APPROFONDIMENTI
La mia opera
intesa ad amalgamare nell'Associazione gli ex combattenti della prima guerra
mondiale con quelli della seconda, e a non umiliare i “forzati” volontari
della guerra di Spagna, durò lunghi
anni, ma alla fine fu coronata dal successo.
Non è il caso di
elencare il successivo immane lavoro svolto da me e dai miei collaboratori.
Dirò soltanto che per quattordici anni rimasi inchiodato alla mia poltrona di
Piazza Grazioli, come un impiegato qualsiasi e che i miei viaggi per l'Italia
avevano come scopo lo sviluppo dell'Associazione degli ex combattenti e non la
propaganda per essere riconfermato Deputato.
Infine, non per
vantarmene, ma per la verità obiettiva, non sempre gradita ai mie detrattori,
dirò che all'Associazione non feci mai spendere per me, neppure una lira perché
rinunciai sempre ad ogni indennità nonché al rimborso delle spese vive; e
ricorderò agli immemori che durante la mia Presidenza dell'Associazione non fu
mai asservita né ai democristiani né ai comunisti, e tanto meno a un condominio
tra questi due grandi partiti. Ciononostante i comunisti furono
nell'Associazione sempre disciplinati, corretti e amici dello scrivente.
Anche ancorché
mi dimisi volontariamente dalla Presidenza dell'Associazione nel 1958, per aver
ricevuto dall'armatore Achille Lauro, allora capo di un partito monarchico,
un'azione disonesta che mi impedì di essere confermato deputato, i comunisti
furono ancora una volta, con me, tra i più corretti e comprensivi.
Infatti in
quell'occasione, dissociandosi da coloro che vollero ad ogni costo accettare le
mie dimissioni – che peraltro avevo dichiarato irrevocabili – senza seguire la
prassi secondo cui, tra le persone educate e civili si usa respingerle “in
prima istanza”, i comunisti dimostrarono di essere i “più umani” di tanti altri
presenti in Assemblea.
Ettore Viola
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