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giovedì 17 novembre 2016

I Rapporti tra Regia Aeronautica e Regio Esercito negli anni venti

APPROFONDIMENTI

di Massimo Coltrinari

I rapporti tra Regio Esercito e Regia Aeronautica, agli inizi degli anni venti, non possono non essere essere condizionati dal clima politico-sociale che, all’indomani della vittoria nella Grande Guerra, si era creato.

La disfatta diplomatica di Wersailles ( la vittoria mutilata di dannunziana denuncia) scavò un primo solco tra i pacifisti e rinunciatori da una parte e nazionalisti e sostenitori della risCOssa dall’altra, con questi ultimi che si sentivano defraudati di ciò che avevano guadagnato con tante lacrime , sangue e sacrifici.

Vigeva lo slogan “Il mondo va a sinistra, la sinistra è la pace, la pace è disarmata”. Il clima arroventato dei primissimi anni del primo dopoguerra, la triste vicenda dell’Albania, dove fummo ributtati a mare in modo poco dignitoso, la rivolta dei bersaglieri ad Ancona, l’amnistia dei disertori, la qualifica di “traditori” affibbiata ai volontari fiumani, portò al marasma politico , allo sfacelo dei partiti tradizionali e dei poteri statuali, che non poteva non avere ripercussioni sulla compattezza e sulla disciplina dell’Esercito.

Tutto questo , anche tra i moderati,portò molti ad avvicinarsi al fascismo nascente, in quanto movimento politico che permetteva la restaurazione dell’ordine, la rivalutazione dei valori morali nazionali, il rispetto delle istituzioni militari minacciate.

In questo clima, che fece dire a Giolitti, “meglio la rivoluzione che un’altra guerra”, con evidente disistima per l’Esercito e del mondo militare; poco o nulla di spazio era riservato alla definizione di una politica militare, sia in chiave di interdipendenza con le altre politiche, soprattutto quella estera ed economica.
Dal 1919 al 1925 si susseguirono 12 ministri alla Guerra1 che sottolinea l’instabilità dei Ministeri, a cui si devono aggiungere, essenziale per il rapporto tra Regia Esercito e Regia Aeronautica, “ il conservatorismo delle alte gerarchie dell’esercito e militari in genere, convinte che poco si dovesse mutare in un Esercito reduce da una guerra vittoriosa, le discordie dei generali divisi oltre che dalla diversità delle opinioni, che manifestavano anche, e forse soprattutto, delle gelosie, delle ambizioni e delle rivalità personali, le lotte per il contorllo dell’esercito divenute più aspre dopo il delitto Matteotti quando molti generali rettificarono il loro giudizio sul fascismo e se ne allontanarono, altri continuarono ad appoggiarlo favorendole la continuità e procurandosi vantaggi personali, furono tutti insieme un altro dei fattori che concorsero a rendere dubbie le stesse scelte di carattere tecnico-militare adottate in un clima di turbinose passioni e non attenta meditazione sulla recente esperienza, di serena prudenza nella valutazione del presente e di grande apertura nella preparazione del futuro. Mancò una politica militare e conseguentemente l’elaborazione di un programma razionale ed armonico di rinnovamento dottrinale ed ordinativo e di ammodernamento delle armi e dei mezzi. L’Esercito visse alla giornata ed alla mercè degli uomini politici, vale a dire nella incertezza e nella provvisorietà……”2
In virtù di questo clima, nonostante il vivace dibattito3 in essere la dottrina ufficiale rimase ferma ed immobile fino al 1926 alle “Direttive” emanate dal Comando Supremo del settembre 1918.

L’Esercito, avviata la prima smobilitazione dal dicembre 1918, nel prosieguo sfociò nell’Ordinamento “Albricci”, che ebbe come riferimento l’ordinamento “Spingardi” del 1910,4 ma che dal Governo e soprattutto dal Presidente del Consiglio era ancora considerato troppo costoso.

Sostituiti i vertici militari5 in poco più di un mese, si giunse all’Ordinamento Bonomi6, che provocò un malcontento diffuso, soprattutto tra gli Ufficiali, per le sue riduzioni e restrizioni. Nonostante questo l’Ordinamento “Bonomi” rimase in vigore tre anni, durante i quali si avvicendarono al Ministro della Guerra sei ministri.

Come momento di transizione, dati i tempi, ebbe vita il progetto Gasparotto, ispirato al concetto di Nazione Armata, che ebbe tantissimi contrasti, che precedette l’Ordinamento “Diaz”

Chiamato alla direzione del Ministero della Guerra il 31 ottobre 1922, Diaz ebbe come Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito il generale Giuseppe Vaccari.7 In breve Diaz seppe dare all’Esercito un ordinamento che prese il suo nome che, seppure con ritocchi successivi, “ebbe una visione d’insieme del problema realistica, perspicace, moderna e proiettata per il futuro ad un più largo ricorso alle macchine da guerra per ora adottate nella giuste proporzioni che oggi ci è consentito..” 8 e rimase in vigore fino al 1926. Anche questo Ordinamento , peraltro, risente, come i precedenti della debolezza della linea politica estera, ed economica, ovvero si costituiva un esercito che non si sapeva se e contro chi avrebbe potuto combattere. Questa incertezza rappresenta un altro dei fattori che condizionano i rapporti tra Regio Esercito e Regia Aeronautica fin dal loro nascere.

