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venerdì 8 gennaio 2016

Una Doverosa rettifica per Antonio Daniele

NOTIZIE CESVAM

Nel n. 1 dei "Quaderni" del Nastro Azzurro siamo incappati, non per colpa nostra, in un errore tanto marchiano quanto imprevedibile, e siamo qui per rimediare e chiederne venia.

L'architettura dei "Quaderni" prevede un Editoriale, a firma del Presidente dell'Istituto, ed un Posteditoriale, a firma del Direttore responsabile dei periodici dell'Istituto stesso, mentre al Consigliere Nazionale che cura i rapporti Presidenza-CEsVAM spetta una breve nota sulla attività di questo organismo; al Direttore del predetto CEsVAM è compito di stilare la nota di esplicazione che compare dopo il sommario di ogni numero dei "Quaderni".

Nel Posteditoriale le linee guida sono quelle di tracciare una rapida ed esaustiva sintesi dei contenuti essenziali dei tre numeri di riferimento del "Nastro Azzurro" il periodico dell'Istituto, che esce a cadenza bimestrale. Antonio, con la sua squisita e cordiale disponibilità, oltre alto senso di appartenenza e collaborazione, ha aderito a questa idea ed ha prodotto, a mio giudizio, un eccellentisismo post editoriale che coglie tutti gli obiettivi prefissi.

Malaguratamente in tipografia, una pagina delle tre che componevano il contributo è saltata, pertanto è stato pubblicato un post editoriale in cui una pagina è mancante. Come al solito il diavolo ci mette la coda in quanto i concetti espressi, senza la pagina mancante, sono quasi simili, ancorchè estremamente sconclusionati. E' ovvio che questo non può far piacere a nessuno.

Diamo qui per rettificare e chiedere scusa dell'accaduto. Riportiamo il testo completo del contributo come Posteditoriale di Antonio Daniele (in neretto il segmento mancate non pubblicato).

Come lezione appresa da questo inconveniente, dovremo curare quello che è sempre un punto debole delle pubblicazioni il controllo a posteriori dei testi già controllati, un terzo livello di filtro al fine di evitare errori quasi imprevedibili.



Post editoriale


 70 ANNI FA SI CHIUDE LA SECONDA GUERRA  MONDIALE; 100 ANNI FA L'ITALIA ENTRA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Questo primo numero de "I Quaderni del Nastro Azzurro" evidenzia, senza ombra alcuna di dubbio, che si tratta di una pubblicazione parallela e non sovrapposta a "Il Nastro Azzurro, la rivista bimestrale che l'Istituto del Nastro Azzurro produce per inviarla in abbonamento ai tutti i suoi soci. Cionondimeno, i "Quaderni" costituiscono una pubblicazione che intende approfondire i temi trattati su "Il Nastro Azzurro" oltre a trattare altri argomenti prevalentemente a carattere storico.
La differenza sta proprio nel carattere storico degli argomenti trattati sui "Quaderni" a confronto di quello prevalentemente "memorialistico" trattato su "Il Nastro Azzurro".0
Un filo conduttore che ci può fornire la giusta chiave di lettura di entrambe le pubblicazioni è costituito dagli "editoriali" pubblicati a firma del generale Carlo Maria Magnani, Presidente dell'Istituto del Nastro Azzurro e Direttore Editoriale della rivista.
Gli "editoriali" dei primi tre numeri 2015 de "Il Nastro Azzurro", oltre ad occuparsi come di consueto dell'attualità e delle attività del Nastro Azzurro, offrono una panoramica delle vicende che 70 anni orsono si svolgevano soprattutto in Italia all'epilogo della seconda guerra mondiale e preannunciano l'altro tema dominante dell'anno, che sarà sviluppato appieno nei numeri del secondo semestre: il centenario dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, argomento invece già profondamente affrontato su questo primo numero de "I Quaderni"..
In "Giustizia Sommaria", l'editoriale del N.° 1-2015, il presidente Magnani ricorda che "... l’anno iniziato da pochi giorni sarà caratterizzato dalle ricorrenze del Centenario della Grande Guerra e del Settantesimo della Liberazione. Due avvenimenti fondamentali nella nostra storia che saranno ricordati con cerimonie, manifestazioni e convegni su tutto il territorio nazionale. Come già preannunciato nei numeri precedenti del giornale, l’Istituto contribuirà a ricordare i due anniversari non solo con la partecipazione a quanto verrà  organizzato nelle varie città ma soprattutto con la realizzazione di due progetti mirati: una cerimonia commemorativa al Sacrario di Asiago dove renderà omaggio ai Caduti Italiani ed Austro-Ungarici, unitamente alla Croce Nera d’Austria; la completa ristrutturazione della vetrina dedicata alla Guerra di Liberazione nella nuova dislocazione del Museo Storico di Salò ..."

