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giovedì 31 maggio 2018

Indici Maggio 2018


SOMMARIO
ANNO LXXIX, Supplemento on line, V, n.30
Maggio 2018
www.valoremilitare.blogspot.com
Editoriale, Maggio. Un mese degno di nota
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 28.4.2018
Copertina, Maggio 2018
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 0.5.2018

IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA

APPROFONDIMENTI
Giovan Battista Birotti, Il fuoco delle pellicola. Una nostalgia post bellica,
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 2.5.2018
Stefano Valente, Intervista a Lapo Mazzei,
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 3.5.2018
Alessia Biasiolo, La condizione femminile nei campi di concentramento,
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 5.5.2018
Massimo Coltrinari, La battaglia di Canne. 216.a.c.
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 14.5.2018

ARCHIVIO
Alberto Vido, Federazione di Sondrio. Una foto del 150° anniversario dell’Unità d’Italia
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 11.5.2018
Alberto  Maspero, Federazione di Sondrio. Seconda Nota. Il Piroscafo Piemonte
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 12.5.2018
Massimo Coltrinari, Resistenza a Roma 1944. Le formazioni delle unità partigiane cattoliche
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 13.5.2018
Comando Supremo Regio Esercito, La battaglia dall’Idra al Timavo. 1917
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 18.5.2018
Comando Supremo Regio Esercito,  XI Battaglia dell’ Isonso . I Prodomi. La battaglia dall’Idra al Timavo. 1917
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 22.5.2018
Alberto Vido, Guardia Nazionale di Sondrio. Le Uniformi.
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 19.5.2018
Massimo Coltrinari, La Storia del Risorgimento ed il valore militare
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 20.5.2018
Alberto Vido, Guardia Nazionale di Sondrio. Iconografia
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 22.5.2018
Redazionale, Associazione Nazionale Bersaglieri Roma
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 28.5.2018

DIBATTITI
Redazionale,  Festa del 1° Maggio,
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Alessandro Barbato, Un prologo per avviare un dibattito
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 7.5.2018
Graziano Maron, Una scuola recuperata ed un Sacrario da recuperare
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 9.5.2018
Elisa Bonacini, Progetto Anzio 1944. Un Ricordo per la Pace
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 26.5.2018
Alberto Vido, Il Nastro Azzurro a Militaria. Milano 27 maggio 2018
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 27.5.2018


MUSEI, ARCHIVI, BIBLIOTECHE
Redazionale, Il Primo Congresso del Nastro Azzurro, Roma 1923
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 8.5.2018
Massimo Coltrinari, 1866. III Guerra di indipendenza. Quattro battaglia per l’Isonzo
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 23.5.2018

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA' D'OGGI

UNA FINESTRA SUL MONDO
Massimo Coltrinari, Siria. Gli Attori in scena
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Matteo Bortolani, La unità 75 cecena. La battaglia di Crozny
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 10.5.2018

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Matteo Bortolani, L’ISIS si ferma a Misurata
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 17.5.2018

SCENARI,REGIONI, QUADRANTI
Redazionale, Pena di Morte in Africa, Esecuzioni in calo in Africa
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 4.5.2018

CESVAM NOTIZIE
CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
Redazionale, Indici mese di aprile 2018
                              su www. valore militare.blogspot.com con post in data 30.4.2018
Redazionale, Il Dizionario minimo della Grande Guerra. Iconografia
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 15.5.2018
Redazionale, Il Dizionario minimo della Grande Guerra. Editing. Situazione
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 24.5.2018
Alberto Vido, Federazione di Sondrio. Una croce dal cielo
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 25.5.2018

SEGNALAZIONI LIBRARIE
Redazionale, Volume: La battaglia dei Tre Ponti di Luigi Scollo
                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 16.5.2018
AUTORI
Pecce Alessio, ricercatore
Matteo Bortolani,
Alessandro Barbato,
Coltrinari, Massimo direttore CESVAM
Giovan Battista Birotti, ricercatore
Baldoni, Massimo, pseudonimo
Giorgini, Desiderio pseudonimo
Alessia Biasiolo, collaboratrice CESVAM
Alberto Maspero
Luigi Marsibilio, membro del Collegio dei redattori della Rivista
Giancarlo Ramaccia, vice direttore CESVAM
Giovanni Cecini membro del Collegio dei redattori della Rivista
Alberto Vido, presidente della Federazione di Sondrio.


Numero chiuso in data 31 5 2018



mercoledì 30 maggio 2018

Copertina Maggio 2018



QUADERNI ON LINE



Anno LXXIX, Supplemento on line, V, 2018, n. 30
Maggio 2018
www.valoremilitare.blogspot.com



martedì 29 maggio 2018

Editoriale Maggio 2018

Maggio, un mese degno di nota

Un mese veramente interessante in quanto è iniziata la fase di editing del Progetto "Dizionario minimo della Grande Guerra".
E' stato messo a punto un team di base in cui si sono assolte le funzioni seguenti:
.definitiva realizzazione del manoscritto n.5,
. invio alla Società Editrice del manoscritto 5 (definitivo)
. predisposizione della Bozza 1 da parte della Società Editrice
. ritorno al CESVAM della Bozza n.1,
. rilettura della Bozza medesima, con controllo della iconografia, predisposizione dell'indice dei nomi propri, dei nomi geografici, dei nomi di unità, battaglia e corpi,
.rilettura seconda della bozza, invio alla Società Editrice della Bozza 1 corretta.
. ritorno da parte della Bozza 2, rilettura e quindi invio alla Società Editrice con il visto si stampi del volume.

