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venerdì 17 gennaio 2025

Carte referenti la preparazione per il Centenario. Alessia Biasiolo

 ARCHIVIO

Convegno di Studi e Ricerca

 “Ad un anno dal Centenario”

Cosa vogliamo. Dove andiamo

Alessia Biasiolo

Roma, 26 marzo 2022

 

L’impegno per il centenario dell’Istituto del Nastro Azzurro deve essere volto a celebrare un importante traguardo, nella consapevolezza di essere ad un punto di partenza. Adesso che giustamente dobbiamo festeggiare, ci dobbiamo anche rimboccare le maniche per portare avanti l’Ente nell’ottica di scegliere se mantenerlo un’associazione malinconica che non solo guarda al passato, ma anche ai sempre più esigui numeri dei militari e, di conseguenza, di persone interessate a ciò che può fare un Ente morale equiparato nell’immaginario comune ad un’associazione combattentistica e d’arma come tante.

            Non c’è idea del servizio militare, se non per pochi (speriamo che sia così anche per l’immediato futuro, se non per i bravi elementi che lo scelgono volontariamente) e non c’è idea di spessore di a cosa serva mantenere la memoria, se non per puro esercizio di rivisitazione di momenti, persone e ricordi.

            Quindi in questo convegno dobbiamo porre dei traguardi in tema di:

divulgazione: il bacino d’utenza deve essere esteso, così come è ben stato fatto con i Master e con la programmazione e progettazione di un percorso accademico/didattico di prim’ordine;

associati: ai quali offrire programmi curati con scientificità sia sul piano dell’insegnamento della Storia, sia sul piano della linea guida da perseguire rispetto alle notizie da dare, rispetto alla programmazione di corsi sul territorio, di viaggi di studio/istruzione/motivazione storica, eccetera;

periodico: che deve diventare un vero strumento di divulgazione per il Nastro Azzurro nell’ottica di attirare lettori e conoscitori, non soltanto tesserati che forse nemmeno lo leggono;

visibilità/pubblicità: tramite la creazione di punti di incontro dotati (anche le sedi locali) di emeroteca o comunque di una biblioteca (materiale o virtuale) che dialoghi con il Nastro Azzurro, soprattutto attraverso le nuove generazioni;

educazione: ai valori del Nastro Azzurro. Bisogna insegnare alle nuove generazioni, e alle generazioni dei nuovi italiani, cos’è il Valore e il Valore Militare, non come vanagloria, ma come punto di formazione personale, anche in seno alla rinata Educazione Civica didattica;

istruzione: continuando il percorso di formazione anche degli associati, di creazione di corsi, di Master universitari e di ogni altra forma che possa mettere il Nastro Azzurro nella logica di essere punto d’incontro e di dialogo con Enti e Istituzioni. Con maggiore presenza nella scuole, ad esempio, su tutto il territorio nazionale, con specifici progetti condivisi che siano unitari per tutte le Federazioni, su modelli funzionali anche di altre tipologie di associazioni che hanno trovato una modalità di dialogo con il Ministero dell’Istruzione in tale senso, in modo organico e continuativo.

            Bisogna quindi incrementare tutto questo, facendoci riconoscere come persone che non sono nostalgiche di un passato in divisa come molti detrattori sostengono, ma come persone che credono nei valori fondanti della Costituzione della Repubblica Italiana e li perseguono in questo modo. Senza per questo negare le manifestazioni pubbliche, che siano in questa prospettiva cariche di senso e non solo di esibizione.

prof.ssa Alessia comm. Biasiolo


giovedì 16 gennaio 2025

Carte inerenti la Storia Recente del Nastro Azzurro.

 ARCHVIO

Documenti che hanno contribuito alla edizione del

 Manifesto del Centenario



 

ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO

FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE

CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE- CESVAM

Convegno di Studi e Ricerca

“Ad un anno dal centenario. Chi siamo, Cosa facciamo, Cosa vogliamo, Dove andiamo”

Roma, 26 marzo 2022 – Sala Grande della Presidenza Nazionale

PROGRAMMA

Ore 09,00 – APERTURA DEL CONVEGNO

                                    ORE 09,00 – Saluto del Presidente Nazionale o suo delegato

                                    A seguire, Saluto del Direttore del Cesvam.  Apertura del Convegno

                                   Presiede. Giancarlo Ramaccia.

