APPROFONDIMENTI
Fine luglio 1944.
Avanzata verso nord e necessità
di collegamento con le unità operanti nell'Italia centrale.
F. Mammarella
CAMBIAMENTO DI SETTORE FRA SASSOFERRATO E GUBBIO.
Il 12 agosto il comandante del Corpo polacco comunicò
che il C. I. L. doveva cambiare il proprio settore spostandosi sulla sinistra,
fra Sassoferrato e Gubbio. I relativi movimenti dovevano essere iniziati subito
ed ultimati entro le ore 6 del 17 agosto. Il C. I. L. sarebbe stato sostituito,
sulle posizioni in atto, da un raggruppamento polacco di cavalleria
motocorazzato, mentre sulle nuove posizioni avrebbe sostituito, a sua volta, il
15° reggimento ulani «Poznan» (gruppo Kieda).
Sulla base di ciò il comandante del C. I. L. impartì
le prime disposizioni:
a) Nel nuovo settore le forze del C. I. L. si
sarebbero schierate con la I e la II brigata in 1a schiera e la
divisione «Nembo» in 2a schiera.
A destra, a cavallo della rotabile Sassoferrato -
Pergola, si sarebbe schierata la II brigata, rinforzata dal IX reparto
d'assalto, dalle batterie controcarri già in assegnazione (1 batteria da 57/50,
2 compagnie pezzi da 47/32), da un plotone artieri e da un plotone
collegamenti. A sinistra, a cavallo della rotabile Scheggia e Pascelupo -
Cantiano, si sarebbe schierata la I brigata, rinforzata dalle batterie
controcarri già in assegnazione (2 batterie da 57/50), da un plotone artieri e
da un plotone collegamenti. Limite di settore tra I e II brigata (largamente
orientativo): Corno di Catria - Monte Catria - q. 984 - Molleone[1].
La divisione «Nembo» doveva schierarsi in riserva
nella zona Colleponi - S. Fortunato - Genga.
Il C. I. L. nel nuovo settore avrebbe agito inquadrato
avendo:
— a destra, il predetto raggruppamento di cavalleria
motocorazzato polacco (il quale avrebbe avuto alle sue dipendenze anche la
banda partigiana «Maiella»);
— a sinistra, il 270 reggimento lancieri inglese del X
Corpo britannico.
b) Sullo schieramento erano dati i seguenti orientamenti:
— la II brigata doveva: tenere elementi a cavallo del
fiume Cesano fino alla zona di Bellisio e poi sulle 'alture di Percozzone
Massaiola - S. Ermete; predisporre inoltre l'occupazione della zona di Monte
Torrino;
— la I brigata doveva: tenere elementi motociclisti,
con mezzi controcarri, nella zona di Scheggia e di q. 507 di Val Dorbia ed
elementi a cavallo del basso corso del fosso Mandrale nella zona di Frontone;
procedere all'occupazione del costone di Monte Morcia q. 555 - Grumale;
predisporre infine l'invio di un reparto alpino, per la zona montana, sulla
rotabile n. 3 a sud di Cagli.
c) Lo schieramento dell'artiglieria sarebbe stato
definito dopo l'occupazione di Monte Torrino.
d) I servizi dovevano schierarsi a cavallo della
rotabile Sassoferrato - Fabriano.
e) I movimenti delle varie unità per recarsi nella
nuova zona, ad eccezione dei quadrupedi, sarebbero avvenuti a mezzo di
autotrasporti.
Nello stesso tempo vennero fornite le seguenti notizie:
— sul conto del 15° reggimento ulani (gruppo Kieda) da
rilevare: che esso teneva già elementi avanzati in S. M. di Burano Cantiano -
Frontone - Monte Vecchio - Bellisio, e altri elementi sulla rotabile n. 3
immediatamente a nord di Scheggia;
— sul conto del 27° reggimento lancieri inglese, il
quale agiva sulla sinistra del settore[2]:
che esso aveva elementi avanzati immediatamente a nord di Monte Frontano e
immediatamente a sud di Monte Fumo (il monte era in mano ai tedeschi);
— sul conto del nemico: che in tutto il settore teneva
schierato un battaglione della 5a divisione da montagna, sostenuto
però da molte artiglierie; che occupava la zona di Cagli con una compagnia e
manteneva osservatori mobili su Monte Torrino; che faceva largo impiego di
pattuglie, sia di giorno che di notte, in particolare su Pergola e Bellisio.
