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Battaglia di Takrouna (Tunisia)
condotta dai fanti del 66° Reggimento nelle fasi finali del ripiegamento italiano in Africa Settentrionale
nel corso della II Guerra Mondiale (Aprile-Maggio 1943)
Solo
Enfidaville separa l’8a armata da Tunisi. Si sta avvicinando l’ora
dell’offensiva finale. Alle 21.30 del 19 aprile, un tremendo tambureggiamento
annuncia un nuovo attacco. Il I° Btg. del 66° Rgt. fanteria (Cap. Politi),
rinforzato da 2 Compagnie di “Folgorini”, un reparto di granatieri e una
ventina di tedeschi, resiste superbamente per due giorni a una Divisione
neozelandese sull’impervio pilastro di Takrouna, facendo fallire il piano
di sfondamento di Montgomery che è rimandato solo di qualche giorno.
Il
20 aprile 1943, il Comandante della Divisione “Trieste”, Generale La Ferla,
affidò ad alcuni reparti di formazione, tra cui i resti della Divisione
Paracadutisti Folgore, il compito di prestare man forte al 66° Reggimento
Fanteria che rischiava di perdere il controllo del villaggio di Takrouna
situato su un picco roccioso che si erge in mezzo alla piana di Enfidhaville.
Nel villaggio infuriava il combattimento tra gli italiani e le truppe
anglo-neozelandesi. Riconquistato il villaggio, oramai decimati dall'incessante
fuoco nemico, i fanti del 66° Reggimento, i Paracadutisti ed un’ultima
compagnia di Granatieri giunta in rinforzo, riuscirono a resistere fino alla
sera del 21 aprile. La mattina del 22 aprile, dovettero tuttavia soccombere per
mancanza di rifornimenti.
Radio
Londra, per giustificare il ritardo dell’avanzata verso Tunisi, affermò che
l’Italia aveva schierato laggiù i suoi migliori soldati.
Durante
la 2^ Guerra Mondiale, inquadrato nella 101^ divisione "Trieste", 66°
Reggimento Fanteria partecipa alla campagna in Africa settentrionale,
contendendo il terreno all'8^ armata da El Alamein alla Tunisia dove, durante
la battaglia di Takrouna, il 1° Battaglione al comando del Capitano Mario
Politi, si copre di gloria tenendo in scacco una divisione nemica per diversi
giorni e cedendo soltanto dopo aver terminato le munizioni, meritando così la
Medaglia d'Oro al Valore Militare.
Oggi il 66° e’ il primo
ed unico Rgt. f. Aeromobile della Forza Armata.
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