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domenica 28 febbraio 2021

Indici Mese di Febbraio 2020

 

SOMMARIO

ANNO LXXXII, Supplemento on line, II, n.62

Febbraio 2021

www.valoremilitare.blogspot.com

Massimo Coltrinari, Editoriale, Febbraio  2021

                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data        26.02.2021

Massimo Coltrinari, Copertina, Febbraio 2021

                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data        27.02.2021

 

                                                                   APPROFONDIMENTI

Redazionale, La Battaglia di Eylau

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 12.02.2021

 

DIBATTITI

 

Redazionale, Maria Luisa Suprani Personaggi e protagonisti della Grande Guerra

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 5.02.2021

Redazionale, 11 Febbraio 1918 La Beffa di Buccari

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 11.02.2021

Redazionale, Le scelte difficili. Quale scelta?

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 14.02.2021

Redazionale, Maria Luisa Suprani. Personaggi e Protagonisti della Grande Guerra

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 15.02.2021

Redazionale, Dietro la foto

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 21.02.2021

Redazionale, Considerazioni ed analisi sull'intervento dell'Italia nel 1915

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 23.02.2021

Redazionale, Progetto 2019/1 Il Corpo di Liberazione Italiano

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 24.02.2021

 

 

ARCHIVIO

 

Redazionale, Le scelte difficili. Iconografia

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 1.02.2021

Redazionale, La prima medaglia d'oro. 3 FEBBRAIO 1834

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 3.02.2021

Redazionale, Progetto 2017/2 Prigionia della Grande Guerra Note di ricerca

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 10.02.2021

Redazionale, Elisa Bonacini. Evaristo Frezza. Medaglia d'Onore

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 13.02.2021

Redazionale, Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Italia.

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 16.02.2021

Redazionale, Dietro la Foto. I Binari di Auchewitz

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 17.02.2021

Redazionale, Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Bulgaria

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 19.02.2021

Redazionale, Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Bosnia Erzegovina. Slovenia, Croazia, Slovacchia, Romania, Siria, Serbia e Macedonia

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 22.02.2021

Redazionale, Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Francia

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 25.02.2021

 

 

 

 CESVAM NOTIZIE

CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

 

Redazionale, Comunicazione

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 2.02.2021

Redazionale, Insegnamenti ed attualità della Costituzione della Repubblica Romana del 1849

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 9.02.2021

RedazionaleProgrammazione attività futura

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 20.02.2021

 

 

SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

RedazionaleIstituto per la storia delle Resistenza e della Società contemporanea nel Biellese,

nel Vercellese e in Valsesia.

                              su www. valore militare.blogspot.com con post in data 18.02.2021

 

 

 AUTORI

 

Pecce Alessio, ricercatore

Bottoni Roberta, Istituto del Nastro Azzurro

Coltrinari, Massimo direttore CESVAM

Francesco Attanasio, Presidente della federazione di Siracusa

Mario Pereira, Vice presidente Federazione di Pistoia

Carandente  Chiara, Istituto del Nastro Azzurro

Baldoni, Massimo, pseudonimo

Giorgio Lavorini, Presidente Federazione di Prato

Federico Levy, collaboratore

Elsa Bonacini, collaboratrice CESVAM

Osvaldo Biribicchi, Associato CESVAM

Alessia Biasiolo, collaboratrice CESVAM

Luigi Marsibilio, membro del Collegio dei redattori della Rivista

Giancarlo Ramaccia, vice direttore CESVAM

Giovanni Cecini membro del Collegio dei redattori della Rivista

 

Numero chiuso in data 28.02. 2021


 (a cura di Chiara Masatrantonio)

sabato 27 febbraio 2021

Copertina Febbraio 2021




QUADERNI ON LINE


Anno LXXXII, Supplemento on line, iI, 2021, n. 62
   Febbraio 2021

www.valoremilitare.blogspot.com
www.cesvam.org

venerdì 26 febbraio 2021

Editoriale Febbraio 2021

Si è concluso con il mese di febbraio e la sessione di laurea invernale l'anno accademico 2019/2020 che vede la conclusione della II Edizione del master in Storia Militare Contemporanea dal 1796 ad oggi e la I Edizione del Master in Politica Militare Comparata dal 1960 ad oggi. Inoltre è stato anche portata a termine la XIV edizione del Master in Terrorismo ed Antiterrorismo internazionale. Si conclude così un ciclo molto intenso di impegno del CESVAM che ha visto il raggiungimento di traguardi già annunciati  e, nonostante la pandemia in corso, mai messi in discussione.

