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lunedì 16 settembre 2024

Africa Orientale Italiana. Carta

 ARCHIVIO


Italia, Suez ed il Corno d'Africa con le colonia della Libia Eritrea e della Somalia 
 a cui si aggiunse la conquista dell'Etiopia 
Carta del 1936


domenica 15 settembre 2024

Alle Radici della Repubblica. La sconfitta del partito d'Azione matrice dei problemi odierni

 DIBATTITI

La svolta di Salerno ed il Partito d'Azione

Quando Palmiro Togliatti salvò la Monarchia

Due grandi occasioni perse

Massimo Coltrinari

L’azione delle forze moderate e conservatrici, la diffidenza degli Alleati, soprattutto Britannici, l’azione di Palmiro Togliatti, che vedeva nel Partito d’Azione un pericoloso partito di sinistra concorrente, che proponeva al proletariato e alle classi povere una politica di miglioramento senza la durezza e la spietatezza adottata dai Partiti Comunisti al potere, politica basata sul consenso e la partecipazione, portarono alla sconfitta, e quindi all’inizio della dissoluzione, del Partito d’Azione.

Nella contingenza del 1944 il Partito d’Azione, nel combattere un fascismo senza Mussolini, chiedeva l’’abdicazione immediata del Re e del Principe ereditario, la costituzione di una Reggenza civile, in contrapposizione totale ad una reggenza dinastica, e la formazione di un governo “dei migliori”, democratico ed antifascista. Primo passo di questo assunto fu la costituzione della Giunta Esecutiva Permanente costituita dopo il congresso di Bari del gennaio 1944. Questa Giunta, tramutatasi in un governo di unità nazionale laico, a guerra finita, doveva convocare l’Assemblea Costituente che avrebbe deciso sull’assetto costituzionale dello Stato.

Il nodo fondamentale era la reggenza civile, che interrompeva la continuità Dinastica, e che poneva le basi di un nuovo Stato che nulla aveva a che fare con il precedente, ovvero la sostanziale liquidazione di Casa Savoia.

Era, in sostanza, quanto proponeva la sinistra italiana impersonificata da Giuseppe Mazzini, e tutta la componente mazziniana nel 1860 dopo la vittoria garibaldina nel meridione per la costituzione di una Repubblica al posto del Regno delle Due Sicilie. Un nuovo Stato, su nuovi basi, non la continuazione di un Stato preesistente. Del resto la stessa soluzione era stata adottata con gli Stati preunitari italiani. I Lorena in Toscana, Il Papa Re nell’Italia centrale, gli Estensi a Parma e Modena, gli Austriaci nel Lombardo Veneto: della loro struttura ordinativa statale non fu conservato nulla. Doveva essere sia nel 1860 che nel 1944 la volta dei Savoia e del loro Stato.

Nel 1860 questa soluzione di sinistra a Napoli fu accantona con l’arrivo delle truppe Regie nel sud (Incontro di Teano), appoggiate dalle potenze di allora; nel 1944 questa proposta fu accantonata oltre che dalla azione della componente monarchica e dalle forze democristiane e moderate, dalle Potenze vincitrici, soprattutto della Gran Bretagna, ma anche dalla componente comunista, impersonificata da Palmiro Togliatti, ( La svolta di Salerno) che non tollerava forze concorrenti a sinistra. La intolleranza comunista si manifestò già nei primi mesi post armistiziali, impedendo a sinistra un confronto che avrebbe sicuramente giovato alle classi proletarie del meridione che si dibattevano nella più totale miseria, e favorendo in realtà un potere che a parole tutti volevano combattere data la situazione che contestualmente vivevano con i contrasti e la ostilità alla Confederazione Generale del Lavoro, allora in pieno controllo azionista. Mentre per il Partito d’Azione i Sindacati dovevano operare in piena autonomia, privilegiando solo gli interessi dei rappresentati ed iscritti, per il Partito Comunista essi, i sindacati dovevano essere una diretta emanazione del partito stesso. Cosa che con la Confederazione Generale del Lavoro non si attuava.

Il Partito d’Azione, peraltro, nei suoi esponenti di vertice adottò una politica di prudenza e sostanzialmente difensiva e di attesa e di accomodamento in un mal inteso senso di unità nazionale.

Ci si rese conto che doveva fare i conti con gli Alleati, i quali stavano combattendo il loro nemico, il tedesco, e nell’Italia liberata volevano la tranquillità e l”unità nazionale” delle forze politiche italiane. Non facevamo mistero che, se la corda si fosse rotta, il Partito d’Azione sarebbe stato escluso da ogni considerazione e messo nella lista dei partiti “nemici”. La conseguenza era immediata. Le formazioni partigiane nel nord Italia facenti capo a “Giustizia e Libertà” ovvero al Partito d’Azione non avrebbero avuto più nessun sostegno.

Dall’altra il Partito ed in gran parte dei suoi esponenti e anche nei suoi militanti erano fermi nella più assoluta intransigenza antimonarchica ed antifascista. Questo atteggiamento era anche dettato dal fatto che nella cosiddetta Italia liberata le condizioni morali, sociali, economiche era veramente pietose, condizioni a cui la popolazione era stata condotta dalla Monarchia e dal Fascismo senza alcun responsabilità nè politiche nè morali dei partiti politici.

Onore ed amor proprio per un Italiano nel 1944 nel meridione liberato erano parole pesanti. Se si voleva un riscatto, le linee guida dovevano essere intransigenza antimonarchica ed antifascista per un effettivo rinnovamento della società italiana; questo soprattutto per ragioni prima di tutto morali prima che politiche; linee che erano argomenti quanto mai solidi.

Da qui la grande eredità del partito d’Azione. Questo si può dire dell’azionismo di quei anni: la propria politica doveva essere attuata per ragioni prima morali poi politiche senza disgiunzione, ed è in questa consequenzialità il più grande insegnamento dell’”azionismo” militante del 1944.

La sconfitta del Partito d’Azione rappresenta quindi una seconda mancata occasione dopo quella del 1860 per un reale progresso della società meridionale. Ancona una volta l’approccio di Tommasi di Lampedusa, brillantemente esposto nel “Gattopardo”, si realizzò in pieno “che tutto cambi affinché nulla cambi”. Ed anche nel 1944 questo avvenne. Ma che questo abbia avuto un appoggio veramente di gran rilievo da un partito come quello comunista, con la “svolta di Salerno” attuata con grande perizia politica e diplomatica da Palmiro Togliatti è una considerazione di tutto rilievo se posta alle radici della nostra Repubblica. Il dibattito sulle conseguenze è aperto.