Ne "Il bel paese", editoriale del N.° 2-2015, dopo aver commentato alcuni fatti di cronaca, Magnani conclude dicendo che "... Il “bel Paese” non è mai in grado di offrire una composta, razionale, condivisa immagine di unità nazionale, preferisce schierarsi secondo il dna fazioso, un comportamento definito dagli storici “identità debole degli italiani” che fin’ora ha prodotto solo gravi danni ..."

Infine, in "La meglio gioventù", editoriale del N.° 3-2015, dopo aver stigmatizzato come vengono male utilizzati da alcuni giovani le nuove tecnologie di comunicazione, e quanto ipocrita sia l'atteggiamento delle istituzioni preposte alla salvaguardia della sicurezza sociale di fronte alle "dimostrazioni di piazza", il Presidente ha voluto sottolineare come, all'inaugurazione dell'Expo 2015 a Milano, si sia assistito "... alla modifica del testo del nostro Inno nazionale da parte di un coro di bambini di fronte all’indifferenza sorridente delle nostre massime autorità presenti ...".
Cionondimeno, il gen. Magnani ha trovato il modo di "... concludere con una nota positiva per il nostro Istituto riprendendo l’immagine in copertina di questo numero: la cerimonia che si è svolta al Santuario di Montenero (Livorno) in suffragio dei Caduti toscani della Grande Guerra. Organizzata dal Presidente della Federazione di Arezzo, Stefano Mangiavacchi, in collaborazione con la Presidenza Regionale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, ha visto la presenza dei Gonfaloni della Regione Toscana, delle Provincie di Arezzo e Livorno, della Città di Livorno e del nostro Labaro Nazionale. Tutte le Federazioni toscane con i rispettivi Presidenti erano presenti, segno inequivocabile che con una programmazione mirata è possibile coagulare le nostre forze coinvolgendo le Istituzioni ..." 

A parte i pensieri espressi negli editoriali, i primi tre numeri della rivista dell'anno 2015, seguendo il filo logico dei 70 anni trascorsi dalla seconda guerra mondiale, ne hanno descritto con numerosi contributi di notevole approfondimento storico, pur nel rispetto della necessaria sintesi, le fasi salienti che, nella prima metà del 1945, hanno portato all'epilogo dell'immane conflitto.
Gli alleati, ovunque vittoriosi, si trovavano di fronte comunque una formidabile resistenza da parte della Germania in Europa e del Giappone nel Pacifico.
La morsa costituita dagli eserciti anglo americani da ovest e dall'Armata Rossa da est, si stava inesorabilmente chiudendo su Berlino, pur incontrando ancora una strenua opposizione da parte della Wermacht che, nonostante tutto, rallentava in maniera davvero notevole l'avanzata alleata.
La Luftwaffe, ormai ridotta dalla penuria di carburante ad una presenza nei cieli numericamente simbolica, risultava ancora temibile sia per le maggiori prestazioni dei numerosi nuovi velivoli dotati di motore a getto, sia perché volavano solo i piloti più esperti i quali continuavano ad assommare vittorie su vittorie contro le potenti formazioni di bombardieri americani ed inglesi diuturnamente 