Ora la pausa accademica di febbraio da l'occasione per passare dalla fase di programmazione alla fase di pianificazione per le edizioni successive del Master, in principal luogo a quella dell'anno accademico 2021/2022 e impostare la fase di programmazione per l'anno accademico 2022/2023. 

IN linea generale il tema di fondo rimane la diffusione del concetto di Valore Militare, cercando di portare questo concetto presso quei strati della pubblica opinione che ne sono distanti che rappresenta il target statutario principale dell'Istituto.

Le modalità che si crede di adottare si incardinano ancora una volta sul coinvolgimento di personalità  con i noti criteri affinché il loro contributo all'Istituto del Nastro Azzurro tramite il CESVAM copra aree in questo momento poco studiate, ad esempio il Valore Militare in epoca moderna, ampliando quindi quell'offerta di studio che è uno dei motori del CESVAM stesso.

Continua con i tempi indicati la campagna di informazione e divulgazione, che  comincia a dare qualche frutto, mentre lo sfruttamento dei mezzi informatici ancora presenta delle alcune a cui si dovrebbe porre rimedio, per avere il massimo della redditività della loro potenzialità.

(massimo coltrinari) 

giovedì 25 febbraio 2021

Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Francia

 ARCHIVIO

Progetto Prigionia 2017/2 Risultato ricerche


Elenco Generale dei Campi di concentramento

Austro Ungarici, Bulgari, Germanici e Turchi durante

la 1° Guerra Mondiale

 

Il nome del campo è prima quello originario, ovvero il nome storico della località, seguito dal nome attuale e tra presenti lo Stato attuale di appartenenza. La località generalmente è nel paese indicato (Esempio Altaim è geograficamente in Austria). Ma lo Stato Belligerante poteva organizzare campi di concentramento per prigionieri italiani anche in territori da lui occupati. Esempio l’Austria organizzo un campo di concentramento all’indomani del ripiegamento dall’Isonzo al Piave nel novembre 1917 a Cividale per prigionieri italiani

 

Elenco[1] dei Campi di concentramento degli Imperi Centrali[2]

 Francia (territori occupati dai tedeschi)

 

Ieson[1]

Metz

Monteninge (Metz Chambiere)

Thionville

Sedan


 Nota:

Camillo Pavan, I Prigionieri Italiani dopo Caporetto, Treviso Camillo Pavan 2001 con annesso elenco dei campi di prigionia a cura di Alberto Burato.

È riportato il seguente avviso

“Al lettore appassionato e curioso che servendosi di questo lavoro come base di partenza fosse invogliato a cercare il luogo in cui fu rinchiuso (e magari morì) un proprio parente e nel corso della sua ricerca riscontrasse in questo elenco qualche errore, si chiede di segnalarlo all’autore

(Via Marco Polo 93 45030 Guarda Veneta, Rovigo)

 

 



[1] La base dell’elenco è tratta da Pavan. C, I Prigionieri italiani dopo Caporetto, Treviso, 2001, da pag. 144 in poi, integrata con nomi risultanti dalle ricerche in corso Cfr. al riguardo “Elenco dei campi di concentramento Austro-Ungarici, Bulgari, germanici e Turchi durante la Prima Guerra Mondiale 1015-1918. Per la prima volta in Italia grazie al certosino lavoro di ricerca di Alberto Burato viene pubblicato l’elenco dei campi di prigionia sparsi nel vasto territorio degli Imperi Centrali dove furono rinchiusi in condizioni inumane e colpevolmente dimenticati dalla madrepatria centinaia di migliaia di soldati italiani durante la Grande Guerra