Proprio con l’Ordinamento “Diaz” l’Esercito si privò del mezzo aereo, affidandone il comando ed il controllo e l’impiego ad un ente ad esso esterno, ponendo l’arma aeronautica alle dipendenze di un Commissariato per l’Aeronautica.

La situazione dei velivoli efficienti al 1 gennaio 1923 era la seguente:
. Raggruppamento Caccia, 129
. Raggruppamento Bombardieri, 16
. Raggruppamento Ricognizione, 74
. Comando Scuole Aviatori, 54
La Regia Marina disponeva di 54 Idrovolanti di vari tipi. Il totale dei velivoli efficienti era quindi 273.

Con il RDL 24 gennaio 1923 n. 62, si istituì, come primo passo per avere una Aeronautica indipendente, il Commissariato per l’Aeronautica “..per l’esercizio di tutte le attribuzioni del Governo per quanto concerne l’aeronautica civile e militare”. Mussolini ne assunse la direzione, ma affidò la gestione diretta a Finzi, che come suo vice, suddividendo l’Ente in Comando generale di Aeronautica , retto dal generale Riccardo Moizo, che fu sostituito due mesi dopo dal generale Piccio,9 ed Intendenza Generale di Aeronautica, affidata al generale Mercanti.10
Con questo regio decreto le strade si divisero e l'Arma Aeronautica divenne indipendente.


1 I Ministri erano i seguenti: generale Vittorio Zuppelli dal 21 marzo 1918 al 17 gennaio 1919;
, in Stefani F., La Storia della dottrina e degli ordinamenti dell’Esercito Italiano, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Tipografia Regionale, 1985, Vol. II, Tomo I, pag. 90
2 Stefani F., La Storia della dottrina e degli ordinamenti dell’Esercito Italiano, cit., pag. 51
3 Dal 1919 al 1926 il dibattito dottrinale fu veramente ampio, variegato e pregno di idee innovative e futuriste, come testimoniano le pagine della Rivista Militare di quegli anni; Per non dire che è del 1921 la pubblicazione del “Dominio dell’Aria, del Douhet, peraltro osteggiato e contestato dall’establischement ufficiale
4 L’Ordinamento “Albricci”, dal nome del ministro che lo propose aveva recepito l’importanza dei nuovi mezzi (carro armato ed aereo) ed era orientato verso una certa modernizzazione dell’Esercito, ma questi buoni propositi rimasero per lo più a livello di intenzioni. Da sottolineare che prevedeva la costituzione di un gruppo di carri armati e l’ampliamento e potenziamento dell’aeronautica, la creazione di nuove specialità quali i radiotelegrafisti, automobilisti, artiglieria antiaerea, ereditate si dalla riforme cadorniane, ma anche dalla evoluzione dei mezzi di impiego.
5 Diaz fu sostituito da Badoglio come Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e Albricci da Bonomi, come ministro.
6 In questo Ordinamento il Corpo Aeronautico assunse la denominazione di Arma Aeronautica e fu ordinato su 1 Comando Superiore (in luogo di Ispettorato) 2 Comandi dell’Aeronautica (1 aviatori ed 1 Aerostieri e dirigibilisti) 1 gruppo aerostieri, 1 gruppo dirigibilisti) 3 reggimenti (1 di caccia, 1 da bombardamento, 1 da ricognizione) 1 comando scuole, 1 direzione dei servizi di armamento 1 servizio fotografico.
7 Il 22 ottobre 1922 convergente su Roma, si ebbe la nota “Marcia su Roma”, prova di forza del fascismo per arrivare al potere. All’indomani il Re chiamo Mussolini a formare un nuovo governo.
8 Stefani F., La Storia della dottrina e degli ordinamenti dell’Esercito Italiano, cit., pag. 67 L’Ordinamento “Diaz” pur facendo considerevole affidamento sull’elemento uomo intendeva tenere il massimo conto del valore dei mezzi meccanici e, come scritto nella relazione di accompagnamento del decreto, della loro pratica applicazione quale è oggi e quale potrà presumibilmente essere nel nostro Paese in un non lontano periodo e nell’odierno periodo di transizione tra la sistemazione prebellica delle naziioni e l’assetto futuro di esse.
9 Composto da una segreteria e dai seguenti uffici: Ordinamento, Addestramento, Informazione, Personale, Materiale e Servizi Tecnici. Aveva alle dipendenze i Reparti di Volo, l’Accademia Aeronautica ( istituita il 5 novembre 1923 presso quella navale di Livorno) le scuole di Volo e Specialisti, l’Aviazione Coloniale. Cfr. Pelliccia A., La Regia Aeronautica. Dalle Origine alla Seconda Guerra Mondiale (1923-1943), Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Aeronautica, Ufficio Storico, 1992, pag. 12

10 Composta da una segretaria e dagli Uffici: Approvigionamento, Scuole, Esperienze, Aeroporti, Amministrazione. Aveva alle dipendenze La Direzione Superiore del Genio e delle Costruzioni Aeronautiche, la Direzione Superiore del Traffico e dell’Istruzione, la Direzione dei Servizi Amministrativi e del Personale. Pelliccia A., La Regia Aeronautica. Dalle Origine alla Seconda Guerra Mondiale (1923-1943), cit., pag. 13

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