Cerca nel blog

mercoledì 24 aprile 2024

Federazione di Prato Albo d'Oro

 ARCHIVIO

 Storia dell'Istituto del Nastro Azzurro



Riceviamo dalla Federazione di Prato:

La  Federazione Provinciale di PRATO dell’ ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO fra COMBATTENTI DECORATI

AL VALOR MILITARE    ha  finalmente  il Suo   ALBO  D’ORO  dei  DECORATI AL VALOR MILITARE.

  Fino ad oggi i DECORATI al VALOR MILITARE nati a PRATO E COMUNI DELLA PROVINCIA erano inseriti nell’ALBO D’ORO di FIRENZE e PROVINCIA. 

Il Dott. LORENZO CACIOLLI – Vice Presidente della Federazione Provinciale di Prato dell’ ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, ha estrapolato i nominativi nati in Provincia di PRATO ed ha dato alle stampe questo atteso  ALBO D’ORO, completandolo con la descrizione delle varie Onorificenze;   con la storicità della Fondazione dell’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO  e la  inaugurazione  della  Sezione  e  della  Federazione di PRATO;  con una analisi dei vari dati statistici riguardanti i Decorati nell’attuale Provincia di Prato;  con la descrizione delle varie guerre che si sono succedute nel tempo e durante le quali sono avvenuti gli atti di eroismo;  per terminare con i luoghi della Memoria ubicati in tutti i Comuni della Provincia, con relative foto e descrizioni.

Il prezioso ALBO D’ORO, stampato con il contributo del COMUNE DI PRATO (M.A.V.M.), ha avuto tre presentazioni ufficiali:  la mattina del  21 Marzo 2024 presso il ROTARY di PRATO;  nel pomeriggio del 21 Marzo al CONSIGLIO COMUNALE DI PRATO;  il  26 Marzo 2024  a tutte le Istituzioni, Associazioni d’Arma, Autorità Militari, Religiose e Civili, agli Studenti di 2 Classi del Convitto Nazionale Cicognini di Prato, ai Cittadini intervenuti,  durante la Cerimonia di Chiusura del Centenario di Fondazione dell’ ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, svoltasi con il Patrocinio del Comune di Prato nel Salone Consiliare.

Un  doveroso ringraziamento al COMUNE DI PRATO insignito di MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE,  per il  Patrocinio  e il Contributo per la stampa dell’ALBO D’ORO.

 PRATO,  26 Marzo 2024

 Giorgio Lavorini – Presidente Federazione Provinciale di Prato dell’ ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO.

 

 Sono state ricevute due Copie della Pubblicazione che vanno ad aggiungersi all'Albo d'Oro su Carta dell'Istituto del Nastro Azzurro.

martedì 23 aprile 2024

Dal Diritto privato al Diritto Internazionale. I Trattati

DIBATTITI

 

I TRATTATI

SEMIOLOGIA  E  SEMANTICA

 

 Prof. Sergio Benedetto Sabetta

         Vi è unico filo conduttore nell’interpretazione delle norme giuridiche, sia nel diritto privato che nel diritto internazionale, una riflessione che si può estendere alle clausole dei trattati, ancor più nell’attuale momento in cui vi è in atto un rivolgimento strategico ed economico che nel fare saltare i vecchi trattati ne rimodula le interpretazioni, in attesa che la diplomazia riesca a stenderne dei nuovi.

         Nel discorso si sviluppano una serie di scelte mediante le quali si escludono o semplicemente si eludono alcuni significati, questo permette la combinazione di nuove frasi inedite virtualmente infinite a cui si contrappone un repertorio determinato di segni.

         Frege ha distinto una doppia visione del linguaggio, una ideale senza una appartenenza al mondo fisico l’altra di riferimento alla realtà, tale passaggio dal senso ideale al riferimento reale costituisce l’anima del linguaggio trasfuso nel segno e rapportato sia alla struttura del sistema che alla sua funzione nella frase.

Sottolinea a sua volta Chomsky, la necessità che la padronanza delle regole di un linguaggio permetta  a un locutore esercitato una generazione dinamica di nuove frasi al momento opportuno, in modo che queste possano essere comprese immediatamente da interlocutori altrettanto esercitati.

         Il segno atemporale è restituito all’universo dello spazio e del tempo attraverso l’articolo e il verbo, rendendolo capace di cogliere il reale (Guillaume), si passa dall’inventario strutturale dei segni alle operazioni strutturanti.

