NOTIZIE CESVAM
Presentazione il 28 maggio 2021
Sala Grande della Provincia
Rivista QUADERNI N. 4 del 2020
INTERVENTO
DEL GEN.C.A DOMENICO ROSSI ALLA RPESENTAZIONE DEL QUADERNO 1-2021 SUL VALORE
COLLETTIVO IN PROVINCIA DI AREZZO
La parola valore ,che deriva dal latino valere, può avere tanti
significati.
Prendendo spunto dalla Enciclopedia
Treccani la parola valore ,con riferimento alla persona indica il possesso di
alte doti intellettuali e morali o alto grado di capacità professionale mentre con
riferimento ad un atto significa coraggio, ardimento dimostrati
nell’affrontare i nemici in combattimento e nel sostenere fermamente le dure
prove che la guerra comporta anche con pericolo della propria vita.
Per dare atto del valore nel
tempo con riferimento proprio al
combinato disposto delle doti morali e di ardimento sono state stabilite specifiche decorazioni conferite
AL VALOR MILITARE, per atti di eroismo
militare,AL VALOR CIVILE ,per atti che manifestino preclara virtù civica, e AL
MERITO CIVILE, per eccezionale senso di abnegazione nel soccorso altrui.
Decorazioni che non ha caso
quindi vengono istituite fin dal 1793
con l’ Ordine dei Decorati al Valor Militare disposto da Vittorio Amedeo III per passare nel 1851 alle
Medaglie al Valor Civile previste con RD
di Vittorio Emanuele II. Chiudono in ordine temporale le decorazioni al merito
civile istituite nel 1956.
Chiarito il significato delle
decorazioni,faccio notare un dato
statistico di assoluto rilievo delle decorazioni descritte nel quaderno e
riferite alla provincia di Arezzo e a suoi cittadini : ben 28 .
Un dato che già da il senso del valore collettivo di una
comunità.
Partendo dalle MEDAGLIE AL
VALOR MILITARE concesse (1 medaglia d’oro ;1 d’argento;1 di bronzo;1 croce
di guerra) ed andando ad analizzarne le motivazioni possiamo dare ancora un
maggior significato al perché nell’Aretino si possa effettivamente parlare di valore
collettivo più che degli atti dei singoli.
Intanto, comprendere meglio
quello che è sucesso nell’aretino tra il 43 e il 45 appare importante leggere con attenzione la
motivazione della medaglia d’ora concessa alla Provincia. Viene infatti richiamata “l’irriducibile
opposizione al nemico” non solo da
parte delle formazioni armate ma anche dalle popolazioni di città e di
campagna.
In sostanza una resistenza
totalizzante della comunità aretina che viene chiaramente concretizzata nella
relazione del 16 settembre 1964 che la provincia di arezzo invia al ministero
della difesa: 2131 caduti per rappresaglie ,bombardamenti aerei ed eventi
bellici; oltre 800 ponti e 52.000 vani
abitazione distrutti; 151 partigiani caduti ,senza dimenticare una purtroppo
lunga lista di comuni o frazioni oggetto delle
rappresaglie ben superiore alle decorazioni conferite.
La sensazione del valore
collettivo si ricava peraltro anche dalla diversità delle motivazioni espresse nel conferimento delle
decorazioni ai SINGOLI COMUNI.
A SANSEPOLCRO la medaglia d’argento al valor militare viene
concessa perché vengono aiutati centinaia
di detenuti politici italiani e jugoslavi
evasi dal Campo di Concentramento del Renicci e soprattutto per l’insurrezione
armata del 19 marzo 1944 dove la popolazione sostenuta da un reparto partigiano
si ribellò alle prepotenze dei repubblichini. Dopo strenua lotta i superstiti
furono immediatamente fucilati.
A CAVRIGLIA la medaglia di bronzo al valor militare viene
tra l’altro concessa per l’efficacia degli scioperi dei suoi minatori.
A PIEVE SANTO STEFANO la
croce di guerra al valor militare viene conferita per le persecuzioni,deportazioni
e soprattutto per le intense offese aeree e terrestri,tali da far meritare al
comune l’appellativo di SECONDA CASSINO
D’ITALIA. Ne sono testimonianza la distruzione del 100% dei fabbricati del capoluogo i morti e i
deportati e finanche le migliaia di animali che furono asportati danneggiando
in modo sotanziale la piccola economia del territorio.
Il supporto di vario tipo
dato dalle popolazioni alle formazioni partigiane scatenò una serie di
rappresaglie con una comune estrema crudelta’ nei confronti di cittadini
inermi che furono scientemente trucidati. Situazioni efferate che hanno dato
luogo al conferimento di varie Medaglie al Valor Civile :
Nel comune di BUCINE (medaglia d’oro) nel periodo giugno
luglio 1944 vi furono 29 eccidi in cui furono uccise 123 persone.
Nel comune di CIVITELLA in Val
di Chiana (medaglia d’oro) persero la vita il 29 giugno del 1944 ben 244 persone tra Civitella,San Pancrazio e Cornia.
Nella frazione di Vallucciole
del comune di PRATOVECCHIO DI STIA (medaglia d’argento) furono massacrate 108
persone di cui 22 tra i tre mesi e i 17 anni Ed al merito civile.
