APPROFONDIMENTI
“Già prima che si sia fatto
completamente giorno avvertiamo un incessante frastuono prodotto da carri
armati. Presto vediamo il regalo: da Loreto scendono senza sosta carri armati
di tutti i tipi più diversi, per lo più Sherman, e nel settore e nel settore del
nostro battaglione ne contiamo 50-60. Per quanto la nostra artiglieria sia
intervenuta diligentemente, l’avanzata non può venire disturbata in modo
decisivo. Verso mezzogiorno il nemico si trova a circa due chilometri dalle
nostre linee, pronto ad attaccare, e si spinge lentamente vinco alle nostre
posizioni, protetto da un fuoco di sbarramento sempre più intenso delle armi
pesanti. Purtroppo a noi mancano armi controcarri pesanti a lunga gittata. Come
avevamo previsto, l’attacco principale è diretto contro la nostra 5a compagnia.
In questo settore, verso le 16 (del 1 luglio 1944 n.d.a) il nemico riesce in un primo tempo a superare il Musone con tre carri
armati e poi a conseguire una penetrazione di poca importanza. Allo scopo di
alleggerire il suo plotone, che era fortemente minacciato, il sottotenente
Landmann attacca un carro armato con un lanciarazzi controcarro che, però,
manca il bersaglio. Così rimasto allo scoperto davanti al carro, viene
gravemente ferito. Poco dopo anche il comandante della compagnia, sottotenente
Scholl, rimane gravemente ferito da un colpo in pieno abbattutosi sul posto
comando di compagnia. I carri armati tentato poi di travolgere la nostra linea
accerchiandola su due lati e la manovra riesce però soltanto sul lato sinistro
dove il plotone, che rappresenta appunto il lato sinistro dello schieramento
della 5a compagnia, viene completamente annientato, mentre sulla destra, sul
terrapieno della ferrovia, possiamo tenere la posizione. Ma ben presto la
situazione si fa critica, Mel frastuono del combattimento deduco che ai carri
armati nemici doveva essere riuscito a raggiungere la quota 45, che domina la
zona. I reparti della 8a compagnia, impegnati in quel settore, si difendono
valorosamente al comando del sottotenente Kuhn, ma vengono annientati e lo
stesso comandante, ferito, viene fatto prigioniero. In queste condizioni, dal
battaglione mi giunge l’ordine di dare personalmente il punto di situazione, di
raccogliere gli uomini dei reparti sbandati ed eventualmente, con l’impiego
delle mie riserve, di eliminare l’infiltrazione o per lo meno di bloccarla,
Sotto un pesante fuoco di artiglieria inframezzato ripetutamente dal bagliore
dei colpi sparati dai mezzi corazzati, ci affanniamo a raggiungere il
terrapieno della ferrovia, ma non riusciamo a superarlo. Se solleviamo la
testa, veniamo subito fatti segno al fuoco nemico, Distinguo due Sherman a
quota 45 che, illusoriamente, effettuano un controattacco allo scoperto. Non
appena incomincia ad imbrunire chiamo vicino a me un altro gruppo di uomini.
Con due gruppi e due squadre armate di lanciarazzi controcarro, appartenenti
alla 14a compagnia, al comando del sottotenente Jaensch spingiamo avanti,
rastrelliamo uomini della 5a compagnia che erano sparsi per i campi e chiudiamo
alla meno peggio la falla che si era prodotta nelle nostre linee. Purtroppo il
tentativo di distruggere con una squadra di assalto i due carri armati a quota
45 fallisce per la prontezza degli equipaggi. Il sergente Lange della 14a
compagnia, che per la distruzione di parecchi mezzi corazzati verrà
successivamente citato nel Bollettino dell’Onore dell’Esercito, cadde colpito
al petto e due altri uomini rimangono feriti.
Dopo
aver ceduto al sottotenente Jaensch il comando del settore tenuto dalla 5a
compagnia, dal mio posto di comando faccio rapporto sulla situazione al comando
di battaglione. Apprendo con sollievo che già nel corso una compagnia del
reggimento di difesa costiera rinforzerà i resti della 5a compagnia e così le
mie squadre saranno di nuovo disponibili. Effettivamente, prima dell’alba (del
2 luglio 1944 n.d.a.) torna Jaensch con
le nostre squadre.
“Nella
notte tra il 2 ed il 3 luglio (1944 N.d..A.) i polacchi attaccano con limitare
forze corazzate e di fanteria il settore tenuto dalla seconda compagnia del
nostro 992.mo reggimento granatieri proprio sulla linea di contatto con il
settore del 993° reggimento granatieri (esattamente con il I Battaglione del
993° reggimento, riuscendo a spingersi sino alla periferia su di Castelfidardo
e facendo anche dei prigionieri. E’ chiaro che si è trattato di una puntata
ricognitiva dato che il nemico ha impegnato forze relativamente esigue. Forse i
polacchi hanno anche avuto l’intenzione di occupare la città con un colpo di mano”.
Immediatamente il I Battaglione del 992°
Reggimento ha preso gli opportuni provvedimenti e così alla 2° compagnia del 992° Reggimento rinforzata da un gruppo
di assalto guidato dal sottotenente Tiedmann e da un plotone della compagnia mitragliatrici,
condotto dal maresciallo Schwetzhe, riesce a rintracciare il nemico oltre la
primitiva linea di combattimento. Però da quel momento, il fronte resta in
continuo movimento