Nel Mese di maggio la situazione, già più volte indicata, è alla data odierna, la seguente
DIZIONARIO MINIMO DELLA GRANDE GRUERRA

Compendio 1914. Bozza 2 in attesa di invio del visto si stampi.
Compendio 1915. Bozza 1 in lettura
Compendio 1916. Manoscritto n. 5 inviato alla Società Editrice. Attesa Bozza 1
Compendio 1917. Compilazione manoscritto n. 4. (Inserimento di tre note)
Compendio 1918. Compilazione manoscritto n. 4. Predisposizione indice dei nomi

Secondo il programma predisposto i volumi saranno pronti entro Giugno 2018.

Il team di lettura delle Bozze è  composto da Roberta Bottoni, Chiara Carandente, Paola Tomasini oltre Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia
Il team allargato alle attività di aderenza è composto da Gabriele Battista, Giovanni Cecini, Goffredo Mencagli, Mario Rino Me, Osvaldo Biribicchi, Adele Pizzullo, oltre ai ricercatori CESVAM.

Questi team, sia base che allargato, sono in essere per gli altri progetti in corso, di cui si dirà con post nel mese di giugno.

Il CESVAM non può non essere che soddisfatto di quanto si sta realizzando, anche per il fatto che le riunioni predisposte il Martedi ed il Govedì hanno avuto dal mese di Gennaio costante assiduità. Il rammarico che molto tempo è stato assorbito dalla preparazione della Giornata del Decorato 2018 di metà aprile che a parere di molti componenti CESVAM ha distratto tempo e personale che altrimenti sarebbe stato impiegato per lo sviluppo degli altri progetti. Questo è stato annotato nelle Lezioni Apprese dalle attività svolte. Il CESVAM, si è concordato per il futuro, deve concentrare tutte le sue risorse, sopratutto di tempo, solo ed esclusivamente nella realizzazione dei progetti in corso e nelle sue peculiarità istitutive e funzionali.

Con questo auspicio si chiude il mese di maggio 2018 che definisco degno di nota.

massimo coltrinari
direttore CESVAM

lunedì 28 maggio 2018

Associazione Nazionale Bersaglieri Roma


Incontro



La Grande Guerra

Vi è stata la possibilità di illustrare
il Dizionario minimo della Grande Guerra

sabato 26 maggio 2018

Progetto: Anzio 1944. Un Ricordo per la Pace

DIBATTITI
 Il CESVAM, fin dalla sua costituzione, ha stabilito rapporti stretti con l'Associazione
"Un ricordo per la Pace"
rapporto incentrato sulle attività rivolte alle scuole.
Con il mese di maggio 2018 è iniziata la fase compilativa del progetto "Anzio 1944".
Si riporta un contributo della Presidente, Elisa Bonacini, in occasione di questa data
nniversaria







28 MAGGIO:
 LA GIORNATA DEL RICORDO
 DELLA BATTAGLIA DI APRILIA


ELISA BONACINI*

“Un ricordo per la pace” :
 “Che sia momento di riflessione sul valore della democrazia e della pace”



Sono trascorsi 5 anni dall’istituzionalizzazione della data scelta a ricordo degli aspri combattimenti ad Aprilia  nel 1944, a seguito dello sbarco alleato sul litorale di Anzio e Nettuno.
Aprilia per 4 mesi cruento teatro di battaglia tra l'esercito anglo-americano e quello tedesco nel cammino verso la liberazione di Roma  avvenuta il 4 giugno 1944.
I combattimenti ad Aprilia ebbero termine nei giorni intorno al 28 maggio 1944, data in cui si completò la Liberazione dell'Agro Pontino.
La giornata del ricordo “28 Maggio 1944 : la Battaglia di Aprilia”  in memoria dei caduti è stata istituita con Deliberazione del Consiglio Comunale n°3 del 31.01.2013 .
Fu l’Associazione “Un ricordo per la Pace" promotrice dell'iniziativa nel maggio 2012 con l'adesione delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma di Aprilia ed altre Associazioni locali, tra cui la Croce Rossa Italiana.
La richiesta sottoposta al Comune di Aprilia a firma delle Associazioni si avvaleva delle seguenti motivazioni:
“A seguito dello Sbarco degli alleati ad Anzio il 22 gennaio 1944 la nostra Città divenne per 4 mesi cruento teatro di battaglia tra l'esercito anglo-americano  e quello tedesco nel cammino verso la liberazione di Roma avvenuta il 4 giugno 1944;
immani furono le sofferenze che dovette subire la popolazione del territorio costretta ad abbandonare le proprie abitazioni e ad affrontare, a guerra finita, la gravosa opera della ricostruzione;
nel ricordo di tutte le vittime militari e civili del conflitto, dell’eroica opera di bonifica dei terreni da mine ed ordigni effettuata a costo della propria vita dagli “sminatori” di Aprilia.
Motivazioni queste del conferimento ad Aprilia  in data 8 febbraio 2001 della Medaglia di bronzo al merito civile”.


