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giovedì 27 febbraio 2020

Editoriale

EDITORIALE

Una sfida da vincere: la comunicazione

Punto focale di questo commento è la constata incapacità del nostro Istituto di fare comunicazione efficiente e mirata a sostegno e documentazione della attività svolta. Esiste una Associazione che ha pubblicato un volume nel 2014 e, ad ogni riunione del Ministro o incontro della Confederazione  fra Associazioni Combattentistiche o altri eventi  esalta e magnifica questa opera editoriale e, a segui
re, tale opera è esaltata e magnificata. Sarà pure una realizzazione modello Federico II, il Re nato a Jesi, chiamato lo "Stupore del Mondo", ma sono sette anni che viene magnificata. Di contro il nostro Istituto dal 2015 ad oggi ha pubblicato  17 volumi, in media di 300 pagine l'uno, frutto di ricerca e studi,  e nessuno ne parla e nessuno ne sa niente, Sotto l'etichetta "occorre andare verso i giovani" e quindi andare nelle scuole, Assoarma chiede conferenzieri presentando il programma come l'attività di punta di questo anno. Da tre anni siamo alla Università, abbiamo avviato un Master di 1° Livello in Storia Militare, abbiamo tenuto due sessioni di laurea per questo Master, abbiamo predisposto un altro Master di Politica Militare Comparata (Dottrina, Strategia, Armamenti); sono in corso contatti per la Istituzione di una Cattedra di Storia Militare con le autorità accademiche per ulteriormente essere presenti tra i giovani e, infine, siamo su una piattaforma informatica universitaria che copre non solo l'Italia ma tutta l'Europa occidentale. Noi siamo tra i giovani. L'emblema e la sintetica storia del Nastro Azzurro è presente su questa piattaforma che quotidianamente e visitata da oltre 2000 giovani studenti. Con il programma Storia in Laboratorio" a suo tempo deriso e sbeffeggiato oltre ogni dire, normalmente siamo presenti dalle venti alla trenta scuole non solo a Roma, e siamo presenti nei POF (Proposta di Offerta Formativa)  in scuole sia di Primo che di Secondo Grado. E tutto questo non risulta ne ad Assoarma nè alla Confederazione, Peraltro quando qualcosa arriva, si è accolti con il sorrisetto beffardo di chi non riesce nemmeno a cogliere l'essenza dei nostri contenuti tanto è tronfio nella sua arroganza intellettuale. Siamo l'Unico Istituto che, da 14 numeri, (dal 2015 prima semestrale poi trimestrale) produce una Rivista Scientifica di Storia e Geografia di III Classe (128 pagine) trimestrale, una rivista che si legge, non si sfoglia, in quanto volutamente non vi è il colore e le soluzioni accattivanti come ogni rivista scientifica di terza fascia. Con questo mezzo siamo in grado di andare a fare, lì dove vi è l'opportunità, conferenze sia ai corsi di laurea triennale sia di corsi di laurea specialistica, ed aggregare intorno ad essa giovani ricercatori che trovano spazio per le loro pubblicazioni. Al momento sono circa una sessantina. Assoarma non concepisce nemmeno l'idea di andare a fare conferenze all'università, ma di questa attività, a cui potrebbe contribuire, praticamente non sa nulla.
Poi abbiamo il Periodico che non sfigura accanto a tutte le riviste associative, che noi, unici, raccogliamo e cataloghiamo nella nostra Emeroteca sia come fonte di archivio sia come fonte iconografica, a sostegno della ricerca e della didattica di cui sopra..

La critica che ci viene, in tema di contributi del Ministero, è che prendiamo troppi soldi. Forse al Gabinetto del Ministro sono più informati di quello che facciamo di chi avanza queste critiche.

Tranne al Ministero, tutta la nostra attività non è minimamente conosciuta. Ma questo potrebbe essere coerente al fatto che noi Istituto del Nastro Azzurro, non siamo una Associazione. L'Istituto del Nastro Azzurro è fondato per legge, e solo per legge può essere sciolto. Tutte le Associazioni Combattentistiche e d'Arma sono espressione di un diritto costituzionale protetto ( il Diritto di Associazione) ma proprio per questo ha natura privatistica, statuti e regolamenti privatistici e quindi conseguentemente prevale l'interesse privato espressione della Associazione e dopo quello collettivo. L'Istituto del Nastro Azzurro per Legge deve fare il contrario, prima l'interesse generale della collettività poi quello Associativo.

Se la nostra attività non è conosciuta e siamo in un contesto sia di Assoarma che della Confederazione emarginati, ignorati e spesso anche derisi frutto della superbia di chi, durante il servizio, ha condotto le Armate italiane alla conquista del mondo questa è solo colpa nostra. Gli altri sono assolti da tutto questo presi dalle loro visioni e dai loro orientamenti e non possono essere chiamati in causa.

Quindi? 
Occorre  in questo momento in cui tutto è fermo per la nota emergenza nazionale (a proposito Il Raduno degli Alpini, stante le ultime notizie,  si farà lo stesso: Interpellato un esponente di alto livello dell'Associazione ha detto "noi tireremo dritto". Ancora una volta, come ovvio, prevale l'interesse privatistico rispetto a quello nazionale, della collettività tutta. Gli alpini ci riflettano quanto parlano di Italia.)  Momento di riflessione (L'istituto ha rinviato, in base al Decreto del Governo del 23 febbraio 2020 la Giornata del Decorato 2020 a Catania e si è attenuto alle disposizioni governative)  in cui si deve affrontare il problema della Comunicazione.

Il CESVAM non può. se non come attività marginale, occuparsi di Comunicazione come si intende in questo contesto. Il CESVAM fa attività di ricerca, di studio, editoriale e didattica, Occorre all'Interno dell'Istituto trovare una entità che faccia Comunicazione e sia presente in modo costante lì dove deve essere, cominciando alla Assoarma, alla Confederazione ed in ogni contesto in cui occorre mettere in vetrina le attività dell'Istituto, al fine anche di trovare ulteriori risorse. Una bella sfida che, se sarà vinta, farà crescere ulteriormente l'Istituto, in vista della data centenaria del 2023 che si sta avvicinando.


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