APPROFONDIMENTI
Ten. cpl. Art. Pe. Sergio
Benedetto Sabetta
Premessa
Nell’
attuale guerra in Ucraina si sono rivelate le dissonanze nell’U.E., Washington
nel fornire armi e appoggio diplomatico a Kiev ha chiaramente indicato nell’
U.E. il soggetto che dovrebbe gestire primariamente il conflitto, essendo per
gli U.S.A. il Pacifico, ossia la Cina, il fronte principale dove concentrare
l’attenzione e le risorse attualmente disponibili.
L’azione combinata
della Russia e della relativa reazione U.S.A. ha manifestato oltre alle crisi
delle manifatture militari, sia americano che Occidentale in generale,
anche “… la vaghezza dell’Occidente collettivo, né occidentale né
collettivo …”( 11), né l’America mira a disintegrare la Federazione Russa,
come chiaramente indicato a Kiev, o farle la guerra, con il rischio di creare
un buco nero ingestibile e instabile oltre a creare le premesse per una
potenziale nuova Guerra Globale.
( Editoriale, Storia all’Ucraina, 7 – 31, in
“Lezioni Ucraine”, Limes 5/2023)
Formazione dello Stato
Austriaco
Lo stato
austriaco è una creazione dinastica della Casa
degli Asburgo (Hasburg), ma
sarebbe un errore di valutazione scorgervi un insieme di territori diversi,
artificiale, uniti solo dal legale col medesimo sovrano. Invece, nel corso dei
secoli, si è venuta formando una “idea
austriaca”, comune a tutte le diverse e distinte parti sulle quali regnava
la Monarchia.
Questa “idea dell’Austria” riposa sulla
constatazione che i popoli riuniti sui paesi bagnati dal Danubio, diversi per
lingua, per origine e cultura, sono in realtà naturalmente portati a intendersi
sul terreno politico ed economico e non solo nel loro egoistico interesse ma in
quello dell’Europa intera.
Sorge l’idea
dell’Austria asburgica fondata sull’affermazione di una solidarietà che ha
origine nelle lotte fatte in comune, che si traduce in un ideale di civiltà.
Il nome di Austria
– Osterreich ( Reich von Osten – Regnum Orientis ) appare per la prima volta in un
documento firmato dall’imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, Ottone III di Sassonia nel 996.
Il nome
indica una regione: la Marca dell’Est di Carlomagno,
che l’aveva creata dopo la distruzione degli Avari, per lungo tempo l’Austria
avrà il ruolo di bastione di fronte alle orde asiatiche che penetrano in
Occidente.
Nel secolo X
essa fu distrutta e assorbita dagli Ungari, che fissarono la loro frontiera col
mondo tedesco all’Enns, ma la vittoria di Ottone
I di Sassonia al Lechfeld in Baviera (955) sugli Ungari, permette la
ricostruzione della marca Orientale (Ostmark)
che passa nelle mani dei Babenberg, i
quali attraverso lunghi secoli di dominio, di guerre e di unioni dinastiche, la fondano
definitivamente dandole un notevole grado di civiltà tanto economica che
intellettuale.
Dopo un
breve dominio degli Slavi ( re Ottokar II
) e di unione con la Boemia, Rodolfo
di Habsburg, piccolo feudatario della Svizzera tedesca, rifonda l’Austria e
diventato imperatore nel 1273, dopo il tramonto della dinastia Sveva degli Hohenstaufen, vince gli Slavi a Marschfeld (1278) e pone sotto il suo
dominio i ducati di Carinzia e di Carniola (attuale Slovenia), della Stiria e dell’Austria vera e propria,
che assicura con feudi ereditari per i suoi figli, da allora fino al 1918 la
storia dell’Austria si identifica con quella degli Asburgo.
Il merito
storico di questi sovrani è stato quello di aver capito la solidarietà che già
univa i diversi Stati della regione danubiana: Boemia, Ungheria e Austria, così
che, invece di combattere con i vicini, cercarono sempre di legarli a sé con un’abile
politica matrimoniale, che ispirò più tardi i celebri versi:
Bella gerant alii, tu
felix Austria, nube,
Nam quae Mars aliis,
dat tibi regna Venus.