 

[2] Viene riportato il Nome Geografico Attuale, mentre tra parentesi il nome originario o storico o quello all’epoca della prima guerra mondiale)



[1]al 1° dell’anno 1918 ancora in treno e non si sa dove si va; erimo 800 persone(…) poi smontati dal treno e mi accompagnarono all’accampamento lì vicino al paese. Ancora non so se era terreno conquistato alla Francia (…) il paese si chiama Irson era tutto disordinato, anche le baracche” In precedenza Giurati era stato a Darmastadt e dopo un periodo a Irson sarà assegnato stabilmente al campo di Meschede.

mercoledì 24 febbraio 2021

Progetto 2019/1 Il Corpo di LIberazione Italiano

 DIBATTITI

Dalle Mainarde al Metauro

Si riporta la comunicazione del gen. Anders al Comandante del Corpo Italiano di Liberazione dopo i combattimenti per la conquista di Jesi che completava la manovra che determinò la caduta di Ancona e del suo porto. La ricerca è giunta ad un punto tale che è sul tappeto la decisione di  articolare una nuova pubblicazione dedicata al Corpo Polacco in Italia, e dare vita ad un nuovo filone di ricerca, con la pubblicazione in polacco delle relative risultanze. Questo darebbe una visione più ampia della Campagna d'Italia e dell'apporto dei militari italiani alle operazioni alleate.  (massimo coltrinari)


************

Comando del II Corpo Polacco

Ufficio Operazioni

22 luglio 1944, ore 13,15

 

Ordine particolare per il Comandante del Corpo Italiano di Liberazione

 

Reparti distaccati de Corpo Polacco stanno combattendo per la conquista del crinale Ostra (334475) – Madriola (375565)

Dopo aver raggiunto il fiume Misa ambedue i reparti  distaccati, nel caso il nemico intenda fare resistenza, si sistemeranno a difesa assicurando il possesso dei propri punti di osservazione chiudendo le direzioni principali nonchè mantenendo il contatto col nemico ed eseguendo ricognizioni a mezzo pattuglie. Il movimento continua nel caso il nemico si allontani

 Compito del Corpo Italiano di Liberazione:

Raggiungere il fiume Misa nel tratto di competenza tra il limite con il Corpo Polacco e C. Monteforte (235420) dove, in caso si debba riscontrare resistenza da parte del nemico, occorre organizzarsi in difensiva assicurando il possesso dei punti di osservazione e chiudendo le direzioni principali. Con pattuglie eseguire ricognizioni e mantenere il contatto con il nemico. Il movimento continua nel caso il nemico si debba allontanare

 

Il Comandante il II Corpo Polacco

Gen. Di Div. Anders

martedì 23 febbraio 2021

Indici Febbraio 2021

Considerazioni ed analisi sull'intervento dell'Italia nel 1915

 DIBATTITI

Progetto 

 "Capire la Grande Guerra"


La partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra aveva posto l’Italia a riconsiderare il suo problema strategico. Occorre rilevare che sia la Gran Bretagna che la Francia riconobbero senza esitazione l’enorme importanza di questa scelta di campo. Chi invece non apprezzò, anzi avanzò pretesti non secondari denigrativi per la scelta italiana. La Russia era scesa in guerra per la difesa della Serbia, ed i nostri rapporti con Belgrado erano pessimi e questo non poteva non essere tenuto presente dei decisori russi. I Russi all’inizio del 1915 erano in una situazione veramente difficile, e a Parigi e Londra un intervento dell’Italia poteva equilibrare la situazione strategica. I Russi accusarono l’Italia di un intervento tardivo, che impedì alla Russia di evitare i disastri in cui andò incontro a meta del 1915 a cominciare da Gorlice.  Dopo i primi quattro mesi di guerra, La Russia, che era entrata in guerra con 5000 cannoni e 5.000.000.di proiettili. Durante i mesi precedenti il tasso di consumo fu d circa 45.000 proiettili al giorno, a fronte di una produzione delle officine russe di circa 35.000 proiettili al mese. In pratica a Natale la Russia disponeva di soli 300.000 proiettili. La Russia aveva perso 1.350.000 uomini tra Caduti, feriti e prigionieri e dispersi. Non era minimamente pensabile in una sua azione offensiva, anche se i responsabili russi ostentano la più tranquilla calma.