Elisa Bonacini presidente di “Un ricordo per la pace” : “La nostra associazione si sta impegnando da tanti anni per valorizzare la storia di Aprilia e le sue sofferenze nel periodo di guerra.
Aprilia, rasa al suolo a soli 7 anni “dove tutto ancora odorava di calce e di nuovo”. Il suo nome ben poco compare nei libri di storia, eppure Aprilia non era solo “The factory” , nomignolo assegnatole dagli americani per la singolare configurazione dal punto di vista aereo.  Aprilia era molto di più, era la speranza dei pionieri fondatori, dei coloni dei poderi ONC, di tutti coloro che avevano visto nel territorio bonificato una terra fertile dove vivere in prosperità anche se con tanto lavoro.
Poco è rimasto a memoria del passato, solo il San Michele ferito è rimasto nella sua interezza a monito di un passato drammatico che mai più deve riproporsi. 
Che questa giornata, oltre le rievocazioni e le cerimonie commemorative, sia davvero momento di riflessione sul valore della democrazia, della pace e della cultura che, non dimentichiamolo, della pace è sempre promotrice.”

 *Presidente della Associazione "Un Ricordo per la Pace"

venerdì 25 maggio 2018

Federazione di Sondrio: Una Croce in cielo



Alberto Vido
 presidente della Federazione di Sondrio
scrive:

"Croce posizionata a ricordo dei Caduti di tutte le guerre
dalle associazioni combattentistiche valtellinesi
per ..essere più vicini al cielo 
....
L'Istituto del Nastro Azzurro c'era.
Alberto Vido



giovedì 24 maggio 2018

Dizionario minimo della Grande Guerra. Compendo1918


Terminata la seconda lettura del manoscritto del
 Compendio 1918

note ed  indicazioni
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.com

mercoledì 23 maggio 2018

1866. III Guerra di Indipendenza. Quattro battaglie per il Veneto

ARCHIVIO



 Completata in data odierna la revisione del testo
"1866 "
QUATTRO BATTAGLIE PER IL VENETO
La III Guerra di Indipendenza ed il Valore Militare

Testo relativo alla analisi delle operazioni del 1866 sia in Italia che in Germania
e una panoramica sul Valore Militare in questa campagna
che rappresenta il fondamento del concetto di Valore Militare
per il nostro Paese.

La parte iconografica, già pubblicata (vds. 2016) in questo post
sarà oggetto di revisione nelle prossime settimane
come indicato dalla pianificazione editoriale del
CESVAM



martedì 22 maggio 2018

Federazione di Sondrio. Guardia Nazionale

ARCHIVIO
uniformi della Guardia Nazionale - Sondrio.
vds post in data 19 maggio 2018



Il 19 maggio u.s. sono state pubblicate delle immagini della 
Guardia Nazionale di Sondrio
inviate dal Presidente della Federazione Provinciale, Vido.
Questa è la copertina del volume da cui sono state tratte.

info:
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

lunedì 21 maggio 2018

La XI Battaglia dell'Isonzo. I prodomi nelle carte del Comando Supremo


ARCHIVIO
 Si pubblica, a margine dei materiali raccolti per 
il Dizionario minimo della Grande Guerra
 una notazione del 
Comando del Regio Esercito del 1919 in merito alle
 operazioni svoltesi nell'agosto-settembre 1917 che è conosciuta come
XI Battaglia dell'Isonzo.
Qui viene definita in modo diverso.

La battaglia dall'Idria al Timavo
(Agosto- Settembre 1917)

