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mercoledì 27 febbraio 2019

Copertina Febbraio 2019


QUADERNI ON LINE


Enigma. La macchina cifrante

Anno LXXX, Supplemento on line, II, 2019, n. 38
Febbraio 2019
www.valoremilitare.blogspot.com


martedì 26 febbraio 2019

Editoriale Febbraio 2019

EDITORIALE

Dedicato al dibattito in corso in seno al Cesvam riguardo alla battaglia di Verdun del 1916. Il piano generale del Falkenayen basato tutto sull'artiglieria come arma base e con la fanteria come arma concorrente. L'iniziale successo conseguito con la conquista virtuale di oltre 10 km di avanzata, fu annullato dall,'incapacità dei comandanti inferiori di Armata di comprendere l'essenza del piano: essi dovevano rimanere sulle posizioni prestabilite e non avanzare, costringendo i francesi o a rimanere sul posto e quindi essere distrutti o a ritirarsi cedendo posizioni strategiche che solo in una seconda fase con il minimo sforzo potevano essere occupate. L'artiglieria tedesca' sempre nel ruolo di arma base, avrebbe continuato la sua azione distruttrice e logorato a dismisura le forze francesi con costi minimi.
L'imperizia dei comandanti di Armata con la loro avanzata di iniziativa e non autorizzata fece si che le fanterie tedesche venissero a contatto con quelle francesi annullando l'azione della artiglieria tedesca. Inizio' la fase di logoramento anche per i tedeschi che persero ogni vantaggio e quindi una battaglia già' vinta

E' facile dedurre che in una compagine quando ci solo elementi che non hanno la capacita' di capire il piano generale o la presunzione di saperne di piu' nella nota accezione che si e' tanto ignoranti quanto arroganti  la sconfitta o la mancata realizzazione leggi vittoria ha alte percentuali di attuazione.
Come i tedeschi a Verdun. La attualizzazione di questo assunto e l'oggetto del dibattito in seno al Cesvam di questo torno di tempo.
Massimo Coltrinari

lunedì 25 febbraio 2019

Dizionario minimo Della Guerra di Liberazione

DIBATTITI
Il Dizionario, in fase di esecuzione 
E basato sulla distinzione tra
Campagna d'Italia
e
Guerra di Liberazione
Al fine di superare l'ormai becero  ed estremamente riduttivo rapporto
Partigiano-repubblichino
Come se per la Grande Guerra si parlasse solo di
 Verdun



domenica 24 febbraio 2019

Giornata del Decorato 2019

DIBATTITI
In essere le predisposizioni
Per la Giornata del Decorato



L'impegno ed i protagonisti

sabato 23 febbraio 2019

Archivio Biblioteca. Contenuti

NOTIZIE CESVAM
I Lineamenti sono calibrati 
Solo prendendo le pubblicazioni
Del Nastro Azzurro o trattanti argomenti
Riferiti alla Storia del Nastro Azzurro


venerdì 22 febbraio 2019

Anzio. la testa. di Ponte

NOTIZIE CESVAM
Come da programma del secondo semestre
dell'Anno Accademico 2018 - 2019, 
è giunto a chiusura il volume
 Anzio, la testa di Ponte
Volumi 1° della serie : Lo sbarco di Anzio, 
 Progetto 2017/6 dal titolo
 "Gli Italiani sulla Testa di sbarco di Anzio"
Il Programma è pubblicato sul n. 1/2019
del periodico "Il Nastro Azzurro"


Si Riporta il quadro generale di situazione del comparto "Editoria" del CESVAM


I LIBRI DEL NASTRO AZZURRO
La Collana Storia in Laboratorio, iniziata nel 2008, ha accolto dal 2016 le pubblicazioni del Centro Studi sul Valore Militare – CESVAM dando vita alla
Collana “I Libri del Nastro Azzurro”.
Essa è composta dai primi sei titoli che sono la ristampa di volumi della “Collana Storia In laboratorio”, dal n. 7 un volume proposto per entrambe le Collane, dal volume n. 8 la Collana “I Libri del Nastro Azzurro”
assume una propria numerazione.
Alla fine del volume l’elenco completo dei titoli della collana, editi ed in preparazione



Il Progetto 2017/6
Proposto e curato dal CESVAM (Centro Studi sul Valore Militare)
Dell’istituto del nastro Azzurro ha titolo:
“ Gli Italiani sulla testa di ponte di Anzio”
E prevede la edizione dei seguenti volumi

Lo sbarco di Anzio. Volume I dal titolo:
Anzio. La testa di ponte - 22 gennaio – 25 maggio 1944

Lo Sbarco di Anzio. Volume II dal titolo:
I soldati italiani sulla testa di ponte di Anzio 22 gennaio – 25 maggio 1944

Lo sbarco di Anzio. Volume III dal titolo:

Lo sbarco di Anzio. La Memoria


COLLANA
I LIBRI DEL NASTRO AZZURRO

I Libri del Nastro Azzurro

N. 1,  n. 3,MASSIMO COLTRINARI, LAURA COLTRINARI
La ricostruzione e lo studio di un avvenimento storico militare,
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2016

N. 2,  n.29  MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Comprendere la Grande Guerra
Dal primo al secondo anno di guerra. 1915-1916
Atti del Convegno in occasione della Giornata del Decorato
Salò  23- 24 aprile 2016
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2016

N. 3, N.2 MASSIMO COLTRINARI
L’8 settembre in Albania
La crisi armistiziale tra impotenza, errori ed eroismo. 8 settembre - 7 ottobre 1943, 2017
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2017

N. 4, N.5 MASSIMO COLTRINARI, PAOLO COLOMBO
La Divisione “Perugia”
Dalla tragedia all’oblio. Albania 8 settembre – 3 ottobre 1943
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2017