Naturalmente, trattandosi di un movimento complesso in
quanto le unità del C. I. L. dovevano essere sostituite su posizioni tattiche e
sostituire a loro volta altre unità a contatto col nemico, le relative
disposizioni subirono delle varianti di dettaglio. Merita però di essere notata
l'evoluzione del pensiero tattico del comandante del C. I. L. il quale, dopo
qualche giorno dalla emanazione delle sue prime disposizioni, espresse
l'intendimento di procedere, non appena avvenuto il passaggio di responsabilità
del settore, «ad una parziale rettifica dell'occupazione», e cioè:
— occupare la dorsale di Monte Torrino tra il Cinisco
e il Cesano per impedire al nemico di sfruttarla come zona di osservatori (la
dorsale risultava sgombra);
— appoggiare, se possibile, la successiva linea di
resistenza a Bellisio di Sopra - Monte Ajate - Piandigallo, dove sarebbe stata
stabilita, con sovrapposizione, la saldatura tra I e II brigata;
— rettificare in conseguenza lo schieramento dell'ala
destra di ciascuna brigata.
Per l'attuazione di tutto ciò, il III e il IV gruppo
da 75/18 dell' 11°reggimento artiglieria erano messi a disposizione della II
brigata.
In armonia con le direttive emanate dal comandante del
C. I. L., tanto il comandante della II brigata quanto quello della I brigata
diedero disposizioni per lo schieramento dei reparti. Il comandante della II
brigata, maggiormente interessato nella evoluzione del pensiero tattico del
comandante del C. I. L., dopo aver espresso il suo intendimento di sbarrare le
provenienze da nord tenendo particolarmente forti le posizioni di bivio ad est di
Pietraselce - Bellisio di Sopra- Cabernardi, dispose (Allegati 56 e 57):
a)
che il reggimento «S. Marco», rinforzato da una compagnia cannoni da 47/32 e da
una batteria da 57/50 controcarri (meno una sezione), occupasse col battaglione
«Grado» le posizioni fra Percozzone e Cabernardi e organizzasse due centri di
fuoco avanzati a S. Ermete e C.se Nolfi. Il battaglione «Bafile», in 2°
scaglione, si sarebbe schierato nella zona di Monterosso, orientato ad agire a
favore dei due battaglioni in 1°scaglione (battaglione «Grado» e IX reparto
d'assalto);
b) che il IX reparto d'assalto, rinforzato da una
compagnia cannoni da 47/32 e da una sezione da 57/50 controcarri, si schierasse
in 1° scaglione sulla sinistra del battaglione «Grado», occupando posizioni di
particolare importanza tattica fra cui: bivio ad est di C. Pietraselce, Monte
Romano e Bellisio di Sopra; limite fra reggimento «S. Marco» e IX reparto
d'assalto: Rotondo - Doglio Palazzo - Percozzone - Col Ventoso;
c) che il 68° reggimento fanteria si schierasse in 2°
scaglione fra Catobagli e q. 348 distaccando elementi di sicurezza sulla
destra;
d) che, per l'artiglieria, il V gruppo da 75/13
someggiato si schierasse in zona Colombaja per agire in favore del battaglione
«Grado»; il III e IV gruppo da 75/18 (dell'11° reggimento) si schierassero
nella zona di Le Piane - Galtello col compito di agire: il III in favore del IX
reparto d'assalto e il IV come elemento di manovra.
Queste prime disposizioni furono meglio perfezionate
in un secondo tempo nel quale il comandante della II brigata, in aderenza alle
vedute tattiche del comandante del C. I. L., ordinò:
— che il battaglione «Grado» estendesse la sua
occupazione a sinistra fino a Bellisio di Sotto compreso;
— che il IX reparto d'assalto alle ore 6 del giorno 17
iniziasse una azione per la occupazione di: Bellisio di Sopra, Monte Ajate e
Piandigallo (l'azione doveva essere preceduta dall'invio di pattuglie, il
giorno 16, su Monte Torrino);
— che i gruppi di artiglieria si tenessero in potenza
e il V gruppo da 75/13 someggiato si orientasse ad agire anche a favore del IX
reparto d'assalto nel corso dell'anzidetta azione.