 La situazione grave era nota a Londra e a Parigi ma non era nota l’Italia, che ancora dava retta ai dati non reali comunicati da San Pietroburgo.

 Il generale Dalinow, comandante delle forze russe, ebbe modo di denigrare l’intervento dell’Italia nei seguenti termini:

 L’offensiva italiana si trovò arrestata al suo inizio e non andò oltre l’Isonzo. Le forze modeste che l’Austriaaveva dirette su questo fronte riuscirono ad arrestare l’avanzata dell’esercito italiano. Per questa operazione il Comando supremo austriaconon aveva ririrato dalla nostra fronte che una quantità minima di truppe, due o tre divisioni appena, avendo prelevato il resto dalla frontiera della Serbia e della Romania dove gli austriaci sono stati rimpiazzati da truppe tedesche; queste ultime vennero dunque ad occupar eil territorio austro-ungarico. Poiché esse non erano state ririrate dalla fronte occidentale si arriva a concludere che l’entrata in guerra dell’Italia non migliorò direttamente la nostra ( russa nda) situazione bensi quella dei nsotri alleati occidentali”.

 Di contro Luois de Trywdor Bruzynsky sotrico ed acuto osserevatore della società russa del tempo, ebbe a scrivere che nel maggio del 1915 la Russia fu salvata e dalla Gran Bretagna e dall'intervento dell'Italia


Massimo Coltrinari

(per argomento di tesi: vds. studentiecultori.blogspot.com)  cliccando su:

www.studentiecultori.blogspot.com


lunedì 22 febbraio 2021

Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Bosnia Erzegovina. Slovenia, Croazia, Slovacchia, Romania, Siria, Serbia E mACEDONIA

 ARCHIVIO

Progetto 2017/2 Risultati ricerche


Nota

Camillo Pavan, I Prigionieri Italiani dopo Caporetto, Treviso Camillo Pavan 2001 con annesso elenco dei campi di prigionia a cura di Alberto Burato.

È riportato il seguente avviso

“Al lettore appassionato e curioso che servendosi di questo lavoro come base di partenza fosse invogliato a cercare il luogo in cui fu rinchiuso (e magari morì) un proprio parente e nel corso della sua ricerca riscontrasse in questo elenco qualche errore, si chiede di segnalarlo all’autore

(Via Marco Polo 93 45030 Guarda Veneta, Rovigo)

Elenco Generale dei Campi di concentramento

Austro Ungarici, Bulgari, Germanici e Turchi durante

la 1° Guerra Mondiale

 

Il nome del campo è prima quello originario, ovvero il nome storico della località, seguito dal nome attuale e tra presenti lo Stato attuale di appartenenza. La località generalmente è nel paese indicato (Esempio Altaim è geograficamente in Austria). Ma lo Stato Belligerante poteva organizzare campi di concentramento per prigionieri italiani anche in territori da lui occupati. Esempio l’Austria organizzo un campo di concentramento all’indomani del ripiegamento dall’Isonzo al Piave nel novembre 1917 a Cividale per prigionieri italiani

 

 

Elenco[1] dei Campi di concentramento degli Imperi Centrali[2]

Croazia

Fiume (Rijeka)

Varazdin

Croazia

Romania

Arad

Siria

Aleppo (Alep)

Damasco (Damas)

 

Bosnia Erzegovina

Borger Damm

Sarajevo

Travnik (Travnic)

