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venerdì 19 novembre 2021

Padre Minozzi e le Case del Soldato - Presentazione del Volume - 19 novembre 2021 ore 17 - Piazza Galeno 1 Roma

 DIBATTITI



Presentazione del volume

di Massimo Squillaci

L’opera di Padre Giovanni Minozzi durante e dopo la Grande guerra – Le “Case del Soldato alla fronte” e gli orfani dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia[1]

 

In questo volume ho inteso raccontare le vicende che coinvolsero il Cappellano militare Don Giovanni Minozzi (Preta di Amatrice, 1884 – Roma 1959), dalla sua partecipazione alla Prima guerra mondiale fino alla costituzione, all’indomani della fine del conflitto, dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, ente tutt’ora esistente ed operante.

Al fronte creerà e gestirà l’opera assistenziale più vasta a beneficio dei soldati italiani, le “Case del Soldato alla fronte”, che al termine del conflitto saranno quasi un migliaio. Costituite da biblioteca, sala di lettura e scrittura, scuola per analfabeti, cinema, teatro, palestra e altro. In queste strutture transitavano centinaia di soldati al giorno, e vi trovavano un ambiente sereno dove trascorrere quei pochi momenti di intervallo dalle snervanti e tragiche ore passate in trincea. Il sacerdote-capitano intendeva ricreare il calore delle case lontane, in modo che i soldati ritrovassero quasi un ambiente familiare. Di questa sua esperienza e della sua attività assistenziale parlerà nel voluminoso Ricordi di guerra, apprezzato e citato da nostri noti storici come Piero Melograni e Giorgio Isnenghi.

In quei terribili anni, Padre Minozzi fece un incontro che sarà decisivo per la sua missione successiva: strinse una amicizia fraterna con il barnabita Padre Giovanni Semeria (Coldirodi, 1867 – Sparanise, 1931), Cappellano del Comando supremo del Generale Luigi Cadorna. Infatti, terminata la guerra, i due decisero di dare seguito alla promessa più volte fatta verso i soldati morenti, quella di prendersi cura dei loro figli che restavano orfani. Così nacque l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, (ente laico riconosciuto con Regio Decreto del gennaio 1921), che con i suoi diversi istituti sparsi per il sud Italia – alla morte di Padre Minozzi se ne conteranno un centinaio – darà una educazione a migliaia di ragazze e ragazzi, indirizzandoli al mondo del lavoro. Nasceranno asili, scuole elementari e medie, laboratori artigianali e colonie agricole. Divennero noti ed apprezzati i suoi “principi educativi” e i criteri edilizia per la costruzione degli istituti degli orfani.

Tra i tanti istituti, ricordiamo i primi due sorti ad Amatrice, l’Orfanotrofio femminile e poi quello maschile, gravemente danneggiati dal terremoto del 2016.

L’esistenza dei due religiosi sarà una corsa continua a raccogliere fondi ed altri beni necessari per prendersi cura dei loro piccoli. In questo avranno un ruolo importante anche le molte amicizie strette da Padre Minozzi durante il conflitto. A lui e a Semeria si aprivano tutte le porte, erano benvoluti nell’ambiente ecclesiastico, politico e militare. Prima Semeria e poi Minozzi, intrapresero anche un viaggio negli Stati Uniti, accolti fraternamente dai funzionari della Croce Rossa Americana, che avevano conosciuto al fronte, e dagli imprenditori italiani che si erano colà trasferiti.

Minozzi darà vita anche a due Congregazioni religiose, una maschile – la “Famiglia dei Discepoli” – ed una femminile – le “Ancelle del Signore”.

La notorietà e la stima che Padre Minozzi andava sempre più acquistando, lo vedono protagonista di iniziative di particolare risonanza, come l’organizzazione della II Mostra Internazionale di Arte Sacra, sotto l’Alto Patronato del Re Vittorio Emanuele III, o interlocutore di iniziative che avranno importanti ripercussioni politiche, come i primi incontri tra Stato italiano e Santa Sede che in seguito sfoceranno nei Patti Lateranensi.

Il suo unico obiettivo era il bene degli orfani e pertanto non faceva distinzione di colore politico, bussando a qualunque porta, trovando quasi sempre disponibilità a soddisfare alle sue richieste. Così, nella storia dell’Opera si ricorda un pranzo offerto agli orfani, a Palazzo Doria Pamphilj, dal Capo del Governo Benito Musslini, in occasione del Giubileo del 1925, e poi un pranzo, sempre a beneficio degli orfani, offerto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, in occasione del Giubileo del 1950.

L’Opera, dopo aver assistito gli orfani della due Guerre mondiali, si dedica, ora, ad altre opere di bene.

Di Padre Minozzi, come pure di Padre Semeria, sono in corso le Cause di beatificazione.

 



[1] Vol. V della serie “La prigionia nella Grande guerra” – “La Memoria”, “I libri del Nastro Azzurro”, Edizioni Nuova Cultura, Roma 2021.


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