L'offensiva di primavera era appena terminata è già l’esercito nostro si preparava a nuovi cimenti. Le unità provate nella battaglia del maggio venivano rapidamente completate, le armi logorate erano sostituite e le dotazioni di materiale aumentate; il lavoro tornava a fervere fecondo nei campi di istruzione e di addestramento.
Contemporaneamente, lungo la fronte, all’attività violenta della battaglia subentravano il lavorio quotidiano di vigilanza e afforzamento, le ricognizioni di pattuglie, i tiri di molestia delle artiglierie, le piccole azioni di logoramento. Si ricostituivano i depositi di munizioni, si piazzavano nuove bocche da fuoco, si provvedeva all’apertura di nuovi camminamenti, allo scavo di numerose caverne, difensive per proteggere le truppe dalla violenza del tiro avversario, ed offensive per tenere prossimi alla linea nemica durante la preparazione di artiglieria i riparti destinati a costituire le ondate d’assalto.
Nella prima quindicina di agosto il nostro esercito era magnificamente pronto per dare un nuovo poderoso urto all’avversario.
Tale urto era richiesto dalla situazione generale degli alleati: l’offensiva anglo-francese in preparazione; la necessità di alleggerire per quanto possibile la fronte russo-rumena della pressione nemica sempre più minacciosa; la speranza di fare rallentare la spinta austro-tedesca in Galizia nella presunzione che, scemata questa, sarebbe stato più facile all’esercito russo il riorganizzarsi. D’altra parte il Comando Supremo, attaccando, si manteneva fedele al concetto dominante le nostre operazioni: quello cioè di non dar tregua al nemico, di logorarne le forze, non solo con l’attrito continuo delle azioni quotidiane, ma con i colpi poderosi delle grandi battaglie.
L’avversario non ignorava il nostro attacco. Non è possibile oggi tenere nascosta l’immensa somma di preparativi, la raccolta di mezzi numerosi e poderosi quali quelli che noi ci accingevamo ad impiegare. E d’altra parte ci era perfettamente noto che il nemico aveva di molto accresciuto le proprie forze e i propri mezzi di difesa e di offesa, ciò che rendeva indispensabile da parte nostra una preparazione assai più vasta, per uno sforzo di gran lunga superiore a tutti i precedenti.
Il Comando Supremo, perfettamente edotto dello schieramento del nemico, indice delle sue prossime intenzioni; sicuro delle proprie condizioni di efficienza sulla fronte tridentina, tali da poter parare ad un eventuale attacco avversario da quella parte, decise di assalire sulla fronte giulia.
L’intendimento fu quello di eseguire un attacco a fondo sull’intera fronte da Tolmino al mare, dislocando le riserve delle armate e del Comando Supremo in modo che potessero con prontezza accorrere su quel qualunque settore dove fosse riuscito lo sfondamento, per allargare la breccia e spingere risolutamente l’avanzata.
Ed invero, determinatosi lo sfondamento della fronte nemica sull’altopiano di Bainsizza, il Comando Supremo spostò rapidamente verso di esso le riserve, mentre faceva seguitare la pressione sul Carso.
Affermatosi il successo col vittorioso procedere delle nostre truppe sull’altopiano di Bainsizza, alle truppe del Carso fu fatto assumere atteggiamento potenziale per approfittare anche di qualsiasi segno di indebolimento dell’avversario da quella parte.
Nell'applicazione tattica di tale concetto strategico, la battaglia dall’Idria al Timavo può considerarsi divisa schematicamente in distinti momenti:
L’attacco su tutta la fronte e il passaggio dell’Isonzo; la manovra di sfondamento sulla Bainsizza e la formidabile pressione sul Carso; l’avanzata sull’altopiano di Bainsizza.


centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

domenica 20 maggio 2018

Storia del Risorgimento e il Valore Militare

ARCHIVIO
Il Valore Militare nel Risorgimento rappresenta la fonte storica del Valore Militare italiano nella fine dell'ottocento per tutto il secolo chiamato "breve". Una visitazione degli avvenimenti in questa chiave degli eventi che portarono alla nostra Unità Nazionale potrebbe essere utile per un quadro più completo degli approcci dei significati delle attività del Nastro Azzurro.




Il blog collegato, nato sulla scia degli studi e ricerche compiuti per
approfondire il passaggio delle Marche e dell'Umbria 
dallo Stato preunitario allo Stato nazionale,
ovvero 
la campagna del settembre 1860
voluta dal Regno di Sardegna per convogliare nell'alveo di politiche moderate
la progressista e democratica spedizione di nella Sicilia
che poteva, attraverso l'azione di Mazzini e Bertani,
trasformare il Regno delle due Sicilie in una 
Repubblica
 da contrapporsi a quel Regno dell'Alta Italia di ispirazione cavourrina
che era stato realizzato al termine del biennio di preparazione
grazie all'aiuto della Francia,
scesa in Italia per limitare e contenere il predominio dell'Austria
sulla penisola. 
massimo coltrinari  

Blog collegato
www.coltrinaricastelfidardo1860.blogspot.com

sabato 19 maggio 2018

Guardia Nazionale. Sondrio

ARCHIVIO
Dal presidente della federazione di Sondrio riceviamo questa 
documentazione riguardante la Guardia Nazionale
 risalente all'epoca post risorgimentale











note ed informazioni: federazione.sondrio@istitutonastroaqzzurro.org


venerdì 18 maggio 2018

1917 La battaglia dall'Idra al Timavo . Agosto-settembre 1917


ARCHIVIO
La nota che segue è tratta da una pubblicazione del Comando Supremo del 1919. Una versione degli avvenimento coeva, che permette di comprendere come i protagonisti valutavano la situazione.
Integra il complesso dei Materiali raccolti per il Dizionario Minimo  della Grande Guerra.