Così, di
combinazione matrimoniale in combinazione, Rodolfo
IV acquista la Contea del Tirolo e Alberto II, genero dell’Imperatore di
Germania Sigismondo, può ottenere a
sua volta di nuovo la corona del Reich (1438) e suo figlio Federico IV conia
l’orgogliosa insegna: A. E. I. O. U. – Austriae
est imperare orbi universo.
I risultati di questa politica si vedono con Massimiliano I ( 1493 – 1519 ), che sposando Maria di Borgogna, figlia di Carlo
il Temerario, porta all’Austria le ricche provincie della Franca Contea e
dei Paesi Bassi, questo sovrano, molto superiore a tutti i suoi predecessori,
fondò nei suoi Stati le basi per un solido accentramento moderno.
Consolida il
suo dominio nel Tirolo, svincola l’Austria dall’Ungheria dopo la morte di Mattia Corvino, definisce stabilmente i
suoi diritti nelle Fiandre e nell’Artois, misurandosi col re di Francia,
combattendo anche contro Carlo VIII,
e intervenire in Italia, stabilendo legami familiari con Ludovico il Moro, signore di Milano e, a danno di Venezia, annette all’Austria la
contea di Gorizia, fissando a Trieste lo sbocco al mare per i suoi Stati,
diventando al contempo padrone dei feudi indipendenti della Carinzia e di
alcuni del Friuli.
Il successo
più importante è tuttavia il matrimonio che riesce a concludere, dopo essere
diventato uno tra i più potenti sovrani d’Europa, tra suo figlio Filippo il Bello e la figlia dei reali
di Spagna Giovanna la Pazza, matrimonio che farà degli Asburgo i sovrani più
potenti del mondo con Carlo V . Anche
se l’impero universale sognato da Carlo V
non si realizzerà, gli Asburgo domineranno la Spagna e il suo impero fino
al 1713.
Inoltre,
anche il matrimonio dei suoi nipoti che riesce ad organizzare, Ferdinando e Maria, eredi di Luigi II
Jagellone, che già aveva le corone di Boemia e Ungheria, fece sì che per la
morte di questo re nella battaglia di Mohacs
contro i Turchi, anche questi regni si unirono all’Austria nell’unica
persona di Ferdinando.
Il 1526, battaglia di Mohacs,
appare dunque di importanza capitale per la storia dei tre paesi danubiani, è
la data dell’unità austriaca, sebbene si tratti di un’unione soltanto
personale, tuttavia essa forma una situazione di fatto, che nel orso dei secoli
darà vita all’idea austriaca.
Infatti nel ‘500 e nel ‘600 questi tre corpi di un solo Stato vivono eventi
eccezionali, per un verso essi devono solidarizzare e fare fronte comune contro
la mortale minaccia turca che preme dal Sud e dall’Ungheria, dall’altro la
riforma luterana che è lotta non solo anticattolica ma spesso antiasburgica,
dunque antiaustriaca.
Si delinea
così il senso dell’idea dell’Austria, essa è il bastione del cattolicesimo
romano contro i luterani da una parte e contro i turchi dall’altra. Nel corso
del ‘500 la Controriforma è attivissima in Austria: i Gesuiti si stabiliscono a
Vienna, a Praga e a Graz. La loro attività diventa più notevole nel secolo
XVII, educatori notevoli, essi si interessano soprattutto alle classi più
abbienti e ai nobili, imprimendo all’Austria una profonda e durevole impronta
cattolica.
I due
imperatori Rodolfo II, suo fratello Mattia e dopo di loro, Ferdinando II, lottano tenacemente contro i Luterani nella Guerra
dei 30 anni in cui avviene la germanizzazione della Boemia e contemporaneamente
l’accentramento più stretto intorno a Vienna di tutte le province dell’Impero,
dove la nobiltà tedesca e cattolica ne diventa la classe dirigente.
