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mercoledì 26 settembre 2018

Memoria ed Identità


DIBATTI
Relazione presentata in occasione del 
150° Anniversario della 
Fondazione 
della Società du Mutuo Soccorso di
 Castel d'Emilio.
UN approccio che vuole essere di carattere locale
ma che ha valore universale.




Relazione
RICERCA STORICA, TRASMISSIONE DELLA MEMORIA E IDENTITA’ DI UNA COMUNITA’

DI   AROLDO BERARDI*


Ringrazio dell’invito a partecipare a questa importante celebrazione e per trattare brevemente l’argomento  vorrei partire da un punto che dovrebbe accomunare tutti.


Casella di testo: COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Art. 1. L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

 




E’ da qui che voglio partire perché nel primo articolo della nostra Costituzione è come se fosse scritto il nostro nome e cognome come popolo, la nostra MEMORIA.
La MEMORIA di un popolo, cioè una serie di fatti accaduti e significativi a cui è associato indissolubilmente  il suo concetto di IDENTITA’, di cultura identitaria, di PATRIA.
La PATRIA che rappresenta i valori e i contenuti spirituali che compongono la cultura di una data nazione e che danno contenuti alla sua storia, alle sue tradizioni di comunità in continua ricerca delle sue origini, delle sue radici da codificare e trasmettere alle nuove generazioni.
E’ quindi un profondo legame tra l’aspetto spirituale e quello materiale, tra la cultura e il territorio.
E questo compito di riscoperta è tanto più importante oggi che stiamo assistendo alla più terrificante mutazione sociale della storia moderna, che mira a sradicare l’essere umano dalle sue radici a partire dalla famiglia dalla comunità, fino a snaturarne l’intero popolo.
C’è un disegno vecchio e perverso, un vero e proprio progetto di ingegneria sociale, che regge questa opera distruttiva delle identità, perché parallelamente a questa azione si intaccano anche i diritti sociali fino a smantellarli.
Lo scopo è rendere gli uomini orfani di memoria, storia, tradizioni, valori quindi della Patria, della Nazione, e poi privarli della loro sovranità, della loro identità, dei loro diritti.
Quindi vogliono creare soggetti più soli  e rassegnati fino a regredire ad automi facilmente manipolabili per diventare meri consumatori apolidi, privi di valori, pronti a soddisfare le esigenze di un mercato globale a caccia di nuovi schiavi, all’interno di una società schizofrenica e disperata.
Questo progetto è stato proposto con l’inganno di una concezione relativista che confonde e non fa più distinguere il bene dal male, avendone fatto perdere i parametri di riferimento.
Due concetti, il bene e il male, che il relativismo ha violentemente compromesso spacciando questa confusione come “progresso”.
Quando parlo di progresso non mi riferisco a quello tecnologico ma a quello filosofico, socio politico.
Questa impossibilità di discernimento, che invece la memoria e il rafforzamento della identità recupera, ha prodotto anche un falso solidarismo fondato sul disprezzo delle differenze e con la incapacità di capire le lezioni della storia che prevede sempre conseguenze negative dopo processi simili.
Tutto ciò, per creare un soggetto nuovo, meticcio, sradicato dalle sue origini, facilmente manipolabile.
Questo progetto di demolizione della nostra civiltà che prevede lo smantellamento della memoria o il suo discredito, è iniziato decenni addietro ed ha avuto il suo culmine circa 50 anni fa.
Quando lo schema della rivoluzione è stato usato anche sociologicamente per trattare criteri, insegnamenti, tradizioni, appartenenze, memorie e valori non con il fine di migliorarli, ma con lo scopo di distruggerli per sostituirli con altri.
Un lavorio che ha intaccato la famiglia  e poi tutta la società.
Che ha elevato i “desideri” individuali” a DIRITTI e criminalizzato le identità, con le loro storie, memorie, tradizioni e valori classificandole negativamente etichettandole come: tradizionaliste, nazionaliste, razziste, ora anche populiste e sovraniste.
Quindi tutte da condannare ed estirpare, sbagliando clamorosamente.
In questa nuova società che ci vogliono imporre, la ricerca e lo studio non servono più.
Sono soppiantati da slogan e interpretazioni compiacenti a questo pensiero unico dominante, fin dalle scuole,  e nelle agenzie valoriali, come le associazioni sportive o gli oratori parrocchiali, salvo lodevolissime eccezioni come quella che stiamo vivendo ora noi qui.
E proprio nelle scuole dobbiamo andare per recuperare le nostre radici, e come Centro Studi Storici lo stiamo facendo, cosi come dovremmo farlo nelle nostre famiglia ed in ogni altro luogo di elaborazione culturale vera come questo, o di formazione delle coscienze e della cittadinanza, a partire dai piu’ giovani.
Noi come Centro Studi Storici siamo pronti a fare la nostra parte e siamo disponibili a pensare un grande progetto locale che coinvolga tutte le associazioni culturali sensibili a questo tema fondamentale per dare una opportunità alle nuove generazioni, non solo di conoscenza, ma di SAPIENZA.
Cioè della capacità non solo di CONOSCERE, ma anche di ELEVARE  la CONOSCENZA dentro il progetto di vita di ognuno di noi che alimenti a sua volta il senso di identità e di appartenenza alla propria comunità, per poi TRASMETTERLO agli altri.
A proposito di MEMORIA, termino ricordando brevemente due fatti.
Il primo, il più importante, è che come parte del POPOLO ITALIANO dobbiamo ricordare il 100° anniversario di Vittorio Veneto, cioè della fine vittoriosa della Prima Guerra Mondiale, argomento più volte trattato dal Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d’Emilio anche in collaborazione con la Società Operaia, proprio in questa sede, con il socio comune alle due associazioni, il generale Massimo Coltrinari, che anche in questa occasione mi piace ricordare.
Il secondo, che ci tocca da vicino, è che quest’anno il Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d’Emilio festeggia il 10° anno di attività, con la speranza che i prossimi siano fecondi come questi o ancora di più.
Noi assicuriamo il nostro impegno, ma serve soprattutto la collaborazione dei cittadini di Agugliano e Castel d’Emilio e delle associazioni, alcune delle quali ringraziamo per la collaborazione in progetti culturali comuni, penso alla Biblioteca Comunale e alla Società Operaia di Castel d’Emilio nelle persone dei soci che oggi ho il piacere personale e come Centro Studi Storici di celebrare e festeggiare.
Nuovamente grazie a tutti voi ed evviva la Sociatà Operaia di Castel d’Emilio.

 Presidente del centro Studi di Agugliano e Castel d'Emilio.



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