Le precedenti sono sono state pubblicate il 3, il 6, il 9 ed il 12 settembre 2024

venerdì 13 settembre 2024

Caratteri Geografici dei territori dell'Impero (1936-1941). Etiopia. III Parte Geologia dell'Etiopia

 SCENARI, REGIONI, QUADRANTI

 Progetto Prigionia 2021/1



L'ossatura principale dei due altopiani di cui s'è detto è di origine antichissima ed appare costituita da rocce primitive cristalline, con affioramento di graniti, gneiss, scisti argillosi, quarzitici, ecc., emerse da millenni e perciò tormentate da corrosioni eoliche e di acque superficiali, che le hanno in parte degradate e qualche volta coperte con rocce secondarie, in banchi profondi parecchie decine di metri, e provviste spesso di limonite rossastra, nota agrologicamente con il nome di laterite. L'azione di ialinizzazione, esercitata nei secoli sui graniti e sul feldspato ortose, ha provocato la formazione in posto di vasti strati di caolino residuale, quasi puro, che si distingue per contrasto dalle rocce circostanti per il suo candore argenteo.

Modificazioni sostanziali nella fasce geologica del paese debbono essere avvenute nell'era mesozoica. Si può supporre, per esempio, che nel Mesozoico inferiore (trias) si sia verificata una lenta ma generale sommersione delle zone che circondano tutto l'acrocoro abissino e che le attuali pianure dannale e somale, in questa era geologica, fossero sommerse dalle acque. Ciò dimostrano i fossili calcari marini che si sono rinvenuti sia nelle zone di Lugh-Ferrandi, a Berbera sul Giuba, nel medio Scebeli, sia sulla scarpata digradante da Macallè verso la fossa dancala. Questi calcari, detti di Antalò, dal nome di un paese prossimo a Macallè, sono in strati quasi orizzontali e molto profondi e si sovrappongono alle arenarie di Adigrat. Una formazione ad arenaria si ha anche nella Somalia italiana, fra la sinistra dell'Uebi Scebeli e la destra del Giuba.

I sedimenti arenacei, che hanno ricoperto l'antico zoccolo cristallino, sono stati alla loro volta sommersi in qualche zona da lave, interrotte soltanto dalle profonde gole dei fiumi, che le hanno scavate nei secoli, rivelando nella loro scissura le rocce sottostanti. Così sono da reputarsi regioni vulcaniche mesozoiche: il Goggiam, le zone a nord, ovest, est del Lago Tana, buona parte del bacino idrografico dell'Omo, la regione compresa a sud-est della grande frattura del Lago Margherita al Lago Zuai. Lave recenti si riscontrano nella grande e profonda depressione, che dal Lago Rodolfo va fino alla Somalia Francese e in molte parti della stessa Dancalia meridionale, in cui ancor oggi si osservano dei vulcani.

La parte maggiore dell'altopiano eritreo è di origine arcaica con rocce cristalline; il bassopiano somalo si riporta al cenezoico inferiore (Eocene), salvo le dune consolidate costiere e le dune mobili sulla spiaggia, mentre l'altopiano somalo partecipa nella sua zona bassa dell'Ogaden orientale al ciottolame desertico e nella sua zona orientale al mesozoico medio (Giura) con isole di Trias intorno all'Uebi Scebeli, all'Uebi Gestro ed al Canale Doria.




giovedì 12 settembre 2024

Alle radici della Repubblica. La fine ingloriosa della Giunga Esecutiva Permanente

 DIBATTITI

La svolta di Salerno e il Partito d'Azione

Quando Togliatti salvò la Monarchia

 Un equilibro spezzato

Nel contesto del 1944, sul piano politico, il dilemma, per dare all’Italia un future migliore e diverso, era : continuare con il vecchio sistema, con il governo che aveva firmato l’armistizio, con il vertice politico-militare che aveva portato al disastro, oppure inventarsi soluzioni totalmente nuove, su nuove basi. Che senso avere fondare un partito nuovo per poi continuare sulle linee del passato? Inoltre, quale rapporto avere con gli Alleati, soprattutto britannici a noi particolarmente ostili, che di fatto avevano la sovranità su tutto il territorio, detenevano il potere effettivo e agivano in base alle esigenze della guerra in corso. Il rischio che si correva era che politiche troppo avanzate avrebbero compromesso la lotta all’occupatore tedesco nel nord Italia, vanificato gli sforzi che i “ribelli” come li chiamavano i tedeschi, del nord stavano facendo e quindi compromettere le scelte future.

Non da poco inoltre occorreva tenere presente le condizioni della popolazione che erano davvero inaccettabili, con un degrado morale spaventoso ed una situazione materiale, dopo tre anni di guerra, al limite della sopravvivenza fisica; popolazione che prestava orecchio solo a proposte concrete e reali, tali da migliorare il più possibile la propria condizione. La povertà faceva da padrone ed ogni discorso astratto o teorico cadeva nel nulla. Il Partito d’Azione teneva ben presente tutte queste condizioni ed aveva risposto ogni possibilità di realizzazione nella collaborazione tra i partiti.

Il Congresso di Bari di fine gennaio 1944, che era sostanzialmente guidato da Benedetto Croce, nelle sue conclusioni, era stato quanto mai vago e poco incisivo ed auspicava solamente la costituzione di un Governo che affrontasse i problemi, rinviando la questione istituzionale, che date le circostanze, era considerata prematura.


Sulla base dell’Ordine del Giorno del C.N.L. centrale del 16 ottobre 1943, redatto tre giorni dopo la dichiarazione di guerra alla Germania da parte del Governo Badoglio il cui ritardo rispetto alle richieste alleate tanto aveva insospettito gli alleati stessi, il Congresso per l’attuazione dei fini predetti nominò una Giunta Esecutiva Permanente, composta da un rappresentante dei partiti facenti parte dei Comitati di Liberazione, ovvero i tre partiti di sinistra, il Partito d’Azione, il Partito Socialista, il Partito Comunista ed i partiti di centro, con capifila la Democrazia Cristiana ed il Partito Liberale e la Democrazia del lavoro. Esisteva anche il Partito della Democrazia Liberale, sorto a gennaio a Bari, in contrapposizione a tutti gli altri partiti partecipanti al Congresso di Bari, di chiara ispirazione badogliana, creato per appoggiare politicamente e il governo Badoglio e, in seno al CNL, per svolgere una azione disgregatrice e di controllo.


Nella sostanza la Giunta Esecutiva Permanente era il contraltare politico del governo Badoglio, e assunse presto le vesti della sede naturale del confronto dei Partiti. La sua composizione, però, la portò presto ad un immobilismo di sostanza che la rendeva praticamente inutile. Gli stessi Alleati, che avevano sempre in evidenza che il Governo Badoglio doveva esistere in quanto il firmatario delle clausole armistiziali e quindi l’origine del loro legittimo potere in Italia, guardavano la Giunta Esecutiva Permanente con sospetto, ma non intervennero, data la sua sostanziale incapacità di agire.