 



L'offensiva di primavera era appena terminata è già l’esercito nostro si preparava a nuovi cimenti. Le unità provate nella battaglia del maggio venivano rapidamente completate, le armi logorate erano sostituite e le dotazioni di materiale aumentate; il lavoro tornava a fervere fecondo nei campi di istruzione e di addestramento.
Contemporaneamente, lungo la fronte, all’attività violenta della battaglia subentravano il lavorio quotidiano di vigilanza e afforzamento, le ricognizioni di pattuglie, i tiri di molestia delle artiglierie, le piccole azioni di logoramento. Si ricostituivano i depositi di munizioni, si piazzavano nuove bocche da fuoco, si provvedeva all’apertura di nuovi camminamenti, allo scavo di numerose caverne, difensive per proteggere le truppe dalla violenza del tiro avversario, ed offensive per tenere prossimi alla linea nemica durante la preparazione di artiglieria i riparti destinati a costituire le ondate d’assalto.
Nella prima quindicina di agosto il nostro esercito era magnificamente pronto per dare un nuovo poderoso urto all’avversario.
Tale urto era richiesto dalla situazione generale degli alleati: l’offensiva anglo-francese in preparazione; la necessità di alleggerire per quanto possibile la fronte russo-rumena della pressione nemica sempre più minacciosa; la speranza di fare rallentare la spinta austro-tedesca in Galizia nella presunzione che, scemata questa, sarebbe stato più facile all’esercito russo il riorganizzarsi. D’altra parte il Comando Supremo, attaccando, si manteneva fedele al concetto dominante le nostre operazioni: quello cioè di non dar tregua al nemico, di logorarne le forze, non solo con l’attrito continuo delle azioni quotidiane, ma con i colpi poderosi delle grandi battaglie.
L’avversario non ignorava il nostro attacco. Non è possibile oggi tenere nascosta l’immensa somma di preparativi, la raccolta di mezzi numerosi e poderosi quali quelli che noi ci accingevamo ad impiegare. E d’altra parte ci era perfettamente noto che il nemico aveva di molto accresciuto le proprie forze e i propri mezzi di difesa e di offesa, ciò che rendeva indispensabile da parte nostra una preparazione assai più vasta, per uno sforzo di gran lunga superiore a tutti i precedenti.
Il Comando Supremo, perfettamente edotto dello schieramento del nemico, indice delle sue prossime intenzioni; sicuro delle proprie condizioni di efficienza sulla fronte tridentina, tali da poter parare ad un eventuale attacco avversario da quella parte, decise di assalire sulla fronte giulia.
L’intendimento fu quello di eseguire un attacco a fondo sull’intera fronte da Tolmino al mare, dislocando le riserve delle armate e del Comando Supremo in modo che potessero con prontezza accorrere su quel qualunque settore dove fosse riuscito lo sfondamento, per allargare la breccia e spingere risolutamente l’avanzata.


La piazzaforte di Anversa
L'iconografia a corredo del Dizionario mino della Grande Guerra
prevalentemente è coeva
Le fonti i volumi di pubblicazione del primo dopoguerra.

Ed invero, determinatosi lo sfondamento della fronte nemica sull’altopiano di Bainsizza, il Comando Supremo spostò rapidamente verso di esso le riserve, mentre faceva seguitare la pressione sul Carso.
Affermatosi il successo col vittorioso procedere delle nostre truppe sull’altopiano di Bainsizza, alle truppe del Carso fu fatto assumere atteggiamento potenziale per approfittare anche di qualsiasi segno di indebolimento dell’avversario da quella parte.
Nell'applicazione tattica di tale concetto strategico, la battaglia dall’Idria al Timavo può considerarsi divisa schematicamente in distinti momenti:
L’attacco su tutta la fronte e il passaggio dell’Isonzo; la manovra di sfondamento sulla Bainsizza e la formidabile pressione sul Carso; l’avanzata sull’altopiano di Bainsizza.


centrostudicesva@istitutonastroazzurro.org

giovedì 17 maggio 2018

L'ISIS si ferma a Misurata

UNA FINESTRA SUL MONDO




di Matteo Bortolani


Sirte, roccaforte nel 2015 degli jihadisti dell’Isis in Libia è il trampolino di lancio per la conquista di Tripoli, gli jihadisti hanno issato le bandiere nere sulla città nel 2015 dopo essere partiti da Derna, storica roccaforte islamista. Consolidata la propria presenza sulla città, a Sirte arrivano armi, uomini e intelligence, la strategia è ripetere Mosul, approfittando del caos politico che regna in Libia e della mancanza di una vera forza di contrasto del terrorismo. L’unico esercito è quello di Haftar che però opera in Cirenaica.
A metà aprile gli jihadisti marciano verso Misurata pronti a farla cadere, arrivano alle porte tanto che l’ambasciata Italiana da l’ordine a tutti i connazionali di abbandonare la città qualora vi si trovassero e possibilmente di lasciare il Paese. L’avanzata avviene con i soliti pick up con mitragliatori tipo KPV, mortai, RPG, qualche pezzo di artiglieria pesante ma soprattutto autobombe e IED, gli ordigni esplosivi.
Niente si frappone ai jihadisti, Misurata sembra destinata a cadere. Poi succede qualcosa. Con la nascita del Governo di accordo nazionale voluto dall’Onu (accordi di Skhirat del dicembre 2015) e l’insediamento di Fayez al Sarraj a Tripoli con il piratesco arrivo su una motovedetta nella basa navale di Abu Sitta, si crea anche una regia militare laddove le forze militari sono più strutturate ovvero Misurata. Nasce Al Bunyan Al Marsus che coordina le katiboe, ovvero le brigate a cui giungono armi e aiuti dai Paesi occidentali. Sul terreno arrivano forze speciali inglesi e americane con il compito di assistere sul campo, ovvero fare i puntatori. Ma soprattutto iniziano i Raid delle forze americane con Africom, regolari e martellanti. Le sorti del conflitto si capovolgono.

mercoledì 16 maggio 2018

Un volume di Luigi Scrollo: La Battaglia dei Tre Ponti

SEGNALAZIONI LIBRARIE
Una narrazione di un protagonista sugli avvenimenti in  Iraq del 2004.





