DIBATTITI
Una parola terribile
Nel volume Axis Rule in Occupied Europe, scritto da Raphael
Lemkin, avvocato di origine israelita, la parola Genocidio è stata usata per
indicare lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti tedeschi Genocidio è la
combinazione della parola tratta dal greco antico “genos” con la parola tratta
dal latino “cidio”. “Genos” fu interpretato da Lemkin come “razza” “tribù”
mentre “cidio”, derivato dal verbo “caedere”, tradotto in “massacro”. Due
parole di due lingue diverse, di due culture diverse, coniate e combinate tra loro
per indicare un evento che mai si era visto prima nella storia della umanità
come il sistematico sterminio di un popolo su scala industriale, scientifica,
con il consenso di tutto un altro popolo e non solo, ma anche di parte di altri
popoli, come fu l’azione dei nazisti tedeschi verso gli ebrei dal 1933 al 1945.
L’uso di questa
parola dovrebbe essere limitato al solo sterminio degli ebrei in Germania nel
periodo considerato, dalle le peculiarità che esso mostra. Invece è diventato
di uso comune in tutte le lingue per indicare altri eventi che poco hanno a che
fare con lo sterminio degli ebrei, anche se vi sono alcuni elementi in comune.
Abbiamo quindi il genocidio dei pellirossa negli Stati Uniti, il genocidio
degli Armeni (195 -1916), il genocidio dei bosniaci (Anni ’90), il genocidio in
Ruanda (anni ’90).
Applicare al passato criteri e mentalità di oggi è diventata
una prassi comune. L’uso di termini impropri agevola questo che si può chiamare
“anacronismo”. IL problema sorge quando degli anacronismi se ne fa un uso
strategico per legittimare obiettivi di potenza. Niente è più pericoloso di un
anacronismo abbracciato con entusiasmo dal popolo.
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