La Giunta Esecutiva Permanente, che poteva divenire il polo centrale di una nuova Italia, dal suo immobilismo via via passò su posizioni sempre più distanti dai principi che reggevano l’azione dei partiti di sinistra, in particolar modo il Partito d’Azione.


Al suo interno i partiti moderati erosero passo dopo passo le posizioni dei partiti di sinistra, a cominciare dalla accettazione della Luogotenenza e della soluzione dinastica della questione istituzionale. Assommata al altre questioni fatalmente le riunioni della Giunta Esecutiva Permanente non potevano non concludersi che con una rottura fra il Partito d’Azione, affiancato da un Partito Socialista sempre più perplesso ed ambiguo e gli altri Partiti compreso quello comunista. Ovvero in vista della formazione di un nuovo Governo, sicuramente il Partito d’Azione non ne avrebbe fatto parte.


E’ perlomeno insensato, ci sia consentito rilevarlo, che alcuni storici (cfr. P. Spriano, Storia del PCI. La resistenza, Togliatti ed il partito nuovo, Vol V. Torino, Einaudi, 1976, pag. 306) affermino che Togliatti abbia determinato il superamento del “punto morto” in ci la Giunta era venuta a trovarsi: meglio sarebbe dire che la “condusse a morte” dal momento che essa si sciolse subito dopo”1


In sostanza l’equilibrio all’interno della Giunta Esecutiva Permanente fu rotto dalla iniziativa di Togliatti di sposare le tesi dei partiti conservatori e moderati, di fatto cancellando ogni possibilità di avere un Governo che non fosse l’erede diretto di quelli monarchico-badogliani precedenti. Se fu salvata l’unità antifascista, questa fu ottenuta tramite le lacerazioni interne del Partito d’Azione, in cui, tranne alcuni dirigenti centrali, la periferia era contraria ad entrare in un governo come quello che si prospettava.

Le lacerazioni portarono all’inizio del disfacimento del Partito d’Azione i cui militanti non vedevano attuati i pilastri del suo credo politico. In sostanza per il Partito fu l’inizio della sua fine, cosa ampiamente auspicata da Togliatti e dal PCI, che, come detto, vedevano nel Partito d’Azione un concorrente temibile a sinistra in grado di sottrarre le masse operaie e proletarie alla influenza del PCI stesso. Si potrebbe anche sostenere, a posteriori, che fu una vittoria di Pirro, in quanto Togliatti permise al re e a Badoglio e a tutto quello che significavano, di sopravvivere. Le masse che il PCI voleva controllare e gestire, in gran parte rimasero sotto il dominio del vecchio padrone, senza possibilità di uscire da questa gabbia, origine di quell’Anti-Stato, che in tanti si attardano a chiamare mafia, andrangheta sacra corona unita ed altri nomi di retaggio settecentesco ma che nella sostanza ancora oggi incidono nel tessuto sociale meridionale. Con buona pace del riscatto delle masse proletarie.

1Alosco A., Il Partito d’Azione dell’Italia liberata e la “svolta di Salerno” in Storia Contemporanea, Aprile 1979, Anno X, n. 2, Società Editrice Il Mulino, Bologna, pag. 365


mercoledì 11 settembre 2024

Progetti anno 2025 , Indicazione del Ministero della Difesa

 NOTIZIE CESVAM

La Circolare del Ministero della Difesa Gabinetto del Ministro indica gli argomenti che potrebbero essere oggetto di Progetti per l'anno 2025:

Gli argomenti sono:

- di concorso alla gestione/manutenzione di siti museali, monumenti e Cimiteri/Sacrari di Guerra; 

 divulgativo, nei confronti di scuole/istituti di formazione, volti a favorire la diffusione e la conoscenza delle vicende storiche riferite alla Seconda Guerra Mondiale, nonché di alcuni significativi anniversari che ricorrono nel corso dell’anno in esame, 

segnatamente il 165° anniversario dell’Impresa dei Mille, 

il 155° anniversario della presa di Roma, nota anche come “Breccia di Porta Pia”, 

la firma della resa delle forze armate naziste in Italia nella Reggia di Caserta, 

il 170° anniversario della Spedizione in Crimea, 

l’80° anniversario della Liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, nota anche come “Giornata della Memoria”, 

l’80° anniversario della Liberazione d’Italia, 

l’80° anniversario della nascita dell’O.N.U. e

 il Centenario della trasvolata “Sesto Calende – Melbourne - Tokyo” condotta dal Ten. Col. Francesco DE PINEDO e dal M.llo Ernesto CAMPANELLI a bordo dell’Idrovolante SIAI S.16. 

 promozionale, per la realizzazione di convegni ed iniziative editoriali, senza scopo di lucro, finalizzate a tramandare i valori ispiratori delle Forze armate e degli eventi che le hanno viste protagoniste.

martedì 10 settembre 2024

Caratteri Geografici dei territori dell'Impero (1936-1941). Etiopia. II Parte Il Rilievo

 SCENARI, REGIONI, QUADRANTI

Progetto Prigionia 2021




Il Rilievo

Il rilievo del paese è costituito da due serie di altopiani o gruppi montani dall'aspetto tabulare, incisi da profondi burroni: il primo della lunghezza di circa km. 1500, ha andamento verticale. Comincia nella Colonia Eritrea, dalla valle del Mareli al Tigrai comprende parte dell'Amhara e del Goggiam e prosegue fino allo Scioa fra il corso medio del Nilo Azzurro (Abai) da una parte e la profonda depressione dell'Anasc dall'altra. Presenta molte elevazioni, fra cui l'Amba Alagi (m. 3411) l'Abuya Miedà (m. 4.000). Ad ovest di tale spina verticale si distaccano catene secondarie, che tuttavia presentano montagne altissime. Per esempio, la lunga catena Borogtà, fra il Rodolfo ed il Lago Regina Margherita col monte Gughe (m. 4.200). Questi monti, dall'aspetto come s'è detto tabulare, con qualche cima, che da lontano appare rotondeggiante, sono quelli che nell'antichità erano chiamati dagli arabi Gebel el Kamri o Monti della Luna anche perché la presenza di vasti giacimenti di caolino li faceva risplendere di riflessi bianco-argentei.

Al di sopra, sempre appartenenti all'accennato sistema i monti del Gimma, del Caffa e dell’Upllega, dell'Uollega, fra i quali il Monte Ciocci alto m. 3010.