MATTINA

Ore 09,15 Comunicazioni

Domenico Caccia, “Le Iniziative per il Centenario della Presidenza Nazionale”

Chiara Mastrantonio, “Le iniziative di ricerca del CESVAM per il Centenario”

Paola Tomassini “Le iniziative editoriali del CESVAM per il centenario”

 

Ore 09, 45 Relazioni

Massimo Coltrinari “Il precedente napoleonico e il retaggio del primo conflitto mondiale”

Roberto Olevano “Perché il Tricolore”

Giorgio Madeddu,” L’Istituto del Nastro Azzurro nella Sardegna Meridionale 1960-1972”

Lepore Valentina, Il valore militare, la storia e la sociologia fra le due guerre”

Giovanni Riccardo Baldelli “Gli ordinamenti Militari Italiani alla prova della guerra – 1940 -1945”

Osvaldo Biribicchi, “Terrorismo. I Paesi a sud del Sahel”

Antonio Daniele “Passato, presente e futuro del Periodico Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro”

Antonio Trogu “Il Valore Militare, oggi. Presente e futuro”

Mario Rino Me “La Prima medaglia al Valor Militare”

 

PAUSA LUNCH

 

POMERIGGIO  ore 14 – 18

Tavola Rotonda: Tema: “Ad un anno dal centenario. Chi siamo, Cosa facciamo, Cosa vogliamo, Dove andiamo”

Presiede il Direttore del CESVAM.

Partecipano, oltre ai relatori, Giancarlo Ramaccia, Monica Apostoli, Luigi Marsibilio, Cesare Ciocca, Goffedro Mencagli, Giuseppe Alabastro, Alessia Biasiolo, Massimo Squillaci, Renato Hagman.

Inoltre partecipano con la modalità a distanza indicata nel memorandum del 3 marzo 2022 (Allegato):

. I Frequentatori che hanno concluso i Master di 1° Liv. organizzati dal CESVAM

. i Collaboratori del CESVAM anno 2021 e 2022

. I Presidenti di Federazione provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro

. I Soci dell’Istituto regolarmente iscritti per l’anno 2022

La partecipazione alla Tavola Rotonda è volontaria, nei dettami dello Spirito del CESVAM e nelle regole dello Statuto e del Regolamento dell’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare

 

CONCLUSIONI

.  Della Tavola Rotonda. Giancarlo Ramaccia

.  Del Convegno : Il Direttore del CESVAM  

La Partecipazione al Convegno è su invito ed è subordinata al possesso del Green Pass Rafforzato ed al rispetto leale delle norme in vigore anti Covid

Contatto: Chiara Mastrantonio. Usare esclusivamente la email:ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org


martedì 14 gennaio 2025

MEDAGLIA D'ORO AL VALORE MILITARE Modello Vittorio Amedeo III

 ARCHIVIO

 Albo d'Oro. Scheda.

DENOMINAZIONE: Vittorio Amedeo III, Re di Sardegna, con Regolamento controfirmato da Giovanni

                                          Battista Fontana marchese di Cravanzana, Primo Segretario di Guerra.

 

DECORAZIONE:

¾      DENOMINAZIONE: Medaglia al Valore

¾      GRADI:                          1. Medaglia d’oro

          2. medaglia d’argento

¾      INSEGNA:                    medaglia circolare metallica (diametro mm.38), con attaccaglio ad anello fisso.

- RECTO:                     nel campo il busto del Re, in uniforme militare, rivolto a destra; circolarmente

                                         la leggenda: ”VITTORIO AMEDEO III”; in essergo: “C. Lavy”.

- VERSO:                     nella parte sueriore del campo il motto: “AL VALORE” sormontato da una

                                        piccola corona ovale di alloro; nella parte inferiore un trofeo composto da

                                        cinque bandiere, un tamburo ed un cannone senza affusto con alcune palle.

                                        Variante del verso (sulle due medaglie d’oro al valore conferite nel 1796 al

                                        Reggimento Dragoni del Re): nella parte superiore del campo del motto: “AL

                                        VALORE” ed in quella inferiore un trofeo composto da due cannoni incrociati

                                        con alcune palle, due sciabole ed un tamburo; circolarmente la leggenda: “

                                        DRAGONI DEL RE 1796”.

- CONIAZIONE:       R. Zecca di Torino (Carlo Lavy)

¾      NASTRO:                   nastro di seta (larghezza: probabilmente mm.32 ca.)

- COLORE:                   turchino-celeste (azzurro)

- FASCETTE:               nessuna

¾      NASTRINO:              non previsto

LEGISLAZIONE:

¾      Regolamento 21 maggio 1793: Regolamento per il distintivo d’onore da S.M. stabilito per li bassi ufficiali e soldati delle regie truppe. (istituisce la decorazione e stabilisce le norme per la sua concessione).

CONCESSIONE:

¾      Medaglia d’oro e medaglia d’argento, a seconda del maggiore o minore merito, ai sottufficiali e soldati delle Regie truppe che abbiano compiute azioni di segnalato valore di guerra, tra le quali:

- la particolare cooperazione al buon esito dell’impresa;

- il salvataggio di un corpo di truppa o di militari isolati, delle bandiere, della cassa, degli equipaggiamenti o delle artiglierie.

