Nel n. 1 dei "Quaderni" del Nastro Azzurro siamo incappati, non per colpa nostra, in un errore tanto marchiano quanto imprevedibile, e siamo qui per rimediare e chiederne venia.
L'architettura dei "Quaderni" prevede un Editoriale, a firma del Presidente dell'Istituto, ed un Posteditoriale, a firma del Direttore responsabile dei periodici dell'Istituto stesso, mentre al Consigliere Nazionale che cura i rapporti Presidenza-CEsVAM spetta una breve nota sulla attività di questo organismo; al Direttore del predetto CEsVAM è compito di stilare la nota di esplicazione che compare dopo il sommario di ogni numero dei "Quaderni".
Nel Posteditoriale le linee guida sono quelle di tracciare una rapida ed esaustiva sintesi dei contenuti essenziali dei tre numeri di riferimento del "Nastro Azzurro" il periodico dell'Istituto, che esce a cadenza bimestrale. Antonio, con la sua squisita e cordiale disponibilità, oltre alto senso di appartenenza e collaborazione, ha aderito a questa idea ed ha prodotto, a mio giudizio, un eccellentisismo post editoriale che coglie tutti gli obiettivi prefissi.
Malaguratamente in tipografia, una pagina delle tre che componevano il contributo è saltata, pertanto è stato pubblicato un post editoriale in cui una pagina è mancante. Come al solito il diavolo ci mette la coda in quanto i concetti espressi, senza la pagina mancante, sono quasi simili, ancorchè estremamente sconclusionati. E' ovvio che questo non può far piacere a nessuno.
Diamo qui per rettificare e chiedere scusa dell'accaduto. Riportiamo il testo completo del contributo come Posteditoriale di Antonio Daniele (in neretto il segmento mancate non pubblicato).
Come lezione appresa da questo inconveniente, dovremo curare quello che è sempre un punto debole delle pubblicazioni il controllo a posteriori dei testi già controllati, un terzo livello di filtro al fine di evitare errori quasi imprevedibili.
Post editoriale
70 ANNI FA SI CHIUDE LA SECONDA GUERRA MONDIALE; 100 ANNI FA L'ITALIA ENTRA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Questo primo numero de
"I Quaderni del Nastro Azzurro" evidenzia, senza ombra alcuna di
dubbio, che si tratta di una pubblicazione parallela e non sovrapposta a
"Il Nastro Azzurro, la rivista bimestrale che l'Istituto del Nastro
Azzurro produce per inviarla in abbonamento ai tutti i suoi soci. Cionondimeno,
i "Quaderni" costituiscono una pubblicazione che intende approfondire
i temi trattati su "Il Nastro Azzurro" oltre a trattare altri
argomenti prevalentemente a carattere storico.
La differenza sta proprio nel
carattere storico degli argomenti trattati sui "Quaderni" a confronto
di quello prevalentemente "memorialistico" trattato su "Il
Nastro Azzurro".0
Un filo conduttore che ci può
fornire la giusta chiave di lettura di entrambe le pubblicazioni è costituito
dagli "editoriali" pubblicati a firma del generale Carlo Maria
Magnani, Presidente dell'Istituto del Nastro Azzurro e Direttore Editoriale della
rivista.
Gli "editoriali" dei
primi tre numeri 2015 de "Il Nastro Azzurro", oltre ad occuparsi come
di consueto dell'attualità e delle attività del Nastro Azzurro, offrono una
panoramica delle vicende che 70 anni orsono si svolgevano soprattutto in Italia
all'epilogo della seconda guerra mondiale e preannunciano l'altro tema
dominante dell'anno, che sarà sviluppato appieno nei numeri del secondo
semestre: il centenario dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale,
argomento invece già profondamente affrontato su questo primo numero de "I
Quaderni"..
