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giovedì 15 ottobre 2015

Ricostruzione di un avvenimento militare. 1. La Teoria. 2. La Storia quale conoscenza

a. La Teoria

1. La Storia quale passato e quale conoscenza del passato. 2. La Storia quale conoscenza. 3. Le Fonti Storiche. 4. Le partizioni della Storia. 5. Relazione Storia e Storiografia. La funzione dello Storico. 6. La filosofia della Storia. 7. Il concetto di svolgimento. 8 .La Storia Militare.

2. La Storia quale conoscenza.
“Istoreo”, verbo greco, è la radice da cui deriva “storia”, che può tradursi in “ricercare”, “indagare”, da cui l’uso del termine “storia” utilizzato nel senso di ricerca, indagine, sugli avvenimenti del passato. Dalla ricerca si genera sempre la conoscenza, quindi prevalse l’uso di fare coincidere il significato con il risultato della ricerca stessa. Da qui si intende la “storia” quale conoscenza del passato. Una conoscenza che non può che essere “indiretta” , ovvero basata sulle testimonianze, raccolte, che il passato ci tramanda.

La vera essenza della storia è quindi la ricerca, l’attività di indagine, e conseguentemente di pensiero, che ha natura critica, basata come è sul vaglio delle testimonianze,  e che deve, delle vicende accertate individuare origine, nessi, conseguenze, ovvero senza un raggruppamento in sistema, tutto rimarrebbe inintelligibile, né sarebbe possibile far emergere un giudizio sul materiale raccolto.
Pertanto chi intende la storia come acquisizione di nozioni, di date, di avvenimenti fini a se stessi, ripetuti e riportati senza un nesso tra loro,  è completamente fuori strada e la sua è una attività di finto erudito.
Il punto centrale dell’interesse della storia è l’uomo, visto come assoluto protagonista; da quì è consequenziale che la storia non può solo interessarsi alla nuda ricostruzione degli eventi, ma tende o deve tendere a scoprire e conoscere, oltre alle azioni, anche le idee, i sentimenti, i valori, che furono propri degli uomini e delle situazioni del passato, e arrivare ad esprimere su tutto ciò un motivato e ponderato giudizio. Storia, quindi, come conoscenza critica del passato umano, acquisita con l’ausilio della documentazione e delle testimonianze che essa ci ha lasciato.
Da queste asserzioni emerge un elemento alquanto controverso, ovvero la storia come conoscenza si converte in un insegnamento di vita. Può anche essere così, ma vi sono molto dubbi. Se il protagonista della storia è l’uomo e che quanto appare a noi come passato in realtà è un presente vissuto da generazioni trascorse, non appare temerario sostituire il termine “passato umano” con quello di “vita vissuta”. Da quì il discendere di insegnamenti che dovrebbero aiutare a gestire meglio i processi decisionali del presente. Ma non è così, altrimenti non si spiegherebbero i ripetuti errori, o tragedie, quasi spesso similari se non identiche, che sia singolarmente che collettivamente si compiono di generazione in generazione.
La storia “maestra di vita”, è uno dei tanti miti che ci si può creare, ma come tutti i miti rimangono fine a se stessi: la storia può aiutare, ampliando la base culturale, a gestire presente e futuro, ma non di più.


massimo coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)

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