Allo stesso militare possono essere concesse solo una medaglia d’oro e una d’argento; il militare già decorato di medaglia d’argento deve però restituirla nel caso dovesse essere successivamente decorato di medaglia d’oro e, conseguentemente, il militare  già decorato di medaglia d’oro non potrà essere ulteriormente decorato di medaglia d’argento.

La concessione è individuale e quindi la decorazione non viene concessa, a titolo collettivo, ad intieri reparti di truppa. Eccezione: al Reggimento Dragoni del Re vennero concesse due medaglie d’oro per il valore dimostrato da due suoi squadroni nell’azione del 21 aprile 1796 al colle del Bricchetto (Mondovì)

Fonte: Scarpa C. Sezanne P., Le decorazioni al Valore Militare del Regno di Sardegna e d'Italia, Roma, Uffici Storici di Esercito Marina Aeronautica, 1976.

domenica 12 gennaio 2025

Apertura Canale You Tube . II

 NOTIZIE CESVAM

  Progetto Divulgazione 2022/2


La apertura del canale You Tube   dell'Istituto del Nastro Azzurro - CESVAM
ha avuto successo
 Il canale è visibile all'indirizzo
 Istituto Nastro Azzurro - CESVAM

indirizzo email per ogni contatto: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

sabato 11 gennaio 2025

Conferimento Diploma Araldico - Recanati 16 Gennaio 2025 - Nota a Stampa

NOTIZIE CESVAM

 Collaborazione con le Federazioni


 NOTA STAMPA 


Evento culturale M.O.V.M. Mario CECCARONI. 

Giovedì 16 gennaio 2025 – Comune di Recanati.


La Federazione Regionale delle Marche dell’Istituto del Nastro Azzurro, in collaborazione con le Federazioni provinciali di Macerata e Ancona e la Sezione locale di Recanati, organizza l’evento culturale in oggetto per ricordare la figura della Medaglia d’Oro al Valore Militare Magg. Mario Alessandro Ceccaroni caduto sul fronte greco-albanese il 16 gennaio 1941. L’evento, organizzato con il patrocinio del Municipio di Recanati, è aperto al pubblico e si terrà presso l’Aula Magna del Comune il giorno 16 gennaio 2025, con il seguente programma: 


Recanati, Lapide di Via Roma 14 – Palazzo Ceccaroni - 

  Deposizione di un omaggio floreale 

Municipio di Recanati – Aula Magna - Piazza Leopardi, Ore 16.00 

Intervengono:

Emanuele Pepa, Sindaco di Recanati 

MAVM Claudio Fiori, Presidente Federazione Regionale delle Marche dell’Istituto del Nastro Azzurro

Ettore Pelati, Assessore alla Cultura del Comune di Recanati 

Massimo Coltrinari, Direttore del Centro Studi sul Valore Militare, Significato ed essenza dell’Emblema Araldico dell’Istituto del Nastro Azzurro 

- Presentazione del Volume “Il Genio “telegrafisti” nella Grande Guerra”

                                           (di Monica Apostoli):

Marco Maria Contardi, Il Genio matrice dell’Arma delle Trasmissioni 

Giovanni Riccardo Baldelli, La nascita dell’Arma delle Trasmissioni 

- Conferimento Emblema Araldico  

Consegna dell’Emblema Araldico alla Signora Giovanna Ceccaroni, da parte del Presidente della Federazione Regionale delle Marche dell’Istituto del Nastro Azzurro Claudio Fiori, MAVM.

Contatti: federazione.marche@istitutonastroazzurro.org


venerdì 10 gennaio 2025

Apertura Canale You Tube del Centro Studi sul Valore Militare

 NOTIZIE CESVAM

 Progetto 2022/2 Divulgazione

Comunicato.

In data o Gennaio 2025 è stato attivato il canale You Tube del CESVAM. Grazie alla assistenza tecnica e collaborativa del Dott Giovanni Cecini, nella Sede di Piazza Galeno in Roma il Direttore del CESVAM ha proceduto alla realizzazione del progetto già in programma nell'ambito del Progetto 2022/2  "Divulgazione"

Il Canale ha come tema centrale la storia, la organizzazione, la struttura, l'ordinamento e la funzionalità dell'Istituto del Nastro Azzurro attraverso le attività e le finalità del CESVAM - Centro Studi sul Valore Militare. Per il Mese di Gennaio la programmazione prevede la messa in sito di un video ogni giovedi che tratta degli argomenti sopra citati. In questa fase base della documentazione sarà il Manifesto del Centenario con i suoi sedici riquadri che sono la sintesi dell'Istituto del Nastro Azzurro.

Indirizzo del canale:

ISTITUTO  NASTRO AZZURRO - CESVAM, 

Una campagna di divulgazione ed informazione sarà attivata  nel mese di febbraio dopo aver constatato che tecnicamente le procedure sono corrette e funzionanti

Massimo Coltrinari, direttore del CESVAM

giovedì 9 gennaio 2025

Mario Rino Me. Contributo alla Storia del Nastro Azzurro.