In
"Giustizia Sommaria",
l'editoriale del N.° 1-2015, il presidente Magnani ricorda che "... l’anno iniziato da pochi giorni sarà
caratterizzato dalle ricorrenze del Centenario della Grande Guerra e del
Settantesimo della Liberazione. Due avvenimenti fondamentali nella nostra
storia che saranno ricordati con cerimonie, manifestazioni e convegni su tutto
il territorio nazionale. Come già preannunciato nei numeri precedenti del
giornale, l’Istituto contribuirà a ricordare i due anniversari non solo con la
partecipazione a quanto verrà
organizzato nelle varie città ma soprattutto con la realizzazione di due
progetti mirati: una cerimonia commemorativa al Sacrario di Asiago dove renderà
omaggio ai Caduti Italiani ed Austro-Ungarici, unitamente alla Croce Nera
d’Austria; la completa ristrutturazione della vetrina dedicata alla Guerra di
Liberazione nella nuova dislocazione del Museo Storico di Salò ..."
Ne
"Il bel paese", editoriale
del N.° 2-2015, dopo aver commentato alcuni fatti di cronaca, Magnani conclude
dicendo che "... Il “bel Paese” non
è mai in grado di offrire una composta, razionale, condivisa immagine di unità
nazionale, preferisce schierarsi secondo il dna fazioso, un comportamento
definito dagli storici “identità debole degli italiani” che fin’ora ha prodotto
solo gravi danni ..."
Infine,
in "La meglio gioventù",
editoriale del N.° 3-2015, dopo aver stigmatizzato come vengono male utilizzati
da alcuni giovani le nuove tecnologie di comunicazione, e quanto ipocrita sia
l'atteggiamento delle istituzioni preposte alla salvaguardia della sicurezza
sociale di fronte alle "dimostrazioni di piazza", il Presidente ha
voluto sottolineare come, all'inaugurazione dell'Expo 2015 a Milano, si sia
assistito "... alla modifica del
testo del nostro Inno nazionale da parte di un coro di bambini di fronte
all’indifferenza sorridente delle nostre massime autorità presenti
...".
Cionondimeno,
il gen. Magnani ha trovato il modo di "... concludere con una nota positiva per il nostro Istituto riprendendo
l’immagine in copertina di questo numero: la cerimonia che si è svolta al
Santuario di Montenero (Livorno) in suffragio dei Caduti toscani della Grande
Guerra. Organizzata dal Presidente della Federazione di Arezzo, Stefano
Mangiavacchi, in collaborazione con la Presidenza Regionale dell’Associazione
Nazionale Bersaglieri, ha visto la presenza dei Gonfaloni della Regione
Toscana, delle Provincie di Arezzo e Livorno, della Città di Livorno e del
nostro Labaro Nazionale. Tutte le Federazioni toscane con i rispettivi
Presidenti erano presenti, segno inequivocabile che con una programmazione
mirata è possibile coagulare le nostre forze coinvolgendo le Istituzioni
..."
A
parte i pensieri espressi negli editoriali, i primi tre numeri della rivista
dell'anno 2015, seguendo il filo logico dei 70 anni trascorsi dalla seconda
guerra mondiale, ne hanno descritto con numerosi contributi di notevole
approfondimento storico, pur nel rispetto della necessaria sintesi, le fasi
salienti che, nella prima metà del 1945, hanno portato all'epilogo dell'immane
conflitto.
Gli alleati, ovunque
vittoriosi, si trovavano di fronte comunque una formidabile resistenza da parte
della Germania in Europa e del Giappone nel Pacifico.
La morsa costituita dagli
eserciti anglo americani da ovest e dall'Armata Rossa da est, si stava
inesorabilmente chiudendo su Berlino, pur incontrando ancora una strenua
opposizione da parte della Wermacht che, nonostante tutto, rallentava in
maniera davvero notevole l'avanzata alleata.
La Luftwaffe, ormai ridotta
dalla penuria di carburante ad una presenza nei cieli numericamente simbolica,
risultava ancora temibile sia per le maggiori prestazioni dei numerosi nuovi
velivoli dotati di motore a getto, sia perché volavano solo i piloti più
esperti i quali continuavano ad assommare vittorie su vittorie contro le
potenti formazioni di bombardieri americani ed inglesi diuturnamente
presenti
nei cieli della Germania. Ma le centinaia di vittorie in combattimento che
potevano essere vantate dai pochi super "Assi" della caccia tedesca,
erano ben poca cosa al confronto delle "migliaia" di sortite che le
aviazioni alleate erano in grado di lanciare giornalmente.