La lotta
contro i Turchi che gli Asburgo conducono con altrettanta tenacia, fa capire ai
popoli danubiani il senso della loro associazione e della loro missione storica
in Europa. Gli attacchi turchi che vanno da primi anni del ‘500 fino a
culminare nell’assedio di Vienna del 1683, vengono stroncati dopo l’eroica
resistenza sostenuta dal conte von
Stahremberg, aiutato e salvato in extremis dal re di Polonia Jan Sobieski.
Da questo
momento parte la controffensiva austriaca guidata dal Principe Eugenio di Savoia, che sebbene straniero fu ed è
considerato un eroe nazionale. Egli vince a Kahlenberg
e porta gli austriaci ad essere i padroni dell’Ungheria (Battaglia di Zenta),
inseguendo i Turchi e ricacciandoli fino alla Serbia (Belgrado), la lotta
storica degli Asburgo con i Turchi si conclude con la Pace di Passarowitz del 1717, che segna il trionfo dell’idea austriaca e degli Asburgo.
Tutte le
diverse nazionalità del loro Impero li
riconoscono tacitamente e vi è una legittima fierezza di farne parte di esserne
associati nel destino storico. Artefice di questo successo e del prestigio
asburgico è il Principe Eugenio che ha fatto concretamente sperimentare la
funzione dell’Austria, baluardo dell’Europa contro i Turchi e centro di
civiltà, capace di propagarla per tutto il sud-est balcanico.
Lo Stato
austriaco prende dunque coscienza di se stesso e sul finire del ‘600 dispone
già di una solida base economica. Nel 1684 uno studioso austriaco, von Hornigk,
considera che i paesi degli Asburgo formano “unum corpus naturale” un mondo chiuso e sparge la convinzione che
l’Austria, se elabora un piano accuratamente studiato può sorpassare tutti gli
altri Stati potendo tranquillamente vivere disponendo di risorse proprie oltre
a quelle necessarie.
Nella stessa
epoca il Consigliere imperiale Becher suggerisce
a Leopoldo I l’idea di formare una
sorta di unione doganale austro-germanica, che sottrarrebbe la nazione tedesca
dalla prevalenza economica della Francia e organizzare una Compagnia
dell’Oriente che importi tutti i prodotti necessari extra europei al regno.
Il governo
pratica infatti questo mercantilismo autarchico fondando a Vienna un Istituto
d’Arte ed Industria statale, mentre Carlo
VI sviluppa e amplia il porto di Trieste (1713-1740) sviluppando nei
Balcani il commercio austriaco e creando a Ostenda una Compagnia Austriaca
delle Indie.
Sono questi
i primi positivi e concreti segni della vitalità dell’idea austriaca, i sudditi imperiali vedono nell’unione politica con
l’Austria il loro benessere assicurato. Gli Asburgo non devono più ricorrere a
combinazioni, a machiavellismi, essi incarnano gli interessi delle necessità
naturali e delle volontà dei loro popoli.
Diffuso e
sentito è il lealismo monarchico nelle classi dirigenti anche se di diverse
nazionalità e Carlo VI può sancire la “Prammatica Sanzione”, ossia la Costituzione Imperiale (Reichsverfassung), che regola la
successione degli Asburgo nei loro Stati e, in questo caso, indica la figlia
dell’Imperatore, Maria Teresa .
Gli Stati
austriaci sono indivisibili e sotto l’autorità dell’Imperatore, tutti i sudditi
delle diverse nazionalità salutano con riconoscenza la decisione, gli Asburgo
non perseguono in questi secoli soltanto la politica dell’idea austriaca, essi
mandano avanti anche una politica imperiale tedesca, rilevanza all’elemento
germanico dell’impero e interesse per le vicende degli Stati dell’Impero
germanico extra austriaci, infine, anche una politica universalistica.
Capi del
Sacro Romano Impero Germanico, i sovrani austriaci conservano la loro posizione
nei confronti degli altri principi tedeschi. Hanno dovuto subire insuccessi
gravissimi in questo settore ed hanno dovuto riconoscere, dopo il Trattato di Westafalia, le “germanicae libertates” e in Germania, lo
sviluppo della Casa degli Hohenzollern
in Prussia, è una seria fonte di preoccupazioni.