Ma le maggiori sommità dell'Etiopia si trovano nel Semien e nel Goggiam. Ricordiamo qualcuna fra le cime più note, oggi, agli Italiani: le ambe isolate di Debra Tabor, Debra Sinà, Debra Uere, ecc, il monte Bolahit (m. 4.520), l'Alai (m. 4.480), il Ras Dascian (m. 4.620) nel Semien: il monte Biala (m. 3.806), l'Abuna Josef (m. 4.196) nel Lasta; il monte Collo (m. 4.300) nell'Amhara.

Mentre precipita bruscamente verso il deserto dancalo l'altopiano va, invece, lentamente degradando e perdendo quota dalla parte del Sudan Anglo-Egiziano. È il rilievo orografico orientale, che permette, per la maggiore uniformità del terreno, una più facile viabilità, una migliore agricoltura, l'affermazione sedentaria delle popolazioni. e le ambe sono formate da arenarie biancastre e da basalti brunastri. Il sistema orografico somalo a sua volta, decorre orizzontalmente fra il Lago Rodolfo e la valle dell'Auase ed è separato dall'acrocoro abissino, propriamente detto, da una grande spaccatura, formata dalla successione dei laghi Stefania, Ciamò, Margherita, Auasa, Scialà, Horà, Langanò, Zuai e dal vallone superiore del fiume Auasc. Ad est del Lago Margherita, s'incontrano i monti Giam Giam, che raggiungono i m. 3.600, poi le zone montuose dei Galla Arussi, coi monti Galamo (m. 4.217), il monte Badda, l'Encuolo: infine l'altopiano di Harar con il Garamulata. Questo va rapidamente degradando, procedendo verso Gildessa in soli km. 30, con una variazione di quota di oltre m. 1.500.

Caratteristica del sistema orografico somalo è il suo lento e regolare abbassarsi verso la costa dell'Oceano Indiano. Esso è, poi, meno aspro ed anche meno elevato di quello abissino, sebbene in qualche punto vi siano montagne di considerevole altezza. Soltanto nei tratti per il Canale Doria e le sorgenti dell'Uebi Scebeli ricorda un poco l'altopiano abissino per l'uniformità della superficie orizzontale e per il paesaggio vegetale.







lunedì 9 settembre 2024

Alle radici della Repubblica. Il Partito d'Azione. Il maggior partito dell'Italia liberata

 DIBATTITI

La svolta di Salerno ed il Partito d'Azione. 

Quando Togliatti salvò la Monarchia

Un concorrente a sinistra da eliminare

Massimo Coltrinari

Il Partito d’Azione all’indomani dell’armistizio, era erede di movimenti cospirativi già in essere da vari anni come “Unione Meridionale”, “Italia Libera”, “Giustizia e Libertà” e grazie a questi si radicò anche nel meridione d’Italia all’indomani della liberazione di quelle regioni. Su questa organizzazione antigovernativa e clandestina costruì la sua struttura partitica ed in breve divenne il maggiore partito politico dell’Italia meridionale, nettamente distanziandosi dal Partito Comunista Italiano che si dibatteva in faide interne e con dirigenti che ancora non avevano superato la mentalità cospirativa, clandestina e sospettosa.

Si parla1 per il Partito d’Azione di circa 524 sezioni le quali hanno avuto oltre 100.000 aderenti ed 80.000 tesserati. Se poi nel Meridione si include anche la Sardegna, qui operava il Partito sardo d’Azione, con oltre 30.000 iscritti. Ovvero una forza di sinistra, nettamente superiore al Partito Comunista e a quello Socialista, strutturata e con solide basi culturali ed ideologiche.


Il Partito d’Azione aveva fatto breccia nei diversi strati sociali della popolazione, ma sopratutto, oltre che tra gli intellettuali, anche tra gli artigiani e tra gli operai. Questi si erano organizzati nella CGL Confederazione Generale del Lavoro, in cui era forte la presenza azionista con esponenti come Dino Gentili ed Antonio Armino, “risorta per iniziativa di socialisti, azionisti e comunisti dissidenti facenti capo a E. Russo e Villone su basi di indipendenza rispetto ai partiti (che era il cardine della visione sindacale del Partito d’Azione), venne violentemente avversata dal PCI che mirava a promuovere e legare la organizzazione sindacale al partito. Non è questa la sede per riprendere questi argomenti: bisogna constatare però che su questo interessante capitolo di storia è stato imposto il velo del silenzio.”2


Se sul piano economico-sociale il Partito d’Azione proponeva soluzioni innovative, anche sul piano militare fu propositivo e rivoluzionario. Collegandosi al movimento nazionale ed europeo della resistenza al tedesco, con la metà d’Italia occupata dai tedeschi, nel tentativo di far partecipare le popolazioni meridionali già liberare e quindi farle partecipe alle sofferenze di quelle settentrionali, in coerenza con gli ideali antifascisti e resistenziali, aveva promosso i cosiddetti “Gruppi Combattenti Italia”.


Queste erano formazioni militari al comando del Generale Giuseppe Pavone, iscritto al Partito d’Azione, costituiti nel solco della tradizione garibaldina del volontariato patriottico, su struttura ordinativa classica.


Era la proposta italiana per la partecipazione alla guerra in alternativa al I Raggruppamento Motorizzato del Regio Esercito. E’ noto che i Britannici non volevano forze combattenti italiane e più di una volta tentarono di sciogliere il I Raggruppamento Motorizzato che rimase in vita solo per l’appoggio statunitense.


Avere una nuova formazione militare, senza il controllo di chi aveva firmato l’armistizio e quindi garante della applicazione delle sue clausole, dipendente da un partito politico di sinistra, per gli Alleati, anche se alla ricerca di uomini combattenti, era una proposta inopportuna. Il Gen. Pavone, nello spirito garibaldino, riprese poi temi di carattere risorgimentale, tanto da adottare il Tricolore senza lo stemma sabaudo, suscitando le riserve e i sospetti ulteriori di Britannici e Statunitensi, oltre che la fermissima opposizione di Badoglio e di tutto il vertice militare a cominciare dal Maresciallo Messe, non ebbe fortuna ed il suo tentativo nella primavera del 1944 si spense. Il colpo definitivo gli venne dato dall’azione di Togliatti, che non accettava che un partito, anche se di sinistra, ispirasse e controllasse una forza armata combattente indipendente. Un altro effetto della svolta di Salerno.(continua)

(le precedenti note sono state pubblicate il il 3 ed il 6 settembre 2024)


1Alosco A., Il Partito d’Azione a Napoli, Napoli, Casa Editrice Guida, 1975, a cui si rimanda per un ulteriore approfondimento della conoscenza del partito in questi anni.