N. 5, N. 14 MASSIMO COLTRINARI
I prigionieri italiani nella Seconda Guerra Mondiale in Unione Sovietica
La guerra Italiana all’URSS 1941-1943. Le operazioni. Vol. I,
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2018

N.6, N. 29 MASSIMO COLTRINARI
Quattro Battaglie per il Veneto. 1866.
 La III Guerra di Indipendenza ed il Valore Militare.
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2018

N.7,  N. 7 PIERIVO FACCHINI
La Campagna di Tunisia. 1942-1943.*
 Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2018

N.8, ALESSIO BIASIOLO, MASSIMO COLTRINARI
Il Diverso, tra passato e futuro
La giudeofobia ed altro nella nostra società
80° anniversario delle Leggi Razziali (1938 – 2018)*
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2019

N.9, GIOVANNI CECINI
Ebrei non più italiani e fascisti
Decorati, discriminati, perseguitati
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2019

N.10, GIOVANNI CECINI
Le leggi razziali e il Valore Militare
Antologia di testi e documenti
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2019

N. 11 MASSIMO COLTRINARI, LUIGI MARSIBILIO
Anzio. La testa di ponte
22 gennaio – 25 maggio 1944
Lo sbarco di Anzio. Volume I
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2019,

N. 12  MASSIMO COLTRINARI LUIGI MARSIBILIO 
I soldati italiani sulla testa di ponte di Anzio*
22 gennaio – 25 maggio 1944
Lo Sbarco di Anzio. Volume II
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2019 Volume II

N. 13 MASSIMO COLTRINARI, LUIGI MARSIBILIO 
Lo sbarco di Anzio. La Memoria*
Lo sbarco di Anzio. Volume III
Roma, Società Editrice Nuova Cultura, 2019 Volume III



FUORI COLLANA.

DIZIONARIO MINIMO DELLA GRANDE GUERRA

N.1 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1914
Compendio. L’anno fatale. L’alterazione degli equilibri europei e l’esclusione dell’Italia
N.2 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1914*
Glossario
N.3 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1915
Compendio. L’anno di passione. Dalla neutralità all’intervento.
N.4 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1915*
Glossario
N.5 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1916
Compendio. L’anno d’angoscia. Dalla spedizione punitiva alla presa di Gorizia.  Le “spallate” sull’Isonzo.
N.6 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1916*
Glossario
N.7 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1917
Compendio. L’anno terribile. Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto
N.8 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1917 *
Glossario
N.9 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1918
Compendio. L’anno della gloria. Dalla battaglia d’arresto, alla battaglia del Solstizio alla Vittoria
N.10 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra il 1918*
Glossario
N.11 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra Indici* 
L’Europa in fiamme
N.12 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario Minimo della Grande Guerra. Percorsi di ricerca.*
La fine del mondo eurocentrico.
* in preparazione*








giovedì 21 febbraio 2019

Aprilia. Ricordo dei Caduti senza Sepoltura. Iconografia

NOTIZIE CESVAM
Elisa Bonacini ha corredato il suo
articolo pubblicato ieri con le fotografie
che qui sono riprodotte.












mercoledì 20 febbraio 2019

Aprilia: ricordo dei Caduti senza sepoltura


DIBATTITI
Nota a commento della Presidentessa della Associazione
 "Un Ricordo per la Pace"
nella data anniversaria delle operazioni
nell'Agro Pontino
Gennaio Maggio 1944

di 
 Elisa Bonacini


APRILIA

CERIMONIA MONUMENTO E.F. WATERS E CADUTI SENZA SEPOLTURA DEL 1944

l’omaggio floreale di “Un ricordo per la pace” e della “Italy Star Association 1943-1945”

Harry Shindler : “I giovani ricordino il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà”


Lunedì 18 febbraio presso il comprensorio studentesco “Meucci-Rosselli” di Via Carroceto si è tenuta la cerimonia al Monumento in memoria di Eric Fletcher Waters (padre del musicista Roger Waters) e dei Caduti dello Sbarco Alleato del 1944 che non ebbero sepoltura.
La commemorazione organizzata dal Comune di Aprilia nel quinto anniversario dell’inaugurazione del Monumento si è svolta alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, di rappresentanti delle Associazioni d’Arma e combattentistiche, della Croce Rossa Italiana (comitato locale di Aprilia), dell’Ispettorato locale del Corpo delle Infermiere Volontarie, delle associazioni culturali e di volontariato  e di alcune classi di studenti.
La cerimonia della deposizione della corona d’alloro è proseguita con i saluti istituzionali del Vicesindaco di Aprilia Lanfranco Principi e la lettura, da parte di una studentessa, di un brano rievocativo del periodo di guerra.
Al termine della cerimonia  Elisa Bonacini presidente dell’Associazione “Un Ricordo per la pace” ha deposto un omaggio floreale anche a nome del veterano britannico Harry Shindler, classe 1921, rappresentante in Italia della ITALY STAR ASSOCIATION 1943-1945.
Shindler e la Bonacini, tramite lettera protocollata al Comune di Aprilia il 21 novembre 2013, sono stati i promotori dell’iniziativa dei memoriali in ricordo di Eric Fletcher Waters e dei caduti dispersi del 1944. L’idea si originò dopo che le ricerche di Shindler negli archivi britannici permisero di individuare il punto delle campagne di Aprilia (località Pontoni ) in cui il 18 febbraio 1944 perse la vita Sottotenente dei Fucilieri Reali Britannici Eric Fletcher Waters.
Il 18 febbraio 2014, esattamente 70 anni dopo, il figlio Roger presenziò all’inaugurazione del monumento (obelisco) presso il piazzale del I.I.S. “Carlo e Nello Rosselli” in un evento di clamore mondiale. Il giorno precedente, 17 febbraio, Waters aveva partecipato alla cerimonia privata di inaugurazione del piccolo memoriale in località Pontoni a pochi metri dal punto dove morì  Eric.
Contattato telefonicamente dalla Bonacini nella sua abitazione di Porto D’Ascoli, Harry Shindler, impossibilitato a partecipare alla cerimonia, ha ringraziato l’amministrazione comunale di Aprilia, le autorità, le associazioni e gli studenti presenti alla commemorazione. “Queste manifestazioni – ha detto Shindler – sono molto importanti: mantenere la memoria degli errori del passato è necessario per costruire un futuro di pace. I giovani ricordino il sacrificio di tanti giovani che hanno combattuto affinché l’Europa diventasse libera e democratica e siano sempre mediatori di un positivo confronto interculturale e di pace”.


