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sabato 4 febbraio 2017

"I soldati italiani in Albania"

NOTIZIE CESVAM

Cronaca di un Convegno



Si è tenuto venerdì 3 Febbraio, su due tornate una antimeridiana ed una pomeridiana, il convegno, organizzato dal CESVAM, nel quadro della realizzazione dei progetti presentati nel 2015 al Ministero della Difesa, il convegno avente per  Tema:  “I soldati italiani in Albania da occupatori a combattenti per la libertà”. “Dalla crisi armistiziale alla costituzione del Comando Italiano Truppe alla Montagna. Settembre 1943-aprile 1944.”

Il convegno è stato realizzato con la collaborazione dell’Ambasciata d’Albania  presso la Repubblica Italiana, con la Fondazione “Antonio Gramsci” di Roma, e la Associazione “Occhio Blu Anna Cenerini Bova ” di Roma. Questa ultima associazione si propone di sviluppare le relazioni culturali tra l’Italia e l’Albania al fine di promuovere la reciproca conoscenza tra i due Paesi.
Il Convegno si è aperto con i previsti saluti da parte degli organizzatori. In Assenza del presidente nazionale Gen. Carlo Maria Magnani, impegnato a Firenze per l’organizzazione della Giornata del decorato 2017, ha portato i saluti del nastro Azzurro il gen. Carlo Minchiotti; sono seguiti quindi quelli del . Prof. Giuseppe Vacca, Fondazione “Antonio Gramsci” e quelli  a nome dell’. Ambasciatore di Albania presso lo Stato Italiano, Amb. Anila Bitri Lani, assente per urgenti ed improrogabili impegni in Albania.

Si è aperta quindi la I Tornata del convegno con l’assunzione della Presidenza da parte dell’Amb. Mario Bova.  che ha svolto una ampia relazione  su “Il Significato del Convegno”  indicando quindi motivi e linee di sviluppo dei lavori. Non vi è lo spazio per riportare i contenuti dell’intervento, come delle relazioni, rimandando alla pubblicazione degli atti che usciranno nella “Collana Storia in Laboratorio – I Liri del nastro Azzurro” nel prossimo marzo. (Chi desidera averli si può prenotare scrivendo alla email”centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org).

Al termine del suo intervento l’Amb. Bova, che ha anche ricordato scopi e finalità della Associazione “Occhio Blu. Anna Cenerini Bova” ha dato la parola  al Prof. Giancarlo Ramaccia, membro del Collegio dei Redattori dei “Quaderni”, per la I Relazione dal titolo: Il fallimento del Fascismo: per gli Italiani il momento delle scelte. Si è avuto con questa relazione contezza delle scelte dei 130 soldati italiani stanziati in Albania nel settembre 1943. Il prof Ramaccia ha individuato le categorie di queste scelte: i rimpatriati, gli aderenti alla vecchia alleanza, gli internati in Germania e Polonia, i non combattenti rifugiatesi e nascosti alla macchia, i combattenti, dando le relative indicazioni quantitative e svolgendo le relative considerazioni ed osservazioni. A questa relazione si è collegata quella del Dott. Giovanni Cecini, Storico, membro del Collegio dei Redattori dei “Quaderni” dal titolo  La composizione militare del C.I.T.a.M ad ottobre 43. Aggiornamenti. In cui si è descritto in modo capillare la composizione delle unità di questo Comando e quelle che si sono formate in seno all’ELNA ( Esercito di Liberazione Nazionale Albanese).
La tornata antimeridiana si è conclusa con la relazione del Direttore del CESVAM sul tema:
L’Albania e la crisi armistiziale italiana. Settembre-Ottobre ’43. E’ stato tracciato un quadro politico-economico-militare dell’Albania dal momento in cui è entra in unione con il regno d’Italia fino alla crisi armistiziale  del settembre 43.
E’ stato dato spazio agli interventi del numeroso pubblico intervenuto. Hanno posto domande ai panelist il gen. C.A. dei carabinieri, Goffredo Mencagli; l’On. Mario Brunetti, il Maestro del lavoro Tommaso Gramiccia, il Presidente della federazione di Perugia del Nastro Azzurro, Danilo d’Alessandro (per iscritto) . In mattinata, per le vie brevi, aveva personalmente portato il Saluto della Associazione Nazionale Reduci dalla Prigiona, Internamento e Guerra di Liberazione, il Prof. Enzo Orlanducci. Anche dei contenuti di questi interventi sarà dato conto negli Atti.