 DIBATTITI

La Prima Medaglia d’Oro al Valor Militare[1]

Il metodo di ricerca scientifica applicato alla Storia ci ha consentito di scoprire nuove verità. La fiducia nella ragione è un tratto della cultura occidentale, cui abbiamo la fortuna di appartenere e di cui dobbiamo essere fieri.  In questa prospettiva, ci siamo abituati a dare per scontata che la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare (MOVM) sia stata quella conferita  al Nocchiero Domenico Millelire in base al dispaccio di Corte del 3 Aprile 1793, in cui il Segretario di Stato di Guerra e Marina, signor di Cravanzana[2], faceva conoscere al Viceré Balbiano ”il ben giusto gradimento manifestato da SM per il buon successo della valorosa difesa di codesto Regno e come abbia la MS stimato di far sentire con ricompense d’onore e di beneficenze proporzionalmente gli effetti della sua soddisfazione”. Nello stesso atto, mentre le ricompense agli ufficiali sono costituite da promozioni,  al “bravo nocchiere Millelire  è accordata “una medaglia d’oro con avergli pure la Maestà Sua aggiunto un trattenimento annuo di lire 300 annue”. Con successivo dispaccio del 17 Aprile, sempre per la difesa di La Maddalena viene concessa una Medaglia d’Argento a un soldato nella Compagnia Torrente del reggimento di Courten, di nome Asmar e concesse tre medaglie d’oro per tre torrieri di Cagliari (Pio Monteleone, Gioanni Frongia, Angelo Migone), distintisi nel respingimento del tentativo di sbarco di fine gennaio 1793 , e una ulteriore medaglia d’oro a un “sardo stato dei primi a dar l’esempio di valore”. Quest’ultima medaglia fu inviata al Vescovo di Iglesias perché la facesse pervenire all’interessato. Per attribuire un nome a questo decorato sarebbe dunque opportuno effettuare una ricerca  presso l’archivio della Curia di Iglesias. Interessante sotto il profilo delle modalità di consegna le indicazioni del predetto decreto del 3 Aprile, che, a riguardo prescrive si aggiunge inoltre “si compiaccia ella di farne seguire la distribuzione con quelle pubbliche testimonianze che crederà più atte a eccitare negli isolani e negli equipaggi l’idea di emulare il zelo dei soggetti che se ne meritarono la decorazione”., Sin qui nulla di nuovo, salvo il fatto che l’istituto della concessione delle Medaglie al Valore  viene disciplinato nel 1793  attraverso uno specifico Regolamento[3].  A questo punto, resta solo da verificare se i riconoscimenti di cui sopra siano stati recepiti negli Albi d’Oro del Regio Esercito poi Esercito Italiano.

Sulla base dell’inizio calendariale delle assegnazioni delle Medaglie al Valora diversi autori, tra cui Il Contrammiraglio C. Marchese, danno la primazia al Decorato Domenico Millelire, pur a conoscenza di un precedente evento . A questo proposito, la  ricerca de Dr Salvatore Sanna, presso l’Archivio di Stato di Cagliari , ha reperito una provvisione datata 22 maggio1787 e controfirmata dal Ministro per la Guerra e Marina Cocconito[4],  ha permesso verificare nei dettagli il conferimento di due Medaglie d’oro per un episodio di lotta contro la secolare minaccia dei pirati delle reggenze barbaresche avvenuto nell’arcipelago maddalenino il 15 aprile 1787 e costellato di abbordaggi e speronamenti. Anche se si riuscì a predare la lancia dello sciabecco. L’evento fu particolarmente apprezza to dal Re Vittorio Amedeo III che intervenne personalmente con una provvisione in data 22 maggio si conferisce  al “ piloto Millelire e il capo cannoniere Laghé sebbene feriti in combatto continuarono a riempire coraggiosamente i loro doveri sino al termine dell’affare un annuo trattenimento di lire 50 del Piemonte, facendo altresì per loro maggior distinzione rimettere  all’uno e all’altro una medaglia d’oro, che perciò due ed entrambe uguali vi facciamo pervenire unite al presente“. Pur nel linguaggio essenziale dei documenti, non può sfuggire il più corposo contenuto dei questo decreto in materia di valore. Infatti lungi dall’avere carattere commemorativo ad personas, esso si inquadra perfettamente nelle logiche dei successivi atti sovrani sul tema del Valore, tanto da poter affermare incontrovertibilmente  che esso ne è l’archetipo. Difatti, gli atti appena citati mettono in luce la chiara ed evidente volontà del sovrano di conferire premi per atti di valore, come pure la sua decisione di dare continuità alla prassi delle ricompense al valor militare. Dunque il fatto che la concessione regia delle prime due medaglie a un Maddalenino e a un cittadino di Villafranca (oggi Villefranche sur Mer)  costituisce un diritto dei due premiati a certi benefici materiali e morali. Tra questi, oltre a restituire alla Storia un atto di valore di quella che era all’epoca la missione primaria della Real Marina Sarda (lotta alla pirateria),  quello di far parte di una cerchia di eletti da tramandarsi ai posteri. Per questo il fatto di essere annoverati nell’Albo d’Oro dei decorati, non può essere impedito da interpretazioni restrittive di natura amministrative, che prescindono dal significato dell’evento. Il fatto in questione  è reale e, per di più, certificato da atti d’archivio e non frutto di narrativa. Altrimenti si farebbe torto anche alla loro memoria, che è invece nostra responsabilità conservare.