         Dobbiamo considerare che il vocabolo è al contempo molto più ampio e molto più ristretto della frase, esso “nomina” mentre la frase “dice”, nomina secondo la sua posizione nella frase, essendo tuttavia elemento costitutivo della frase sopravvive ad essa ed alla sua transitorietà per ulteriori nuovi usi, carico di nuovi valori di uso nel sistema, ma questo processo cumulativo è bloccato dalle vicendevoli limitazioni dei segni interni al sistema stesso.

         Tutti i nostri vocaboli sono polisemici, con una pluralità di significati, ma è il contesto che ne determina l’univocità, fino a un discorso univoco che Greimas chiama una “isotopia”, è chiaro che questa non è il risultato di una sola frase ma del concatenarsi di più frasi, analogamente alla norma che definisce il senso univoco dei vocaboli o termini giuridici attraverso il concatenarsi di frasi.

          Se il sistema linguistico è virtuale e atemporale, il discorso è comunque realizzato nel tempo, esso nell’effettuarlo costituisce un evento, compreso tuttavia come senso ( Ricoeur), altrettanto ogni norma è premessa dell’evento e dà forma al senso giuridico in esso compreso.

         La scrittura fissa il linguaggio in un sistema atemporale che non appare, né scompare, in quanto non avviene, quindi la scrittura fissa non l’evento del dire mal’esteriorizzazione intenzionale costitutiva del disegno del discorso” nella quale il dire diventa enunciato, l’obiettivo non è l’evento in sé ma il senso della parola – evento ( Ricoeur).

         Nello scritto, intenzione della fonte – autore e senso del testo cessano di coincidere in una immediata dissociazione, il testo viene a prevalere sulla fonte e l’esegesi si sviluppa all’interno del senso, solo l’interpretazione rimedia all’eventuale fragilità del testo, calando la norma nell’evento ne dà la forma riacquistando la carnalità psicologica dell’uomo nel suo quotidiano concatenarsi di eventi, pertanto la formazione diventa un progetto di un essere  al – mondo, svincolandosi dall’attuale si rivela una progettazione del mondo ( Heidegger) nata dalle stesse necessità pragmatiche del mondo.

         Così come scrivere un testo o leggere un testo sono due atti differenti, altrettanto stendere una norma e leggerla sono due atti differenti, vi è prima un liberarsi della scrittura dal discorso iniziale e successivamente un liberarsi della lettura dallo scritto, tanto che il legislatore “muore” con la stesura del testo, esso non risponde !

         Il dialogo preserva il contesto della realtà del discorso in un sottile equilibrio tra separazione dei segni dal mondo delle cose e reimmersione nel mondo, la scrittura distrugge tale rapporto, cristallizza al momento, e proprio la successiva lettura come interpretazione attualizza i segni nel mondo dando nuovo valore alla parola.

Nascono due possibilità la “spiegazione” in cui si rimuove la sospensione del testo completandolo e l’ “interpretazione” nella quale si lega il testo al contesto attuale, creando un nuovo discorso attualizzato, collegando dinamicamente la norma ad altre realtà ( Ricoeur).

         L’interpretazione si risolve anche in un’autointerpretazione del soggetto, in una riflessione mediata dai segni e dalle opere culturali con cui si completa il discorso del soggetto con una dimensione che da semiologica diventa semantica, viene quindi spezzata la pura relazione interna alla struttura in una simultanea costituzione del sé e del significato.

         Se la narrazione presenta due aspetti uno apparente e manifesto, l’altro latente ed occulto altrettanto la formazione è una narrazione imperativa che nel suo disporre copre una narrazione latente costituente il “mito” da cui è origine, da questo ne deriva che spiegare e interpretare non sono che fasi di uno stesso circolo ermeneutico della lettura non risiedente nelle intenzioni del legislatore in cui il testo è la direzione su cui si aprono nuovi pensieri.

         Se il “mito” e la descrizione che ne consegue rappresentano una “scelta culturale”, proprio tale scelta rende impossibile un’interpretazione infinita mentre l’eliminazione del tempo dalla descrizione crea a sua volta una logica atemporale nella quale gli elementi narrativi entrano in relazione fra loro e creano sequenze narrative  le cui estremità diventano punti di commutazione, si creano due livelli “ i segni che obbediscono al calcolo combinatorio e la frase che è l’unità del discorso     ( Lévi – Strauss).

