DIBATTITI
Presentazione del volume
di Massimo Squillaci
L’opera di Padre
Giovanni Minozzi durante e dopo la Grande guerra – Le “Case del Soldato alla
fronte” e gli orfani dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia[1]
In
questo volume ho inteso raccontare le vicende che coinvolsero il Cappellano
militare Don Giovanni Minozzi (Preta di Amatrice, 1884 – Roma 1959), dalla sua
partecipazione alla Prima guerra mondiale fino alla costituzione, all’indomani
della fine del conflitto, dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia,
ente tutt’ora esistente ed operante.
Al
fronte creerà e gestirà l’opera assistenziale più vasta a beneficio dei soldati
italiani, le “Case del Soldato alla fronte”, che al termine del conflitto
saranno quasi un migliaio. Costituite da biblioteca, sala di lettura e
scrittura, scuola per analfabeti, cinema, teatro, palestra e altro. In queste
strutture transitavano centinaia di soldati al giorno, e vi trovavano un
ambiente sereno dove trascorrere quei pochi momenti di intervallo dalle
snervanti e tragiche ore passate in trincea. Il sacerdote-capitano intendeva
ricreare il calore delle case lontane, in modo che i soldati ritrovassero quasi
un ambiente familiare. Di questa sua esperienza e della sua attività
assistenziale parlerà nel voluminoso Ricordi
di guerra, apprezzato e citato da nostri noti storici come Piero Melograni
e Giorgio Isnenghi.
In quei
terribili anni, Padre Minozzi fece un incontro che sarà decisivo per la sua
missione successiva: strinse una amicizia fraterna con il barnabita Padre
Giovanni Semeria (Coldirodi, 1867 – Sparanise, 1931), Cappellano del Comando supremo
del Generale Luigi Cadorna. Infatti, terminata la guerra, i due decisero di
dare seguito alla promessa più volte fatta verso i soldati morenti, quella di
prendersi cura dei loro figli che restavano orfani. Così nacque l’Opera
Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, (ente laico riconosciuto con Regio
Decreto del gennaio 1921), che con i suoi diversi istituti sparsi per il sud
Italia – alla morte di Padre Minozzi se ne conteranno un centinaio – darà una
educazione a migliaia di ragazze e ragazzi, indirizzandoli al mondo del lavoro.
Nasceranno asili, scuole elementari e medie, laboratori artigianali e colonie
agricole. Divennero noti ed apprezzati i suoi “principi educativi” e i criteri
edilizia per la costruzione degli istituti degli orfani.
Tra i
tanti istituti, ricordiamo i primi due sorti ad Amatrice, l’Orfanotrofio
femminile e poi quello maschile, gravemente danneggiati dal terremoto del 2016.
L’esistenza
dei due religiosi sarà una corsa continua a raccogliere fondi ed altri beni
necessari per prendersi cura dei loro piccoli. In questo avranno un ruolo
importante anche le molte amicizie strette da Padre Minozzi durante il
conflitto. A lui e a Semeria si aprivano tutte le porte, erano benvoluti
nell’ambiente ecclesiastico, politico e militare. Prima Semeria e poi Minozzi,
intrapresero anche un viaggio negli Stati Uniti, accolti fraternamente dai
funzionari della Croce Rossa Americana, che avevano conosciuto al fronte, e
dagli imprenditori italiani che si erano colà trasferiti.
Minozzi
darà vita anche a due Congregazioni religiose, una maschile – la “Famiglia dei
Discepoli” – ed una femminile – le “Ancelle del Signore”.
La
notorietà e la stima che Padre Minozzi andava sempre più acquistando, lo vedono
protagonista di iniziative di particolare risonanza, come l’organizzazione
della II Mostra Internazionale di Arte Sacra, sotto l’Alto Patronato del Re
Vittorio Emanuele III, o interlocutore di iniziative che avranno importanti
ripercussioni politiche, come i primi incontri tra Stato italiano e Santa Sede
che in seguito sfoceranno nei Patti Lateranensi.
Il suo
unico obiettivo era il bene degli orfani e pertanto non faceva distinzione di
colore politico, bussando a qualunque porta, trovando quasi sempre
disponibilità a soddisfare alle sue richieste. Così, nella storia dell’Opera si
ricorda un pranzo offerto agli orfani, a Palazzo Doria Pamphilj, dal Capo del
Governo Benito Musslini, in occasione del Giubileo del 1925, e poi un pranzo, sempre
a beneficio degli orfani, offerto al Quirinale dal Presidente della Repubblica
Luigi Einaudi, in occasione del Giubileo del 1950.
L’Opera,
dopo aver assistito gli orfani della due Guerre mondiali, si dedica, ora, ad
altre opere di bene.
Di Padre
Minozzi, come pure di Padre Semeria, sono in corso le Cause di beatificazione.
[1]
Vol. V della serie “La prigionia nella Grande guerra” – “La Memoria”, “I libri
del Nastro Azzurro”, Edizioni Nuova Cultura, Roma 2021.
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