APPROFONDIMENTI
Se non dovessero
bastare le prove da me offerte per sbugiardare gli uomini in malafede, potrei
riferirmi ai documenti ufficiali del primo Governo democratico residente a
Salerno nel 1944.
Il filosofo
Benedetto Croce, per esempio, Ministro in quel governo, mi scrisse questa
lettera:
“Carissimo Signor Viola,
la sua posizione
politica fu discussa ed esaminata a Salerno nel primo Ministero democratico e
concordemente (cioè con il voto dei comunisti, dei socialisti e dei
rappresentanti del Partito d'Azione) fu riconosciuto esente da biasimo e come
tale confermato quale capo dell'Associazione Nazionale dei Combattenti.
“Con cordiali
saluti
Benedetto Croce”
E qualche tempo dopo il Presidente del consiglio dei Ministeri, On.le Ferruccio Parri, mi faceva pervenire quest'altra lettera:
“Roma, 31 agosto 1945
“All'On.le
Ettore Viola
Commissario per
l'associazione Nazionale Combattenti
Roma
“Le comunico che
il consiglio dei Ministri, nell'ultima tornata, ha esaminato la di Lei
posizione nei riguardi della Consulta Nazionale ed ha considerato come Ella non
possa farne parte, quale ex parlamentare, per mancanza dei requisiti di cui
all'art. 7 del Decreto Legislativo luogotenenziale 30 aprile 1945, n. 168, in
quanto la dichiarazione da Lei fatta alla Camera dei Deputati nella seduta del
18 dicembre 1926, pur avendo l'unico scopo di renderLe possibile l'allontamento
dall'Italia, formalmente rompeva la continuità dell'atteggiamento antifascista
di fronte al pubblico.
“Debbo tuttavia
darLe atto, anche a nome del Consiglio, che ciò non vale disconoscimento di
tale atteggiamento, che fu da Lei ripreso all'Estero, e dei suoi meriti di
patriota, che furono già oggetto di considerazione da parte del Consiglio dei
Ministri quando fu deciso, nello scorso anno, di affidarle la carica di
Commissario dell'Associazione Combattenti.
“Tengo in
proposito a confermarLe la mia piena fiducia e stima augurandoLe, anche a nome
del Governo, che Ella possa continuare a svolgere l'opera iniziata con grande
passione e con assoluto disinteresse.
“Cordialmente
Ferruccio Parri”
A prescindere dal fatto che in virtù di una seconda “formalità” mi fu ugualmente riconosciuto senza difficoltà il diritto di far parte della Consulta Nazionale, sento di dover esprimere un vivo sentimento di compassione, più che di disprezzo, per chi, dopo aver combattuto nella stessa guerra del 1915-18 e nello stesso settore politico alla Camera dei Deputati in rappresentanza dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, si comporta poi come un irresponsabile qualsiasi nel contesto dei rapporti umani.
Ritengo di aver fatto chiaramente intendere che se, invece della via tedesca, Mussolini ne avesse percorsa altra meno satura di ricordi paurosi, tutt'ora vivi nella mente dei combattenti della prima guerra mondiale, anche lo scrivente avrebbe forse attenuato la propria reazione perché non avrebbe avuto alcun motivo per riscartabbellare i codici delle”inumane teorie teutoniche” destinate a vincere in qualsiasi modo la guerra.
Il Führer ha
perduto la guerra, ma ha facilitato ai tedeschi di oggi il compito di ripulire
il loro ambiente politico inquinato nei secoli.
Il Duce non ha
vinto né perduto la guerra perché era al rimorchio del confratello tedesco, ma
ha rovinato l'Italia.
Quanto
all'autore delle presenti pagine egli non ha ragione di dolersi per averle
scritte. Tutt'altro!
Ettore Viola.
Il Volume da cui sono state tratte queste note è disponibile presso la Segreteria dell'Istituto ed è inviato gratuitamente ( segreteriagenerale@istitutodelnastroazzurro.org)
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