Serbia

Belgrado (Beograd)

Slovenia

Podgrad (Castelnuovo d’Istria)

Celje (Cilje o Cilli)

Faal a/d Drau bei Marburg (presso Maribor)

Komarov (Komarno)

Kosice

Laibach (Ljubjana Lubiana)[1]

Macedonia

Veles

Slovacchia

 

Dunaszerdahely  (Dunajska Streda)[2]

Pressbur (Pozsony) Bratislava

Samorya (Samorin)

Tolmino (Tolmin)

 

 



[1] Laibach è il nome tedesco di Lubiana. Vi si trovava un campo di smistamento e contumacia, dentro all’edificio del castello e in baracche all’interno del recinto del castello

[2] Tra o maggiori campi riservati a soli ufficiali ed ai loro attendenti (Procacci, 243)


[1] La base dell’elenco è tratta da Pavan. C, I Prigionieri italiani dopo Caporetto, Treviso, 2001, da pag. 144 in poi, integrata con nomi risultanti dalle ricerche in corso Cfr. al riguardo “Elenco dei campi di concentramento Austro-Ungarici, Bulgari, germanici e Turchi durante la Prima Guerra Mondiale 1015-1918. Per la prima volta in Italia grazie al certosino lavoro di ricerca di Alberto Burato viene pubblicato l’elenco dei campi di prigionia sparsi nel vasto territorio degli Imperi Centrali dove furono rinchiusi in condizioni inumane e colpevolmente dimenticati dalla madrepatria centinaia di migliaia di soldati italiani durante la Grande Guerra

 

[2] Viene riportato il Nome Geografico Attuale, mentre tra parentesi il nome originario o storico o quello all’epoca della prima guerra mondiale) 

domenica 21 febbraio 2021

Dietro la foto

 DIBATTITI

Il Galata Morente.

Possibile argomento di tesi in merito al Valore militare sfortunato e non riconosciuto in guerra




sabato 20 febbraio 2021

Oreste Salomone. Medaglia d'Oro

 DIBATTITI




Iconografia quasi didascalica
 riferita alla medaglia d'oro Oreste Salomone
 che insieme a materiali coevi è stata conservata e divulgata dall'opera del 
Maresciallo Corruggero, 
custode intelligente della memoria dell'Eroe. 



Programmazione attività futura

  NOTIZIE CESVAM

L'Ufficio Affari Generali del Comando Regione Militare Marche  - ANCONA ha chiesto, ed è stata accordata, la collaborazione del Cesvam per l'organizzazione, su disposizione dello Stato Maggiore Esercito, di tre conferenze da tenersi nel mese di settembre-ottobbre in occasione della data anniversaria della traslazione del Milite Ignoto. Le conferenze, tenute dal Direttore del CESVAM in "location" in via di individuazione, ma molto probabilmente i locali delle prefetture di Ancona, Pesarto ed Ascoli Piceno.


venerdì 19 febbraio 2021

Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Bulgaria

 ARCHIVIO

Progetto 2017/2 Risultati ricerche

Elenco Generale dei Campi di concentramento

Austro Ungarici, Bulgari, Germanici e Turchi durante

la 1° Guerra Mondiale

 

Il nome del campo è prima quello originario, ovvero il nome storico della località, seguito dal nome attuale e tra presenti lo Stato attuale di appartenenza. La località generalmente è nel paese indicato (Esempio Altaim è geograficamente in Austria). Ma lo Stato Belligerante poteva organizzare campi di concentramento per prigionieri italiani anche in territori da lui occupati. Esempio l’Austria organizzo un campo di concentramento all’indomani del ripiegamento dall’Isonzo al Piave nel novembre 1917 a Cividale per prigionieri italiani

 

 

Elenco[1] dei Campi di concentramento degli Imperi Centrali[2]

 Bulgaria

Belovo

Belogradcik (Boeto)

Karlovo (Carlovo)

Filippopoli (Plodiv)