2Alosco A., Il Partito d’Azione dell’Italia liberata e la “svolta di Salerno” in Storia Contemporane, Aprile 1979, Anno X, n. 2, Società Editrice Il Mulino, Bologna, pag. 362


domenica 8 settembre 2024

Quadro di Battaglia Regio Esercito 10 giugno 1940

 ARCHIVIO





Motto: “Sicut Te Candidi Candidissima Regina”

Campagne di Guerra:

1734-35 Successione di Polonia, 1742-48 Successione d’Austria, 1792-95 Piemonte, 1799 Lombardia, 1815 (Grenoble), 1848-49 I ’Indipendenza, 1855-56 Crimea, 1859 Liberazione della Lombardia, 1860-61 Marche-Umbria-Bassa Italia, 1866 Liberazione del Veneto, 1915-18 Italo-austriaca.

Ricompense al V.M.: Alla Bandiera: Cav. Ord. Mil. Savoia, 2 Medaglie d’Oro, 1 d’Argento, 2 di Bronzo

Agli Ufficiali e Truppa: 13 Cav. Ord. Mil. Savoia, 2 d’Oro, 465 d’Argento, 376 di Bronzo, 21 Croci di Guerra

Perdite in Combattimento:

Ufficiali: morti 96, feriti 154, dispersi 42, Truppa: morti 2551, feriti 5408, dispersi 1783

Festa del Reggimento: 29 giugno


Sorto dallo sdoppiamento della brigata Regina il 4 marzo 1831 partecipa alle glorie dell'antico reggimento d'origine, rivelando le sue belle doti militari nelle guerre d'indipendenza. Prese parte alla campagna 1848-49 combattendo a Goito, Pastrengo, S. Lucia, Governolo, Volta, nel fatto d’arme di Mortara e nella battaglia di Novara. Nella spedizione di Crimea (1855-56) concorse, con 4 compagnie, alla formazione di un battaglione, incorporato nel 4° reggimento provvisorio, che guadagnò una medaglia di bronzo al valore per essersi distinto nel passaggio della Sesia e nelle operazioni successive su Palestro e Borgo Vercelli nella campagna del ‘59, mentre per la bella condotta tenuta nella battaglia di Palestro il reggimento meritò la medaglia d'argento al valor militare. Nella campagna delle Marche ed Umbria combatté a Pesaro, Ancona, Macerane, fregiando con medaglia d'oro la sua bandiera nella battaglia di Castelfidardo; successivamente combatté a Gaeta e a Messina, e, nella guerra del '66, all'investimento e assedio di Borgoforte. Si segnalò nel soccorso apportato alle popolazioni funestate dal terremoto di Messina (1908), meritando la medaglia d'argento di benemerenza; concorse quindi alla formazione di 4 reggimenti mobilitati per la campagna italo-turca 1911-12. Durante la guerra 1915-18, a fianco del 9° reggimento della brigata, gareggiò in bravura, muovendo felicemente all'attacco con alto spirito offensivo e strappando munitissime posizioni al nemico. Meritò la medaglia d'oro al valor militare per la mirabile energia con la quale «rese, col suo sangue, sacro alla Patria il M.S. Michele e le sue balze». Combatté saldamente in Trentino, resistendo valorosamente, col 9° reggimento, ai furibondi attacchi austriaci alle Melette e Monte Fior, nel novembre 1917, e aggiungendo un'altra medaglia alla bandiera del reggimento per l'irresistibile slancio ed il grande valore dimostrati nella espugnazione di M. Val Bella e per la incrollabile resistenza opposta ai reiterati ritorni offensivi dell'avversario nei disperati tentativi del giugno-luglio 1918. Assegnato alla XXIII brigata di fanteria, costituì per la guerra italo-etiopica 1935-36 il X battaglione complementi e tre battaglioni di marcia complementari.



sabato 7 settembre 2024

Caratteri Geografici dei territori dell'Impero (1936-1941). Etiopia. I Parte

 SCENARI, REGIONI, QUADRANTI

Progetto 2022/1

Prigionia in Mano Britannica


Africa Orientale Italiana

1. Il nome di Etiopia è convenzionale, intendendosi nell'antichità classica, con tale espressione geografica, il complesso dei paesi poco noti a sud dell'Egitto ed in senso lato tutta l'Africa centro-orientale, al di là della Nubia e della Libia. Il paese oggi occupato dall'Italia è compreso fra il 13º e 15º grado di latitudine Nond e il 33° e il 47° grado di longitudine Est (Greenwich) con un'estensione approssimativa di kmq. 1.740.000.

Può considerarsi essenzialmente come un vasto altopiano, fortemente accidentato, che va degradando verso sud-ovest, verso le basse pianure sudanesi. Malgrado le diversità climatiche, pedologiche e floro-faunistiche delle singole zone costituenti il vaste territorio, L’Impero etiopico etiopico è una regione fisica dell'Africa, che si differenzia nel suo complesso dalle contermini, e della quale si possono riconoscere con una certa approssimazione i confini. I quali sono: a nord e a nord nord-est il Sudan Anglo-Egiziano e il Mar Rosso (considerando la vecchia Colonia Eritrea come parte integrale dell'Impero), ad est la Somalia Francese e Britannica e l'Oceano Indiano (quando si consideri la Somalia Italiana appartenente come unità politica e amministrativa all’Impero, sebbene geograficamente non possa dirsi tale). A sud i territori inglesi del Chenia e l'Uganda; ad ovest ancora il Sudan Anglo-Egiziano. Questo Ultimo ultimo il confine fu stabilito dal Trattato del 15 maggio 1902; il confine con la Somalia Britannica dalla convenzione anglo-etiopica del 16 maggio 1897 e 4 giugno 1897, quello con la Costa Francese dei Somali dall'accordo franco-etiopico di Addis Abeba del 20 marzo 1897; quello con il Chenia e l'Uganda dal Trattato del 6 dicembre 1907.





venerdì 6 settembre 2024

Alle Radici della Repubblica. La fine dell'Unità antifascista

 DIBATTITI

La Svolta di Salerno. Quando Togliatti salvò la Monarchia


La Questione meridionale: un altra occasione persa

Massimo Coltrinari

I partiti politici dopo il Congresso di Bari erano per lo più dominati dalle personalità di Benedetto Croce ed Enrico de Nicola, espressione delle forze liberali, moderate e conservatrici che nella sostanza operavano per salvare la Monarchia proponendo in una prima fase l’istituzione di una reggenza dinastica, preceduta da una doppia abdicazione quella di re Vittorio Emanuele e del Principe ereditario Umberto, in attesa della fine della guerra; questa fase ebbe termine per il netto rifiuto del Re di abdicare. Iniziò una seconda fase in cui fu escogitato l’istituto della Luogotenenza che il Re accettò a metà di febbraio 1944. A questa soluzione erano anche favorevoli, oltre alle forze liberali, i democratici cristiani ed anche Carlo Sforza, repubblicano, emigrato negli Stati Uniti e rientrato in Italia al seguito delle truppe alleate. Sforza era convinto che con la Luogotenenza accettata la Monarchia riconosceva in gran parte le sue colpe. Contrari alla Luogotenenza erano il Partito Comunista, il Partito Socialista ed il partito d’Azione, fermi nel loro rifiuto di ogni intesa con il Re e con il governo Badoglio, in quando vi vedevano una sostanziale continuità con il passato e una totale assenza di rinnovamento.