         Nella norma vi è il tentativo di creare una univocità di tutti gli elementi secondo il principio che ammette un unico senso per ogni parola, in modo che ne scaturiscano delle categorie, in altri termini vi è una limitazione del codice secondo i principi del lessico, quale frutto di una sensibilità del contesto, in questo vi è una ripetibilità consuetudinaria professionalizzante e una riduzione della complessità mediante attrattori caotici ( interpretazioni autentiche accentrate) che ne impediscono la caoticità per ambiguità ed equivocità.

         Se il linguaggio polisemico è una economia a livello di codice, la sua ambiguità non può essere ridotta nella norma mediante il solo contesto interpretativo, in quanto prescrizione di azione nel contesto ambientale devono intervenire ulteriori elementi di riduzione dell’ambiguità insita nel lessico, interviene quindi un linguaggio scientifico separato dal restante universo della parola, ma vi è una sospensione del linguaggio giuridico fra questi due mondi, volendosi astrarre dal linguaggio puramente narrativo non riesce a diventare un linguaggio esclusivamente scientifico dotato di propri simboli artificiali, quello che persegue è una sua coerenza di struttura interna intorno ad un linguaggio il più possibile monologico.

 

 

Bibliografia

 

·        G. Frege, logica e aritmetica, Boringhieri 1965;

·        N. Chomsky, saggi linguistici, Boringhieri 1969;

·        G. Guillaume, Temps et Verbe, Ancienne Honoré Champion 1929;

·        A. J. Greimas, semantica strutturale, Rizzoli 1969;

·        P. Ricoeur, La sfida semiologica, Armando Ed. 1974;

·        M. Heidegger, Tempo e essere, Longanesi 2000;

·        C. Lévi-Strauss, Il pensiero selvaggio, Il Saggiatore 1964.

lunedì 22 aprile 2024

Gli Italiani e la Guerra di Liberazione. 1944 Tedeschi occupatori e fascisti per il ritorno all'origini: l'ammissione di un fallimento

DIBATTITI

 

 


 

.Il nemico.


Per la Repubblica Sociale Italiana il 1944 fu un anno che all’inizio dava grandi speranze e grandi aspettative; nel prosieguo dei mesi si passò via via sempre più verso la rassegnazione e il velleitarismo, con la sensazione di essere sempre più isolati e lontani dalla popolazione, con un consenso che quasi giornalmente era sempre più labile. Tutte le offensive lanciate contro le forze ribellistiche non avevano dato i risultati sperati; il movimento partigiano anziché scomparire, ad ogni offensiva portata a termine, convinti di aver raggiunto una vittoria, si ripresentava ancora più forte e non minimamente indebolito. Vi erano zone praticamente perse e sotto il controllo dei ribelli. Nelle città la sicurezza era labile e qui si dimostrava tutto il carattere di questo avversario imprendibile. Con i mesi il rapporto con i tedeschi, anche sul campo militare, si logorò. E questo era la conseguenza di un aspetto della Repubblica Sociale che ormai era sotto gli occhi di tutti. Non vi era concordia, con vi era unità di comando, non vi era una linearità di intenti. Vi era L’Esercito di Graziani, l’esercito apolitico, le Brigate Nere di Pavolini, l’esercito del partito in armi, la Guardia Nazionale Repubblicana di Ricci, una miriade di altre reparti ed unità semi dipendenti; mentre praticamente inesistente per mancanza di mezzi la Marina Militare, l’Aeronautica si immolava con i pochi aerei rimati. In più erano sorte ad opera di capi improvvisati, le varie polizie speciali, vere bande di delinquenti, ladri, torturatori sadici che terrorizzavano la popolazione. Tutto questo, era evidente, per mancanza di un potere centrale che doveva essere nelle mani del Duce, capo carismatico; ma Mussolini come già nel Regime, voleva i suoi collaboratori l’uno contro l’altro, in lotta fra di loro, e questa scelta era la fonte primaria del suo potere personale. Potere molto limitato, peraltro, perché quello vero era in mano ai tedeschi, cioè ai rappresentanti di Hitler ed Himmler in Italia. Il vero smacco per la Repubblica Sociale fu il perenne diniego dei tedeschi di inviare reparti della Repubblica al fronte. Le quattro divisioni che rientrarono dalla Germania furono impiegate in funzione antipartigiana, scavando ancora di più il fossato tra la Repubblica Sociale e gli Italiani, mentre la vera destinazione sarebbe stato il fronte di Cassino. Su questo fronte, altro smacco per la Repubblica Sociale, vi erano presenti solo un reparto di Valerio Borghese, che aveva stipulato un patto privato tra lui ed i tedeschi, e soprattutto vi erano dei soldati italiani; come gli ex paracadutisti della divisione “Ciclone”, o i volontari nelle Waffen-SS italiane che si erano arruolati nelle fila della Whermacht con uniforme tedesca e giuramento ad Hitler, per non aderire alla Repubblica Sociale, di cui avevano perso ogni stima. Anche se non a conoscenza dei dirigenti della Repubblica, in primis Mussolini, a ottobre del 1944 i tedeschi iniziano contatti segreti con gli Alleati in Svizzera per arrivare ad una pace separata, (operazione Sunrise), contatti che continueranno fino all’aprile successivo e che porterà alla firma della resa a Caserta del 29 aprile 1945 dei tedeschi In Italia, senza alcun rappresentante della RSI presente. L’ultimo oltraggio tedesco, espressione della disistima sempre coltivata dai nazisti, per alleato fascista italiano.