Prefazione del Gen. C.A. Gian marco Chiarini

per informazioni e note:
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

martedì 15 maggio 2018

Dizionario minimo della Grande Guerra Iconografia

NOTIZIE CESVAM
Progetto: Edizione di 12 volumi - Dizionario sulla Grande Guerra



 Nella riunione odierna del CESVAM nella sua componente dedicata al Dizionario Minimo della Grande Guerra è stata confermata la decisione di dotare i Compendi dal 1915 al 1918 di una iconografia di carte militari a colori. Vengono qui portati due esempi
di queste carte militari coeve


Si rende noto che lo stato avanzamento lavori di preparazione
del Dizionario minimo della Grande Guerra prosegue secondo la
pianificazione.
Come previsto dal 15 aprile sono stati inviati alla casa Editrice i Manoscritti approntati.
Pertanto alla data odierna la situazione è la seguente

Compendio 1914 - Restituita dalla Casa Editrice la I Bozza, che è in fase di rilettura

Compendio 1915 - Inviata alla Casa Editrice il manoscritto e si è in attesa della i Bozza

Compendio 1916 - Approntato Visto si invii del Manoscritto che sarà consegnato alla Casa Editrice
il 20 maggio 2018

Compendio 1917 - Approntato il manoscritto in revisione al III Revisore Previsione: sarà consegnato
alla Casa Editrice il 27 Maggio 2018

Compendio 1918 - Approntato il manoscritto in revisione al II Revisore: sarà consegnato alla
Casa Editrice il 3 giugno 2018

per ulteriori informazioni sullo stato del progetto: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro,org

lunedì 14 maggio 2018

La Battaglia di Canne 216 a.c.


APPROFONDIMENTI
La Storia Militare ha preso come riferimento questa battaglia, che è divenuta il modello dei piani di battaglia preparate dallo Stato Maggiore Tedesco  della  Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Quindi la conoscenza dei suoi momenti rappresenta la chiave interpretativa e cognitiva delle due guerre mondiali del novecento.




Nel 216 a. C. i Romani quasi soggiogati dalle vittorie di Annibale decisero di fare un grande sforzo militare portando il loro esercito a 9 legioni. Al Comando dell'Armata furono preposti i 2 Consoli Paolo Emilio e Terenzio Varrone. Col consenso del Senato essi si recarono nell'Apulia per dare ad Annibale una battaglia decisiva. Anche in Annibale era altrettanto sentito il desiderio di una battaglia risolutiva poichè in questa guerra di avvisaglie vedeva consumarsi inutilmente le sue forze e cadere a poco a poco il suo prestigio. Perciò, venuta la primavera, con rapida azione si impossessò di Canne sull'Ofanto dove i Romani tenevano i magazzini. Questo atto esasperò i Romani e Varrone, in un giorno in cui aveva il comando dell'esercito, volle venire a battaglia malgrado i prudenti consigli di Paolo Emilio, il quale avrebbe voluto misurarsi col nemico, ma in terreno più accidentato, ove poco valesse la superiorità della cavalleria avversaria.
   Le forze romane salivano a circa 80.000 fanti e 6.000 cavalieri, di fronte a 40.000 fanti e 10.000 cavalli di Cartaginesi.
Varrone lasciò 10.000 uomini di guardia al campo sulla riva sinistra dell'Ofanto, e schierò a battaglia il resto dell'esercito sulla destra di questo fiume. Le legioni furono ordinate su 3 linee, ma con intervalli e distanze ristrette, rinunciando al vantaggio della soverchianza del fronte per avere massa più densa. Pose all'ala sinistra la migliore cavalleria, della quale prese egli stesso il comando, mentre l'ala destra venne posta agli ordini di paolo Emilio.
Annibale prese il suo dispositivo dopo aver veduto lo schieramento del nemico. Il suo piano fu questo: presentando un ordine di battaglia convesso, egli sperava di attirare i Romani su questo centro sporgente che rinforzato in tempo opportuno da un corpo di riserva avrebbe dovuto cedere senza però spezzarsi; allora le sue ali convergendo verso l'interno avrebbero stretto come in una gigantesca tenaglia l'esercito avversario.



