APPROFONDIMENTI
di Massimo Coltrinari
I rapporti tra Regio
Esercito e Regia Aeronautica, agli inizi degli anni venti, non
possono non essere essere condizionati dal clima politico-sociale
che, all’indomani della vittoria nella Grande Guerra, si era
creato.
La disfatta diplomatica di
Wersailles ( la vittoria mutilata di dannunziana denuncia) scavò un
primo solco tra i pacifisti e rinunciatori da una parte e
nazionalisti e sostenitori della risCOssa dall’altra, con questi
ultimi che si sentivano defraudati di ciò che avevano guadagnato
con tante lacrime , sangue e sacrifici.
Vigeva lo slogan “Il
mondo va a sinistra, la sinistra è la pace, la pace è disarmata”.
Il clima arroventato dei primissimi anni del primo dopoguerra, la
triste vicenda dell’Albania, dove fummo ributtati a mare in modo
poco dignitoso, la rivolta dei bersaglieri ad Ancona, l’amnistia
dei disertori, la qualifica di “traditori” affibbiata ai
volontari fiumani, portò al marasma politico , allo sfacelo dei
partiti tradizionali e dei poteri statuali, che non poteva non avere
ripercussioni sulla compattezza e sulla disciplina dell’Esercito.
Tutto questo , anche tra i
moderati,portò molti ad avvicinarsi al fascismo nascente, in quanto
movimento politico che permetteva la restaurazione dell’ordine, la
rivalutazione dei valori morali nazionali, il rispetto delle
istituzioni militari minacciate.
In questo clima, che fece
dire a Giolitti, “meglio la rivoluzione che un’altra guerra”,
con evidente disistima per l’Esercito e del mondo militare; poco o
nulla di spazio era riservato alla definizione di una politica
militare, sia in chiave di interdipendenza con le altre politiche,
soprattutto quella estera ed economica.
Dal 1919 al 1925 si
susseguirono 12 ministri alla Guerra1
che sottolinea l’instabilità dei Ministeri, a cui si devono
aggiungere, essenziale per il rapporto tra Regia Esercito e Regia
Aeronautica, “ il conservatorismo delle alte
gerarchie dell’esercito e militari in genere, convinte che poco si
dovesse mutare in un Esercito reduce
da una guerra vittoriosa, le discordie dei generali divisi oltre che
dalla diversità delle opinioni, che manifestavano anche, e forse
soprattutto, delle gelosie, delle ambizioni e delle rivalità
personali, le lotte per il contorllo dell’esercito divenute più
aspre dopo il delitto Matteotti quando molti generali rettificarono
il loro giudizio sul fascismo e se ne allontanarono, altri
continuarono ad appoggiarlo favorendole la continuità e procurandosi
vantaggi personali, furono tutti insieme un altro dei fattori che
concorsero a rendere dubbie le stesse scelte di carattere
tecnico-militare adottate in un clima di turbinose passioni e non
attenta meditazione sulla recente esperienza, di serena prudenza
nella valutazione del presente e di grande apertura nella
preparazione del futuro. Mancò una politica militare e
conseguentemente l’elaborazione di un programma razionale ed
armonico di rinnovamento dottrinale ed ordinativo e di ammodernamento
delle armi e dei mezzi. L’Esercito visse alla giornata ed alla
mercè degli uomini politici, vale a dire nella incertezza e nella
provvisorietà……”2
In virtù di questo clima,
nonostante il vivace dibattito3
in essere la dottrina ufficiale rimase ferma ed immobile fino al 1926
alle “Direttive” emanate dal Comando Supremo del settembre 1918.
L’Esercito, avviata la
prima smobilitazione dal dicembre 1918, nel prosieguo sfociò
nell’Ordinamento “Albricci”, che ebbe come riferimento
l’ordinamento “Spingardi” del 1910,4
ma che dal Governo e soprattutto dal Presidente del Consiglio era
ancora considerato troppo costoso.
Sostituiti i vertici
militari5
in poco più di un mese, si giunse all’Ordinamento Bonomi6,
che provocò un malcontento diffuso, soprattutto tra gli Ufficiali,
per le sue riduzioni e restrizioni. Nonostante questo l’Ordinamento
“Bonomi” rimase in vigore tre anni, durante i quali si
avvicendarono al Ministro della Guerra sei ministri.
Come momento di
transizione, dati i tempi, ebbe vita il progetto Gasparotto, ispirato
al concetto di Nazione Armata, che ebbe tantissimi contrasti, che
precedette l’Ordinamento “Diaz”
Chiamato alla direzione
del Ministero della Guerra il 31 ottobre 1922, Diaz ebbe come Capo di
Stato Maggiore del Regio Esercito il generale Giuseppe Vaccari.7
In breve Diaz seppe dare all’Esercito un ordinamento che prese il
suo nome che, seppure con ritocchi successivi, “ebbe
una visione d’insieme del problema realistica, perspicace, moderna
e proiettata per il futuro ad un più largo ricorso alle macchine da
guerra per ora adottate nella giuste proporzioni che oggi ci è
consentito..” 8
e rimase in vigore fino al 1926. Anche questo Ordinamento , peraltro,
risente, come i precedenti della debolezza della linea politica
estera, ed economica, ovvero si costituiva un esercito che non si
sapeva se e contro chi avrebbe potuto combattere. Questa incertezza
rappresenta un altro dei fattori che condizionano i rapporti tra
Regio Esercito e Regia Aeronautica fin dal loro nascere.