Elisa Bonacini
el.boancini@libero.it






martedì 19 febbraio 2019

Austerliz. Una battaglia da studiare

NOTIZIE CESVAM
L'elenco delle tesi del Master
in Storia Militare Contemporanea è in via di formazione
Austerliz è l'esempio  di come impostare la ricostruzione di una
battaglia centrale per comprendere  l'arte militare in Napoleone




Informazioni su come svolgere le tesi di dottorato sono su
www.studentiecultori.blogspot.com

lunedì 18 febbraio 2019

Senegal. Scheda


SCENARI ,REGIONI, QUADRANTI



NOTE SUL SENEGAL
Geografia
Forma di Governo: Repubblica
Superficie 196712 ( Italia 301 000 Kmq)
Popolazione 13508
Densita 69 ab per Kmq
Capitale Dakar con popolazione di circa 3 milioni di abitanti ( come Roma)
Indice di sviluppo Umano 0, 485 ( 163 posto su 192)
Presidente: nel 2015 Macky Sall (Alleanza per la repubblica) eletto il 25 .3. 2012
Primo Ministro  Mohamed Dionne (indipendente) dal 6 .8.2014
Assemblea Nazionale seggi in base alle elezioni del 1.8. 2014: Partito Uniti nella speeranza ( asostegno del presidente Macky Sall 119 seggi; PDS Partito democratico senegalese 12 seggi; altri 19
Religione: mussulmani sunniti 89,3; mussulmani sciti 4,7, cristiani 4% altri 2%
Gruppi Etnici Wolof 34,6 Fulani e Toucouleur  27,1% Sere 12% Mandingo 0,7 altri 1,6
Lingua: francese ufficiale; dialetti sudanese, diola, serer wolof


Storia
Già colonia francese è indipendente dal 11 novembre 1960 “il padre della patria” Leopold Senghor ne ha mantenuto la presidenza fino al 1980. Dal 1982 al 1990 il Paese ha formato con il Gambia la federazione del Senegambia. Dopo la lunga presidenza di Abdou Diouf (1981- 2000) si è affermato il candidato dell’opposizione Abdoulaye Wade del partito democratico senegalese poi battuto alle elezioni del 2012 da Macky Sall fondatore del partito Alleanza per la repubblica. Tra il 1983 ed il 2004  nella regione del Casamance  si è sviluppata la guerriglia separatista guidata dal MFDC Movimento delle forze democratiche del Casamance. Dopo gli Accordi di pace del 2004 alcuni gruppi sono rimasti attivi

In base alla costituzione del 2001 il Presidente è eletto a suffragio diretto  con mandato di 7 anni rinnovabile una sola volta; l’Assemblea nazionale è composta da 150 membri eletti con mandato di 5 anni; il Senato (100 membri) reintrodotto nel 2007 è stato nuovamente abolito dal Presidente M. Sall nel 2012.
Il sistema giudiziario si basa sul diritto francese

2015. Il 23 3 2015 Karim Wade figlio dell’ex Presidente  Abdoulaye Wade è candidato alle elezioni del 2015  è stato condannato a sei anni di reclusione per arricchimento illecito.
2016 Il 20 3 2016 sono state approvate tramite referendum diverse modifiche alla Costituzione che prevedono tra l’altro la riduzione del mandato presidenziale da 7 a 5 anni
2017 Alle elezioni legislative del 30 giugno 2017 la colazione del Presidente Macky Sall ha mantenuto la maggioranza dei voti

Economia: è in crescita il numero delle società cinesi interessate allo sfruttamento delle risorse del paese come gas  e petrolio

Fonte: Calendario De Agostini Anno 1916
           Calendario De Agostini Anno 1917
           Calendario De Agostini Anno 1918


domenica 17 febbraio 2019

Il Corpo Italiano di Liberazione. Gubbio e Sassoferrato


APPROFONDIMENTI
Fine luglio 1944.
Avanzata verso nord e necessità
di collegamento con le unità operanti nell'Italia centrale.