Peraltro, i contenuti dei documenti regi appena riportati, al di là dello status giuridico dei soggetti (agli ufficiali risultano conferiti avanzamenti di grado) ci fanno intravedere gli elementi salienti dei riconoscimenti in questione: sono dei distintivi d’onore materiali (decorazioni della divisa) e morali (da emulare), conferiti per atti valorosi,  da cui emanano per i meritevoli ricompense all’onore e beneficenze in solido  proporzionalmente al livello dell’atto, In questa scala valoriale, le decorazioni saranno materialmente in Medaglie d’oro, d’argento e di bronzo e parimenti l’entità dei “trattenimenti” in lire.

 È bene precisare inoltre che gli attestati in questione in mettono in rilievo carenze sui nominativi completi e dunque inesattezze che si riflettono sulla dimensione amministrativa. I Millelire  menzionati sono due, entrambi fratelli e Agostino, il più grande, è il decorato per l’evento del 1787. È lui il comandante dell’isola principale dell’arcipelago e l’interlocutore privilegiato di Nelson, durante il soggiorno dell’Ammiraglio inglese nella Baia di Mezzo Schifo, in cui si trova talmente bene da scrivere all’Ammiragliato che chi possiede la Sardegna domina il Mediterraneo. Accenni questi che, per completezza,  non sfuggono alla Corte, che non può non preoccuparsi di questo interesse  per cui, a quanto risulta, suggeriscono all’interessato l’adozione di una certa cautela. Difficile sottrarsi alle attese di chi Governava i Mari.

Quanto alla primazia della Medaglia D’Oro concessa nel 1793, non vi è dubbio che sulla concessione a Domenico Millelire e al suo apparire come prima MOVM, senza nulla togliere al suo valore, abbiano anche influito motivi di natura politico Militare  come la capacità di difesa autonoma da un nemico di peso come la Francia. Aspetto che si presenterà negli anni di crisi con i governi transalpini che portarono l’ingresso del nostro paese nella triplice Alleanza prima e  nell’alleanza con la Germania Nazista dopo la Guerra in Etiopia. Sta dunque a noi rimettere a posto le zone d’ombra della nostra Storia a causa di discutibili motivazioni di natura burocratica.

Una n


ota conclusiva per quanto riguarda il luogo d’origine del decorato Laghé, Villafranca, poi Villefranche sur Mer. E bene tener presente ricordare che, prima dell’Annessione della Repubblica di Genova, la città era sede della Scuola di Marina del Regno di Sardegna. Come tale dette un notevole contribuito alla formazione di ufficiali ed equipaggi e divenne uno dei tre dipartimenti della Real Marina. A tal proposito basta ricordare una famosa frase di Giuseppe Garibaldi, divento cittadino di La Maddalena, in quanto si sentiva !straniero in casa”. Per questo formulo richiesta di dar corso all’istruttoria per l’inserimento nell’Albo delle due medaglie succitate

Ammiraglio di Squadra (R) Mario Rino Me

PS in occasione dell’ottantennale della Perdita della NB  Roma e dei CCTT Da Noli e Vivaldi nonché della Battaglia di La Maddalena (9-13 Settembre 1943)  si potrebbe pensare di invitare il Comune di Villefranche Sur Mer, informandolo che un concittadino fu tra i primi insigniti dell’Alta Ricompensa al VM. del Regno di Sardegna. Aspetto da considerare per eventuale estensione  a Marine Nationale



[1] Elementi storici ricavati da Almanacco Maddalenino III, Novembre 2004,Salvatore Sanna, Le prime medaglie d’Oro al Valore della Marina, Paolo Sorba Editore.

