b. La Tecnica procedurale
1.
Premessa 2. Partizione metodologica. 3. Le operazioni preliminari. 4. La
ricerca e la raccolta del materiale di studio. 5. La critica. 6. La comprensione o sintesi. 7. La esposizione
massimo.coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)
3. Le operazioni preliminari
Ricevuto il compito o la ricerca o l’argomento di indagine, che deve essere immediatamente tradotto in un
interesse, in un bisogno, in un problema che siano presenti nell’animo di chi
lo riceve, occorre definire e delimitare i contorni, i “limes” del compito o
ricerca o argomento. Questo passaggio è fondamentale: senza questa definizione
dei “limes” si va incontro a disastri e delusioni senza pari.
Alcune norme possono essere suggerite, ma che non sono assolutamente
draconiane, ma viste come mappa di orientamento:
a. il fatto che si intende ricostruire deve essere enucleato dal contesto
delle vicende storiche nelle quali è inserito; deve avere una sua fisionomia,
quasi una sua “personalità” sua propria. Il fatto storico che si intende
studiare deve essere pensato come episodio a sè stante ma indubbiamente legato
a tutti gli altri possibili, ma che in sé considerato avrà origine e
conclusione proprie. Pertanto non dovrà mai trattarsi di una vicenda in tutto o
in parte lasciata in sospeso, ma completa e conclusa.
La caratteristica è esenziale perché solo così sarà possibile intendere
la situazione che l’ha generato, i tempi ed i modi del suo sviluppo, nonché gli
effetti che ha determinato. Solo così, inoltre, sarà possibile intendere la
situazione che l’ha generata, i tempi ed i modi del suo sviluppo, nonché gli
effetti che ha determinato.
b. Prima di iniziare uno studio storico deve avere chiaro lo scopo che si
prefigge, scopo che può essere compreso fra quello generico di ricostruzione
del fatto e quello specifico di porre in rilievo un determinato aspetto della
realtà indagata. Lo scopo influenza l’impostazione dello studio e, soprattutto,
fornisce un primo criterio di selezione dei fatti.
c. La definizione dell’argomento si traduce in concreto nella
delimitazione, nello spazio e nel tempo, del fatto oggetto di indagine. Per
quando riguarda il tempo bisogna
rifuggire sia dalla tentazione di prendere l’avvio da eventi remoti, sia da
quella di iniziare dal primo momento dell’avvenimento in esame. In ossequio al
concetto di svolgimento, occorre prendere le mosse dalla situazione che ne ha
reso possibile e probabile il suo verificarsi e che pertanto ha con esso
stretta attinenza. Con lo stesso criterio si dovranno stabilire i limiti dello spazio commisurandoli
all’ordine di grandezza degli avvenimenti trattati. In merito, non si possono
dare regole precise: ognuno dovrà avere la sensibilità e la capacità di darsi
queste regole in base al lavoro che stà portando avanti.
d. Ogni studio di carattere militare è inscindibile dall’analisi della
piattaforma geografica (e se necessario topografica) degli avvenimenti stessi.
Una sicura conoscenza dell’ambiente naturale deve quindi precedere ogni studio
storico ed opportunamente sintetizzata deve comparire anche nella fase di
esposizione.
La serietà del lavoro che si sta svolgendo è tanto maggiore quanto è alta
la possibilità di sgombrare la mente da ogni preventiva conoscenza, da ogni
pregiudizio, da ogni passione, al fine di porsi in grado di rielaborare con
effettiva obiettività i dati di fatto forniti dalle fonti. Bisogna, peraltro,
conoscere con franchezza che questo stato di grazia è utopistico: né il nostro
animo né il nostro intelletto sono simili a lavagne dalle quali è possibile
cancellare quanto in precedenza è stato scritto. Possibile è invece trovare in
noi tanto autocontrollo e tanta onestà da prendere quanto sappiamo o quanto
desideriamo sia stato non come versioni da dimostrare o tesi da sostenere con
ogni accorgimento, bensì come ipotesi provvisorie di lavoro da sottoporre a
vaglio critico, pronti a respingere o a
modificare ciò che a tale vaglio non resiste.[1]
Storia è conoscenza e pensiero e come tale si distingue dal “fare” che è volontà, sicché, ad esempio,
si voglia dimostrare una tesi, per la confusione che si ingenera fra pensiero e
volontà, fra conoscere e fare, il risultato non sarà più storia ma storia di
tendenza, storia nazionalistica, storia di partito, cioè una pseudo storia.
[1]E’
questo aspetto uno dei più difficile da acquisire per alcuni frequentatori o
studenti che sono fortemente attaccati alle loro esperienze pregresse e che non
riescono ad armonizzarle con quanto loro si presenta. Un contrasto che spesso
genera incomprensioni e, nonostante tutti gli sforzi, questa chiusura mentale
porta a delusioni e risentimenti.
massimo.coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)
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