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sabato 7 novembre 2015

Ricostruzione di un avvenimento militare. 2. La Tecnica procedurale. 3 Le operazioni preliminari

                                           b. La Tecnica procedurale

1. Premessa 2. Partizione metodologica. 3. Le operazioni preliminari. 4. La ricerca e la raccolta del materiale di studio. 5. La critica. 6.  La comprensione o sintesi. 7. La esposizione

3. Le operazioni preliminari
Ricevuto il compito o la ricerca o l’argomento di indagine,  che deve essere immediatamente tradotto in un interesse, in un bisogno, in un problema che siano presenti nell’animo di chi lo riceve, occorre definire e delimitare i contorni, i “limes” del compito o ricerca o argomento. Questo passaggio è fondamentale: senza questa definizione dei “limes” si va incontro a disastri e delusioni senza pari.
Alcune norme possono essere suggerite, ma che non sono assolutamente draconiane, ma viste come mappa di orientamento:

a. il fatto che si intende ricostruire deve essere enucleato dal contesto delle vicende storiche nelle quali è inserito; deve avere una sua fisionomia, quasi una sua “personalità” sua propria. Il fatto storico che si intende studiare deve essere pensato come episodio a sè stante ma indubbiamente legato a tutti gli altri possibili, ma che in sé considerato avrà origine e conclusione proprie. Pertanto non dovrà mai trattarsi di una vicenda in tutto o in parte lasciata in sospeso, ma completa e conclusa.
La caratteristica è esenziale perché solo così sarà possibile intendere la situazione che l’ha generato, i tempi ed i modi del suo sviluppo, nonché gli effetti che ha determinato. Solo così, inoltre, sarà possibile intendere la situazione che l’ha generata, i tempi ed i modi del suo sviluppo, nonché gli effetti che ha determinato.

b. Prima di iniziare uno studio storico deve avere chiaro lo scopo che si prefigge, scopo che può essere compreso fra quello generico di ricostruzione del fatto e quello specifico di porre in rilievo un determinato aspetto della realtà indagata. Lo scopo influenza l’impostazione dello studio e, soprattutto, fornisce un primo criterio di selezione dei fatti.

c. La definizione dell’argomento si traduce in concreto nella delimitazione, nello spazio e nel tempo, del fatto oggetto di indagine. Per quando riguarda il tempo bisogna rifuggire sia dalla tentazione di prendere l’avvio da eventi remoti, sia da quella di iniziare dal primo momento dell’avvenimento in esame. In ossequio al concetto di svolgimento, occorre prendere le mosse dalla situazione che ne ha reso possibile e probabile il suo verificarsi e che pertanto ha con esso stretta attinenza. Con lo stesso criterio si dovranno stabilire i limiti dello spazio commisurandoli all’ordine di grandezza degli avvenimenti trattati. In merito, non si possono dare regole precise: ognuno dovrà avere la sensibilità e la capacità di darsi queste regole in base al lavoro che stà portando avanti.

d. Ogni studio di carattere militare è inscindibile dall’analisi della piattaforma geografica (e se necessario topografica) degli avvenimenti stessi. Una sicura conoscenza dell’ambiente naturale deve quindi precedere ogni studio storico ed opportunamente sintetizzata deve comparire anche nella fase di esposizione.

La serietà del lavoro che si sta svolgendo è tanto maggiore quanto è alta la possibilità di sgombrare la mente da ogni preventiva conoscenza, da ogni pregiudizio, da ogni passione, al fine di porsi in grado di rielaborare con effettiva obiettività i dati di fatto forniti dalle fonti. Bisogna, peraltro, conoscere con franchezza che questo stato di grazia è utopistico: né il nostro animo né il nostro intelletto sono simili a lavagne dalle quali è possibile cancellare quanto in precedenza è stato scritto. Possibile è invece trovare in noi tanto autocontrollo e tanta onestà da prendere quanto sappiamo o quanto desideriamo sia stato non come versioni da dimostrare o tesi da sostenere con ogni accorgimento, bensì come ipotesi provvisorie di lavoro da sottoporre a vaglio critico, pronti a respingere  o a modificare ciò che a tale vaglio non resiste.[1]
Storia è conoscenza e pensiero e come tale si distingue  dal “fare” che è volontà, sicché, ad esempio, si voglia dimostrare una tesi, per la confusione che si ingenera fra pensiero e volontà, fra conoscere e fare, il risultato non sarà più storia ma storia di tendenza, storia nazionalistica, storia di partito, cioè una pseudo storia.



[1]E’ questo aspetto uno dei più difficile da acquisire per alcuni frequentatori o studenti che sono fortemente attaccati alle loro esperienze pregresse e che non riescono ad armonizzarle con quanto loro si presenta. Un contrasto che spesso genera incomprensioni e, nonostante tutti gli sforzi, questa chiusura mentale porta a delusioni e risentimenti.

massimo.coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)

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