 

 (massimo coltrinari)

 

 

 

 

 

 

 

domenica 21 aprile 2024

L'ACQUA:ARMA GEOPOLITICA DEL FUTURO?

 NOTIZIE CESVAM




Lo scorso 22 marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, il Presidente del Lions Club Perugia Fonti di Veggio, Giovanni Riccardo Baldelli, ha organizzato nello splendido complesso monumentale di S. Giuliana di Perugia, sede della Scuola lingue estere dell’Esercito, il convegno: L’Acqua: arma geopolitica del futuro? Problematiche strategiche e di supporto umanitario.

All’evento, il Col. Osvaldo Biribicchi, in rappresentanza del CESVAM, autore del libro L’Africa a sud del Sahara, ha trattato il seguente argomento: La Grande Diga del Rinascimento Etiope: l’acqua fattore economico e politico.

 


venerdì 19 aprile 2024

Gli Italiani e la guerra di Liberazione. 1944 Il Quinto Fronte. I Dimenticati da tutto e da tutti

 DIBATTITI

  Il V Fronte. I prigionieri,  rimanere fedeli o collaborare?

 

 Il 1944 fu un anno terribile per i prigionieri italiani in mano alleata. La crisi armistiziale aveva fatto sperare a tutti un rapido ritorno a casa. In realtà un armistizio, dal punto di vista giuridico, non prevede la restituzione dei prigionieri. Nelle clausole firmate dal Governo Badoglio, peraltro, questi sì “era dimenticato” di chiedere la restituzione dei prigioneri italiani in mano alleata, suscitando negli Alleati sospetti pesanti sulla sua credibilità e sulla sua lealtà. Badoglio si era ricordato di loro nel momento in cui si pose mano alla ricostruzione delle forze armate predisponendo piani per l’approntamento di Armate con personale da tratte dai campi di prigionia alleati. Il progetto fu ovviamente osteggiato dagli Alleati che vedevano i prigionieri italiani in loro mano solo come forza da impiegare nel settore logistico: in pratica, con condizioni più umane, quello che facevano i tedeschi con gli Internati Militari in loro potere. Anche per i prigioneri in mano alleata si poneva il dilemma se aderire o non aderire, se rimanere fedeli al giuramento prestato a quel Re, il cui governo non dava alcuna indicazione su come comportarsi fuggendo ancora una volta dalle sue responsabilità, lasciando ancor più il singolo abbandonato a sé stesso. In tutti l’alto senso della disciplina e dell’onore militare era un freno a prendere decisioni, soprattutto per il fatto che al rientro in Italia sapevano tutti che il loro comportamento in prigionia sarebbe stato oggetto di attento giudizio. Anche questo fronte si divise in collaboratori e non collaboratori, con le conseguenze nel lungo periodo che questa scelta a posteriori fu etichettata ideologicamente.

Addirittura per quelli in mano alla URSS furono gettate le premesse per quelle violentissime polemiche sui prigionieri in mano sovietica che caratterizzò i primi anni del secondo dopoguerra. Anche per i prigionieri il 1944 fu un anno di speranze, delusioni, di difficoltà, senza prospettive di vedere realizzato quello che tutti aspettavano: rientrare in Italia.