Anche il comandante della I brigata diede gli ordini
per lo schieramento di sua competenza disponendo (All. 58):
a) che il settore affidatogli venisse ripartito in due
sottosettori :
— sottosettore «Scheggia», affidato alla 1° compagnia
motociclisti, rinforzata da una sezione da 57/50 controcarri (il 4° reggimento
bersaglieri era ancora lontano);
— sottosettore «Frontone», affidato al 3° reggimento
alpini, rinforzato da 2 batterie da 57/50 controcarri (meno una sezione) con un
battaglione («Piemonte») in 1° scaglione sulle pendici nord-orientali di Monte
Morcia fra q. 555 - Cajcacia - Caragno - q. 467 e con le forze preponderanti a
sinistra; un battaglione («Monte Granero») in 2° scaglione tra Frontone e Serra
S. Abbondio col compito particolare di assolvere funzioni di fianco difensivo
fronte a nord-est;
b) che, non appena la II brigata (IX reparto
d'assalto) avesse raggiunto le posizioni di Bellisio di Sopra, Monte Ajate,
Piandigallo, il 3° reggimento alpini si portasse, con l'ala destra, sulle
posizioni di il Logo, C. Magalotti, la saldatura con la II brigata a
Piandigallo;
c) che, per l'artiglieria, il IV gruppo da 75/13
someggiato si schierasse nella zona di q. 681 e il gruppo di formazione
batterie alpine da 75/13 in zona Chiusure (1 batteria) e Cà di Usebio (l'altra
batteria), col compito di agire entrambi in favore del 30 reggimento alpini.
Alle ore 6 del 17 agosto la responsabilità del settore
Sassoferrato Gubbio venne assunta dal comandante del C. I. L. i cui reparti si
trovarono ad agire a contatto: sulla destra del settore con la banda Maiella»
comandata dal ten. col. polacco Lewicki; sulla sinistra col 27° reggimento
lancieri inglese.
Completata la sostituzione dei reparti polacchi in
posto, le unità del C. I. L., nel tratto a sud - ovest di Pergola, portarono la
posizione di resistenza sulla displuviale fra il Cesano e il Cinisco occupando
(IX reparto d'assalto) Monte Torrino -
Monte Ajate - Bellisio di SoPra - Col Ventoso. Più ad ovest, la compagnia
bersaglieri motociclisti, rinforzata da elementi controcarri, raggiunse, nella
stessa mattinata del 17, Cantiano.
Prima ancora però, nel settore affidato alla II brigata,
pattuglie del reggimento «S. Marco avevano, il giorno 15[3],
effettuato una puntata esplorativa verso Castagna e q. 435 di S. Ermete.
L'indomani anzi, una pattuglia di marinai, spintasi
verso Pergola, aveva anche catturato di sorpresa 2 tedeschi.
Quanto all'attività operativa che avrebbe dovuto
svolgere il C. I. L., il comando del Corpo polacco aveva fissato come direttiva:
— «conquistare Cagli, sfruttando la possibilità di
sorprendere il nemico in seguito al trasferimento delle unità del C. I. L. nel
settore montano;
— «cercare di raggiungere la linea generale del fiume
Candigliano» ,
[1]
Con successivo
ordine il limite fu meglio precisato e spostato più ad est: q. 511 -q. 385 -q.
388 -q. 448 -q. 466- q, 374- q. 612 . . .
[2] Sulla destra del settore non occorreva evidentemente dare notizie perchè si
trattava di una zona già conosciuta e sulla quale il C. I. L.avrebbe ricevuto
il cambio.
[3]
Sotto la
data del 15 agosto vennero sciolti il LXVIII battaglione complementi e il
battaglione misto complementi. Il personale, i mezzi e i materiali di detti
battaglioni furono impiegati per la costituzione di un unico «Centro
complementi del C.I. L. »
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