Nessuno
peraltro gli contesta il grande prestigio e la loro funzione di baluardo del
germanismo e della germanizzazione nel centro e nel sud-est dell’Europa,
l’Imperatore d’Austria è la spada del Reich tedesco, per questo lotta contro i
Turchi e difende la Germania dall’espansionismo di Luigi XIV .
L’universalismo asburgico conosce il massimo apice nel ‘500 con Carlo V e questa eredità continua nei
secoli, il filosofo Leibniz , ancora
sul finire del ‘600, vede nell’Imperatore d’Austria e di Germania il capo del
mondo cristiano e l’Impero per il filosofo è di interesse universale.
E’ ovvio
come all’inizio del ‘700 questa antica e grandiosa ambizione degli Asburgo li
abbia messi, di proposito, nella guerra di successione spagnola contro i Borboni. Gli Asburgo non riescono a
vincere completamente l’antagonista borbonico, ma riescono comunque a mettere
le mani, con il Trattato di Rastadt
sui Paesi Bassi, sull’importante Ducato di Milano e il lontano Regno di Napoli.
Questi paesi
italiani, dove ora gli Asburgo estendono la loro egemonia, sono del tutto al di
fuori dell’orbita tedesca e danubiana, difficili e profondamente diversi, non
sono assimilabili all’Austria.
La stessa
vasta estensione raggiunta col Trattato
di Rastadt turba i Borboni che
ritengono necessario tornare alla lotta antiasburgica, la politica
universalistica torna quindi a danno
dello Stato austriaco, in quanto lo
impegna in una lotta con altri Stati che non sono essenziali alla sua struttura
e alla sua funzione storica di essere il centro degli interessi mitteleuropei e
danubiani.
Nei primi
anni del ‘700 e poi definitivamente con l’Imperatrice Maria Teresa torna di più in attualità l’idea austriaca, l’Austria
rinuncia all’idea universale e cede Napoli, riconciliandosi con i Borboni. Tuttavia, nel loro Impero gli Asburgo, come retaggio della Pace di Rastadt, continuano a conservare
Milano e la Lombardia.
La necessità
delle circostanze li obbliga ad essere presenti in Italia, paese del tutto
inassimilabile, eccentrico, che peserà sempre come fattore negativo in tutta la
loro politica, fino alla Prima Grande Guerra del Secolo XX.
E’ sempre
l’dea universale che si accompagna a quella austriaca a far sì che essi debbano
essere presenti nella Germania, certamente più congeniale e naturalmente più
vicina che non l’Italia, ma comunque condizionante in modo da esorbitare dal
vero loro fine storico: l’unione delle nazionalità e degli interessi
dell’Europa centrale e danubiana.
Gli Asburgo
vennero travolti e rovinarono il loro impero per non aver capito in tempo che
dovevano abbandonare l’idea universale e quindi disinteressarsi tanto
dell’Italia che della Germania, per svolgere il loro vero compito di far
sopravvivere l’antico blocco, confederazione di popoli che naturalmente devono
vivere associati: Austriaci, Boemi e
Ungheresi.
Quando
ebbero la tardiva coscienza di questo le nazionalità, ormai imbevute di nazionalismo,
si misero a sgretolare un blocco storico che forniva loro da secoli un elevato
livello di civiltà e di benessere, questo fu il principio di una decadenza
inarrestabile, per essere poi ridotte a Stati fragili, deboli, esposti a subire
il peso e l’ingerenza di Potenze straniere.
La storia
dell’Austria moderna è anche la storia della decadenza degli Asburgo, ma all’inizio del ‘700 l’Impero
austriaco brilla tra le grandi potenze del mondo, con Maria Teresa è al culmine della sua potenza, è un centro di civiltà
cattolica, sviluppa la civiltà del barocco e forma il
carattere e il temperamento dell’Austria, quel settore del mondo germanico sui generis:
cosmopolita, aperto al sud latino come all’oriente slavo, vero terreno di
quanto intendiamo per civiltà europea.