F. Mammarella

CAMBIAMENTO DI SETTORE FRA SASSOFERRATO E GUBBIO.
Il 12 agosto il comandante del Corpo polacco comunicò che il C. I. L. doveva cambiare il proprio settore spostandosi sulla sinistra, fra Sassoferrato e Gubbio. I relativi movimenti dovevano essere iniziati subito ed ultimati entro le ore 6 del 17 agosto. Il C. I. L. sarebbe stato sostituito, sulle posizioni in atto, da un raggruppamento polacco di cavalleria motocorazzato, mentre sulle nuove posizioni avrebbe sostituito, a sua volta, il 15° reggimento ulani «Poznan» (gruppo Kieda).
Sulla base di ciò il comandante del C. I. L. impartì le prime disposizioni:
a) Nel nuovo settore le forze del C. I. L. si sarebbero schierate con la I e la II brigata in 1a schiera e la divisione «Nembo» in 2a schiera.
A destra, a cavallo della rotabile Sassoferrato - Pergola, si sarebbe schierata la II brigata, rinforzata dal IX reparto d'assalto, dalle batterie controcarri già in assegnazione (1 batteria da 57/50, 2 compagnie pezzi da 47/32), da un plotone artieri e da un plotone collegamenti. A sinistra, a cavallo della rotabile Scheggia e Pascelupo - Cantiano, si sarebbe schierata la I brigata, rinforzata dalle batterie controcarri già in assegnazione (2 batterie da 57/50), da un plotone artieri e da un plotone collegamenti. Limite di settore tra I e II brigata (largamente orientativo): Corno di Catria - Monte Catria - q. 984 - Molleone[1].
La divisione «Nembo» doveva schierarsi in riserva nella zona Colleponi - S. Fortunato - Genga.
Il C. I. L. nel nuovo settore avrebbe agito inquadrato avendo:
— a destra, il predetto raggruppamento di cavalleria motocorazzato polacco (il quale avrebbe avuto alle sue dipendenze anche la banda partigiana «Maiella»);
— a sinistra, il 270 reggimento lancieri inglese del X Corpo britannico.
b) Sullo schieramento erano dati i seguenti orientamenti:
— la II brigata doveva: tenere elementi a cavallo del fiume Cesano fino alla zona di Bellisio e poi sulle 'alture di Percozzone Massaiola - S. Ermete; predisporre inoltre l'occupazione della zona di Monte Torrino;
— la I brigata doveva: tenere elementi motociclisti, con mezzi controcarri, nella zona di Scheggia e di q. 507 di Val Dorbia ed elementi a cavallo del basso corso del fosso Mandrale nella zona di Frontone; procedere all'occupazione del costone di Monte Morcia q. 555 - Grumale; predisporre infine l'invio di un reparto alpino, per la zona montana, sulla rotabile n. 3 a sud di Cagli.
c) Lo schieramento dell'artiglieria sarebbe stato definito dopo l'occupazione di Monte Torrino.
d) I servizi dovevano schierarsi a cavallo della rotabile Sassoferrato - Fabriano.
e) I movimenti delle varie unità per recarsi nella nuova zona, ad eccezione dei quadrupedi, sarebbero avvenuti a mezzo di autotrasporti.
Nello stesso tempo vennero fornite le seguenti notizie:
— sul conto del 15° reggimento ulani (gruppo Kieda) da rilevare: che esso teneva già elementi avanzati in S. M. di Burano Cantiano - Frontone - Monte Vecchio - Bellisio, e altri elementi sulla rotabile n. 3 immediatamente a nord di Scheggia;
— sul conto del 27° reggimento lancieri inglese, il quale agiva sulla sinistra del settore[2]: che esso aveva elementi avanzati immediatamente a nord di Monte Frontano e immediatamente a sud di Monte Fumo (il monte era in mano ai tedeschi);
— sul conto del nemico: che in tutto il settore teneva schierato un battaglione della 5a divisione da montagna, sostenuto però da molte artiglierie; che occupava la zona di Cagli con una compagnia e manteneva osservatori mobili su Monte Torrino; che faceva largo impiego di pattuglie, sia di giorno che di notte, in particolare su Pergola e Bellisio.
Naturalmente, trattandosi di un movimento complesso in quanto le unità del C. I. L. dovevano essere sostituite su posizioni tattiche e sostituire a loro volta altre unità a contatto col nemico, le relative disposizioni subirono delle varianti di dettaglio. Merita però di essere notata l'evoluzione del pensiero tattico del comandante del C. I. L. il quale, dopo qualche giorno dalla emanazione delle sue prime disposizioni, espresse l'intendimento di procedere, non appena avvenuto il passaggio di responsabilità del settore, «ad una parziale rettifica dell'occupazione», e cioè:
— occupare la dorsale di Monte Torrino tra il Cinisco e il Cesano per impedire al nemico di sfruttarla come zona di osservatori (la dorsale risultava sgombra);
— appoggiare, se possibile, la successiva linea di resistenza a Bellisio di Sopra - Monte Ajate - Piandigallo, dove sarebbe stata stabilita, con sovrapposizione, la saldatura tra I e II brigata;
— rettificare in conseguenza lo schieramento dell'ala destra di ciascuna brigata.
Per l'attuazione di tutto ciò, il III e il IV gruppo da 75/18 dell' 11°reggimento artiglieria erano messi a disposizione della II brigata.
In armonia con le direttive emanate dal comandante del C. I. L., tanto il comandante della II brigata quanto quello della I brigata diedero disposizioni per lo schieramento dei reparti. Il comandante della II brigata, maggiormente interessato nella evoluzione del pensiero tattico del comandante del C. I. L., dopo aver espresso il suo intendimento di sbarrare le provenienze da nord tenendo particolarmente forti le posizioni di bivio ad est di Pietraselce - Bellisio di Sopra- Cabernardi, dispose (Allegati 56 e 57):
a) che il reggimento «S. Marco», rinforzato da una compagnia cannoni da 47/32 e da una batteria da 57/50 controcarri (meno una sezione), occupasse col battaglione «Grado» le posizioni fra Percozzone e Cabernardi e organizzasse due centri di fuoco avanzati a S. Ermete e C.se Nolfi. Il battaglione «Bafile», in 2° scaglione, si sarebbe schierato nella zona di Monterosso, orientato ad agire a favore dei due battaglioni in 1°scaglione (battaglione «Grado» e IX reparto d'assalto);
b) che il IX reparto d'assalto, rinforzato da una compagnia cannoni da 47/32 e da una sezione da 57/50 controcarri, si schierasse in 1° scaglione sulla sinistra del battaglione «Grado», occupando posizioni di particolare importanza tattica fra cui: bivio ad est di C. Pietraselce, Monte Romano e Bellisio di Sopra; limite fra reggimento «S. Marco» e IX reparto d'assalto: Rotondo - Doglio Palazzo - Percozzone - Col Ventoso;
c) che il 68° reggimento fanteria si schierasse in 2° scaglione fra Catobagli e q. 348 distaccando elementi di sicurezza sulla destra;
d) che, per l'artiglieria, il V gruppo da 75/13 someggiato si schierasse in zona Colombaja per agire in favore del battaglione «Grado»; il III e IV gruppo da 75/18 (dell'11° reggimento) si schierassero nella zona di Le Piane - Galtello col compito di agire: il III in favore del IX reparto d'assalto e il IV come elemento di manovra.
Queste prime disposizioni furono meglio perfezionate in un secondo tempo nel quale il comandante della II brigata, in aderenza alle vedute tattiche del comandante del C. I. L., ordinò:
— che il battaglione «Grado» estendesse la sua occupazione a sinistra fino a Bellisio di Sotto compreso;
— che il IX reparto d'assalto alle ore 6 del giorno 17 iniziasse una azione per la occupazione di: Bellisio di Sopra, Monte Ajate e Piandigallo (l'azione doveva essere preceduta dall'invio di pattuglie, il giorno 16, su Monte Torrino);
— che i gruppi di artiglieria si tenessero in potenza e il V gruppo da 75/13 someggiato si orientasse ad agire anche a favore del IX reparto d'assalto nel corso dell'anzidetta azione.
Anche il comandante della I brigata diede gli ordini per lo schieramento di sua competenza disponendo (All. 58):
a) che il settore affidatogli venisse ripartito in due sottosettori :
— sottosettore «Scheggia», affidato alla 1° compagnia motociclisti, rinforzata da una sezione da 57/50 controcarri (il 4° reggimento bersaglieri era ancora lontano);
— sottosettore «Frontone», affidato al 3° reggimento alpini, rinforzato da 2 batterie da 57/50 controcarri (meno una sezione) con un battaglione («Piemonte») in 1° scaglione sulle pendici nord-orientali di Monte Morcia fra q. 555 - Cajcacia - Caragno - q. 467 e con le forze preponderanti a sinistra; un battaglione («Monte Granero») in 2° scaglione tra Frontone e Serra S. Abbondio col compito particolare di assolvere funzioni di fianco difensivo fronte a nord-est;
b) che, non appena la II brigata (IX reparto d'assalto) avesse raggiunto le posizioni di Bellisio di Sopra, Monte Ajate, Piandigallo, il 3° reggimento alpini si portasse, con l'ala destra, sulle posizioni di il Logo, C. Magalotti, la saldatura con la II brigata a Piandigallo;
c) che, per l'artiglieria, il IV gruppo da 75/13 someggiato si schierasse nella zona di q. 681 e il gruppo di formazione batterie alpine da 75/13 in zona Chiusure (1 batteria) e Cà di Usebio (l'altra batteria), col compito di agire entrambi in favore del 30 reggimento alpini.
Alle ore 6 del 17 agosto la responsabilità del settore Sassoferrato Gubbio venne assunta dal comandante del C. I. L. i cui reparti si trovarono ad agire a contatto: sulla destra del settore con la banda Maiella» comandata dal ten. col. polacco Lewicki; sulla sinistra col 27° reggimento lancieri inglese.
Completata la sostituzione dei reparti polacchi in posto, le unità del C. I. L., nel tratto a sud - ovest di Pergola, portarono la posizione di resistenza sulla displuviale fra il Cesano e il Cinisco occupando (IX reparto d'assalto) Monte Torrino - Monte Ajate - Bellisio di SoPra - Col Ventoso. Più ad ovest, la compagnia bersaglieri motociclisti, rinforzata da elementi controcarri, raggiunse, nella stessa mattinata del 17, Cantiano.
Prima ancora però, nel settore affidato alla II brigata, pattuglie del reggimento «S. Marco avevano, il giorno 15[3], effettuato una puntata esplorativa verso Castagna e q. 435 di S. Ermete.
L'indomani anzi, una pattuglia di marinai, spintasi verso Pergola, aveva anche catturato di sorpresa 2 tedeschi.
Quanto all'attività operativa che avrebbe dovuto svolgere il C. I. L., il comando del Corpo polacco aveva fissato come direttiva:
— «conquistare Cagli, sfruttando la possibilità di sorprendere il nemico in seguito al trasferimento delle unità del C. I. L. nel settore montano;
— «cercare di raggiungere la linea generale del fiume Candigliano» ,