 


 

 

 

 

 

 


giovedì 18 aprile 2024

Presentazione del Dizionario della Guerra di Liberazione 1943. Compendio e Glossario

NOTIZIE CESVAM




Lo scorso 9 aprile, presso la Biblioteca comunale “Alessandro Cialdi” di Civitavecchia, si è tenuta la presentazione del libro Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione - 1943 Il momento delle scelte, di Massimo Coltrinari e Osvaldo Biribicchi.                                                                               Nel corso dell’evento, organizzato da Antonio Trogu del Centro Studi sul Valore Militare dell’Istituto del Nastro Azzurro e Pasquale Maldera, presidente della locale Sezione UNUCI, Osvaldo Biribicchi ha ricostruito i punti salienti dei primi quattro mesi della Guerra di Liberazione, settembre-dicembre 1943, una guerra nata dalle scelte degli italiani all’indomani della crisi armistiziale.                          Alla presentazione del libro hanno assistito - tra gli altri - il Sindaco di Civitavecchia, avv. Ernesto Tedesco, ed una rappresentanza del Corpo delle Infermiere Volontarie CRI.  (O.B.)


mercoledì 17 aprile 2024

TRA REALTA' E SEDUZIONE

 DIBATTITI


IMPRESSION  MANAGEMENT

 Ten. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta

 

 “ Noi non crediamo che la verità resti la verità quando le viene tolto il velo”

( Nietzsche)

 

         Vi è sempre stata la necessità nel districarsi delle relazioni sociali, nel momento in cui si tenta di acquisire un utile da una persona posta in un punto di forza e fornita delle risorse da noi desiderate, di suscitare la giusta impressione.

         Questi comportamenti volti a produrre buone impressioni su persone per noi rilevanti e a proteggere la nostra immagine ( ingration strategies) si possono distinguere in tre tipologie ( Perrone):

 

·        Comportamenti di tipo adulatorio, consistenti nel fare complimenti e sottolineare i “notevoli” risultati conseguiti dal target;

·        Comportamenti di autoevidenza, i quali si possono risolvere in una autopromozione evidenziando i propri aspetti più apprezzati e piacevoli per il target, quali la socievolezza e la disponibilità a fornire favori, oppure attraverso una falsa auto modestia ;

·        Comportamenti di autostima, mediante i quali si sostengono gli stessi valori e le stesse opinioni del target rassicurando il suo livello di autostima e creando un rapporto di similitudine e quindi di simpatia.

 

Sostanzialmente si tratta di una scena teatrale in cui infinite rappresentazioni creano una scala di relazioni, permettendo di rivestire i vari ruoli esistenti nella società evitando così di scivolare verso puri rapporti di forza ( Goffman), è stato a riguardo osservato che non vi è una pura interpretazione negativa di tali strategie essendo queste di per sé utili a rendere fluidi i rapporti sociali, creando coesione, partecipazione e favorendo il trasferimento di informazioni, è in realtà  l’eccesso sistematico di tali comportamenti, associato magari alla denigrazione altrui, che può portare ad un disvalore, tuttavia se facilita il funzionamento dei sistemi sociali complessi  esso non può sanare i problemi di fondo di un’organizzazione sociale qualsiasi ( Perrone ).

Dobbiamo considerare che, come osserva Edward O. Wilson, “ i conflitti violenti e con esiti letali sono talmente comuni nelle società umane da suggerire che rappresentino un istinto adattivo della nostra specie”( 108), quello che ci distingue  dagli scimpanzé è l’evoluzione culturale che permette alleanze sempre più complesse a seguito di una complessità culturale che deriva dalla crescita dimensionale della società, come dimostrato dai modelli matematici elaborati da Maxime Derex e dai suoi colleghi ricercatori.

Vi sono due livelli di selezione, se gli individui egoisti vincono sugli altruisti all’interno dei gruppi, nel conflitto tra gruppi quelli che contengono più altruisti vincono su quelli formati prevalentemente da egoisti (David Sloan Wilson), fondamentale è il trasferimento di memorie e miti collettivi in tempi dedicati da affiancare alle questioni prettamente economiche del giorno lavorativo.

