Si riportano due proclami emessi dalla Capitale d'Italia Firenze, al momento della dichiarazione di guerra
1866. Partito il re, S.A.R. il Luogotenente del Regno
pubblicava il proclama seguente:
<<Italiani!
<< S.M. il Re, mio augusto cugino, mi dà a reggere lo
Stato, mentre Egli combatte le ultime battaglie dell'indipendenza d'Italia.
<< Il mio compito sarà facile, perchè fra gli ordini dei cittadini si manterrà
quello spirito meraviglioso di abnegazione e di concordia, che ha riempito così
copiosamente e così sollecitamente le file dei combattenti per la patria.
<< Tornando vittoriosi ai loro focolari, trovino essi
intatto quel patrimonio di civiltà e di libertà, per assicurare il quale
espongono la vita.
<< Sarà questa la più gran prova che per noi si possa
dare della nostra devozione al re che guerreggia la guerra nazionale, ed ai
valorosi che lo seguirono nel glorioso cammino.
<< Dato a Firenze, il 21 giugno 1866.
<<EUGENIO DI SAVOIA.
<<Ricasoli.>>
Quest'altro proclama era diretto alla guardia nazionale:
<<Ufficiali, sott'ufficiali e militi della guardia
nazionale del regno,
<< Alle vostre armi si affida la custodia della
sicurezza e dell'ordine pubblico in questi solenni e supremi momenti.
<< Voi, parte più eletta e più valida dei cittadini,
risponderete anche questa volta degnamente, come sapeste rispondere sempre, al
compito vostro.
<< Mostrerete al mondo che la Nazione, per volontà
propria redenta e costituita, per forze proprie si mantiene e si tutela.
<< Il re e l'esercito si allontanano da noi per
rivendicare intero il nostro diritto nazionale: fra le fatiche del campo, fra'
rischi delle battaglie non giungeranno ad essi altre voci che non siano di
devozione, di incoraggiamento, di augurio per la gloriosa impresa cui si
consacrano.
<< Dato a Firenze, il 21 giugno 1866.
<<EUGENIO DI SAVOIA.
<<Ricasoli.>>
(A cura di Roberta Bottoni e Chiara Carandente)
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