b. La Tecnica procedurale
1.
Premessa 2. Partizione metodologica. 3. Le operazioni preliminari. 4. La
ricerca e la raccolta del materiale di studio. 5. La critica. 6. La comprensione o sintesi. 7. La esposizione
massimo.coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)
5. La critica
La collocazione della critica quale terzo momento del procedimento
storiografico, risponde ad esigenze pratiche. La critica risponde
all’imprescindibile esigenza di carattere scientifico di stabilire
l’attendibilità delle testimonianze e la verità dei fatti da esse presentati;
si rivolge pertanto sia alle fonti sia ai fatti.
La critica presenta un duplice oggetto: uno estrinseco ed uno intrinseco.
In particolare, la critica estrinseca riguarda
i caratteri esterni delle fonti ed è essenziale per l’accertamento della
autenticità dei documenti. Per il frequentatore o lo studente presenta modesta
rilevanza, limitata alla valutazione dell’autenticità; spesso alcune fonti
giungono a noi dopo essere passate
attraverso mani più o meno interessate.
La critica intrinseca è
l’accertamento del valore del contenuto di ciascuna testimonianza. Si esplica
particolarmente nei riguardi delle fonti narrative, delle quali tende a porre a
fuoco:
a. l’autore, nelle sue vicende, nei suoi orientamenti e nelle sue
possibilità di conoscenza diretta e sicura dei fatti narrati.
b. lo scopo dello scritto: costituisce un’autodifesa?, un
autoesaltazione? un atto d’accusa? ecc.
c. l’origine: è stata redatta d’iniziativa dell’autore o per incarico di
un Governo?, di un Comitato?, di una Associazione? ecc.
d. il tempo di stesura, nella considerazione del diverso valore che hanno
una testimonianza contemporanea ed una lontana nel tempo dai fatti che
interessano.
Una fonte, pur risultando nel complesso veridica e meritevole di fiducia
circa la sua obiettività, può riportare qualche notizia non vera. Non è
sufficiente quindi la critica delle fonti ma occorre vagliare anche i fatti
poiché una fonte, pur se sicura, può per un particolare motivo, deformare uno
specifico evento.
Caso a sè stante è l’errore, atto inconsapevole causato da disattenzione,
da ricordo non esatto o da informazione erronea. E’ molto difficile accertare
sia perché dell’errore vero e proprio perché inconsapevole manca il movente,
sia perché per individuarlo occorre essere già pervenuti ad un buon livello di
conoscenza.
massimo.coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)
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