Al suo arrivo Togliatti non esitò a sposare la causa e l’azione di Croce e di De Nicola che portò all’annuncio ufficiale della Luogotenenza il 12 aprile 1944 ( Togliatti era arrivato a Napoli il 27 marzo) e che nella sostanza diede vita a quella che poi a posteriori si chiamò “svolta di Salerno”. In sostanza Togliatti agevolò e partecipò alla prevalenza delle forze politiche e sociali conservatrici e quelle trasformistiche meridionali che miravano a perpetuare il loro dominio politico con l’ausilio di un apparato amministrativo inefficiente e corrotto adattandosi ad ogni compromesso.

In sostanza la “svolta di Salerno” liquidò in pochi giorni l’unità antifascista, che era rappresentata dal Comitato Nazionale di Liberazione, e del suo ruolo politico che doveva rappresentare il nucleo iniziale del futuro Stato democratico, basato sui principi e valori che il fascismo ha sempre negato.

Si apre a questo punto un ennesimo aspetto della questione meridionale, ma questa non è la sede idonea per approfondirla. Si osserva solo che gli attuali problemi del meridione d’Italia rimasero quelli unitari e post risorgimentali, e nel 1944 fu persa una occasione di rinnovamento radicale, come fu persa nel 1860 con la mancata istituzione della Repubblica proposta dai mazziniani a seguito della vittoria garibaldina. Il Partito d’Azione, che rappresentava il rinnovamento, vide la sua politica messa da parte e rigettata proprio da quelle forze di sinistra che avrebbero dovuto appoggiarla ed attuarla. (continua)

La precedente nota è stata pubblicat in data 3 settembre 2024)

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giovedì 5 settembre 2024

Quadro di Battaglia Regio Esercito. 10 giugno 1940

ARCHIVIO

 


9° Reggimento Fanteria “Regina”

Motto “Sicut Te Candidi Candidissima Regina”

Campagne di Guerra:

1733-35 Successione di Polonia, 1742-48 Successione d’Austria, 1792-96 Piemonte, 1799 Lombardia, 1815 (Grenoble), 1848-49 I d’indipendenza, 1855.56 Crimea, 1859 liberazione della Lombardia,

1860-61 Marche-Umbria –Bassa Italia, 1866 liberazione del Veneto

1915-18 Italo-Austriaca

Ricompense al V.M.: Alla Bandiera: Cav. Ord. Mil. Savoia, 5 Medaglie d’Oro, 1 d’Argento, 1di Bronzo.

Agli Ufficiali e Truppa: 7 Cav. Ord. Mil. Savoia, 5 Medaglie d’ Oro, 343 d’Argento, 467 di Bronzo, 19 Croci di Guerra.

Perdite in Combattimento:

Ufficiali: morti 78, feriti 183, dispersi 56, Truppa: morti 1087, feriti 4831, dispersi 2211

Festa del Reggimento: 24 ottobre


È uno dei reggimenti più vivi nella tradizione dell'esercito del vecchio Piemonte. Formato nel clangore delle guerre contro gli Imperiali dal battaglione Valdese detto «La Reine», il 13 aprile 1741 entrò subito in azione rivelando le sue alte doti nell'aspra e brillante guerra condotta da Carlo Emanuele III per la difesa dei suoi stati dall'invasione franco-ispana. Si batté tra le fortificazioni di Villafranca e di Montalbano e nella sanguinosa giornata di Casteldelfino che costrinse gli avversari, stremati, a togliere l'assedio di Cuneo ed a risalire la valle a Demonte. Doveva rifulgere di nuovi ardimenti nell'efficace difesa di Authion che sbarrò il cammino agli eserciti della Repubblica Francese nella campagna 1792-96, e, tre anni dopo, nelle violentifazioni per la restaurazione tentata dagli imperatori d'Austria e di Russia. Riorganizzatosi dopo il Congresso di Vienna, incorporò i reggimenti provinciali di Asti, e, parzialmente, di Mondovì, formandosi dapprima in «brigata della Regina», quindi sdoppiandosi nei reggimenti 1° e 2° che il 4 marzo 1831 assunsero l'ordinativo di 9° e I0° reggimento fanteria della brigata Regina. Il 9° reggimento fanteria partecipò eroicamente alle guerre del Risorgimento. Nella campagna 1848-49 guadagnò, per la sua valorosa condotta, la sua prima medaglia al valore nel combattimento di Governolo. Con 4 compagnie partecipò alla spedizione di Crimea (1855-56) battendosi alla Cernaia. Nella guerra del '59 aggiunse una medaglia d'argento alla sua bandiera per la presa di Palestro, e nella campagna delle Marche ed Umbria, meritò la medaglia d'oro al valor militare per lo splendido contegno tenuto nella battaglia di Castelfidardo. Nella guerra del '66 si trovò all'investimento e assedio di Borgoforte; in quella italo-abissina 1895-96 concorse alla formazione dei battaglioni del 3° e del 5° reggimento d'Africa che si batterono eroicamente nella giornata di Adua insieme con le brigate Dabormida ed Ellena. Acquistò speciali benemerenze, premiate con medaglia d'argento, per l'opera di assistenza e di soccorso svolta nel terremoto di Messina (1908); partecipò con ufficiali e truppa alla formazione di 4 reggimenti del Corpo di operazione per la guerra italo-turca 1911-12. Scrisse pagine fulgidissime di sacrificio eroico durante la guerra 1915-18, sul Carso, aggiungendo una seconda medaglia d'oro alla sua bandiera per la strenua lotta sostenuta sul S. Michele, «reso col suo sangue sacro alla Patria», e nel Trentino, guadagnando un'altra medaglia per la resistenza incrollabile e per l'irresistibile slancio rivelati dai suoi battaglioni sui dirupi di M. Melago e di M. Val Bella nelle azioni del dicembre 1917, del gennaio 1918 e nella grande battaglia del giugno dello stesso anno.


martedì 3 settembre 2024

Alle radici della Repubblica. Il Partito d'Azione

 DIBATTITI

Svolta di Salerno e Partito d’Azione

Quando Palmiro Togliatti salvò la Monarchia

Massimo Coltrinari

Nell’Italia liberata, come noto, sul finire del 1943, si erano già formati i partiti politici che diedero vita ad una nuova stagione politica italiana, dopo l’esperienza del Partito unico. Al Congresso di Bari del Gennaio 1944 divennero i protagonisti della vita politica italiana, pur nel contesto della guerra in corso, delle applicazioni delle condizioni di armistizio imposte dalla Commissione Alleata di Controllo e interagirono con il vertice politico-amministrativo che aveva firmato l’Armistizio, rappresentato dal Re e dal Governo presieduto dal Maresciallo Badoglio.

