DIBATTITI
Gli avvenimenti in Italia dopo la resa del Regno
d’Italia e l’annuncio della firma dell’armistizio l’8 settembre 1843
protrattisi per tutto l’arco di tempo che arriva alle date significative del 25
aprile, 2 maggio e 8 maggio 1945 necessitano di una definizione preliminare al
fine di comprendere le ragioni e le scelte che li hanno determinati. Per
raggiungere questo necessita andare a vedere più da vicino gli Attori che li
determinarono, sia quelli principali sia quelli secondari. Questi attori, in
prima approssimazione si possono raggruppare in due coalizioni, ovviamente
contrapposte e protagoniste di quella che univocabilmente è stata chiama la
Seconda Guerra Mondiale: la coalizione delle Nazioni Unite, a guida
inizialmente della Gran Bretagna, poi degli Stati Uniti e la coalizione
hitleriana, definita dalla propaganda dell’epoca, Asse prima Roma- Berlino, poi
ROBERTO, Roma-Berlino-Tokyo, a guida in Europa indiscutibilmente della
Germania, in Asia dal Giappone.
La situazione nel settembre 1943 vede la Germania
sulla difensiva strategia sul fronte orientale, dopo la non riuscita offensiva
per la eliminazione del saliente di Kursk, l’Armata Rossa prosegue la sua
progressione verso ovest investendo e conquistando Kiev e l’Ucraina,
minacciando le forze tedesche in Crimea. Gli alleati il 1 ottobre 1943
conquistano Napoli, mettendo il sigillo finale di vittoria allo sbarco a
Salerno di tre settimane prima. Nel Pacifico gli statunitensi portano le
operazioni a Tarawa nel gruppo delle isole Gilbert. Anche il Giappone è sulla
difensiva strategica.
Nella coalizione delle Nazioni Unite l’idea centrale
strategica è lo sbarco in Europa, invocato in modo perentorio dal Mosca e da
Stalin chiesto sempre più insistentemente, per alleggerire il fronte orientale.
La Russia sovietica non considera le operazioni in Italia l’apertura di un
secondo fronte, essendo insignificante, a giudizio dei russi, il peso
strategico di queste operazioni nel quadro generale della guerra. Gli Alleati,
eliminando dalla lotta l’Italia, uno dei componenti più qualificati dell’Asse,
avevano raggiunto uno degli obiettivi intermedi della guerra. Ora, come detto,
ci si doveva concentrare contro la Germania, per conseguire la vittoria finale.
Quello italiano doveva essere tenuto aperto, cercando di attirarvi il maggior
numero possibile di forze tedesche, cercando nello stesso tempo di impiegarvi
il minor numero possibile di proprie truppe. Da questo concetto discende il
fatto che gli Alleati dirotteranno sul fronte italiano le forze del
Commonwealth, (neozelandesi, indiani, sudafricani ecc.) e di paesi minori
(polacchi, greci, francesi degaullisti, brasiliani ecc.) mentre trasferiranno
in Gran Bretagna quelle nazionali sia britanniche che statunitensi.
Nella coalizione hitleriana, nei confronti dell’Italia
emerge il tradizionale odio di derivazione risorgimentale ed austroungarica,
considerata traditrice e voltagabbana. Quindi emerge un sentimento di vendetta
e punizione che caratterizzerà tutto l’atteggiamento tedesco, in parte
motivante anche le innumerevoli stragi e violenze commesse contro la
popolazione italiana. In Italia i tedeschi si comportano come in tutti i paesi occupati,
con in più questo delta vendicativo di tradizionale odio verso le popolazioni
latine. Considerando sempre il fronte orientale il front in cui si sarebbe
decisa la guerra, quello italiano doveva essere tenuto, possibilmente il più
possibile a sud, tenendo lontano dai confini meridionali del Reich i nemici,
assorbendo il minor numero di forze. Quindi un atteggiamento difensivo,
cercando di avere il massimo utile in termini di risorse agricole, industriali
e finanziarie.
Considerando
gli atteggiamenti e le ragioni delle due coalizioni, si può dire che gli
avvenimenti in Italia dal settembre 1943 a maggio 1945, per gli Alleati prese
il nome di Campagna d’Italia, una delle tante campagne condotte da Gran
Bretagna e Stati Uniti e alleati minori, mentre per la Germania era la difesa
del fronte meridionale, avente la funzione di tenere i nemici il più lontano
possibile dal territorio del Reich, in attesa della decisione finale.
(massimo Coltrinari)
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