[1] Con successivo ordine il limite fu meglio precisato e spostato più ad est: q. 511 -q. 385 -q. 388 -q. 448 -q. 466- q, 374- q. 612 . . .
[2] Sulla destra del settore non occorreva evidentemente dare notizie perchè si trattava di una zona già conosciuta e sulla quale il C. I. L.avrebbe ricevuto il cambio.

[3] Sotto la data del 15 agosto vennero sciolti il LXVIII battaglione complementi e il battaglione misto complementi. Il personale, i mezzi e i materiali di detti battaglioni furono impiegati per la costituzione di un unico «Centro complementi del C.I. L. »

sabato 16 febbraio 2019

Il Corpo di Liberazione Italiano Luglio 1944. Liberazione di Corinaldo


APPROFONDIMENTI
La campagna d'Italia, Operazioni nelle Marche del 2° Corpo Polacco
Corpo Italiano di Liberazione


di F. Mammarella

AVANZATA SUL FIUME CESANO E LIBERAZIONE Dl CORINALDO (10 AGOSTO) E CASTELLEONE Dl SUASA(11 AGOSTO)
REAZIONI TEDESCHE A CASTELLEONE Dl SUASA E A LORETELLO.
 Mentre i reparti del C. I. L. stavano completando lo schieramento difensivo a sud del fiume Nevola e del fosso delle Ripe, il comando del Corpo polacco comunicò che stava, con le due divisioni schierate per ala — la 3a «Carpatica» e la 5a «Kresowa» — per preparare e lanciare un attacco allo scopo di spezzare la resistenza nemica «dirigendo lo sforzo principale lungo i fianchi interni di entrambe le divisioni» con obiettivo la conquista delle alture di riva destra del Cesano. Riuscita questa prima azione, le due divisioni si sarebbero dirette «all'esterno, aggirando così le difese nemiche lungo le alture». Al C. I. L. era affidato il compito di «assicurare il fianco sinistro dell'attacco del Corpo polacco contenendo il nemico nell'interno del settore Corinaldo - Castelleone di Suasa». Limiti tra C. I. L. e Corpo polacco (5a divisione «Kresowa»): Belvedere Ostrense - Corinaldo - Orciano di Pesaro.
Successivamente il comando del Corpo polacco fece conoscere che l'attacco sarebbe stato sferrato il mattino del 9 agosto.
Il comandante del C. I. L., allo scopo di attirare l'attenzione del nemico e impedirgli di reagire sul fianco delle unità polacche attaccanti, dispose che il mattino del 9 venissero effettuati dall'artiglieria numerosi e violenti concentramenti di fuoco[1] sulle posizioni antistanti, intervenendo anche nel settore d'azione delle truppe polacche con i medi calibri. Questa azione di fuoco fu integrata dall'invio di numerose pattuglie in tutto il settore, le quali informarono che l'avversario continuava a difendere le sue posizioni a sud del Cesano.
Il comandante del C. I. L. insistette allora perchè nella notte e nella giornata dell'indomani le unità dipendenti mantenessero uno stretto contatto col nemico onde conoscere la consistenza del suo schieramento e, per quanto possibile, le intenzioni, non essendo escluso, dati gli sviluppi dell'azione polacca sulla destra, un suo ripiegamento oltre il fiume Cesano.
Il mattino del 10 agosto[2], infatti, da diverse segnalazioni si potè arguire che i tedeschi stavano effettivamente ritirandosi a nord del Cesano. Subito, allora, il comandante del C. l. L. diramò il seguente fonogramma a mano:
«Informatore segnala che Castelleone di Suasa è sgombera. Pattuglia 3° alpini prosegue senza incontrare nemico. Forze polacche sulla destra avrebbero superato displuviale Nevola Cesano. Ciò fa supporre che displuviale Castelleone Corinaldo sia stata sgomberata. Allo scopo di non perdere tempo distaccamenti già predisposti I e II brigata inizino movimenti per raggiungere displuviale Nevola Cesano. Divisione «Nembo» invii un plotone su Castelleone di Suasa. Grandi unità si predispongano per essere in misura di occupare tempestivamente predetta displuviale qualora fosse confermato che essa è stata sgomberata dal nemico. Movimenti d'iniziativa».
In seguito a questi ordini, tutto il dispositivo del C. I. L. si mise in movimento:
a) Sulla destra, la II brigata, schierata col reggimento marina «S. Marco» in 1°scaglione e il 68° reggimento fanteria in 2° scaglione, oltrepassò coi reparti avanzati il fiume Nevola e occupò la località le Murate trovata sgombra. Quindi, elementi del reggimento «S. Marco», dopo aver impegnato e fugato elementi ritardatori tedeschi, occuparono q. 250 (ad ovest di Corinaldo): nel pomeriggio, sempre del 10, entrarono in Corinaldo e si affrettarono a raggiungere, più a nord, la q. 239 in modo da conferire sicurezza alla occupazione del paese.
In conseguenza dello sbalzo in avanti dei reparti del reggimento «S. Marco anche i reparti del 68°reggimento fanteria ebbero ordine, prima di sera, di muovere per raggiungere la nuova zona oltre il Nevola.
b) Al centro, la I brigata distaccò in avanti reparti di bersaglieri a destra e di alpini a sinistra, i quali avanzarono senza incontrare reazione (ciascuno dei due reggimenti - 4° bersaglieri e 3° alpini - con un battaglione in 1° scaglione e uno in 2°) sino alle località Croce del Termine e C. S. Onofrio (q. 211), che risultarono occupate da elementi ritardatori tedeschi. Prima di sera, le posizioni di C. S. Onofrio furono prese d'assalto da un nostro plotone alpini che inflisse anche perdite al nemico (1 morto e 2 prigionieri). A notte, anche la località Croce del Termine venne occupata da reparti bersaglieri dopo che i nuclei nemici ivi sistemati furono costretti dal nostro fuoco ad abbandonare la posizione.