Venuti alle prese, Asdrubale si slanciò arditamente sui cavalli di Paolo Emilio, che in breve tempo riuscì a sbaragliare, mentre la cavalleria nemica, opponendo vigorosa resistenza all'attacco della numerosa cavalleria avversaria, impedì che questi guadagnasse terreno e venisse a molestare le fanterie cartaginesi. Subito dopo le legioni si azzuffarono col centro di Annibale, il quale retrocedette lentamente in modo da attirare presso a sè i Romani. Venuto il momento opportuno gli africani di destra e di sinistra effettuarono il prescritto movimento di conversione, verso l'interno, mentre i cavalieri di Asdrubale, sfilando veloci dietro le schiere avversarie, piombarono da tergo sui cavalli di Varrone che stavano combattendo con i numidi e rompevano anche quelli. Allora i fanti romani, premuti sui due fianchi dalle truppe africane e alle spalle dalla cavalleria di Asdrubale, poterono a stento difendersi. Chiusi entro quel cerchio di ferro che veniva sempre più restringendosi, i legionari non ebbero più modo nè di manovrare, nè di valersi delle loro armi. Invano Paolo Emilio tentò di ristabilire le sorti del combattimento, egli stesso cadde sul campo mentre Varrone riuscì a scampare con un centinaio di cavalieri. Le perdite romane furono immense, secondo Polibio salirono a 70.000 uomini.

domenica 13 maggio 2018

Resistenza a Roma 1944


ARCHIVIO
La formazione delle formazioni partigiane cattoliche




Il volantino qui riprodotto porta la data significativa del 6 giugno 1944, giorno in cui Roma venne liberata dalla avanzata delle truppe statunitensi che erano uscite dalla testa di ponte di Anzio il 24 maggio precedente. Il Partito della Democrazia Cristiana si affretta a serrare le fila, con la sua componente clandestina, costituendo Brigate partigiane da impiegare in future operazioni. Dalla lotta clandestina alla lotta aperta. La Brigata doveva prendere il nome di Don Morosini, il sacerdote combattente nella resistenza romana durante l'occupazione tedesca fucilato a Forte Bravetta in quanto catturato dagli uomini di Kappler con in possesso un fucile e munizioni. E' un esempio di come la Resistenza armata alla occupazione tedesca sia di pertinenza di tutte le forze democratiche che si opposero alla occupazione tedesca.

Documento riguardante la detenzione di Don Morosini al carcere romano di Regina Caeli
e la sua fucilazione a forte Bravetta il 3 aprile del 1944, dieci giorni dopo l'attentato di via Rasella, e
l'eccidio delle Fosse Ardeatine

Massimo Coltrinari
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)