L’attuale svolta internazionale nelle relazioni con i conflitti in Ucraina, Medio Oriente e Mar Rosso e le tensioni nell’Oceano Pacifico, nel superare la visione idilliaca della fine della Storia in un eterno presente economico globalizzato, ha riportato in auge la necessità di un fronte interno in cui deve esserci una prevalenza degli altruisti sugli egoisti, questi ultimi vincenti nel racconto di una globalizzazione economica in cui gli Stati erano indifferenti e superati nel prevalere di una finanza globale.

La self presentation può tuttavia favorire gli errori di percezione se questa si risolve esclusivamente in atti di machiavellismo e denigrazione, magari per raffronto, vengono ad essere sfruttati fenomeni quali la prima impressione, in cui la necessità della presenza dei principi di coerenza del giudizio e di completamento degli elementi iniziali colti porta a confermare il giudizio stesso, l’effetto alone, nel quale le poche caratteristiche osservate sull’individuo vengono ad influenzare la valutazione delle altre, la proiezione, attraverso la quale si proiettano sugli altri i propri tratti di personalità più apprezzati, oltre naturalmente agli stereotipi ( Tosi- Pilati).

Errori e nostri problemi sono di preferenza attribuibili a fattori esterni, mentre successi ed errori altrui a fattori interni con un processo denominato “errore di attribuzione fondamentale”, secondo quanto osservato da Heider, il risultato è una distorsione del giudizio ed una errata valutazione.

Questa autopresentazione si risolve in molti casi in un tentativo di seduzione,  in un oscillare tra due poli: quello della strategia e quello dell’animalità, dalla sottile logica alla suggestione animalesca, nel tentativo di catturare il desiderio altrui attraverso una rete di apparenze che eriga innanzi al target un simulacro di potenza     ( Baudrillard ).

Vi  è un intrecciarsi di rapporti di forza e di desiderio che si esprimono in segni di potere i quali sviano il discorso dalla verità, l’interpretazione dei segni svuota la seduzione, la ricerca del senso ne raffredda l’emozione, rende più lento il discorso sociale disvelando le illusioni ( Baudrillard), ma l’emozione, che la seduzione incorpora può risolversi in un agire più fluido se opportunamente incanalata, il malessere non è che un’esposizione violenta del proprio essere, un’incapacità di farsi accettare.

Nell’ autorappresentazione vi è la coscienza sui propri parametri che qualcun altro comunque lo farà, si tratta pertanto di anticiparlo, questo non garantisce che l’opera di simulazione non sia fragilissima e cada entro un labirinto insormontabile di riflessi in cui inizi la devastazione dell’immagine.

In questa opera di costruzione dell’immagine vi è una parzialità insita nello stesso operare, una voluta coscienza narcisistica dell’inganno nel tentativo di simulare verso l’altro solo parte di sé stessi, ma anche questi rivela solo un’immagine predefinita in uno scambio continuo di logica e sensazioni in cui il potere è un impasto di potenza e di sfida.

E’ stato osservato che la “Modernità” regge su due pilastri in contrasto tra loro,

la libertà e l’uguaglianza, dove al crescere dell’una vi è una diminuzione dell’altra, mancando un terzo elemento equilibratore ( Cardini).

         Le classi giovanili, crescendo senza adeguati punti di riferimento, diventano bulimici accumulatori di emozioni nel presente, senza un passato e nell’atrofia dei fini per il futuro, in una società dall’esasperato individualismo ( Guglielmo Gallone – Limes, 2/24).

         Cambiare la mentalità di un sistema e la cultura politico – strategica è un processo lungo, complesso e incerto senza una grave crisi che funga da shock. Questo “ Specialmente per noi italiani, tra i quali è già affiorata la tentazione di trasferire al più presto la delega a proteggerci esercitata dagli Stati Uniti, che non vogliono più assumersi questa responsabilità, a un’Europa nella quale sarà difficile trovare interlocutori più sensibili di noi alla salvaguardia dei nostri interessi nazionali”         ( 189, L’Italia riarma lentamente, Germano Dottori, in Limes, 2/2024)

La seduzione è narcisistica, una verità forse alterata, ma come osserva Rivarol “il popolo non voleva la Rivoluzione, voleva solo lo spettacolo”.

