APPROFONDIMENTI
Il teatro operativo afgano dal punto di vista geografico
Massimo Coltrinari
L’Afghanistan (sede degli Afgani) ondeggia come
appendice montuosa della grande catena che fascia l’Asia, “una immensa Svizzera
asiatica”
collocata tra i deserti della Persia e quelli dell’India, tra i deserti della
Turcomania e quelli del Belutcistan. Compreso tra i gradi 60°, 55’ e 74°,45’ di longitudine
orientale da Greenwich e tra i gradi 28°,48’ e 37°,15’ di latitudine
settentrionale, (cioè fra i paralleli comprendenti la zona di territorio che
corre tra la frontiera meridionale di Tripoli e la Sicilia), l’Afghanistan
era delimitato a Nord dalle terre dei Turcomanni, da quelle degli Usbecchi e
dai Tagiki, ad ovest con la
Perisa, a Est e a Sud con il Kasmir, col territorio delle
tribù indipendenti del confine indiano, con la Provincia della
Frontiera nord-occidentale e col Belutcistan. Soltanto a Sud-Est e a Nord (con
il fiume Amu-Daria) l’Afghanistan possiede confini ben definiti, mentre ad
Ovest, Nord-Ovest e a Sud il territorio si confondeva con le regioni
circostanti, da cui i frequenti conflitti con i vicini. La superficie è di
circa 721.000 km2. L’Afghanistan, veniva descritto nel 1880 da
Oreste Baltieri,
come “un enorme uccello accoccolato e rivolto verso l’India, con il becco
immenso posato sull’altipiano di Pamira, o Tetto del mondo –
quell’immenso altipiano verso cui si accavalcavano i più alti monti della terra
– il collo tracciato dalla catena dell’Indocush, il petto dalla catena di
Solimano, che si arrotondava a ventre verso il Belutcistan. Le ali, chiuse dai
monti e dai fiumi che scendevano trasversalmente nella vasta pianura del
Punjab. L’altipiano, attraversato dal
38° parallelo, sorge ad un’altezza media superiore alle cime più elevate
d’Europa e comprende parecchi laghetti che nutrono i grandi fiumi. Le posizioni
strategiche per l’Afghanistan erano Merw, Herat, Candahar, a cavallo della
grande catena montuosa che taglia in due l’Asia, sulle sponde di fiumi
scorrenti verso occidente dalla barriera delle Indie.
Merw si trovava all’angolo nord-ovest della vasta regione, proprio sulla
strada che aggirandosi per le sinuosità del Cuhi Caitù mette nel cuore
dell’Afghanistan. Da Merw passa pure la strada che dalla Persia settentrionale
e attraversa il deserto dei Turcomani, taglia l’Amu-Daria (fiume) e va in
Bucaria (regione della Tartara abitata dagli Usbecchi). Si tratta di una
posizione favorevole ai Russi, sia per assicurare la via al Marc Caspio, sia
per guardare i deserti della Perisa, sia per tenere a freno i Turcomani, sia
per avere un posto avanzato tra le due poderose potenze che si affacciano l’una
sulla terra e l’altra sull’acqua. Merw è quindi una base offensiva di possibili
operazioni russe verso l’Afghanistan perché ivi si concentrano le strade che
vengono dal Caspio e dalle due rive dell’Aral, perché ivi il corso
dell’Amu-Daria si accosta più che altrove alla frontiera afghana, perché ivi
v’è mezzo di approvvigionare le truppe, infine perché di là parte la via più
diretta e meno difficile che va ad Herat.
L’unico passaggio tra
lungo la catena montuosa che va dalle rive del Mar Nero al mar di Cine è
rappresentato dall’angolo nor-ovest dell’Afghanistan tra le posizioni
strategiche di Herat e Merw.
Herat, allora fiorentissima città, si trova a 450km da Candahar e 500km da
Cabul. Si poteva andare a Cabul direttamente percorrendo una strada difficile e
montuosa lungo i meandri dell’Erirud, mentre strada più lunga ma assai comoda
era invece quella che passava per Candahar. Da Cabul poi la strada lungo il fiume
Cabul, per il passo di Cheiber immetteva all’India. Da Candahar altre strade
immettevano all’India: principale quella di Quetta (per il passo di Bolan a
Sicarpur).
Herat, situata in una
vallata in grado di offrire largo campo di approvvigionamento ad un grande
esercito, collegata alla Persia, con il Marc Caspio, con Buchara, adagiata a
Merw, era detta a ragione la chiave strategica dell’India. E gli Inglesi la
considerarono tale, quando nel 1839 mossero guerra a Dost Mohamet, emiro di
Cabul, per il timore che la
Russia – da lui favorita – occupasse il passo. Nel 1836
mossero guerra alla Persia per impedirle l’annessione di Herat.
La città consisteva in un
quadrilatero i cui lati erano formati da un terrapieno largo alla base circa 250 piedi (76mt), alto da
50 a 60 piedi (15-18mt), con un
fossato largo 45 (13 mt) e profondo 16 (5mt). La fortezza avrebbe potuto, nelle
mani di una potenza europea, divenire – anche in ragione della sua posizione
tattica – una piazza d’armi di primissimo d’ordine.
Il terzo punto strategico
dell’Afghanistan era Candahar, situata a 3500 piedi s.l.m. (1066
mt), sulle ultime pendici della catena dei Gul-Cu, la quale, sopra Cabul,
abbassandosi dal massiccio dell’Indocush scende trasversalmente verso sud-ovest
e separa le acque dell’Argandab da quelle del Tarnac, con altezze che arrivano
a 8400 piedi
(2600mt). I due fiumi si raccolgono sotto Candahar dopo aver raccolto fiumi
minori. Il Tarnac e l’Argandab, riuniti nella pianura in un unico fiume
(l’argandadb), contribuisce ad ingrossare le acque dell’Hilmend (il fiume più
importante del paese), che scorre attraverso tutta la regione e che – se sono
consentiti paragoni geografico/strategici – sarebbe ciò che è il Po rispetto a
Bologna. Nell’inverno e nella primavera il fiume ha poca acqua e raggiunge i 300 piedi di larghezza
(90 mt), ma in giugno allo sciogliersi delle nevi, la sua ampiezza poteva
arrivare anche ad un chilometro e mezzo. Candahar è la seconda città
dell’Afghanistan, ma la più nobile dell’Afghanistan. Vi fioriva il commercio
delle carovane che lentamente andavano e venivano dall’India con le ricchezze
che da quel paese si riversavano sull’Asia centrale. Nodo commerci, dunque, ma
anche luogo di imprese militari: la vita e la forza vi affluivano formando
obiettivi di attacco, basi di operazioni, perni di resistenze. E gli inglesi
riconoscevano assai bene l’importanza di questo posto avanzato oltre l’Indo e i
monti di Solimano, che ne proteggeva i passi, sbarrava direttamente il più
importante e più diretto di essi – quello di Bolan – era centro
d’approvvigionamenti e perno di manovra contro Cabul, Herat e la Persia.
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