[2] Al secolo, verosimilmente Gianbattista  Fontana di Cravanzana

[3] Collezione Duboin .Editti e Manifesti della Casa di Savoia fino al 1798, pag 2368 e seguenti

[4]  Almanacco Maddalenino Nov. 2004, citato pag. 54

mercoledì 8 gennaio 2025

Osvaldo Biribicchi Terrorismo: I paesi del Sahel

 UNA FINESTRA SUL MONDO

Terrorismo: Paesi del Sahel

di

Osvaldo Biribicchi

 (2022) 

Il Sahel, dall’arabo sahil significa limite o linea costiera, è la regione semi-arida compresa tra il deserto del Sahara e la Savana tropicale; si estende dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso per una lunghezza di 8.500 chilometri ed una larghezza che varia da 300 a 500 chilometri.

I Paesi compresi in questa fascia sono: Mauritania, Mali, Burkina Faso, Nigeria (la parte nord), Gambia, Guinea-Bissau, Niger, Senegal, Sudan, Ciad e Eritrea

Storicamente, mi riferisco al periodo antecedente alla colonizzazione europea, nel Sahel esistevano entità statuali molto importanti con un elevato livello di organizzazione politica, economica, giuridica, accademica, militare, tecnica, scientifica, architettonica, artigianale e medica[1]quali l’Impero del Ghana, fra il IV e il XII secolo, che si estendeva su un territorio comprendente parte dell’attuale Mauritania, Senegal e Mali. Intorno all’VIII secolo si affacciarono nell’Africa saheliana i primi viaggiatori arabi seguiti subito dopo dai commercianti attratti dallo splendore delle città che vi sorgevano ma soprattutto dalle ricchezze, in particolare dall’oro. Alla caduta dell’Impero del Ghana a causa di lotte interne tra i vari regni che lo costituivano si affermò l’Impero del Mali con capitale Timbuctù dal XIII al XV secolo. All’Impero del Mali fece seguito l’Impero Songhai, lungo il corso del fiume Niger, che tra il XV ed il XVI secolo fu uno degli imperi più potenti dell’Africa Occidentale. Più ad est, invece, sul Mar Rosso, si trovava il Regno di Axum di cui si hanno testimonianze già a partire dal IV secolo a.C. e comprendeva, intorno alla metà del terzo secolo d.C., i territori che oggi sono dell’Etiopia, dell’Eritrea, di Gibuti, di una parte del Sudan, dell’Egitto meridionale, della Somalia nonché, al di là del Mar Rosso, dello Yemen e dell’Arabia Saudita.

Quelle realtà statuali praticamente scomparirono con l’arrivo degli europei nel XVI secolo.

Lo scenario attuale dei Paesi saheliani è completamente capovolto, possiamo affermare senza tema di essere smentiti che non c’è traccia del glorioso passato dei popoli che vivono in questa regione dell’Africa. Non solo le popolazioni saheliane hanno perso memoria del loro passato essendo impegnate nella quotidiana lotta contro ogni sorta di avversità, ma sono tra le più povere del mondo nonostante, paradossalmente, i territori in cui vivono siano ricchi di materie prime. È sufficiente per rendersene conto consultare l’Indice di Sviluppo Umano per Paese 2022, redatto annualmente dalle Nazioni Unite. Nelle ultime dieci posizioni troviamo: Burkina Faso, Ciad, Mali e Niger (ultimo, 186°); poco sopra l’Eritrea al 179°, la Guinea-Bissau al 175° posto, il Gambia 171°, il Sudan 165°, il Senegal 163° e la Mauritania 158°. Una situazione, dunque, disastrosa.

La maggior parte dei Paesi del Sahel è afflitta da una preoccupante e perdurante instabilità politica dovuta sostanzialmente a due fattori: uno di carattere naturale quale la crescita demografica, i cambiamenti climatici, la lenta progressiva avanzata del deserto del Sahara, con la conseguente scarsità di cibo e acqua, e da ultimo anche la pandemia covid 19 che si aggiunge alle altre (febbre gialla, ebola, morbillo, malaria, colera) che affliggono la regione; l’altro di carattere strettamente umano ossia il terrorismo di matrice jihadista, i trafficanti di essere umani ed il moltiplicarsi di bande criminali di vario genere. Infine, l’aumento dei flussi migratori dovuti ad entrambi i fattori.