In questo contesto, agli inizi di febbraio si poteva constatare che il partito che aveva più proficuamente lavorato per creare condizioni per una nuova Italia era il Partito d’Azione. In pratica questo partito poteva essere definito come l’ala marciante dell’antifascismo avendo svolto un ruolo rilevante nel cosiddetto Regno del Sud. Per un riscontro descrittivo si legga il testo di De Spinosa che è particolarmente ricco di notizie e fatti della vita quotidiana nelle provincie liberate1

Il Partito d’Azione in tutti i suoi atti ed in tutte le sue manifestazioni poneva come base la questione istituzionale, ed era nettamente intransigente nella sua pregiudiziale antimonarchica ed antifascista, ravvisando nella permanenza del re e del suo governo la continuazione di un fascismo senza Mussolini e l’ostacolo a qualsiasi rinnovamento morale, politico e sociale. La vera epurazione secondo gli esponenti azionisti doveva cominciare dal trono e dalle forze che si annidavano nella sua ombra, a cominciare dall’apparato degli esteri, militare, amministrativo e degli interni. La forza del Partito d’Azione era tale anche nell’Italia Liberata che tutti gli altri partiti non potevano che seguire questa linea intransigente contro la Monarchia. Chi si oppose a questa linea e sostanzialmente la fece naufragare fu Palmiro Togliatti. Appena sbarcato a Napoli il 27 marzo 1944, in sincronia con la componente mediterranea della diplomazia stalinista, che due settimane prima aveva, il 14 marzo 1944, aveva, prima tra le Nazioni Unite, riconosciuto il Governo Badoglio. Il fuoriuscito Palmiro Togliatti ritornò in Italia con un piano veramente preciso e ben coordinato. I punti di questo piano, interdipendenti, prevedevano, oltre al riconoscimento del Governo Badoglio da parte della URSS, un cambiamento totale di tutta la politica del Partito Comunista Italiano ( PCI), ora orientata tutta verso una politica filo-badogliana con la realizzazione al più presto possibile di un Governo Italiano, sempre presieduto dal Duca di Addis Abeba, ma con la partecipazione di tutti i partiti antifascisti che si erano già radunati al Congresso di Bari, nel gennaio 1944. E’ la cosiddetta “svolta di Salerno” che nella sostanza era diretta contro tutta la politica del Partito d’Azione, ovvero dell’antifascismo militante e rinnovativo.  (continua)

1De Spinosa A., Il Regno del Sud, Firenze, Casa Editrice Parenti, 1955


lunedì 2 settembre 2024

INFOCESVAM N. 4 DEL 2024

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO XI, 55/56, N. 4, Luglio -Settembre 2024, 1 settembre 2024

XI/4/876 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XI anno di edizione, 4 il bimestre di edizione di INFOCESVAM, 876 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento. Anche questo numero è principalmente dedicato alle attività connesse con il Progetto 2023/Divulgazione e Testimonianza dei Valori del Nastro Azzurro nei confronti delle Scuole, Istituto di Formazione ed Università degli Studi e della realizzazione dei volumi dedicati alla data centenaria del 2023.

XI/4/877 – Da 1 gennaio 2024 la pubblicazione dell’ANNESSO dedicato allo stato di sviluppo dell’Albo d’Oro Nazionale dei Decorati Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, da cadenza bimestrale passa a cadenza mensile, dato il numero di comunicazioni e note da pubblicare. Alla data del 1 maggio 2024 sono stati pubblicati i primi quattro numero del 2024. Il numero 5 (maggio 2024) e il n. 6 (giugno 2024) mentre i numeri di luglio ed agosto non sono stati divulgati fino alla data del 30 luglio in quanto vi era solo la situazione relativa agli inserimenti.

XI/4/878 – Il numero di questo Bollettino è dedicato alla divulgazione delle edizioni a stampa ed informatiche del CESVAM riportando i dati statistici relativi. Come noto i blog sono attivi dal 2008 e riportano in media ciascuno oltre 500 post. Pertanto rappresentato anche una fonte di archivio da poter utilizzare per ricerche, tesi di laurea e riferimenti. Email:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/4/879 - Storico. Blog sulla Grande Guerra. Dedicato alle tematiche del primo conflitto mondiale. Riferimento del Dizionario minimo della Grande Guerra 12. vol. Contatti: Luglio 6, Agosto 28 (Totali 2148). www.lagrandeguerra.blogspot.com

XI/4/880. Incontro. Il 13 luglio 2024 a Castelferretti, presso l’Auditorium “O. Fallaci” si è tenuto un incontro, in sinergia con l’Associazione Pro Castelferretti, presieduta da Marina Fiorani, sul tema “80° Passaggio del Fronte 1944 -2024”. Hanno parlato Massimo Coltrinari, Giovanni Riccardo Baldelli, Claudio Fiori, MAVM, e Marco Barletta. Nell’occasione è stata illustrata l’attività del CESVAM e quella dell’Istituto del Nastro Azzurro.

XI/4/881 Aggiornamento Contributi Master. Geostrategico. Argomenti di carattere generale, grande strategia e approcci complessi di politica militare. Contatti: Luglio 1830, Agosto 371 (Totali 44600). www.geostrategico.blogspot.com

XI/4/882 Divulgazione. Blog di Uniformologia. Argomenti relativi al costume militare. Contatti: Luglio 1496, Agosto 503 (Totali 113.762). www.uniformologia.blogspot.com

XI/4/883 - Aggiornamento Contributi Master. Asia Argomenti di carattere generale, riguardanti le tematiche asiatiche e argomenti di politica militare della Cina e dell’India e delle varie potenze regionali e minori. Contatti: Luglio 1392, Agosto 394 (Totali 45791). www.atlanteasia.blogspot.com

XI/4/884 La sessione di Laurea invernale per i Master di 1° livello si terrà presumibilmente nella ultima settimana di novembre 2024. Consegna della tesi entro la metà di ottobre 2024. Per ogni chiarimento o delucidazione contattare l’Ufficio Master della Università.