 

 

Bibliografia

 

·        AA. VV., Una certa idea d’Italia, Limes, 2/2024;

·        F. Cardini, La deriva dell’Occidente, Laterza 2023;

·        Edward O. Wilson, Le origini profonde delle società umane, Raffaello Cortina Editore 2020;

·        V. Perrone, Che impressione! Management ed economia della bella figura, in E & M, 3-7, ETAS 1/2012;

·        F. Heider, The Psychology of Interpersonal Relations, John Wiley & Sons , N.Y. 1958;

·        H. L. Tosi- M. Pilati, Comportamento organizzativo, Egea 2008;

·        S. B. Sabetta, Evoluzione del concetto di Stato dal XIX al XXI secolo, Montedit 2022.

·        J. Baudrillard, Della seduzione, Se 1979.


martedì 16 aprile 2024

Master 1° LIv. POLITICA MILITARE COMPARATA DAL 1945 AD OGGI. Dottrina Strategia, Armamenti

 NOTIZIE CESVAM

 

MASTER DI I LIVELLO

POLITICA MILITARE COMPARATA DAL 1945 AD OGGI

Dottrina, Strategia, Armamenti.

                                                                                                                                   

Obiettivi e sbocchi professionali

Approfondimenti specifici caratterizzanti le peculiari situazioni al fine di fornire un approccio interdisciplinare alle relazioni internazionali dal punto di vista della politica militare, sia nazionale che comparata. Integrazione e perfezionamento della propria preparazione sia generale che professionale dal punto di vista culturale, scientifico e tecnico per l’area di interesse.

 Destinatari e Requisiti

Appartenenti alle Forze Armate, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Insegnanti di Scuola Media Superiore, Funzionari Pubblici e del Ministero degli Esteri, Funzionari della Industria della Difesa, Soci e simpatizzanti dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’UNUCI, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Cultori della Materia (Strategia, Arte Militare, Armamenti), giovani analisti specializzandi comparto geostrategico, procurement ed industria della Difesa.

Durata e CFU

1500 – 60 CFU. Seminari facoltativi extra Master. Conferenze facoltative su materie di indirizzo.  Attività facoltativa post master

Durata e CFU

Il Master si svolgerà in modalità e-learnig con Piattaforma 24h/24h

Costi ed agevolazioni

Euro 1500 (suddivise in due rate); Euro 1100 per le seguenti categorie:

Laureati UNICUANO, Militari, Insegnanti, Funzionari Pubblici, Forze dell’Ordine

Soci dell’Istituto del Nastro Azzurro, Soci dell’UNUCI

Possibilità postmaster

Le tesi meritevoli saranno pubblicate sulla rivista “QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO”

Possibilità di collaborazione e ricerca presso il CESVAM.

Conferimento ai militari decorati dell’Emblema Araldico

Conferimento ai più meritevoli dell’Attestato di Benemerenza dell’Istituto del Nastro Azzurro

Possibilità di partecipazione, a convenzione, ai progetti del CESVAM

Accredito presso i principali Istituti ed  Enti con cui il CESVAM collabora

Contatti

06 456 783 dal lunedi al venerdi 09,30 – 17,30 unicusano@master

Direttore del Master: Lunedi 10,00 -12,30  -- 14,30 -16

 

ISTITUTO DEL NASTROAZZURRO                                       UNIVERSITA’ NICCOL0’                                                                                                                                         CUSANO

CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare                                   www.unicusano.it/master

www.cesvam.org  - email:didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org

 

 


lunedì 15 aprile 2024

Gli Italiani e la Guerra di Liberazione. 1944 Il Quarto Fronte. Da Oppressori a combattenti per la libertà

 DIBATTTI

 

 

Il IV Fronte. I combattenti all’estero: come sopravvivere


Per i militari italiani all’estero, che avevano scelto di andare in montagna e dare guerra al tedesco, il 1944 fu un anno di difficili prove. Venuto meno il vincolo disciplinare che, bene o male, era stato un elemento di riferimento all’indomani della proclamazione dell’armistizio, nel 1944 i militari italiani erano stati nella maggior parte assorbiti nelle formazioni locali partigiani. Tattiche di guerriglia, gerarchia, disciplina, logistica erano completamente diverse e spesso in contrasto anche con il proprio pensiero sia politico che nazionale. In ottobre un altro dramma: il conflitto interno greco, al momento della ritirata tedesca, coinvolge i militari italiani che rappresentano, spesso, l’unico motivo di concordia per i Greci che si combattono: gli italiani erano e sono solo dei fascisti invasori. In Albania e in Jugoslavia, pur cercando di mantenere la propria identità, i soldati italiani, accettati e rispettati come combattenti, vengono via via assorbiti dalle scelte ideologiche di questi movimenti, soprattutto quella comunista che al momento è accettata ma che in prospettiva sarà di grande peso al termine della guerra, senza che il singolo soldato italiano se ne rendesse conto. Per i soldati italiani combattenti all’estero è imperativo sopravvivere, cercare di abbreviare il più possibile la guerra, nella speranza di ritornare cercando di barcamenarsi al meglio tra tedeschi e partigiani locali, anche per loro in un contesto di solitudine ed abbandono da parte delle Autorità in Italia.

