DIBATTI
Relazione presentata in occasione del
150° Anniversario della
Fondazione
della Società du Mutuo Soccorso di
Castel d'Emilio.
UN approccio che vuole essere di carattere locale
ma che ha valore universale.
Relazione
“RICERCA STORICA, TRASMISSIONE DELLA MEMORIA E
IDENTITA’ DI UNA COMUNITA’
Ringrazio dell’invito a
partecipare a questa importante celebrazione e per trattare brevemente
l’argomento vorrei partire da un punto
che dovrebbe accomunare tutti.
E’ da qui che voglio partire
perché nel primo articolo della nostra Costituzione è come se fosse scritto il
nostro nome e cognome come popolo, la nostra MEMORIA.
La MEMORIA di un popolo, cioè una serie di fatti accaduti e
significativi a cui è associato indissolubilmente il suo concetto di IDENTITA’, di cultura
identitaria, di PATRIA.
La PATRIA che rappresenta i valori e i contenuti spirituali che
compongono la cultura di una data nazione e che danno contenuti alla sua storia,
alle sue tradizioni di comunità in continua ricerca delle sue origini, delle
sue radici da codificare e trasmettere alle nuove generazioni.
E’ quindi un profondo legame
tra l’aspetto spirituale e quello materiale, tra la cultura e il territorio.
E questo compito di
riscoperta è tanto più importante oggi che stiamo assistendo alla più
terrificante mutazione sociale della storia moderna, che mira a sradicare
l’essere umano dalle sue radici a partire dalla famiglia dalla comunità, fino a
snaturarne l’intero popolo.
C’è un disegno vecchio e perverso, un vero e
proprio progetto di ingegneria sociale, che regge questa opera distruttiva
delle identità, perché parallelamente a questa azione si intaccano anche i
diritti sociali fino a smantellarli.
Lo scopo è rendere gli uomini orfani di memoria, storia, tradizioni, valori quindi della Patria, della
Nazione, e poi privarli della loro sovranità, della loro identità, dei loro
diritti.
Quindi vogliono creare soggetti più soli e rassegnati fino a regredire ad automi
facilmente manipolabili per diventare meri consumatori apolidi, privi di
valori, pronti a soddisfare le esigenze di un mercato globale a caccia di nuovi
schiavi, all’interno di una società schizofrenica e disperata.
Questo progetto è stato proposto con l’inganno
di una concezione relativista che confonde e non fa più distinguere il bene dal
male, avendone fatto perdere i parametri di riferimento.
Due concetti, il bene e il male, che il
relativismo ha violentemente compromesso spacciando questa confusione come
“progresso”.
Quando parlo di progresso non mi riferisco a
quello tecnologico ma a quello filosofico, socio politico.
Questa impossibilità di discernimento, che
invece la memoria e il rafforzamento della identità recupera, ha prodotto anche
un falso solidarismo fondato sul disprezzo delle differenze e con la incapacità
di capire le lezioni della storia che prevede sempre conseguenze negative dopo
processi simili.
Tutto ciò, per creare un soggetto nuovo,
meticcio, sradicato dalle sue origini, facilmente manipolabile.
Questo progetto di demolizione della nostra
civiltà che prevede lo smantellamento della memoria o il suo discredito, è
iniziato decenni addietro ed ha avuto il suo culmine circa 50 anni fa.
Quando lo schema della rivoluzione è stato
usato anche sociologicamente per trattare criteri, insegnamenti, tradizioni,
appartenenze, memorie e valori non con il fine di migliorarli, ma con lo scopo
di distruggerli per sostituirli con altri.
Un lavorio che ha intaccato la famiglia e poi tutta la società.
Che ha elevato i “desideri” individuali” a DIRITTI e criminalizzato le identità,
con le loro storie, memorie, tradizioni e valori classificandole negativamente etichettandole
come: tradizionaliste, nazionaliste, razziste, ora anche populiste e
sovraniste.
Quindi tutte da condannare ed estirpare,
sbagliando clamorosamente.
In questa nuova società che ci vogliono
imporre, la ricerca e lo studio non servono più.
Sono soppiantati da slogan e interpretazioni
compiacenti a questo pensiero unico dominante, fin dalle scuole, e nelle agenzie valoriali, come le
associazioni sportive o gli oratori parrocchiali, salvo lodevolissime eccezioni
come quella che stiamo vivendo ora noi qui.
E proprio nelle scuole dobbiamo andare per
recuperare le nostre radici, e come Centro Studi Storici lo stiamo facendo, cosi
come dovremmo farlo nelle nostre famiglia ed in ogni altro luogo di elaborazione
culturale vera come questo, o di formazione delle coscienze e della
cittadinanza, a partire dai piu’ giovani.
Noi come Centro Studi Storici siamo pronti a
fare la nostra parte e siamo disponibili a pensare un grande progetto locale
che coinvolga tutte le associazioni culturali sensibili a questo tema
fondamentale per dare una opportunità alle nuove generazioni, non solo di conoscenza,
ma di SAPIENZA.
Cioè della capacità non solo di CONOSCERE, ma anche di ELEVARE la CONOSCENZA
dentro il progetto di vita di ognuno di noi che alimenti a sua volta il senso
di identità e di appartenenza alla propria comunità, per poi TRASMETTERLO agli altri.
A proposito di MEMORIA, termino ricordando brevemente due fatti.
Il primo, il più importante, è che come parte
del POPOLO ITALIANO dobbiamo
ricordare il 100° anniversario di Vittorio Veneto, cioè della fine vittoriosa
della Prima Guerra Mondiale, argomento più volte trattato dal Centro Studi
Storici di Agugliano e Castel d’Emilio anche in collaborazione con la Società
Operaia, proprio in questa sede, con il socio comune alle due associazioni, il
generale Massimo Coltrinari, che anche in questa occasione mi piace ricordare.
Il secondo, che ci tocca da vicino, è che
quest’anno il Centro Studi Storici di Agugliano e Castel d’Emilio festeggia il
10° anno di attività, con la speranza che i prossimi siano fecondi come questi
o ancora di più.
Noi assicuriamo il nostro impegno, ma serve
soprattutto la collaborazione dei cittadini di Agugliano e Castel d’Emilio e delle
associazioni, alcune delle quali ringraziamo per la collaborazione in progetti
culturali comuni, penso alla Biblioteca Comunale e alla Società Operaia di
Castel d’Emilio nelle persone dei soci che oggi ho il piacere personale e come
Centro Studi Storici di celebrare e festeggiare.
Nuovamente grazie a tutti voi ed evviva la
Sociatà Operaia di Castel d’Emilio.
Presidente del centro Studi di Agugliano e Castel d'Emilio.
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