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sabato 23 novembre 2019

La crisi armistiziale II Parte

APPROFONDIMENTI
Per gli Italiani arriva il momento delle
scelte




II Parte ( la prima parte è stata pubblicata il 22 dicembre 2019)

All’annunzio dell’armistizio, i tedeschi diedero avvio al loro piano, già predisposto da luglio “Asche”, ovvero alla occupazione integrale dell’Italia, almeno quella centro-settentrionale, a garanzia dei confini meridionali del Reich. Il gen. Rommel comandante delle truppe tedesche in Italia diede ordine di ripiegare verso Nord, convinto che ormai l’Italia meridionale fosse perduta in virtù della reazione italiana, tanto più che gli angloamericani, ma soprattutto i britannici erano sbarcati in Calabria già il 3 settembre e stavano rapidamente avanzando verso nord.
Il gen. Kesserling, che aveva il suo quartier generale a Frascati, nell’intento di non abbandonare le sue truppe a sud di Roma non tiene conto dell’ordine di Rommel e prende tempo.
Sono due giorni importantissimi. Sempre secondo Zangrandi, fallito ormai il piano di attirare gli alleati in una trappola, non rimane al Re e a Badoglio di trovare una soluzione sul tamburo. Tramite il ten col. Giaccone, che a più riprese si reca al Quartier Generale di Kesserling a Frascati, si negozia una tregua tacita tra le forze italiane e quelle tedesche della durata di 48 ore: nessuno attacca. La tregua scadrà la mattina dell’ 11 settembre 1943.
Si da la possibilità al Re, alla Corte, al Governo ed ai responsabili italiani di lasciare Roma, mentre Kesserling guadagna tempo per riordinare le sue truppe, iniziare a disarmare quelle italiane e a contrastare le forze angloamericane che stanno sbarcando a Salerno. Per il generale tedesco è una azione ardita, che gli permette di mantenere il controllo sul territorio italiano fino a Salerno sul versante tirrenico, ed fino in Puglia, sul versante adriatico.
In un clima di grandissima confusione, inizia quella che è passata alla storia come la fuga di Pescara. I responsabili italiani lasciano Roma, senza che nel loro percorso fino a Pescara, siamo mai attaccati o molestati da truppe tedesche. Il corteo reale e governativo viaggia senza protezione di reparti armati o protezione aerea, ma nessuno lo minaccia o lo attacca, mentre nelle stesse ore la corazzata “Roma” viene affondata nelle Acque dell’Asinara e in numerosi parti d’Italia i tedeschi attaccano e disarmano reparti ed unità italiane, prova indiretta dell’accordo di Frascati, discendete da quello precedente che nessuno osa nominare.
Il Re, il Governo riescono a raggiungere Pescara, dopo aver pernottato al castello di Grecchio, e si imbarcano sul “Baionetta” nella notte del 10 sull’11 settembre, per giungere nella mattinata dell’11 settembre a Brindisi, sgombra di truppe tedesche e di truppe angloamericane. Un lembo d’Italia ove approdare dopo un naufragio politico-militare che segna la storia contemporanea d’Italia; e come naufraghi sono accolti, tra stupore e meraviglia, con Badoglio che continua a mostrare tutto se stesso, lanciando alle ore 11, dopo che si era messo al sicuro dalla radio l’ordine  alle Forze Armate Italiane di attaccare il “tedesco invasore”. Un messaggio che doveva essere lanciato la sera dell’ 8 settembre, anziché quello equivoco con la frase “.. esse reagiranno ad attacchi da qualsiasi altra provenienza”, con ciò intendendo in modo non chiaro i tedeschi.
Ma al di la delle frasi, a questo annuncio non è seguito alcun ordine operativo chiaro e preciso, né tantomeno confuso. Predisposizioni di massima erano state diramate negli ultimi giorni di agosto ed ai primi di settembre, ma non seguite da alcun piano operativo. I Comandi di Armata e di Corpo d’Armata che chiedono ordini, ricevono, se le ricevono, solo risposte interlocutorie e dilatorie; negli stessi tempi rispondono alle domande sempre più pressanti dei comandi inferiori. La disgregazione delle forze italiane e iniziata e progressivamente continua nelle ore successive, che si accentua nella giornata del 9 e del 10 settembre, quando il Governo ed il Re erano in viaggio per Ortona.

Una ulteriore beffa, l’annuncio di Badoglio, per i soldati italiani, dopo quello che era successo nelle ultime  48 ore. Era iniziato per gli italiani, soli con se stessi, il momento delle scelte personali, e per la Nazione italiana la Guerra di Liberazione.
(massimo coltrinari)

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