sabato 12 maggio 2018

Federazione di Sondrio Seconda Nota. Il Piroscafo Piemonte


di Alberto Maspero*

Il porto di Quarto è circondato da bettole malfamate frequentate da avventori di ogni genere, grossi, alti e dalla spiccata pronuncia ligure. Scaricatori di porto e marinai, durante i brevi congedi o le meritate domeniche di riposo, affollano i “cafè” come si suole da qualche anno chiamarli in Francia, i quali si riempiono di fumo e odore di alcolici. Ma quel giorno, nella “Locanda del Gatto Rosso”,  spiccavano due o tre figure  con la camicia rossa e la baionetta arrugginita a tracolla. Io ero dietro al bancone e servivo questi giovani. Alla fine non si finì che parlare, tra un boccale di birra e l’altro di chi fossero questi qui. Alcuni dicevano soldati francesi della legione straniera, altri che fossero poliziotti svizzeri. Ma parlare tra di noi non serviva a nulla dovevamo chiederlo a loro, ma per quanto le mie domande fossero assidue, a quelle camicie rosse non riuscii che a strappare un “non siamo tenuti a rispondere”, in un aspro dialetto lombardo trasformato a denti stretti in un italiano a mala pena comprensibile.
Stavo chiudendo, erano pressappoco le 10 di sera, fuori incontrai un cantastorie, che ripeteva il “Cinque Maggio”. Gli lasciai qualche spicciolo un po’ per solidarietà e un po’ per avermi ricordato che era l’anniversario di morte di Bonaparte. Tornavo così a casa, fischiettando e facendo girare intorno all’indice il mazzo di chiavi, quando notai in prossimità del porto, alcune luci e rumori metallici di fucili, lasciati pesantemente cadere sulle stive di due o tre navi. L’oscurità non mi permetteva di determinare con precisione quante realmente fossero. Mentre i miei occhi si abituavano all’oscurità, mi resi conto che la terza barca era un peschereccio ormeggiato casualmente nei paraggi. La cosa che mi stupì è che vidi centinaia di uomini abbigliati  come quelli in locanda in procinto di imbarcarsi. Che i francesi avessero deciso nell’anniversario della morte del loro eroe di conquistare la bella Italia? No, non stavano scendendo, si imbarcavano. Allora notai che, prima di salire, venivano chiamati per nome da un uomo robusto con una folta barba. Io da dietro una cassa che odorava di pesce, provai a trovare un nesso logico. All’inizio credevo di sognare, poi capii. Era il mitico Garibaldi che partiva coi suoi uomini per “fare l’Italia”! Se ne parlava in locanda qualche settimana fa; i marinai provenienti da Nizza parlavano di una grande impresa. L’elenco era agli sgoccioli, sulla banchina non rimanevano che pochi uomini e sul ponte di uno dei piroscafi alcuni marinai, issavano un tricolore con cucita sopra  una croce sabauda.
La rumorosa accensione dei motori a carbone, mi diede qualche minuto per riflettere… partire con gli eroi e rischiare la vita o restare qui nella tranquilla e monotona vita della locanda? Il rumore dei motori aumentava, l’odore di pesce diveniva insopportabile. Mi alzai e mi misi a correre, come quando da ragazzo io e i miei amici facevamo le gare dal porto alla quercia nel campo del signor Zalini. Garibaldi tornava indietro a chiamare i soldati che non si erano presentati…<<Andrea d’Avetrana!>>  e io d’istinto risposi: <<Signore, presente signore>> avevo imparato quella formula dai gendarmi che di tanto in tanto venivano in visita al mio cafè con la scusa di controllare gli elementi più irrequieti. Il colloquio tra me e il generale Garibaldi fu rapido poiché la torcia che reggeva nella mano sinistra insieme alla lista tutta cancellata era quasi esaurita. Non ricordo bene il nostro discorso, tanto ero preso dall’emozione, ma si concluse che a Talomone mi sarei munito di fucile;  la camicia rossa e la bandana bianca me la sarei cucita durante il viaggio. Mi unii agli altri combattenti sul ponte del piroscafo, e lì dormii, con la coperta che mi spartivo con un genovese che avevo battuto a dadi… Mirco Vuono non ce l’avrebbe mai fatta ma ero Andrea D’Avetrana ora! Mi offrii per tenere la cambusa della nave, poiché avevo una discreta esperienza in cucina. Dopo lo sbarco a Talomone sembravo un vero garibaldino, anche se la vera avventura, doveva ancora iniziare.
A Marsala fronteggiammo l’esercito borbone e come si sa gli sbaragliammo, anche se perdetti un amico conosciuto sul Piroscafo Piemonte. Era  finita la spensieratezza della partenza e mentre alla sera si contavano i morti e si decideva in base al loro testamento se seppellirli qui in Sicilia o mandare la salma a casa a farli piangere alla famiglia, mi resi conto di un serio problema: anche se quel giorno avevo combattuto nelle linee arretrate e non avevo corso rischi, domani una pallottola avrebbe potuto colpirmi in pieno petto, ma in quel caso non sarebbe morto Mirco Vuono, ma bensì Andrea d’Avetrana. Quando alla famiglia sarebbe arrivata la notizia, probabilmente, avrebbero riso tutti in faccia ai soldati…chi sono io? Mi rendevo conto che sarebbe stato indispensabile rivelare il mio segreto e tutta la mia storia.
Man mano che l’esercito borbone scappava verso Napoli, molti nomi venivano cancellati dalla lista di Garibaldi e non sarebbero più tornati dalle loro famiglie.
In quelle settimane di eroismo vidi anche azioni vili contro prigionieri borboni e contadini che insorgevano contro i latifondisti. Gli accordi tra questi ultimi ed il generale per finanziare la campagna militare ci costringevano infatti a soffocare nel sangue queste rivolte.
Arrivammo nei pressi di Palermo in poche settimane. Dopo la battaglia di Calatafimi mi sembrava di aver visto tutto, ma la resistenza a Palermo fu molto più dura, sia negli avamposti che sulle alte mura della città. Il frastuono era assordante, colpi di cannone, mortai, baionette, urli di battaglia, suicidi di chi si butta all’attacco senza colpi in canna. L’odore della carne straziata si univa a quello di uva e mosto poiché era già iniziata la vendemmia qui in meridione.  Sentii un colpo da un cespuglio vicino. Vidi tutta la mia vita in un lampo, avevo un proiettile infilato nella coscia e perdevo molto sangue. Sentivo le forze venir meno ed i rumori intorno si affievolivano, mi sdraiai aspettando soccorsi, ma i miei compagni avevano già espugnato la città. Perdevo coscienza e d’un tratto non vidi più nulla… troppo tardi pensai.
Sentivo forti schiaffi sulle guance, mi stavo svegliando. Il dolore alla coscia era insopportabile, me lo immaginavo diverso il paradiso. <<Sei Garibbaldo?>> un po’ per la stanchezza un po’ per lo strano accento non colsi la domanda, così un altro, che mi pareva di aver già visto mi tirò un altro schiaffo <<questo è l’oste de Quarto. Che bella sorpresa!>> soggiunse, aspirando le C come fanno i pisani, gli altri sembrarono un po’ delusi che non fossi “Garibbaldo”, ma mi chiesero lo stesso di raccontagli la mia storia. Non avevo abbastanza forza per parlare, così raccolsi un gessetto da terra e mi misi a scrivere su quante più pietre i briganti mi porgessero. Il pisano mi disse che ormai l’Italia era quasi fatta poiché i militari borboni fuggivano o si arruolavano tra i garibaldini. Ero al settimo cielo, finalmente un uomo che si congratulava con Mirco Vuono per le vittoria di un esercito in cui lui aveva sempre sognato di combattere, ero felice perché l’Italia ormai era un Paese libero e unito, perché nessun austriaco avrebbe più occupato un edificio governativo italiano. Ero contento… per l’Italia!
                                                                                                 
          * Alberto Masepro.                    
Scuola Secondaria Di 1° Grado “ G.P. LIGARI”  classe III B