Occorre inoltre
sottolineare le MEDAGLIE AL MERITO CIVILE conferite ad AREZZO E CASTIGLION FIORENTINO. In
quest’ultimo comune la morte di 71
civili in maggior parte donne e bambini fu in questa cirostanza compiuta dai bombardamenti
alleati.
In questo excursul sul valore
non possiamo inoltre dimenticare le DECORAZIONI CONCESSE AI SINGOLI perché
aretini o per FATTI AVVENUTI nel territorio aretino.
16 medaglie d’oro al valor
militare concesse a singoli combattenti, di cui alcune riferite ad episodi
di guerra e la maggior parte per azioni partigiane.
Un riferimento specifico alla
partigiana ROSSI MODESTA sia per
essere una delle pochissime donne medaglie
d’oro della resistenza (19 in tutta
Italia di cui 15 alla memoria) sia
perché la sua storia dà il senso di comunità e di valore collettivo. Non solo
volle seguire il marito nella lotta partigiana ma pretese di prendere parte
attiva alla lotta anziché rimanere nelle umili mansioni assistenziali cui era
stata affidata. Arrestata e torturata
moriva insieme al figlioletto di appena un anno.
Una doverosa citazione
meritano anche la medaglia d’oro al valor militare e le 3 medaglie d’oro al valor civile concesse a quattro
Sacerdoti che offrirono la propria vita in cambio di quella dei loro parrocchiani
ribadendo in modo chiaro il valore collettivo di un
popolo unito nell’anelito di libertà e
che caddero così insieme a loro trucidati.
In sostanza, la resistenza nell’aretino è stata globale e
si inquadra nella lotta al regime nazi fascista, sorta spontaneamente dopo
l’otto settembre in tutta italia a partire dai combattimenti di Porta San Paolo
a Roma, ed in cui si incrociano la resistenza del popolo in armi,di quello
senza armi , dei militari che fatti prigionieri si rifiutarono di aderire alla Repubblica
di Salò e a quelli che confluirono nelle
file partigiane o che andarono a costituire i gruppi di combattimento che seguirono gli alleati a partire da
cassino in poi fino alla liberazione del Paese. Una resistenza che ha ridato
dignità alla Patria e che gli ha permesso di proseguire verso una Repubblica
fondata sugli attuali valori costituzionali.
Proprio per questo il quaderno
può e deve divenire un elemento di assoluta importanza nella tramissione di
tali valori . Un quaderno il cui scopo che pienamente condivido è d’altronde
ben illustrato nelle varie prefazioni da parte del :
- Presidente Provinciale dell’Istituto Nastro Azzurro
di Arezzo e Siena che destina il quaderno ai giovani perché “siano consapevoli e responsabili dei
compiti” che derivano dal dovere salvaguardare i valori ricevuti;
-
Presidente Nazionale del Nastro Azzurro
che indica come la pubblicazione vuole
essere un atto di memoria e fonte di
riflessione e invita alla
gratitudine per il “bene inestimabile” ricevuto;
-
Presidente della Provincia di Arezzo
che mette in rilievo l’importanza di “preservare la memoria di una comunità”
per consegnare alle giovani generazioni un ‘identità su cui costruire un futuro
migliore;
- Presidente della Regione Toscana che assegna ai giovani il
compito di “ farsi testimoni e protagonisti di una nuova cultura” basata sui
diritti individuali e collettivi,ivi compreso il grande valore della libertà.
In sostanza ,nell’aretino vi è
stata una resistenza di popolo ,collettiva e caratterizzata da tanti atti di
valore. Il primo atto di valore peraltro ,da cui tutto è scaturito, fu comunque la
scelta di tanti giovani di opporsi a proprio rischio al nazi fascismo.
Per capirne i motivi prendo
spunto da alcuni passi di una lettera scritta dall’unica medaglia d’oro vivente
la Professoressa Paola Dal Din che da me
invitata ad una mostra sulle donne decorate medaglie d’oro non potendo
intervenire mi scrisse se avessi partecipato avrei detto ai giovanì:
“ Non avevamo idee di guadagni,
di potere, di carriera, ma semplicemente di salvare quanto più possibile di
quello che rimaneva della nostra Patria distrutta e disperata. Forse intendevamo
anche un vivere senza la guerra, senza invasori dal nord e dal sud, senza treni
in partenza per portare nostra gente chissà dove. Un vivere dove fosse
possibile dire liberamente il proprio pensiero. Abituati ad una vita semplice e
con risorse limitate, perfino le restrizioni materiali di ogni genere ci parevano sopportabili per il bene ideale
della Libertà”.
A tutti questi giovani vada
ancora una volta il nostro doveroso sincero e convinto ringraziamento per
averci ridato “la libertà”,una parola cui forse oggi possiamo dare un po di più il giusto peso ,avendo vissuto e vivendo le
necessarie limitazioni derivanti dall’emergenza corona virus.
Questo quaderno può aiutare a comprenderne
il valore , indispensabile in
prospettiva futura ricordando , però, che i valori non si apprendono
teoricamente, i valori vanno compresi , vissuti, e soprattutto fissati con
l’impegno quotidiano affinché si trasformino in fatti concreti, attraverso
scelte e comportamenti coerenti
,condivisi da tutti perchè "Se vuoi andare veloce, vai da solo, ma
se vuoi andare lontano, non puoi che andare insieme ad altri”.
Gen.C.A
Domenico Rossi
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