Il terrorismo, che è il tema di questa breve relazione, è un male peggiore delle avversità naturali; è una pandemia che provoca ogni anno decine di migliaia di morti, che provoca instabilità politica, indebolisce le già fragili istituzioni governative, disorienta ed ingenera paura tra i cittadini inducendoli ad abbandonare i propri villaggi le proprie case, in ultima analisi impedisce ai governi di affrontare le vere ed improcrastinabili sfide quali la realizzazione di efficienti sistemi sanitari nazionali, il potenziamento dell’istruzione e della formazione professionale dei propri giovani.                                                                    Questa instabilità politica in una regione ricchissima apre inevitabilmente le porte alla violenza di gruppi terroristici e criminali. Tale violenza nel Sahel è cresciuta a partire dalla caduta nel 2011 del regime di Gheddafi allorché le milizie Tuareg, che avevano combattuto a favore del leader libico, si sono riversate in massa nel nord del Mali rompendo i già delicati equilibri etnici dell’area. La disintegrazione della Libia, infatti, ha aggravato la situazione politica dei Paesi del Sahel aprendo le porte a nuove e più temibili organizzazioni terroristiche, per lo più di matrice jihadista, legate alla galassia di Al Qaeda e dell’Isis, ed a comuni bande criminali. Questi gruppi armati si muovono con relativa disarmante facilità negli ampi spazi sahelo-sahariani, in gran parte non controllati dai Governi centrali, sequestrano cittadini stranieri, trafficano droga, armi, esseri umani e oro da cui traggono i fondi per portare avanti i loro ricchi traffici. L’oro, nell’ambito di queste attività criminose, ha assunto particolare rilevanza e dato ulteriore linfa vitale alle formazioni terroristiche ed alle bande criminali da quando nel 2012 è stato scoperto nel Sudan un importante filone aurifero che attraversa tutto il Sahel. Nell’ultima decina d’anni, infatti, nella striscia saheliana sono comparse le cosiddette miniere d’oro artigianali, non controllate dagli apparati statali. Come efficacemente riporta Valeria Cagnazzo, autore presso Pagine Esteri: Sudan, Mali e Burkina Faso rientrano oggi tra i primi cinque produttori d’oro nel continente africano. Le tonnellate di minerale estratte nei Paesi lungo questo fiume hanno rimpiazzato in questi anni il cotone nel mercato delle esportazioni. Il boom dell’oro, tuttavia, ha attirato soprattutto le mire di gruppi parastatali. Almeno un terzo dell’oro della zona saheliana, infatti, è estratto in maniera “artigianale” e “informale”, ovvero da gruppi non statali, rappresentati da privati o da organizzazioni illegali, spesso armate, che controllano le miniere, i lavoratori che scavano nelle viscere del terreno e spesso anche le intere aree abitate intorno alle riserve. […] La gestione delle miniere d’oro da parte di attori non statali, inoltre, può avere un potere distruttivo sui governi dei Paesi coinvolti o, in altri casi, rafforzarne i regimi. In pieno stile neoliberista, infatti, in molte zone del Sahel le estrazioni sono affidate a imprese private legate al governo: in cambio di una completa autonomia, i proprietari dei giacimenti garantiscono un prezioso supporto all’élite della capitale e la sicurezza della regione mediante un proprio corpo armato. In altre aree, al contrario, in cui delle riserve d’oro si sono appropriati gruppi di opposizione, l’estrazione “artigianale” assume un potenziale deflagrante nei confronti dei fragili equilibri politici regionali. La completa deregolamentazione della corsa all’oro, soprattutto laddove lo Stato è assente, comporta la crescita del banditismo. I gruppi terroristici si moltiplicano anche grazie a questa risorsa e il fiume dell’oro diventa lo scenario di scontri armati per il controllo del sottosuolo.

L’estrazione del metallo prezioso al di fuori del controllo statale ha contribuito a destabilizzare ulteriormente l’assetto politico (tra il 2021 e l’inizio del 2022 si sono registrati cinque colpi di Stato militari rispettivamente in: Ciad, Guinea, Mali, Sudan, Burkina Faso) e sociale dell’area portando non solo nuova violenza ma anche lo sfruttamento della mano d’opera locale composta soprattutto da minori. Parlare di terrorismo non può prescindere da alcune doverose riflessioni: come è possibile che degli Stati sovrani, con tutto il peso della propria organizzazione militare, non riescano a controllare queste miniere d’oro, seppur situate in aree periferiche e disagiate, mentre gruppi paramilitari che certamente non hanno (o almeno non dovrebbero avere) alle spalle il supporto logistico delle forze governative riescano con tanta facilità a controllare, gestire e commerciare l’oro estratto da queste miniere informali. Un approfondimento a parte meriterebbe quest’ultimo aspetto, ovvero chi compra questo materiale prezioso e attraverso quali canali. Come è possibile che governi poveri (vedi l’Indice di Sviluppo Umano) si lascino sfuggire una tale ricchezza.                                        Orbene, in questo quadro saheliano si inseriscono ed operano attivamente decine di organizzazioni criminali e numerose formazioni terroristiche[2] (vedi allegato) che oltre a contendersi il territorio tra loro attaccano indiscriminatamente i villaggi provocando la fuga degli abitanti che cercano sicurezza nelle città meglio difese. Normalmente, i media si concentrano e riportano solo gli atti di terrorismo portati a termine da queste formazioni, episodi vili ed odiosi ma che rappresentano solo l’atto finale eclatante di una attività che parte da lontano. Queste azioni non potrebbero essere assolutamente realizzate, come sanno bene i militari di qualsiasi esercito al mondo, senza una adeguata ed efficiente organizzazione logistica che assicuri ai guerriglieri combattenti un costante rifornimento di armi, munizioni, vettovaglie, carburante, pezzi di ricambio in sintesi tutto ciò che occorre per il mantenimento di mezzi ed equipaggiamenti. Per sconfiggere questi gruppi terroristici che agiscono di sorpresa, e pertanto difficilmente fronteggiabili, sarebbe necessario colpire i loro “santuari”, ovvero le loro basi, le loro linee di rifornimento.    

