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mercoledì 21 ottobre 2015

Ricostruzione di un avvenimento militare. 2. La Tecnica procedurale. 7. La esposizione

                                           b. La Tecnica procedurale

1. Premessa 2. Partizione metodologica. 3. Le operazioni preliminari. 4. La ricerca e la raccolta del materiale di studio. 5. La critica. 6.  La comprensione o sintesi. 7. La esposizione


7. L’esposizione

L’esposizione nulla aggiunge a quanto conseguito in sede critica delle fonti e della sintesi; non è quindi parte essenziale della metodologia. In essa, peraltro, compare come fattore determinate la capacità di ciascuno di esprimere per iscritto il proprio pensiero. [1]Quantunque il valore di una indagine storica non dipenda dall’essere scritto bene o meno bene, è indubbio tuttavia che l’uso appropriato ed elegante della lingua, l’accuratezza dello stile, conferiscono dignità al lavoro storiografico e nel contempo ne rendono la lettura piacevole, a volte suggestiva. La parte preminente che nell’esposizione hanno le doti di scrittore di ciascuno, rende impossibile la prescrizione di norme, ad eccezione delle poche seguenti:

  1. stabiliti in sede di sintesi i concetti fondamentali da trattare, occorre ripartire la materia in capitoli ed eventualmente in parti la cui successione, logica e cronologica insieme, deve evidenziare la completezza e la consequenzialità della trattazione.
  2. La partizione della materia non deve essere eccessiva per non far “perdere il filo” al lettore e comunque deve comprendere una fase dell’indagine, o un episodio o l’esame del problema, sempre in modo compiuto.
  3. Le citazioni devono essere assolutamente esatte e corredate da annotazioni indicanti l’autore, l’opera, la città, l’editore, l’anno di pubblicazione, la pagina ed altre che si ritengono opportune.
  4. Nel periodare occorre rifuggire o ridurre all’indispensabile l’uso di lettere, trattini ecc.
  5. La eventuale trascrizione di documenti va collocata in appendice
In merito alla partizione logico-cronologica della materia, si indica come possibile schema di esposizione di un fatto militare del passato il seguente.

-        premessa: è la precisazione dell’argomento dello studio e delle finalità dell’indagine. Eventualmente, contiene l’indicazione dei motivi che hanno indotto alla scelta del particolare tema.
-        introduzione: è la descrizione dell’ambiente naturale, della situazione generale dei contendenti nelle varie componenti, dei precedenti;
-        ricostruzione del fatto: è l’esposizione dello svolgimento della vicenda; inizia con l’esame della situazione particolare e degli intendimenti operativi delle forze contrapposte.
-        considerazioni conclusive: comprendono una disamina sui tratti salienti del fatto esaminato, nonché i motivi del suo successo o del suo insuccesso e sulle sue conseguenze, al fine di esprimere un giudizio dal quale discendono in modo esplicito o implicito ammaestramenti connessi alle finalità che lo studio si era preposto.

E’ evidente che fondamentali sono le parti riguardanti la ricostruzione del fatto e le considerazioni conclusive. Mentre nella prima è preminente il valore obiettivo della completezza e dell’accuratezza dell’indagine, nella seconda è preminente il valore soggettivo della rielaborazione interiore.[2]



inizio sezione o parte: facoltativo (eliminare fino a interruzione di sezione se non si desidera)



[1]Si inserisce qui l’uso degli strumenti informatici nel momento della esposizione. Pur se questi aiutano, un uso spinto verso perfezionismi ricercati di questi strumenti, può dare a volte l’impressione di superficialità e di scarsa penetrazione dell’argomento mascherando queste lacune da effetti speciali. E’ l’errore in cui spesso cade il frequentatore o lo studente, convinto di aggirare eventuali ostacoli con mezzi che sono estranei a quanto si sta proponendo. 
[2]A conclusione di questo capitolo si danno alcune indicazioni bibliografiche che potrebbero essere utili per ulteriormente approfondire i concetti esposti. Cfr. Bloch M., Apologia della storia o il mestiere dello storico, Torino, Einaudi, 1974, Topolski J., Metodologia della ricerca storica, Bologna, Il Mulino, 1975; Le Goff J., Intervista sulla storia, a cura di Macello F., Bari, Laterza, 1982. per una rassegna di lavori storici può essere utile AA. VV., La storiografia italiana degli ultimi vent’anni, Bari, Laterza, 1989 (3 Voll.) e successivi aggiornamenti. Per la ricerca d’archivio Della Peruta F., Biblioteche ed archivi. Guida alla consultazione, Milano, Franco Angeli, 1985; Crucci P., Le fonti archivistiche:ordinamento e conservazione, Roma, la Nuova Italia Scientifica, 1989; inoltre un indispensabile strumento per le indicazioni sul materiale conservato negli Archivi Italiani è AA. VV., Guida generale degli Archivi di Stato italiani, Roma, Ministero per i  beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1986-1998; Giannone G., Archivi, Biblioteche, Musei Militari. Lo stato attuale, le funzioni sociali, gli sviluppi, Atti del Convegno di studi, Roma, 19-20 Ottobre 1005, Roma, Ministero della Difesa,  Commissione  Italiana di Storia Militare.




massimo coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it)

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