nostro Decreto del 17 novembre 1927 – V.E.F. per altri
meriti militari eventualmente acquisiti dal Socio stesso”. Il
decreto veniva rimesso all’Istituto con Lettere Patenti del 16
gennaio 1936. Ciascun decorato acquisiva pertanto la facoltà e il
diritto di fare uso del descritto emblema in riferimento alle
decorazioni ottenute: tale facoltà è stata confermata dall’attuale
ordinamento istituzionale con il Decreto del Presidente della
Repubblica n. 158 del 10 gennaio 1966, che sanzionava il nuovo
Statuto del sodalizio. La Presidenza nazionale, ai sensi dell’art.
7 del vigente Regolamento, rilascia l’Emblema araldico al socio che
fa richiesta allegando le motivazioni delle ricompense ottenute:
eguale richiesta possono formulare i congiunti dei titolari dei
ricompense al v.m. caduti, dispersi o deceduti per cause di guerra,
iscritti all’Istituto con la qualità di “Soci aderenti”. Si è
discusso in dottrina sulla natura di tale riconoscimento araldico: lo
si può ritenere il segno distintivo di una “nobiltà generosa”,
concessa a titolo personale dal Capo dello Stato in ragione delle
specifiche benemerenze acquisite in campo militare. Con Regio
Decreto n. 2210 del 16 dicembre 1927 fu regolato “l’ordine delle
precedenze fra le varie cariche e dignità” a Corte e nelle
pubbliche funzioni: l’articolo 1 prevedeva nella categoria IV al
13° posto il Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro e nella
categoria VIII i Presidenti delle Federazioni Provinciali. “Nei
ricevimenti e nelle pubbliche funzioni, cui si interviene in corpo”
l’art. 2 assegnava al Comitato centrale dell’Istituto del Nastro
Azzurro il 21° posto, dopo la Deputazione dei Consigli superiori dei
Ministri e prima dei Consigli di Amministrazione dell’Istituto di
emissione del Regno, della Cassa Depositi e Prestiti e degli Istituti
di previdenza e di assicurazione. Il carattere strettamente apolitico
del sodalizio gli ha consentito di superare indenne il mutamento
istituzionale del 1946 pur dovendo modificare lo Statuto nel 1951 e
nel 1975.
Francesco Atanasio
Francesco Atanasio
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