In relazione all'occupazione di C. S. Onofrio e Croce del Termine dominanti il Cesano, il dispositivo dei due reggimenti della brigata si articolò in avanti muovendo per raggiungere le nuove posizioni.
c) Sulla sinistra, la divisione «Nembo» spinse in avanti elementi paracadutisti i quali, verso le ore 10, raggiunsero Loretello, trovata sgombra. Altri elementi paracadutisti si spinsero sino alle località di Farneto e C.se Nuove (a sud e a sud - est di Castelleone di Suasa), dove si impegnarono con elementi ritardatori tedeschi.
Indietro, scaglionati in profondità, mossero; il 184° reggimento di fanteria paracadutista in direzione di Castelleone di Suasa; il 183° reggimento in direzione di Ripalta - Loretello.
L'indomani, 11 agosto, una compagnia del XIV battaglione del 184° reggimento paracadutisti occupò, verso le ore 8, Castelleone di Suasa, mentre gli altri reparti della divisione si spostavano per raggiungere le posizioni atte a garantire il fianco sinistro del C. I. L, continuando a svolgere una intensa attività esplorativa. Durante questa attività, pattuglie paracadutisti riscontrarono, il 12, sulla estrema sinistra, la presenza di elementi tedeschi a S. Pietro, muniti di armi automatiche e mortai. Una pattuglia di paracadutisti inoltre, passato il Cesano, si spinse oltre S. Lorenzo in Campo fino a Montalfoglio, dove notò la presenza di elementi tedeschi e una batteria nemica nella zona di q. 295.
Era chiaro ormai che il grosso del nemico si era ritirato sulle posizioni a nord del Cesano.
Raggiunta la displuviale tra il Cesano e il Nevola - Fenella, il C. I. L. tornò, in relazione al compito assegnatogli, ad assumere atteggiamento difensivo disponendosi secondo i noti criteri elastici, i quali, mentre gli consentivano una efficace azione difensiva, gli permettevano nel contempo di poter passare rapidamente all'azione offensiva. Fu perciò disposto:
— che la linea di sicurezza seguisse questo andamento: margine anteriore dell'abitato di Castelleone di Suasa - ciglio tattico crinale tra fiume Cesano e torrente Fenella fiume Nevola. Nella zona di sicurezza dovevano essere difese ad oltranza le posizioni di q. 239 (nord di Corinaldo), q. 235 e q. 271 di Croce del Termine (in unico caposaldo) e Castelleone di Suasa;
— che la linea di resistenza passasse per il margine anteriore dell'abitato di Castelleone di Suasa - alture riva destra affluente ovest di testata fosso Volpara - alture riva sinistra affluente nord - est di testata fosso Volpara - q, 235 di C. S. Maria -q. 271 -le Selve - q. 230 - q. 222 - q. 201 - margine anteriore abitato di Corinaldo - q. 220 - altura di q. 239;
— che le saldature avvenissero: tra I e II brigata sull'altura di q. 243 (sulla linea di sicurezza) e a le Selve (sulla linea di resistenza); tra divisione «Nembo» e I brigata sull'altura di q. 211 di C. S. Onofrio (sulla linea di sicurezza) e -alla confluenza affluenti di testata del fosso Volpara (sulla linea di resistenza);
— che le artiglierie si schierassero a sud dell'allineamento C. la Volpara - le Murate.
Le unità del C. I. L. attuarono quindi, tra l'11 e il 12, il loro schieramento sulle nuove posizioni, da Corinaldo a Castelleone di Suasa e Loretello, nel modo che segue (Schizzo n. 18):
a) Sulla destra, la II brigata si schierò col reggimento «S. Marco» più 2 batterie polacche controcarri: 1 da 57 e 1 da 75 in 1° scaglione (in 2 sottosettori di battaglione : battaglione «Grado», rinforzato da 2 sezioni cannoni da 57/50 controcarri e da 1 compagnia pezzi da 47/ 32, nel sottosettore di destra da i Cappuccini a q. 250, rispettivamente a nord e ad ovest di Corinaldo; battaglione «Bafile» , rinforzato da 1 sezione cannoni da 57/50 controcarri e da 3 plotoni pezzi da 47/32, nel sottosettore di sinistra da q. 250 a C. Giovannetti).
In 2° scaglione il 68° reggimento fanteria con il I battaglione in località S. Bartolo e il II battaglione nella zona Ie Murate. Il V gruppo da 75/13 someggiato sui rovesci di S. Bartolo.
b) Al centro, la I brigata si schierò in 2 sottosettori di reggimento (ogni reggimento con battaglione in 1°scaglione e 1 battaglione in 2° scaglione): il 4° reggimento bersaglieri, rinforzato da 1 batteria da 57/50 controcarri, nel settore di destra col XXIX battaglione da q. 235, poco a sud di C. Giovannetti, a C. 40 Monte, poco a sud di Croce del Termine, e il XXX III battaglione (in 2° scaglione) in località C. S. Vincenzo; il 3° reggimento alpini, rinforzato da 1 batteria da 57/50 controcarri, nel sottosettore di sinistra col battaglione «Monte Granero» da C. 4° Monte a q. 211 di C. S. Onofrio, e il battaglione «Piemonte» (in 2° scaglione) a fosso Volpara.
Il IV gruppo da 75/13 someggiato e il gruppo di formazione batterie alpine da 75/13 presero posizione qualche chilometro rispettivamente a est e a sud di C. Scalogna.
