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Caratteristiche
carro P/40
Il
carro “P” venne trattato per la prima
volta nella pubblicazione Impiego delle
unità carriste del 1° dicembre 1938. L’impiego dei carri “P” prevedeva che fossero utilizzati per integrare l’azione
dei carri “M” in azioni manovrate (in
modalità decentrata o a massa), o in azioni di rottura (una compagnia carri “P” per ogni Battaglione carri “M”). Nel
corso dello sviluppo del progetto vi furono delle incertezze sulla tipologia di
armamento da installare, che comportarono nel 1942 la riprogettazione della
torretta e dello scafo. Vi furono anche alcune incertezze riguardanti la
tipologia di motore da installare, diesel o benzina, che prolungarono oltremodo
lo sviluppo del progetto. Alla fine, il carro venne adottato il 25 novembre
1942, anche se nessun esemplare entrò mai in servizio con il Regio Esercito.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 alcuni esemplari, infatti, furono
utilizzati dai tedeschi che dopo aver ordinato all’Ansaldo di riprendere la
costruzione del carro li utilizzeranno interrandoli, senza motore, in
postazioni fisse.
La
Formazione di guerra del Battaglione
carri P, prevedeva:
-
un Comando Battaglione, su: plotone comando, plotone recuperi e plotone rifornimento munizioni;
-
tre compagnie carri P, ciascuna su: plotone comando e tre plotoni carri da 4 carri ciascuno,
con
una forza di: 25 Ufficiali, 65 Sottufficiali e 632 militari di truppa (di cui
101 automobilisti) e una dotazione di: due carri
comando, una autoblindo comando e 40 carri
P (di cui uno per la compagnia
comando).
Equipaggio: 4 uomini;
Peso
con equipaggio: 24.000 kg circa;
Lunghezza: 5,870 m;
Larghezza: 2,700 m;
Altezza: 2,450 m;
Armamento: un cannone da 75/18 o da 75/32
e mitragliatrice Breda in calibro 8 in
torretta girevole;
due mitragliatrici
Breda in calibro 8 in casamatta;
Motore: diesel a 12
cilindri;
Potenza: 330 HP;
Velocità
max: 40 km/h su
strada;
Autonomia: 250 km su strada; 10 ore
su terreno vario;
Protezione max: 50/40 mm.
Fonte Nicola
PIGNATO e Filippo CAPPELLANO, Gli
autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano – Volume Secondo
(1940-1945), op. cit., pp. 283-289
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