presenti nei cieli della Germania. Ma le centinaia di vittorie in combattimento che potevano essere vantate dai pochi super "Assi" della caccia tedesca, erano ben poca cosa al confronto delle "migliaia" di sortite che le aviazioni alleate erano in grado di lanciare giornalmente.
I carri armati tedeschi che, abbinati ai bombardieri in picchiata "Stuka", avevano costituito il perno centrale della tattica della blitzkrieg, ora erano ridotti a semplici postazioni corazzate di artiglieria: nei serbatoi neppure una goccia di benzina. L'avanzata alleata era quindi inesorabile, eppure ... lenta, nonostante la schiacciante superiorità.
Lo scacchiere italiano invece, per tutti i primi mesi del 1945 registrò una sostanziale staticità, rotta solo dal continuo imperversare dell'aviazione, soprattutto americana, contrastata dai pochissimi intercettori del 1° gruppo caccia che svolgevano azioni al massimo considerabili come "disturbo", essendo in non più di due o tre aerei contro formazioni sempre di alcune centinaia di velivoli avversari.
Tale situazione si protrasse fino all'improvviso cedimento della linea gotica in aprile, che poi portò alla rapida avanzata in val Padana culminante con la "liberazione" di Milano il 25 dello stesso mese. La data rimane tutt'ora simbolicamente quella in cui si festeggia la ritrovata libertà dal nazifascismo e, idealmente, la fine dell'immane conflitto in Italia.
In realtà i combattimenti durarono ancora per alcuni giorni, durante i quali le forze di occupazione tedesche si erano ritirate rapidamente per convergere verso Berlino e partecipare all'ultima disperata battaglia.
Durante questa ritirata, Benito Mussolini, nel tentativo di riparare in Svizzera, venne sorpreso a Dongo travestito da soldato tedesco e, preso in consegna dai partigiani, fu sommariamente giustiziato insieme a Claretta Petacci e ad altri gerarchi che lo accompagnavano. I corpi saranno esposti al pubblico ludibrio in piazzale Loreto a Milano: una pagina buia della storia italiana.
Il 5 maggio, col suicidio del Fuhrer, si concluse la guerra in Europa.
Il Giappone combatteva ancora fieramente e si piegava alla resa senza condizioni solo dopo aver subito due bombardamenti nucleari, primi ed unici nella storia della guerra.
I numeri 1, 2 e 3 del Nastro Azzurro 2015 ripercorrono soprattutto le vicende italiane evidenziando la sofferenza della nazione vinta, spezzata in due, sottoposta ad ogni genere di umiliazione, preda

di una guerra civile che si sovrappose alla guerra stessa e contribuì a determinare la decisione degli alleati di non forzare sul fronte meridionale per anticipare la liberazione del territorio italiano. Essi sapevano che tale evento sarebbe scaturito automaticamente dalla vittoria finale contro Hitler ... e così alla fine avvenne.
La guerra di liberazione, rappresentando quindi soprattutto il riscatto morale di un popolo che intendeva ripudiare di fronte al mondo le scelte di un governo dittatoriale, ebbe un grande significato politico ma uno scarsissimo peso sulle vicende militari ... e ciò è ancora oggetto di dibattiti, sebbene il semplice conto dei giorni trascorsi dal 25 aprile al 5 maggio 1945 dovrebbe fare giustizia automatica di qualsiasi "interpretazione" di semplici ed evidenti fatti storici.
Il n.° 3-2015 si rivolge però più al primo conflitto mondiale, di cui a maggio sono iniziate le celebrazioni del centenario, presentandoci numerosi articoli di notevole interesse che, nel complesso, ci danno un quadro di come l'Italia si sia inserita nel conflitto già in atto da tempo con una sostanziale impreparazione, ma con una formidabile voglia di prevalere diffusa a tutti i livelli. Forse sarà proprio questo profondo sentimento patriottico, unito ad un forte spirito combattivo, a porre le basi dell'unione popolare italiana che si registrò tra i soldati in grigioverde, provenienti da ogni luogo del territorio nazionale, e determinò finalmente la nascita del "popolo italiano".
Antonio Daniele

a parte in neretto è quella mancante.
Chiedendo ancora scusa ad Antonio Daniele, invitiamo i lettori e gli amici a segnalare altri ed eventuali errori, al fine di migliorarci sempre più

Il Collegio dei Redattori dei "Quaderni" del Nastro Azzurro

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