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giovedì 13 settembre 2018

1917: l'inutile strage: Il Papa Maledetto


 DIBATTITI
La ricerca della pace ad ogni costo
 portò il Vaticano, già orientato all'Austria ed alla Germania
a proporre una soluzione della Guerra 
che risultava tutta a favore della Germania,
paese che aveva provocato la guerra e quindi l'inutile strage.
In Italia, impegnata in guerra, Benedetto XIV fu chiamato Maledetto XIV.

IL VATICANO, BENEDETTO XIV E LA PACE


In quell’inizio dell’estate 1917 la propaganda per una pace ad ogni costo senza indennizzi ne annessioni, prendeva sempre più piede, agevolata dalla stanchezza della guerra, che chiedeva sempre più sacrifici senza dare alcuna speranza di vederne la fine. I neutralisti del 1914 ritornavano alla carica con le loro argomentazioni; socialisti e clericali insistevano sempre più nella loro azione, con il Governo che non constrastava a sufficienza questa azione. Cadorna si lamentava di questo sia con il presidente Boselli, che era però sordo a queste sollecitazioni; peraltro il Ministro dell’Interno, Vittorio Emanuele Orlando non riscontrava fatti rilevanti per dare credito alle lamentele di Cadorna e, mercé anche la frattura ormai atavica tra Governo e Comando Supremo, arriva a sostenere che elementi di disgregazione provenivano dal fronte, dai soldati dall‘azione di comando di Cadorna, non dal Paese. Una situazione veramente grave che vide alcune iniziative che la aggravarono ulteriormente. L’on. Ferri alla Camera dei Deputati terminò un suo intervento con una frase che rinbalzò sia nel Paese che al fronte quasi immediatamente: “ la voce che sale da tutte le trincee da cui è squarciato il seno della madre terra. Il prossimo inverno non più in trincea“
A Torino, con il permesso del Ministero dell’Interno a luglio giunse una delegazione del Soviet di Leningrado accolta da una folla entusiasta al grido di “Viva Lenin“. Alla Camera del Lavoro in un intervento un delgato sovietico affermò che “solo l’opera proletaria internazionale e non l’azione diplomatica varrà a por fine alla conflagrazione mondiale“. Come se tutto ciò non bastasse il 6 agosto 1917 in una edizione straordinaia l’Osservatore Romano, il giornale ufficiale del Papa, divulgò una nota di Benedetto XV ai Capi dei Paesi belligeranti in cui proponeva una pace senza annessioni e senza indennità; taceva sulla sorte della Serbia e della Polonia, auspicava la sopravvivenza dell’Impero Austro-ungarico, giudicato indispensabile per l’Europa e terminava con una frase che diverrà storica “ .. mettere termine a questa lotta tremenda la quale ogni giorno di più apparisce[1] come una inutile strage“.
Un documento totalmente a favore dei nemici dell’Italia, tanto che Sonnino avanzò il dubbio che fosse stato concertato con l’Austria, con la connivenza della Germania. La Germania aveva provocato la guerra, aveva voluto l’“inutile strage“, ora il Vaticano correva in suo soccorso, giustificando la sua politica aggressiva ed imperialistica in nome di una pace di certa aggettivazione.

Si creò immediatamente un asse cattolico-clericale, in cui il giornale “L‘Avanti“ nel commentare le parole del Ponteficie non esitò a pantografarle con le conclusioni del Convegno di Zimmerwald. La conseguenza di tutto questo fu una offensiva politica socialista che, approfittando della scarsezza di farina, e quindi di pane, scatenarono dei moti a Torino che furono repressi dalla forza pubblica con violenza, causando oltre che centinaia di feriti, ben 27 morti, a cui seguì la proclamazione dello sciopero generale.

Redezionale. 
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

[1] In italiano corrente: appare

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