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martedì 17 settembre 2024

Caratteri Geografici dei territori dell'Impero (1936-1941). Etiopia. IV Parte Produzione Minerarie

 SCENARI, REGIONI, QUADRANTI

Progetto Prigionia 2021/1



Tipi di genere in Etiopia



Sulle produzioni minerarie dell'Etiopia molto si è scritto, ma poco si sa con precisione, nulla esistendo all’infuori dei risultati di sporadici tentativi. Una cospicua massa di sale si ricava com'è noto dalle saline di Massaua, essendo le prime capaci una produzione annua di cento mila tonnellate e le seconde vantando una attrezzatura sufficiente a un raccolto di quasi duecento mila tonnellate. Nè devono essere dimenticate le saline di Hafun in Somalia attrezzate, anch'esse, con criteri modernissimi, e capaci al bisogno, di produrre trecento mila tonnellate di sale, per la esportazione in India, in Arabia, ecc.
Centro principale per la produzione del salgemma è il cosiddetto Pian del Sale e le zone della depressione dancala; da queste regioni il minerale si esporta nell'interno dell'Etiopia in parallelepipedi, che si usano come moneta convenzionale, (amulié). In quei territori l'ing. Pastori ebbe pure a riscontrare importanti giacimenti di cloruro potassico di cui venne fatta utilizzazione anche nel corso della grande guerra. Sopraggiunta, poi, la crisi economica mondiale con relativa caduta dei prezzi, l’impresa venne abbandonata per il costo di estrazione troppo elevato a confronto a quello corrente sui mercati.

L’esistenza dell'oro nella regione Etiopica è un fatto oramai largamente accertato: filoni di quarzo aurifero esistono nel bacino del fiume Anseba (Ain Sebaa) a Medrizien, a nord di Cheren, a mezzodì di Asmara ad Addi Heza nel Gheraltà (in un affluente del Tacazzè: l'Ueri).

Altro filone aurifero si è trovato nella valle del Ghibiè, affluente dell'Omo. Ma la regione aurifera più promettente è per molte considerazioni fatte l’Uollega fra i fiumi Didessa e labus, dove l'erosione del terreno a messo a nudo il basamento cristallino eliminando le formazioni posteriori e fra gli gneiss e i micascisti si son trovati numerosi filoni di quarzo aurifero, mandorle quarzitiche, discretamente provviste di oro.

La zona, invero, fu già sfruttata fin dal 1901, da una Missione del’Abyssinian Exploration Company e dalla Società belga Mines d'or du Wollega. ,Ben presto, però, si dovettero sospendere i lavori per l'ostilità del Governo del Negus, che pur aveva accordato tutti i permessi. Nel periodo post-bellico i Tedeschi del Sindacato Schmidt e Hertel ripetettero, al pari degli Americani, il tentativo, arrivandosi in quelle miniere annualmente un quantitativo di minerale del valore di 700 mila dollari. Gli Inglesi alla lor volta, si installarono a Balata Deressa e a Kontigujabru prima con la Kenya Consolidated Goldfields, poi con la Abyssinian Corporation. Ma non ebbero fortuna, specie per la difficoltà dei mezzi di trasporto e per l'ostilità dei capi abissini.
Chi invece poté affermarsi con apprezzabile successo fu l'italiano Albereto Prasso, quando riuscì ad ottenere una concessione ad Ilu Babor per ricerche aurifere e a Jubdo per il platino. Da ricordare con rispetto che il figlio del Prasso cadde eroicamente a Lechemti il 27 giugno 1936 (XVI)
E’ noto che a Jubdo è stato trovato dal Prasso il platino, che è diffuso in tutta la regione Saio, mescolato alle sabbie del Biaburaio. Altro pioniere italiano fu Attilio Zappa, direttore della concessione anglo-etiopica Birbir Mines Limited, proprietà del fitaurari Deresa. Anche a Gambela si è trovato dell'oro. Del resto già funziona, in Etiopia uno speciale servizio geofisico-geologico-minerario, che compie una sistematica ricerca nel sottosuolo dell'Impero. Fiori di galena esistono nella zona somala di Ahl-Medò; tracce di rame nel territorio dei Guragliò, nei monti Cercer; giacimenti di ferro rinvenuti ad Ancober e Entoto, a Debra Tabor, nel territorio dei Galla Arussi, nel Barca, есс.
Tracce di idrocarburi liquidi e gassosi si rinvengono, infine, nella Dancalia nell’arcipelago delle Dahalach, nei laghetti bituminosi presso Jano Harar. Si segnasegnalano giacimenti carboniferi a Debra Libanos, nella valle nella valle dell’Algareb, a Celga a occidente di Gondar, nella regione Sallalè, a Ficcè a Debra Brehan; marmi e pietre ornamentali si trovano nella Somalia settentrionale.




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