 

(MASSIMO COLTRINARI)

domenica 14 aprile 2024

Missioni Umanitarie di Pace. Raccolta Testimonianze

 


L’Istituto del Nastro Azzurro (tramite il CESVAM  - Centro Studi sul Valore Militare (contriostudicesvam@istitutonastroazzurro.org),  intende raccogliere testimonianze di appartenenti  alle Forze Armate Italiane  e ai Corpi di Polizia che hanno partecipato a Missioni “Fuori Area” Umanitarie o di altro tipo. La Testimonianza consiste in un contributo di due facciate  (6000) caratteri (vds scheda) da pubblicare in un volume che si prevede possa raccogliere circa 90 testimonianze suddivise per Forza Armata e Corpi di Polizia in proporzione. L’obiettivo è quello di fare memoria per un tratto di storia recente che sta passando dalla cronaca alla storia. La partecipazione a questa iniziativa è a titolo gratuito, secondo le consuetudini del CESVAM – Centro Studi sul valore Militare. Ai partecipanti sarà consegnata la pubblicazione che si prevede possa vedere la luce alla fine del presente anno. La email di contatto è la presente ricerrca.cesvam@istitutonastroazzurro.org

 Scheda – Traccia per la Testimonianza

Vuole essere un contributo tratta della esperienza personale e professionale vissuta nella Missione Umanitaria scelta ed indicata volta a contribuire una “memoria collettiva”, ancorchè limitata, e circoscritta alle esigenze della pubblicazione. Di seguito con ampia possibilità di interpretazione si indicano, per una questione anche di omogeneità, criteri di massima nella compilazione.   Il criterio generale è la descrizione divulgativa.

Titolo della Esperienza, a cui seguirà  Nome e Cognome[1]

Inquadramento generale della Missione – Area Geografica - Periodo Storico Obiettivo generale

Reparto di appartenenza e il suo ruolo della Missione

Aspetti  particolari che si crede opportuno indicare riguardo a quanto sopra  (aspetti di geografia umana, etnica, ecc)

Proprio ruolo svolto nella Missione[2]  (evitare ogni considerazione di carattere operativo

Particolari aspetti che si vuole evidenziare  (evitare ogni considerazione di carattere operativo)

Proprie considerazioni  conclusive  di carattere personale

Retaggio di questa esperienza sotto il profilo personale ed eventualmente professionale

 

Note Tecniche

Carattere  Paladino Lynotipe  Carattere 12  Spazio 1

Lunghezza  di massima tutto compreso due pagine word..(6000 Caratteri)

1 Foto Personale  1 Carta Geografica (da non inserire nel testo)

 

Nella Pubblicazione, vi sarà il Titolo seguito dal Nome e Cognome, In nota si pubblicherà una scheda anagrafica con i seguenti dati:

(Cognome………………)  (Nome…………………..)

Anno di Nascita……………….

Forza Armata di appartenenza…………………..(all’epoca della Missione

Arma/Corpo di appartenenza…………………….(all’epoca della Missione)

Specialità, ………………………………………..(Specialità all’epoca della Missione)

Unità o Reparto…………………………………...(all’epoca della Missione)

Missione…………………………..Area Geografica di intervento………………….

Periodo in cui si è svolta la missione………………….

Grado al momento dello svolgimento della Missione…………

Eventuale Decorazione al Valore di Forza Armata Ricevuta……………………………..

 

Mario Rossi, 1960, Esercito, Fanteria, Bersaglieri, 8° Reggimento, II Battaglione, 1a Compagna, Libano I, Libano – Beirut, ottobre novembre 19, Tenente



[1]      Si inseriranno i dati della scheda anagrafica

[2]      Eventuali pubblicazioni edite con il proprio nome  messe in nota (articoli, saggi, libri pubblicati)