Goliano Konare

Gormo Panilcherevo

Gumuldzino

Haskovo

Jambol

Jokourouda (Jakoruda)

Kostenec

Kuzdali (Kardzali)

Limpca

Orhame

Peschera (Pescera)

Plevna

Rodomir

Rouslihouk (Ruse)

Sevlievo (Sevlijvo)

Sofia

Soltau

Stara Zagora

Tala Pazardzik

Tanovo (Tirnovo)

Vratza (Vraca)



Camillo Pavan, I Prigionieri Italiani dopo Caporetto, Treviso Camillo Pavan 2001 con annesso elenco dei campi di prigionia a cura di Alberto Burato.

È riportato il seguente avviso

“Al lettore appassionato e curioso che servendosi di questo lavoro come base di partenza fosse invogliato a cercare il luogo in cui fu rinchiuso (e magari morì) un proprio parente e nel corso della sua ricerca riscontrasse in questo elenco qualche errore, si chiede di segnalarlo all’autore

(Via Marco Polo 93 45030 Guarda Veneta, Rovigo)

 

 


[1] La base dell’elenco è tratta da Pavan. C, I Prigionieri italiani dopo Caporetto, Treviso, 2001, da pag. 144 in poi, integrata con nomi risultanti dalle ricerche in corso Cfr. al riguardo “Elenco dei campi di concentramento Austro-Ungarici, Bulgari, germanici e Turchi durante la Prima Guerra Mondiale 1015-1918. Per la prima volta in Italia grazie al certosino lavoro di ricerca di Alberto Burato viene pubblicato l’elenco dei campi di prigionia sparsi nel vasto territorio degli Imperi Centrali dove furono rinchiusi in condizioni inumane e colpevolmente dimenticati dalla madrepatria centinaia di migliaia di soldati italiani durante la Grande Guerra

 

[2] Viene riportato il Nome Geografico Attuale, mentre tra parentesi il nome originario o storico o quello all’epoca della prima guerra mondiale) 


 

giovedì 18 febbraio 2021

Istituto per la storia delle Resistenza e della Società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia

  SEGNALAZIONE LIBRARIE

RIVISTA 

L'IMPEGNO,  rivista di storia contemporanea, Anno XL, n, 2 dicembre 2020



La Rivista è disponibile presso la Emeroteca del CESVAM


mercoledì 17 febbraio 2021

Dietro la Foto. I Binari di Auchewitz

 ARCHIVIO
 La differenza tra un campo di concentramento ed un campo di stermini nella Germania nazista  era semplice: nel campo di sterminio la sopravvivenza non era oltre le 72 ore dall'arrivo, nei campi di concentramento  le possibilità di sopravvivere erano del 20/30%.
 In Germania vi furono solo 6 Campo di Sterminio, mentre furono aperti oltre 10.000 campi di concentramemto.

martedì 16 febbraio 2021

Progetto 2017/2 Prigionieri degli Imperi Centrali. Campi di concentramento in Italia.

 ARCHIVIO

 Progetto 2017/2 Risultati ricerche

Elenco Generale dei Campi di concentramento

Austro Ungarici, Bulgari, Germanici e Turchi durante

la 1° Guerra Mondiale

 

Il nome del campo è prima quello originario, ovvero il nome storico della località, seguito dal nome attuale e tra presenti lo Stato attuale di appartenenza. La località generalmente è nel paese indicato (Esempio Altaim è geograficamente in Austria). Ma lo Stato Belligerante poteva organizzare campi di concentramento per prigionieri italiani anche in territori da lui occupati. Esempio l’Austria organizzo un campo di concentramento all’indomani del ripiegamento dall’Isonzo al Piave nel novembre 1917 a Cividale per prigionieri italiani

 

 

Elenco[1] dei Campi di concentramento degli Imperi Centrali[2]

Italia

 ( Territori occupati dopo il ripieganeto dall'Isonzo al Piave o Territori austriaci di lingua italiana)

Bolzano (Bozen)