È di tutta evidenza che il terrorismo nel Sahel non si può vincere solo con l’impiego dello strumento militare, sono necessari interventi coordinati di carattere politico-sociale; prioritariamente dovranno essere creati posti di lavoro per i giovani i quali, diversamente, andranno ad alimentare i ranghi delle formazioni terroristiche e criminali o, in alternativa, i flussi migratori verso l’Europa e verso i vicini Paesi confinanti. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in una intervista alla France Press, il 10 settembre 2021, commentando il ritorno al potere dei Talebani in Afghanistan ha detto di «temere che l’esempio afghano possa suscitare emulazione tra i jihadisti del Sahel, la fascia di territorio dell’Africa subsahariana, dove sono attivi molti gruppi terroristici. “È un pericolo reale”, ha precisato. Con la presa del potere da parte dei talebani, ha concluso Guterres, “i gruppi terroristi nel Sahel possono sentirsi euforizzati e nutrire ambizioni al di là di quanto pensavano qualche mese fa”». Ci auguriamo solo che le parole del segretario generale delle Nazioni Unite rimangano nel campo delle ipotesi.

 


 

 

Allegato

Formazioni terroristiche nel Sahel

 

1)      Formazioni terroristiche legate a dinamiche etniche locali e di matrice jihadista nel territorio maliano

2)      Formazioni terroristiche d’area nel Burkina Faso

3)      Front pour l’alternance et la concorde au Tchad-FACT

4)      Gruppo per il sostegno dell’Islam e dei Musulmani-JNIM

5)      Islamic State in the Greater Sahara-ISGS

6)      Islamic State in the Western Africa Province-ISWAP

7)      Boko Haram

8)      Milizie di autodifesa locali nel Niger

9)      Ribelli di Tigray People Liberation Front-TPLF

10)  Oromo Liberation Front-OLA, alias Shone Group

11)  Al Shabaab-AS, collegata ad al Qaida.

 

Fonte: Relazione annuale sulla Politica dell’informazione per la Sicurezza 2021.

 

 

 

 

 

 

Sitografia

https://www.afdb.org/en

https://www-cairn-info.translate.goog/revue-etudes-2014-6-page-19.htm?_x_tr_sl=fr&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc

https://www.crisisgroup.org/fr/africa/sahel/burkina-faso/282-reprendre-en-main-la-ruee-vers-lor-au-sahel-central

http://www.deagostinigeografia.it/wing/confmondo/confronti.jsp?goal=100077&section=2&year=2022&title=PIL%20totale

https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/CeMiSS/DocumentiVis/Rcerche_da_pubblicare/AL_SA_10_crisi_conflitti_paesi_africa_saheliana.pdf

https://ecfr.eu/special/sahel_mapping/jnim

https://www.esa.int/SPECIALS/Eduspace_Global_IT/SEMLSPRJR4G_0.html

https://www.esteri.it/mae/resource/doc/2020/12/2020_12_10_partenariato_con_lafrica_-_versione_italiana.pdf

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020IP0213&from=EN

https://www.files.ethz.ch/isn/56747/ricerche.06-LaValenzaStrategica.pdf

https://fragilestatesindex.org/

https://it.pearson.com/aree-disciplinari/storia/cultura-storica/novecento-mondo-attuale/africa-storia-dimenticata.html#

https://it.sputniknews.com/20191225/scoperta-in-etiopia-unintera-citta-del-grande-regno-di-axum-8452275.html

https://www.missioniafricane.it/sulle-tracce-dellimpero-songhai/

https://nbts.it/blog/mali/mali-la-storia/

https://www.nigrizia.it/notizia/italia-algeria-gas-dimaio-transmed-russia-eni-descalzi

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-09/quo-205/afghanistan-al-collasso.html

https://pagineesteri.it/2021/12/03/primo-piano/sogni-e-morte-sul-fiume-doro-che-scorre-nelle-viscere-dellafrica/ articolo di Valeria Cagnazzo

https://transform-italia.it/il-sahel-sara-lafghanistan-delleuropa-parte-prima/

 



[1] José do-Nascimento, Storia del continente africano, una lettura razionale e sintetica, Verona, QuiEdit, 2015, p. 76.

 

[2] Relazione annuale sulla Politica dell’informazione per la Sicurezza 2021.