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lunedì 14 agosto 2023

Fabio Lombardelli La Human Intelligence I

DIBATTITI



 La HUMINT (Human Intelligence) è una disciplina dell’intelligence che consiste nell’acquisizione di notizie tramite relazioni umane. Essa comprende operazioni coperte dalla massima segretezza, come il reclutamento e la gestione di informatori occulti presenti all’interno di determinati ambienti d’interesse, ma anche diverse attività meno segrete o quasi palesi, come ad esempio: lo scambio di informazioni con servizi d’intelligence stranieri, il debriefing di immigrati e profughi provenienti dall’estero, gli interrogatori di detenuti, la raccolta di notizie offerte agli organismi di intelligence da semplici cittadini. I funzionari d’intelligence preposti alla ricerca tramite fonti umane, specie se occulte, devono possedere notevoli capacità di rapporto interpersonale e di comprensione psicologica profonda degli individui. Oltre che l’abilità di valutare criticamente le notizie acquisite. Le operazioni segrete HUMINT nel settore controterrorismo sono particolarmente difficili e rischiose. Di frequente sono anche controverse sotto il profilo etico e politico, visto che le fonti umane in questo settore sono spesso coinvolte direttamente in attività criminali. La penetrazione di gruppi terroristi tramite fonti umane o agenti infiltrati rimane, tuttavia, la metodologia più efficace per acquisire notizie circa i piani, le intenzioni e i personaggi chiave di tali aggregazioni. La HUMINT ha, infatti, dato contributi decisivi nella lotta sia al terrorismo interno “classico” (Brigate Rosse, RAF, IRA, ETA, etc.) sia al terrorismo internazionale di matrice jihadista. Negli ultimi decenni i paesi occidentali hanno privilegiato lo sviluppo di potenti strumenti tecnologici d’intelligence, specie la SIGINT, per contrastare la minaccia terroristica. I mezzi tecnologici di ricerca informativa hanno certamente un ruolo molto importante nel controterrorismo, ma non possono sostituire l’indispensabile contributo delle fonti umane. Peraltro, tali mezzi producono quotidianamente una quantità enorme di notizie che, in assenza di una robusta HUMINT, rendono sempre più arduo il compito di selezione delle informazioni più rilevanti e prioritarie sotto il profilo della prevenzione e dell’”early warning” di possibili attacchi. L’evoluzione recente della minaccia jihadista verso forme di terrorismo “diffuso”, spesso caratterizzato dall’azione di soggetti singoli radicalizzati sul web e non sempre legati a gruppi bene organizzati, richiede un rilancio e un potenziamento delle capacità HUMINT in tutti i Paesi occidentali, Italia compresa. Si rende necessaria una sempre più stretta cooperazione nel campo della HUMINT nelle attività di antiterrorismo e di contro-radicalizzazione tra servizi d’intelligence, forze di polizia (compresa la polizia di prossimità) e apparati militari. Occorre, altresì, sviluppare forme di collaborazione, nell’ambito HUMINT finalizzato al controterrorismo, tra comparto intelligence e aziende soprattutto quelle operanti in settori strategici e infrastrutture critiche. In quest’ottica anche le aziende dovranno sviluppare le loro capacità HUMINT per tutelare la propria sicurezza e fornire supporto alle attività di ricerca condotte dai servizi d’intelligence.

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