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domenica 28 febbraio 2016

Editoriale

Anche questo mese di febbraio si sta concludendo. "Quaderni" on line raggiunge il traguardo del terzo mese. Non è praticamente nulla di particolare, in un quadro assoluto, ma è significativo per i nostri fini. Stiamo lentamente rafforzando le posizioni, con metodicità, con costanza. Per gli aspetti che ancora devono essere migliorati, l'elenco è molto lungo. Non abbiamo riscontri che i vari post siano letti. Oggi il cosiddetto popolo di Internet è bombardato ogni nanosecondo da notizie e chi naviga in rete, secondo una vecchia espressione, trova tutto ed il contrario di tutto. Quindi ci si perde in questa infinita serie di input. Il nostro è un puntino nella galassia informatica e come tale ancora non è stato colto. In più ogni post non è accattivante. Facciamo il possibile per evitare di farci agganciare dalle masse, dall'uomo comune, per evitare il qualunquismo associativo, degenerazione a cui spesso abbiamo dovuto assistere. Quindi tutto concorre al dato esposto: non abbiamo raccolto alcun commento ai post, ed è il secondo mese consecutivo. Molto dipendete dal fatto che non si ha dimestichezza con le procedure; tantissimo per i contenuti dei post. In più, in questo mese abbiamo pubblicato molto riguardante progetti e programmi, sia del 2015 che del 2016. Un segno tangibile della vitalità del CEsVAM ma che necessariamente non attira commenti. Vedremo se nel mese di marzo si potrà fare un passo avanti. 
Abbiamo una idea. 
Un mese in cui vorremmo iniziare a dare una occhiata più da vicino a questo movimento combattentistico, a queste Associazioni combattentistiche in cui gli iscritti attirano particolare attenzione: vedere dei "combattenti" di trent'anni  o meno è per me sempre una sorpresa. Sapevo che alla fine degli anni novanta la URSS era implosa e che è caduto il muro di Berlino, ma che l'Italia avesse partecipato ad una guerra non mi risulta. L'ultima, che io sappia, è finita nel 1945, e la classe chiamata a combatterla, l'ultima, quindi, la più giovane, è del 1925. A botta di conti, il "combattente" più giovane dovrebbe avere minimo 91 anni e via a crescere. Vi sono però coloro che hanno partecipato alla Resistenza. Dato che anche questa è finita nel 1945, è dato che ci erano anche adolescenti, abbiamo "combattenti"  di 85 anni all'incirca, perchè non è ipotizzabile che uno abbia fatto il "ribelle" in armi in tenerissima età. Chi sono tutti costoro, in età più giovane ( appunto trentenni) che sfoggiamo partecipazioni, cariche ed altro nelle Associazioni Combattentistiche"? A marzo metteremo dei post e speriamo che qualcheduno abbia la bontà di spiegare l'arcano dilemma.

(Massimo Coltrinari)


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