XI/4/855 - QUADERNI ON LINE, espressione in rete della rivista QUADERNI, edizione a stampa, ospitata su www.valoremilitare.blogspot.com. Alla data del 30 agosto 2024 i contatti totali sono stati 185957 (al 29 febbraio 2008 erano 163955 dall’apertura del blog), quelli dell’ultimo mese, sono 3390 (mese di luglio 5853)

XI/4/886 - Aggiornamento Contributi Master. Geostrategico. Argomenti di carattere generale, grande strategia e approcci complessi di politica militare. Contatti Luglio 1830, Agosto 371 (Totali 44600). www.atlantegeostrategico.blogspot.com

XI/4/887 - Grazie alla collaborazione di Diego Dall’Acqua d’Industria è stato posto in essere uno studio per la edizione E PUB (Elettronic Pubblication) delle edizioni del CESVAM. Primo esperimento in corso. Edizione E PUB del N: 1 del CESVAM Papers (Gennaio Febbraio 2019) dedicato al metodo Storico. Edizione pronta per il mese di settembre

XI/4/888 - Divulgazione. Blog Storia Militare. Argomenti di storia militare contemporanea. Contatti: Luglio 2472, Agosto 1053 (Totali 111.341). www.storiamilitare.blogspot.com

XI/4/889 - Aggiornamento Contributi Master. Medio Oriente. Conflitto israelo-palestinese, dinamiche e ruolo dei grandi attori internazionali nell’area; politica militare italiana e presenza nazionale. Carte. Contatti: Luglio 1399, Agosto 213 (Totali 19712). www.atlantemediooriente.blogspot.com

XI/4/890 Aggiornamento Contributi Master. Europa Argomenti di carattere generale, problematiche unitarie e tematiche inerenti al contesto europeo. Contatti Luglio 1922, Agosto 388 (Totali 33512). www.europaatlante.blogspot.com

XI/4/891 Divulgazione. Blog Studenti e Cultori. Dedicato agli ex frequentatori dei master (Alumni) Contatti: Luglio 1517, Agosto 438 (Totali 73424). www.studentiecultori.blogspot.com

XI/4/892 Aggiornamento Contributi Master. Oceania Argomenti di carattere generale, grande strategia e approcci militari dell’area dell’indopacifico ed australe. Contatti Luglio 700, Agosto 175 (Totali 19160). www.atlanteoceania.blogspot.com

XI/4/893 Aggiornamento Contributi Master. Italia Argomenti di carattere generale, sulle problematiche generali e risvolti di politica militare italiana. Carte. Contatti Luglio 54, Agosto 52 (Totali 3341). www.atlanteitalia.blogspot.com

XI/4/894 - Aggiornamento Contributi Master. Americhe. Argomenti di carattere generale del Caraibe, America latina e politica degli Usa, Relazioni con il resto del mondo in chiave di politica militare. Contatti: Luglio 3143, Agosto 396 (Totali 44600). www.atlanteameerica.blogspot.com

XI/4/895 Divulgazione. Blog Seniores IASD. Sinergia con gli ex frequentatori IASD e ISSMI in tema di formazione e ricerca. Formazione e Didattica. Contatti Luglio 1560, Agosto 495 (Totali 57638). www.senioresiasd.blogspot.com

XI/4/896 Per mancanza di spazio gli Aggiornamenti di Terre Polari, e i riferimenti dei blog storici sono inviati al prossimo numero, come, peraltro, i dati dell’analisi parametrale ed indicatori di sistema elaborati in questo trimestre

XI/4/897 - Aggiornamento Contributi Master. Africa. Argomenti di carattere generale riferenti al continente, conflitti e situazioni generali dei 53 stati africani. Analisi di politica militare e delle attività dei grandi attori esterni. Contatti Luglio 1147, Agosto 277 (Totali 31882). www.atlanteafrica.blogspot.com

XI/4/898 Divulgazione. Blog Club Ufficiali Marchigiani. Sinergia per la storia militare la formazione e la militarità. Contatti_ Luglio 382, Agosto 90 (Totali 111.341). www.cluufficialimarchigiani.blogspot.com

XI/4/899 Rivista QUADERNI. Edizione E.PUB/PDF n. 2 del 2024 n.32° della Rivista (Aprile - Giugno 2024) con copertina di colore azzurro. Tale edizione è stata inviata tramite la Main List Comparata che conta alla data del 30 agosto 2024 500 email. Informazioni presso la Segreteria Generale (email: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org). Telefono 06 4402676.

XI/4/900. - Prossimo INFOCESVAM (settembre - ottobre) sarà pubblicato il 1 novembre 2024. I precedenti numeri di INFOCESVAM (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. E sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari)

domenica 1 settembre 2024

La propaganda sovietica verso i prigionieri italiani. Fuoriusciti ed Illuminati II Parte

 ARCHIVIO

La prigionia in URSS 1941 - 1954

Fuoriusciti ed Illuminati

(la precedente nota è stata pubblicata in data 28 agosto 2024. nota tratta dall'Archivio Aldo Resta)

Massimo Coltrinari

Con la guerra di Spagna, molti militanti dalla URSS, per ordine di Mosca, compreso Togliatti si arruolarono nelle Brigate Internazionali. Con la sconfitta, i superstiti si rifugiarono in Francia, ammontanti a circa 6000. Di questi oltre 600, compreso Togliatti, si imbarcarono a Le Havre per approdare a Mosca. Anche fra costoro si posò l'occhio vigile della N.K.V.D., ma si ritiene che fra costoro si debbano individuare coloro che poi svolsero la propaganda verso i prigionieri italiano.

Secondo il Rapporto U.N.I.R.R.iv (3) i fuoriusciti che svolsero il compito di propaganda presso i prigionieri italiani non furono più di una trentina.

Inizialmente essi si presentarono come intermediari tra i prigionieri ed i Comandi dei Campi. Per il prigioniero italiano, dopo le tremende avversie della cattura, sentire parlare italiano fu in un primo momento motivo di speranza e conforto, vedendo in questi italiani un aiuto e duna possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita.Subito, però, si comprese, che erano al totale servizio della N.K.V.D. ed eseguivano gli ordini dei loro superiori. Del resto vestivano la divisa sovietica ed avevano la qualifica di Commissario Politico. Il giudizio dei sopravvissuti è pesante:

"..Sicché, invece di aiutare, cercare di intervenire per rendere meno drammatica e pesante la prigionia dei loro connazionali, fungevano da manovalanza dei russi nella loro schiacciante offensiva psicologica. Alcuni di loro furono utilizzati anche al fronte, al seguito dei reparti russi, sia per diffondere a mezzo altoparlante inviti alla resa, sia per tendere tranelli, diffondere notizie false e dirottare reparti durante la ritirata"v

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ii Bocca G., Sotto i colpi di Stalin – I Compagni traditi, in Storia Illustrata, n.358, settembre 1987

iii Zaccaria G., A Mosca senza ritorno,Sugarco, Milano, 1983

iv Rapporto UNIRR, pag. 121

v Rapporto UNIRR, pag. 121