I carri armati tedeschi che,
abbinati ai bombardieri in picchiata "Stuka", avevano costituito il
perno centrale della tattica della blitzkrieg, ora erano ridotti a semplici
postazioni corazzate di artiglieria: nei serbatoi neppure una goccia di
benzina. L'avanzata alleata era quindi inesorabile, eppure ... lenta,
nonostante la schiacciante superiorità.
Lo scacchiere italiano
invece, per tutti i primi mesi del 1945 registrò una sostanziale staticità, rotta
solo dal continuo imperversare dell'aviazione, soprattutto americana,
contrastata dai pochissimi intercettori del 1° gruppo caccia che svolgevano
azioni al massimo considerabili come "disturbo", essendo in non più
di due o tre aerei contro formazioni sempre di alcune centinaia di velivoli
avversari.
Tale situazione si protrasse
fino all'improvviso cedimento della linea gotica in aprile, che poi portò alla
rapida avanzata in val Padana culminante con la "liberazione" di
Milano il 25 dello stesso mese. La data rimane tutt'ora simbolicamente quella
in cui si festeggia la ritrovata libertà dal nazifascismo e, idealmente, la
fine dell'immane conflitto in Italia.
In realtà i combattimenti
durarono ancora per alcuni giorni, durante i quali le forze di occupazione
tedesche si erano ritirate rapidamente per convergere verso Berlino e
partecipare all'ultima disperata battaglia.
Durante questa ritirata, Benito
Mussolini, nel tentativo di riparare in Svizzera, venne sorpreso a Dongo
travestito da soldato tedesco e, preso in consegna dai partigiani, fu
sommariamente giustiziato insieme a Claretta Petacci e ad altri gerarchi che lo
accompagnavano. I corpi saranno esposti al pubblico ludibrio in piazzale Loreto
a Milano: una pagina buia della storia italiana.
Il 5 maggio, col suicidio del
Fuhrer, si concluse la guerra in Europa.
Il Giappone combatteva ancora
fieramente e si piegava alla resa senza condizioni solo dopo aver subito due bombardamenti
nucleari, primi ed unici nella storia della guerra.
I numeri 1, 2 e 3 del Nastro
Azzurro 2015 ripercorrono soprattutto le vicende italiane evidenziando la sofferenza
della nazione vinta, spezzata in due, sottoposta ad ogni genere di umiliazione,
preda
di una guerra civile che si sovrappose alla guerra stessa e contribuì a
determinare la decisione degli alleati di non forzare sul fronte meridionale
per anticipare la liberazione del territorio italiano. Essi sapevano che tale
evento sarebbe scaturito automaticamente dalla vittoria finale contro Hitler
... e così alla fine avvenne.
La guerra di liberazione, rappresentando
quindi soprattutto il riscatto morale di un popolo che intendeva ripudiare di
fronte al mondo le scelte di un governo dittatoriale, ebbe un grande
significato politico ma uno scarsissimo peso sulle vicende militari ... e ciò è
ancora oggetto di dibattiti, sebbene il semplice conto dei giorni trascorsi dal
25 aprile al 5 maggio 1945 dovrebbe fare giustizia automatica di qualsiasi
"interpretazione" di semplici ed evidenti fatti storici.
Il n.° 3-2015 si rivolge però
più al primo conflitto mondiale, di cui a maggio sono iniziate le celebrazioni
del centenario, presentandoci numerosi articoli di notevole interesse che, nel
complesso, ci danno un quadro di come l'Italia si sia inserita nel conflitto
già in atto da tempo con una sostanziale impreparazione, ma con una formidabile
voglia di prevalere diffusa a tutti i livelli. Forse sarà proprio questo profondo
sentimento patriottico, unito ad un forte spirito combattivo, a porre le basi
dell'unione popolare italiana che si registrò tra i soldati in grigioverde,
provenienti da ogni luogo del territorio nazionale, e determinò finalmente la
nascita del "popolo italiano".
Antonio Daniele
a parte in neretto è quella mancante.
Chiedendo ancora scusa ad Antonio Daniele, invitiamo i lettori e gli amici a segnalare altri ed eventuali errori, al fine di migliorarci sempre più
Il Collegio dei Redattori dei "Quaderni" del Nastro Azzurro
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