DIBATTITI
1.1 La
teoria
Può sembrare lapalissiano, ma è bene ricordarlo, enunciare il seguente assioma: chi inizia una ricerca o lo studio di una disciplina, non importa a che livello, deve prima di tutto, nonostante il suo bagaglio culturale acquisito fino a quel momento, deve aver chiaro e sapere distintamente che cosa sia questa ricerca o questa disciplina e di che cosa si occupa. In una ampia accezione, che travalica le finalità di questo lavoro, riteniamo opportuno fare alcuni accenni, brevi ma significativi, alla teoria che sottintende il lavoro che si deve andare a fare, ovvero, travalicando i limiti che ci siamo posti, porci un fondamentale interrogativo: “Che cosa è la Storia”. Una domanda che spesso dobbiamo porci quando siamo nel mezzo del lavoro, spesso per evitare sbandamenti o percorrere strade errate o perseguire obbiettivi falsi e ingannevoli.
Nella
nostra lingua il termine “storia” è ambiguo: significa nel contempo “la serie degli avvenimenti trascorsi” e
“la conoscenza del passato concretatasi
in una narrazione”, “la disciplina che a tale conoscenza presiede”. Sono
aspetti che si sovrappongono l’un l’altro e che vanno tenuti distinti. Occorre
sempre distinguere che ci si riferisce, da un lato, alla realtà storica, alle
“res gestae”, e dall’altro alla conoscenza del medesimo, alla “istoria rerum
gestarum”.
La
confusione che si può generare da questa sovrapposizione può essere evitata o contrastata
utilizzando il termine, introdotto qualche decennio fa, di “storiografia”, che
inequivocabilmente indica “conoscenza storica”, anche se questo vocabolo più
recentemente si è affermato con il significato di lavoro pratico nel quale la
conoscenza storica si concreta, nell’accezione cioè di opera letteraria di
argomento storico, nonché di scienza che presiede alla compilazione delle opere
storiche.
Al
di là di queste distinzioni, richiamiamo qui l’attenzione sulla conoscenza
storica, rinviando nelle sedi opportune l’eventuale discussione dei rapporti
che legano storia e storiografia.
( Massimo Coltrinari)
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