il mese di dicembre ha visto l'impiego del CESVAM incentrato nel portare a termine e chiudere i cicli di ricerca dei progetti in corso. In particolare quello dedicato alla preparazione del Dizionario minimo della Guerra di Liberazione in vista delle celebrazioni del 75° anniversario della fine della seconda guerra mondiale e degli avvenimento fondanti la nostra Repubblica.
In particolare si sono affrontati temi di ricerca che ancora oggi presentano punti molto interessanti da approfondire. Per chiudere l'anno sottolineando che il CESVAM è un centro di studio e di ricerca proponiamo ai lettori uno dei tanti temi trattati. La responsabilità del vertice politico-militare del Regno d'Italia che, una volta giunto a Brindisi lasciando Roma tardò in modo irresponsabile a dichiarare la guerra alla Germania, mettendo così a repentaglio la sorte di migliaia di soldati italiani che ancor stavano combattendo contro i tedeschi.
Gli eccidi di Lero, come quelli di Cefalonia, Coo, in Grecia, in Albania e nei Balcani ed il
trattamento dei soldati italiani da parte dei tedeschi, che fu oltre che criminale e tragico anche sostanzialmente ottuso ed idiota dato il bisogno estremo che gli stessi tedeschi avevano di alleati e di mano d'opera, chiamano ancora una volta in causa
l’atteggiamento del vertice politico-militare del Regno d’Italia e di Badoglio
in particolare come detto.
Lero dimostra, con i combattimenti violenti(13-17 novembre 1943 che la leggenda del "tutti a casa" per l'Esercito Italiano è, appunto, una leggenda.
A Lero, però, nonostante che numerosi ufficiali siano stati
passati per le armi non vi fu uno sterminio di massa come l’accanita resistenza italiana, (i tedeschi ebbero oltre 1180 Caduti, oltre il 41% della forza impiegata) poteva lasciar presagire, come fu a Cefalonia. Da qui qualche considerazione.
Nicola Gallerano scrive:
“Sembra a noi che questa circostanza sia da metter in relazione con
l’avvenuta dichiarazione di guerra alla Germania, che è del 13 ottobre mentre
la fine della resistenza negli altri importanti presidi è precedente a quella
data e si concluse quasi sempre con l’eccidio degli italiani che avevano osato
combattere come franco-tiratori. Se la supposizione fosse fondata come
pensiamo, ne verrebbe un nuovo specifico carico di responsabilità per il re,
che si oppose alla dichiarazione di guerra
fino al 13 ottobre; per Badoglio che non gliela seppe imporre, come capo
del governo, e per il Comando Supremo che seguitò a comportarsi, dal momento in
cu si sentì bel al sicuro a Brindisi, come se quei combattimenti non lo
riguardassero non esitando a falsificare ancora una volta la verità nella
motivazione della Medaglia d’Oro alla memoria conferita a Mascherpa e a
Campioni (fucilati a Parma il 24 maggio 1944 in seguito a sentenza di un
tribunale fascista) per aver essi “ eseguito ordini ricevuti”: laddove il primo
non ne ebbe affatto ed agì di propri iniziativa, mentre il secondo ricevette
l’ordine di cavarsela da solo”[1]
La concessione della Medaglia d'Oro non cancella la realtà dei fatti.
Nella dedica del suo libro agli avvenimenti armistiziale Ruggero Zangrandi appone questa dedica
Dedico questo lavoro
a mia figlia Gabriella
ed ai giovani della sua età
nella fiducia che una conoscenza non convenzionale
di quel che accadde in Italia
intorno all'8 settembre 1943
concorra a far loro imparare prima
il male che possono arrecare a un Paese
le cattive azioni di capi vili
e quanto poco
il sacrifico di migliaia di uomini semplici
riesca poi a farvi rimedio
L'augurio di fine anno è che una conoscenza non convenzionale di quanto accaduto non solo nel 1943, ma di tutta la nostra storia recente e, sopratutto, della realtà quotidiana ci aiuti ad avere più certezze per l'avvenire.
(massimo coltrinari)
[1]
Gallerano N. La resistenza italiana
nell’Egeo dopo l’8 settembre 1943 .in Ruggero Zangrandi 25 luglio 8 settembre 1943, Milano, Feltrinaelli 1964, pag. 995 e segg.
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