c) Sulla sinistra, la divisione «Nembo» si schierò col 184° reggimento fanteria paracadutista, rinforzato da elementi controcarri, in 1°scaglione, in 2 sottosettori di battaglione: XIV battaglione nel sottosettore di destra da q. 211 a le Caselle; XIII battaglione nel sottosettore di sinistra da le Caselle alle posizioni a sud di C.se Pollini. Il 183° reggimento paracadutisti si schierò con il XVI battaglione in 1 0 scaglione tra Loretello e q. 312 (una compagnia però rimase indietro a Ripalta) e il XV battaglione in 2°scaglione nella zona del quadrivio di q. 285 tra Ripalta e Montale. In 2° scaglione rimasero ancora il CLXXXIV battaglione guastatori a Montale e la 184a compagnia motociclisti a Piticchio.
Il 184° reggimento artiglieria «Nembo» prese posizione col I gruppo cannoni da 75/27 nella zona di q. 128 e col II gruppo cannoni da 100/22 in quella di q. 181.
d) L'11° reggimento artiglieria schierò il I gruppo da 105/28 nella zona di q. 85 (a sud di le Murate), il II gruppo da 100/22 nella zona di Tiro a segno (nei pressi di P.te Murato), il III gruppo da 75/ 18 nella zona di C. Augusti (poco ad ovest di S. Bartolo), il IV gruppo da 75/18 nella zona di Casalta (a nord - est di Castelleone di Suasa), il CLXVI gruppo da 149/19 nella zona di q. 174 (a sud di C. San Vincenzo).
Anche questa volta, la dosatura delle forze nello schieramento difensivo non si differenziava da quella di prima, salvo un leggero aumento a favore delle forze destinate in 1°scaglione (7 battaglioni anzichè 6) dovuto probabilmente alla maggiore superficie di contatto col nemico determinatasi sul fianco sinistro. Lo schieramento avanzato delle artiglierie assicurava un buon giuoco nella manovra dei proietti pesanti contro le posizioni nemiche sulla sinistra del Cesano, rispetto alle quali le nuove posizioni occupate dal C. l. L. venivano ad esercitare, malgrado ogni apparente aspetto difensivo, la funzione di una vera e propria pedana di lancio per gli sviluppi di una ripresa offensiva a breve scadenza.
Ma i tedeschi, di fronte allo sbalzo sulle nuove posizioni compiuto dalle unità del C. I. L., non mancarono di reagire prontamente.
Il giorno 11 agosto, dopo una violenta preparazione di fuoco effettuata prevalentemente con mortai, forze germaniche valutate ad una quarantina di uomini attaccarono, tra le ore 11 e le ore 12, le nostre posizioni di q. 211 a nord - est di Castelleone di Suasa. L'attacco, contenuto in un primo tempo dagli elementi alpini che si trovavano sul posto, venne successivamente stroncato del tutto per l'intervento di una compagnia del XIV battaglione paracadutisti (del 184° reggimento). Il nemico fu così costretto a ripiegare lasciando sul terreno 10 uomini tra morti e feriti.
L'indomani 12, sull'albeggiare verso le ore 4, i tedeschi con una compagnia tornarono ad attaccare, più a sinistra, le posizioni di Loretello, tenute da due nostri plotoni paracadutisti, i quali ritennero opportuno ripiegare di qualche centinaio di metri. Ma giunta poco dopo una compagnia paracadutista in rinforzo (la 46a), i nostri balzarono al contrattacco costringendo l'avversario a ripiegare; cosicchè Loretello, verso le ore 8, tornava di nuovo in nostro possesso. Nel pomeriggio, verso le ore 17, furono i nostri paracadutisti a reagire occupando, dopo breve preparazione di artiglieria, la q. 312 (circa 500 m. a nord di Loretello), dove venivano catturati 2 prigionieri. Risultò anche che il nemico, nell'abbandonare la posizione, aveva portato con sè 4 morti e una decina di feriti.
Pure nella notte sul 13 agosto, i tedeschi attaccarono con pattuglie le nostre posizioni avanzate di q. 245 (difese dal XIV battaglione paracadutisti), C. S. Onofrio (difese dal battaglione alpini «Monte Granero») e Croce del Termine (difese dal XXIX battaglione bersaglieri). Ma dovunque la pronta reazione delle nostre truppe e del fuoco pesante delle nostre artiglierie costrinse l'avversario a ripiegare oltre il fiume Cesano. Anzi sulla sinistra, nella zona di Loretello, i nostri paracadutisti ne approfittarono per reagire con una avanzata procedendo, con un plotone del XVI battaglione (183° reggimento), alla occupazione di S. Pietro.
Tutte queste puntate esplorative del nemico, senza contare l'azione di martellamento svolta con la sua artiglieria e coi suoi mortai contro le nostre posizioni di Corinaldo, C. S. Onofrio, Castelleone di Suasa e Loretello, erano in ultima analisi manifestazioni, in forma piuttosto dinamica, di una volontà temporeggiatrice. Si trattava per l'avversario di guadagnar tempo nello spazio in relazione al quadro operativo d'insieme. Lo sviluppo dei vari solchi fluviali nel senso dei paralleli, in connessione con l'andamento plastico delle successive displuviali, facilitava ai comandi tedeschi l'attuazione di irrigidimenti successivi, i quali, nei confronti della manovra offensiva operata dal    C. I. L. e dal Corpo polacco, conservavano il vantaggio di poter attuare una logorante e sfibrante manovra difensiva a tempi e spazi ristretti. Questo fatto continuava infatti a costringere le unità del C. I. L. ad agire per così dire a spallate successive: dal Musone all'Esino, dall'Esino al Misa, dal Misa al Nevola, dal Nevola al Cesano. Si trattava, dunque, di preparare ora una nuova spallata, quando ecco giungere l'ordine per il C. I. L. di cambiare settore.