La II Tornata, iniziata alle ore 15.00 è stata aperta in modo informale su presentazione del Gen. Carlo Minchitti, dal Prof. Bucci,ordinario all’Universtà del Molise,  nella sua qualità di rappresentate delle popolazioni Arvaresch del Molise presso quella Università.
La Tornata è stata presieduta Gen. Dott. Massimo Coltrinari. Che ha introdotto i lavori parlando del “Il retaggio dei soldati italiani in Albania”
Qundi si sono svolte le due relazioni dei rappresentati albanesi e qui vi è il modo di sottolineare come il convegno ha avuto il contributo di studiosi italiani e albanesi. La IV Relazione è stata svolta dal Dott. Edon Quesari, Storico,  che ha studiato a lungo presso la Fondazione “Gramsci” Onlus. Che ha avuto come tema  “Una metamorfosi liberatoria. I Partigiani italiani del Battaglione “Gramsci” in Albania tra nazionalismo e comunismo (1943-1944) “e la V Relazione svolta dall’Amb. Pellumb Xhufi. Sul tema “Un caso senza precedenti di fraternizzazione: la Divisione “Antonio Gramsci” e la guerra Partigiana in Albania”  che è stata corredata dalla proiezione di interessanti ed importantissimi documenti coevi sia in italiano che in albanese che hanno portato oggettività a questioni che sono in discussione e che apre interessanti aspetti ai futuri e programmati convegni.
Anche per questa tornata vi sono stati interventi. Hanno chiesto la parola e posto domande e per iscritto Nicola Palazzi, ricercatore, Roberto Pagano,  il dott. Parisi  dell’Istituto di Storia della Resistenza di Bari, con cui si spera di riavvivare la già esistente collaborazione ultradecennale,  e la dott. Esmeralda Truily, della Fondazione Nilde Jotti. Anche di questi interventi sarà dato conto negli Atti. Infine merita un pochino di spazio in più l’intervento del Luogotenente Domenico Caccia, Vicesegretario nazionale del Nastro Azzurro, che, riprendendo l’intervento del Gen. Mencagli in mattinata, ha chiesto, sulla base di documentazione in suo possesso, risposte in merito alla Colonna Gamucci. In particolare  Caccia ha indicato in una precisa testimonianza albanese che i carabinieri di Gamucci sono stati fucilati anche con l’intervento  del Comandante di Plotone Terzilio Cardinali del Battaglione Gramsci. La prima risposta è stata data dal Dott. Coltrinari, il quale ha posto il problema delle fonti e delle testimonianze. In particolare allo stato della ricerca non vi sono documenti che quanto asserito dalla testimonianza albanese possa essere vero. Ha preso poi la parola l’amb Xhufi il quale, sulla base delle fonti albanesi, ha precisato che i Carabinieri di Gamucci sono stati fucilati con ordini precisi che prevedevano anche che gli Italiani del battaglione Gramsci non ne fossero venuti a conoscenza, tanto che furono avviati ad altra località il giorno precedente. Tutto doveva svolgersi nel massimo segreto. Peraltro è noto che il gen. Azzi e il C.I.T.a.M. vennero a conoscenza dell’eccidio solo nel Dicembre 1943. Pertanto è facile concludere che, in “re ipsa”,  nessun italiano partecipò in nessun modo a questa decisione e quindi all’eccidio.
Questo intervento dimostra come il Convegno abbia avuto partecipazione e le discussioni intavolate, in un clima di cordialità e rispetto reciproco, hanno toccati temi delicati e spinosi.
Le conclusioni  sono state tratte, prima dal prof. Vacca con un accenno interessante tra i collegamenti tra Storia Politica, Storia Sociale e  Storia Militare, con un ruolo di quest’ultima che deve necessariamente essere più rivalutato, e che il convegno apre nei fatti l’80° anniversario della morte di Antonio Gramsci e poi dall’Ambasciatore Bova che ha ripreso interventi di Coltrinari ed altri ed ha sottolineato che questo è il primo convegno di un programma che apre interessanti prospettive di approfondimento e studio e che gioverà sicuramente ai rapporti tra Italia ed Albania.
Come Nastro Azzurro il Convegno è la realizzazione di uno dei Progetti che stanno caratterizzando il CESVAM e quindi, come il Presidente Magnai ha ribadito più volte, l’Istituto ha preso una svolta che sta dando frutti sempre più copiosi e che occorre continuare su questa strada


Il convegno, quindi, ha dimostrato di essere una delle manifestazione di quella che è stata definita la cultura del superamento, ovvero andare per le strade del mondo, incontrarsi, capire, sapere, comprendere per poi su una più ampia base di cognizioni articolare valutazione e formulazioni di idee che saranno più accettabili  e migliori di quelle che sono il prodotto della cultura dell’introversione, chiusa in steccati e barriere, al di qua di muri anche ideologici, che porta a quella spirale dell’auto distruzione che si può sintetizzare  nel noto sillogisma: quanto una parte si impossessa del tutto, il tutto scompare.

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