Proprio con l’Ordinamento
“Diaz” l’Esercito si privò del mezzo aereo, affidandone il
comando ed il controllo e l’impiego ad un ente ad esso esterno,
ponendo l’arma aeronautica alle dipendenze di un Commissariato per
l’Aeronautica.
La situazione dei velivoli
efficienti al 1 gennaio 1923 era la seguente:
. Raggruppamento Caccia,
129
. Raggruppamento
Bombardieri, 16
. Raggruppamento
Ricognizione, 74
. Comando Scuole Aviatori,
54
La Regia Marina disponeva
di 54 Idrovolanti di vari tipi. Il totale dei velivoli efficienti
era quindi 273.
Con il RDL 24 gennaio 1923
n. 62, si istituì, come primo passo per avere una Aeronautica
indipendente, il Commissariato per l’Aeronautica “..per
l’esercizio di tutte le attribuzioni del Governo per quanto
concerne l’aeronautica civile e militare”.
Mussolini ne assunse la direzione, ma affidò la gestione diretta a
Finzi, che come suo vice, suddividendo l’Ente in Comando generale
di Aeronautica , retto dal generale Riccardo Moizo, che fu
sostituito due mesi dopo dal generale Piccio,9
ed Intendenza Generale di Aeronautica, affidata al generale
Mercanti.10
Con questo regio decreto le strade si divisero e l'Arma Aeronautica divenne indipendente.
1
I Ministri erano i seguenti: generale Vittorio Zuppelli dal 21 marzo
1918 al 17 gennaio 1919;
, in Stefani F., La Storia della dottrina e
degli ordinamenti dell’Esercito Italiano, Roma, Ministero
della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico,
Tipografia Regionale, 1985, Vol. II, Tomo I, pag. 90
2
Stefani F., La Storia della dottrina e degli ordinamenti
dell’Esercito Italiano, cit., pag. 51
3
Dal 1919 al 1926 il dibattito dottrinale fu veramente ampio,
variegato e pregno di idee innovative e futuriste, come testimoniano
le pagine della Rivista Militare di quegli anni; Per non dire che è
del 1921 la pubblicazione del “Dominio dell’Aria, del Douhet,
peraltro osteggiato e contestato dall’establischement ufficiale
4
L’Ordinamento “Albricci”, dal nome del ministro che lo
propose aveva recepito l’importanza dei nuovi mezzi (carro armato
ed aereo) ed era orientato verso una certa modernizzazione
dell’Esercito, ma questi buoni propositi rimasero per lo più a
livello di intenzioni. Da sottolineare che prevedeva la costituzione
di un gruppo di carri armati e l’ampliamento e potenziamento
dell’aeronautica, la creazione di nuove specialità quali i
radiotelegrafisti, automobilisti, artiglieria antiaerea, ereditate
si dalla riforme cadorniane, ma anche dalla evoluzione dei mezzi di
impiego.
5
Diaz fu sostituito da Badoglio come Capo di Stato Maggiore
dell’Esercito e Albricci da Bonomi, come ministro.
6
In questo Ordinamento il Corpo Aeronautico assunse la denominazione
di Arma Aeronautica e fu ordinato su 1 Comando Superiore (in luogo
di Ispettorato) 2 Comandi dell’Aeronautica (1 aviatori ed 1
Aerostieri e dirigibilisti) 1 gruppo aerostieri, 1 gruppo
dirigibilisti) 3 reggimenti (1 di caccia, 1 da bombardamento, 1 da
ricognizione) 1 comando scuole, 1 direzione dei servizi di armamento
1 servizio fotografico.
7
Il 22 ottobre 1922 convergente su Roma, si ebbe la nota “Marcia su
Roma”, prova di forza del fascismo per arrivare al potere.
All’indomani il Re chiamo Mussolini a formare un nuovo governo.
8
Stefani F., La Storia della dottrina e degli ordinamenti
dell’Esercito Italiano, cit., pag. 67 L’Ordinamento “Diaz”
pur facendo considerevole affidamento sull’elemento uomo
intendeva tenere il massimo conto del valore dei mezzi meccanici
e, come scritto nella relazione di accompagnamento del decreto,
della loro pratica applicazione quale è oggi e quale potrà
presumibilmente essere nel nostro Paese in un non lontano periodo e
nell’odierno periodo di transizione tra la sistemazione prebellica
delle naziioni e l’assetto futuro di esse.
9
Composto da una segreteria e dai seguenti uffici: Ordinamento,
Addestramento, Informazione, Personale, Materiale e Servizi Tecnici.
Aveva alle dipendenze i Reparti di Volo, l’Accademia Aeronautica (
istituita il 5 novembre 1923 presso quella navale di Livorno) le
scuole di Volo e Specialisti, l’Aviazione Coloniale. Cfr.
Pelliccia A., La Regia Aeronautica. Dalle Origine alla Seconda
Guerra Mondiale (1923-1943), Roma, Ministero della Difesa, Stato
Maggiore dell’Aeronautica, Ufficio Storico, 1992, pag. 12
10
Composta da una segretaria e dagli Uffici: Approvigionamento,
Scuole, Esperienze, Aeroporti, Amministrazione. Aveva alle
dipendenze La Direzione Superiore del Genio e delle Costruzioni
Aeronautiche, la Direzione Superiore del Traffico e dell’Istruzione,
la Direzione dei Servizi Amministrativi e del Personale. Pelliccia
A., La Regia Aeronautica. Dalle Origine alla Seconda Guerra
Mondiale (1923-1943), cit., pag. 13
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