Brazzano di Cormons

Bressanone (Brixen)

Castello Tesino

Egna

Fortezza (Franzenfeste (Bolzano)[1]

Gardolo (Trento)

Grigno (Val Sugana Trento)[2]

Innichen (San Candido Bolzano)

Levico

Merano (Meran)

Pergine

Pinzolo (TN)

Sankt Jacob bei Bozen (San Giacomo di Laviez Bolzano)

Dobbiaco

Trieste

Camillo Pavan, I Prigionieri Italiani dopo Caporetto, Treviso Camillo Pavan 2001 con annesso elenco dei campi di prigionia a cura di Alberto Burato.

È riportato il seguente avviso

“Al lettore appassionato e curioso che servendosi di questo lavoro come base di partenza fosse invogliato a cercare il luogo in cui fu rinchiuso (e magari morì) un proprio parente e nel corso della sua ricerca riscontrasse in questo elenco qualche errore, si chiede di segnalarlo all’autore

(Via Marco Polo 93 45030 Guarda Veneta, Rovigo)

 


[1] Fino a Caporetto il campo di Fortezza Franzenfeste “era abitato da soldati russi e pochi italiani”. Poi fu utilizzato per i prigionieri italiani catturati nell’Altipiani come campo di smistamento e disinfezione. Sotto gli spalti della fortezza v’erano ancora i reticolati messi all’inizio della guerra quando gli Austroungarici temevano “dà in giorno all’altro la marcia degli Italiani al di là di Trento (Falchi (243)

[2] Era considerato un campo di lavoro. Altissima vi era la mortalità. “Secondo il soldato Durelli Giuseppe della 1468° compagnia mitragliatrici (…) di 500 in un mese e mezzo ne rimasero 300 (di prigionieri)  ( Preliminari, pag. 55)\


[1] La base dell’elenco è tratta da Pavan. C, I Prigionieri italiani dopo Caporetto, Treviso, 2001, da pag. 144 in poi, integrata con nomi risultanti dalle ricerche in corso Cfr. al riguardo “Elenco dei campi di concentramento Austro-Ungarici, Bulgari, germanici e Turchi durante la Prima Guerra Mondiale 1015-1918. Per la prima volta in Italia grazie al certosino lavoro di ricerca di Alberto Burato viene pubblicato l’elenco dei campi di prigionia sparsi nel vasto territorio degli Imperi Centrali dove furono rinchiusi in condizioni inumane e colpevolmente dimenticati dalla madrepatria centinaia di migliaia di soldati italiani durante la Grande Guerra

 

[2] Viene riportato il Nome Geografico Attuale, mentre tra parentesi il nome originario o storico o quello all’epoca della prima guerra mondiale)

lunedì 15 febbraio 2021

Maria Luisa Suprani. Personaggi e Protagonisti della Grande Guerra

 DIBATTITI

La scomparsa improvvisa del Capo di Stato Maggiore Alberto Pollio

alla vigilia della Grande Guerra

 

Chi si accinge allo studio della Grande Guerra   incontra  la figura di Alberto Pollio inevitabilmente collegata alla nomina a Capo di Stato Maggiore del Generale Luigi Cadorna (avvenuta a seguito della subitanea scomparsa del Generale casertano, suo predecessore). In prospettiva, lo spazio dedicato alla figura del Generale Pollio è davvero minimale rispetto sia al suo spessore sotto il profilo militare, sia alla portata delle conseguenze inerenti alla sua morte sulle sorti del Paese.

Egli era un convinto triplicista.

Proveniente dalla Nunziatella, approdò infine alla Scuola di Guerra di Torino. Le notevoli doti gli valsero la considerazione del Re Umberto I[1], anch’egli più vicino all’Austria di quanto non lo fossero gli Ufficiali piemontesi che vedevano in essa prevalentemente il nemico storico. 

Il regicidio colpì profondamente Pollio.