[1] Furono complessivamente sparati oltre 3.000 colpi
[2] Il giorno 10 agosto, il Capo di S. M. dell'Esercito, gen. Berardi, tenne una riunione presso il C. I. L. alla quale parteciparono, tra gli altri, il comandante del C. I. L. e il col. Pidslcy della Sottocommissione alleata di controllo. In tale circostanza il comandante del C. I. L. fece presente:
— la deficienza del munizionamento sempre a causa delle note difficoltà dei mezzi di trasporto;
— la necessità di poter disporre di un secondo gruppo di artiglieria di medio calibro;
— la necessità di motorizzare i pezzi controcarri in modo che potessero seguire le truppe di linea e intervenire tempestivamente contro mezzi corazzati nemici;
— la necessità di dotare il C. I. L. di alcuni mezzi corazzati, tenuto conto che i soldati italiani si erano finora dovuti aprire la strada da soli anche contro mezzi corazzati tedeschi e che la povertà dei propri mezzi, di fronte all'abbondanza di quelli a disposizione degli stessi polacchi, era motivo, per i nostri soldati, di demoralizzazione.
In tale occasione il Capo di S. M. dell'Esercito ebbe anche un colloquio col gen. Anders, comandante del Corpo polacco, il quale gli espresse le sue congratulazioni per il brillante comportamento tenuto nelle recenti operazioni dal  C. I. L. che, nonostante le immense difficoltà, è stato all'altezza dei compiti Soggiunse inoltre, con parole lusinghiere, quanto grandi fossero stati gli sforzi fisici sopportati dai reparti del C. I. L., mettendo in risalto come « tutto il Corpo italiano di liberazione, attraverso marce senza soste, quasi senza la possibilità di riprendere fiato, con inflessibile volontà ed a prezzo di gravissimi sacrifici, sia stato ugualmente sempre a fianco delle truppe motorizzate polacche»