Se si compara, anche per sommi capi, l’indirizzo politico preso successivamente dall’Italia con le convinzioni radicate e lo spessore militare notevole[2] di Pollio i dubbi che circondano tuttora la sua prematura scomparsa sembrano assumere una certa consistenza. Il viaggio a Torino in ottime condizioni di salute, una lieve indigestione rivelatasi subdolamente fatale, le inspiegabili  infrazioni sul piano formale[3] rendono legittimo interrogarsi sulle reali dinamiche della morte dell’uomo di vertice dell’Esercito Regio: la sua presenza costituiva un fiero ostacolo sul piano politico, insormontabile  tanto da oscurare le sue innegabili capacità sul comando degli uomini e sull’impiego efficace delle nuove tecnologie. Inutile riflettere su ciò che non fu. Risulta opportuno invece ricordare che, dopo la XII Battaglia dell’Isonzo, il comando del Regio Esercito fu affidato al generale Diaz, fermo nel trattare con l’interlocutore politico, vicino al Generale Pollio da molti anni[4], allo stesso Diaz al quale per primo pervenne la comunicazione della morte improvvisa del Capo di Stato Maggiore con la pietosa consegna di comunicare la notizia ferale alla famiglia.

 Maria Luisa Suprani



[1] «L’ultima volta che lo vidi a Napoli fu il giorno dell’attentato di Passanante. Eravamo schierati davanti al Palazzo Reale, attendendo l’arrivo del Sovrano che faceva il suo ingresso ufficiale. Ad un tratto da Toledo vedemmo spuntare Pollio al galoppo, passare davanti a noi stravolto in viso e l’udimmo gridare al mio capitano: «Hanno pugnalato il Re» e poi sparire entro il palazzo» (E. De Rossi, La vita di un ufficiale italiano sino alla guerra, Milano: Mondadori, 1927, p. 22).

[2] L’anno precedente alla nomina a Capo di Stato Maggiore così veniva descritto Alberto Pollio da un suo Superiore: «ha tutti i requisiti per raggiungere i più elevati gradi della gerarchia; e più si troverà in posizione eminente, meglio potrà esplicare tutta la sua intelligenza, operosità ed iniziativa e saprà acquistare quell’ascendente tanto necessario per ottenere il volonteroso concorso di tutti nella attuazione dei suoi concetti … Auguro, nell’interesse dell’Esercito, che egli possa in più vasto ambiente mettere in luce tutto il suo valore» (I Capi di Stato Maggiore dell’Esercito – Alberto Pollio – 4 Roma: Comando del Corpo di Stato Maggiore dell’Esercito, 1935, p. 10  in G. Catenacci, F. M. Di Giovine, Il Generale Alberto Pollio: dalla Nunziatella ai vertici dello Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano, Scuola Militare Nunziatella, Società di Storia di Terra di Lavoro; Associazione Nazionale ex Allievi Nunziatella; Sezione Campania e Basilicata, Civitella del Tronto, 21 marzo 2015, p. 9). La testimonianza di un giovanissimo Eugenio De Rossi è conferma al giudizio espresso dal Superiore circa l’ascendente personale: «Ritornammo a Napoli ed alla stazione trovammo il capitano Pollio di Stato Maggiore. Rassomigliare a Pollio era il sogno di noi ragazzi. Egli allora era un bellissimo giovine, sempre inguantato, profumato, calzato a pennello. Alle parate non mancava mai di avvicinarsi a noi e rivolgerci qualche piacevolezza, facendo danzare un suo vivace morello» (E. De Rossi, La vita di un ufficiale italiano sino alla guerra, cit., p. 22).

[3] Il medico (la cui carriera paradossalmente decollò dopo l’infausto esito del suo operato) che si prese cura del Capo di Stato Maggiore non era un medico militare  (G. Catenacci, F. M. Di Giovine, Il Generale Alberto Pollio: dalla Nunziatella ai vertici dello Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano, cit. p.15).

[4] Nel biennio 1895 – 96, Armando Diaz era in forze presso la segreteria del Generale Pollio.