L’Istituto del Nastro Azzurro – fra Decorati al Valor
Militare è un Ente Morale dal 31 maggio 1928 e,
si propone di nobilitare il segno del valore , tutelare il rispetto e
l’amore per la Patria e diffondere, soprattutto nelle giovani
generazioni, la coscienza dei doveri verso questa. Si prefigge inoltre
lo scopo di ravvivare il ricordo degli eroismi compiuti mediante pellegrinaggi
e cerimonie.
In tale contesto l’Istituto ha deliberato di commemorare il
Centenario della 1^ Guerra Mondiale onorando i Caduti di quell’immane conflitto
in uno dei Sacrari Militari del Veneto. La scelta è caduta sul Sacrario
Militare di Asiago dove riposano i resti mortali di soldati italiani ed
austro-ungarici che pur impegnati su fronti opposti sono stati accumunati da un
tragico destino.
Con queste premesse si è dato vita un progetto che nei suoi
termini generali così riportava:
“Si è allora pensato
di organizzare una cerimonia coinvolgendo la Croce Nera d’Austria,
un’Associazione che dal 1919 censisce i luoghi di sepoltura ed effettua periodiche visite nei cimiteri e
nei Sacrari Militari che contengono
spoglie di soldati austriaci sia in Austria che all’estero. L’invito è stato accolto e nei giorni 16 e 17
maggio 2015 una delegazione austriaca comprendente i vertici della Croce Nera,
autorità parlamentari ed appartenenti ad associazioni d’arma, per un totale di
un centinaio di persone arriveranno ad Asiago. La presenza stranierà sarà
completata da autorità consolari ungheresi, mentre quella nazionale sarà assicurata
da Soci dell’Istituto, studenti provenienti dalla Toscana e dal Veneto.
La commemorazione
prevede una serie di eventi e manifestazioni comprendenti esibizioni di bande e
fanfare italiane ed austriache che coinvolgeranno anche la popolazione locale.
Il progetto si propone lo scopo di unire Popoli che 100
anni fa erano in guerra e che oggi, insieme, vogliono conservare la memoria dei
propri Caduti affinché le nuove generazioni non dimentichino ì sacrifici e le
difficoltà che hanno affrontato i protagonisti di quell'epopea.
Per quanto riguarda
la fase di divulgazione dei risultati
essa avverrà sia con la pubblicazione sul periodico dell’Istituto sia con
metodi divulgativi più moderni: il portale www.istitutonasstroazzurro.org ed il
supporto digitale che utilizzando il web come mezzo di diffusione, si rivolge
ai giovani quali maggiori utilizzatori delle nuove tecnologie di comunicazione.”
Da allora si sono tenuti quattro incontri, con alternanza
una volta in Austria ed una volta in Italia, in luoghi ove siano presenti
cimiteri di guerra. Nel 1914 si è svolta nel sacrario di Cima Grappa ed ad
Asiago nel 1915, poi nel 1916 in Austria.
Nel 1917 la scelta è caduta su Feltre,
nel cui territorio vi sono cimiteri di guerra sia dell’Austria-Ungheria
che della Germania.
In questo
quadro il Centro Studi sul Valore Militare – Cesvam ha presentato un Progetto
al Ministero della Difesa per un Convegno di Studi dal tema “La
prigionia Italiana in Austria Ungheria e la Prigionia Austriaca in Italia
durante la Prima Guerra Mondiale.” Lo scopo del convegno è quello di fornire
alla Croce Nera Austriaca notizie e documenti di archivio inediti della
prigionia austriaca in Italia e viceversa, ovvero avere documentazione
austriaca sulla prigionia italiana in Austria Ungheria. Tale progetto non è stato accolto per il finanziamento, ma rimane come
attività del CESVAM. Il materiale raccolto sarà pubblicato in Atti, come
sintesi delle attività di incontro e contribuirà alla realizzazione del
progetto collegato dedicato al Combattente Disarmato, ovvero alla figura del
Prigioniero Italiano, appunto combattente disarmato.
Questo progetto definito “La
Prigionia Italiana dal 1861 al 1945” si basa sulla idea centrale definita nel
seguente modo:
“Nel retaggio della nostra
Storia Militare il prigioniero di guerra non è stato mai visto con positività.
Abbiamo sempre considerato i prigionieri di guerra come soldati che non hanno
fatto in fondo il proprio dovere. E’ il retaggio del concetto d’annunziano che
considerava i prigionieri come dei Peccatori contro la Patria”. Considerato che
i primi prigionieri di guerra del Regio Esercito, dopo le battaglie
risorgimentali e la presa di Roma 1870, sono i prigionieri della Battaglia di
Adua in mano al re Etiope Menelik, appare evidente che questo retaggio ha
motivi sufficienti per essere tale.
Nella realtà il prigioniero
di guerra, anche ai dettami del Codice comportamentale e del Codice Militare di
Guerra e del Regolamento di disciplina, ha il dovere, una volta caduto
prigioniero, di continuare combattere e a rispettare i dettami delle predette
normative, Ovvero seppur un combattente disarmato, deve continuare a
combattere, con altri mezzi e modi, per queste questo gli chiede la sua Patria. Non
per altro al rientro dalla prigionia esiste un preciso momento in cui il
comportamento del combattente viene valutato e giudicato.
Come ogni combattente,
quindi,anche il prigioniero esprime nel suo comportamento momenti di Valore
Militare, che sono diversi e diversamente premiati dal combattente in armi, ma
che sono sempre momenti in cui il Valor Militare si esplica.
Il progetto vuole evidenziare
questo in una narrazione di fatti e comportamenti, ovvero descrivere una storia
della prigionia Militare Italiana, fino alla seconda guerra mondiale, che allo
stato della attuale storiografia non è stata mai affrontata in modo organico.
Da rilevare che è facile cadere nell’errore di equivocare fra Prigionia di
Guerra ed Internamento, dopo l’esperienza degli Internati Militari Italiani
della seconda guerra mondiale. IL progetto vuole anche marcare le
inequivocabili differenze fra queste due situazioni giuridiche e militari. “
Il progetto prevede che i programmi esecutivi si articolano in
tre momenti: 1.Ricerca e individuazione
del materiale d’archivio ed edito; 2.
Elaborazione critica di detto materiale3. Stesura della bazza dei volumi. Le Modalità
di Esecuzione prevede due momenti 1.Ricerca e individuazione del materiale d’archivio ed edito: Le ricerche si
svolgeranno presso l’Ufficio
Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, la Biblioteca Centrale
Militare di Roma, L’Archivio della Associazione Nazionale
Reduci dalla Prigionia, Internamento e Guerra di Liberazione, e gli Uffici
Storici di Forza Armata. 2. Elaborazione
critica di detto materiale: Il
materiale sarà ordinato in base a criteri che gli autori che sono: Lineamenti
generali della prigionia di guerra. Aspetto Giuridico. spetto Militare: le
fasi: resa, raccolta, invio all’indiero, avvio ai campi di smistamento,
assunzione, avvio ai campi di prigionia, trattamento e vita nei campi,
rimpatrio. La Prigionia nelle Guerre del Risorgimento, La Prigionia nelle
Guerre Coloniali. La Prigionia nella Prima Guerra Mondiale. La Prigionia nella
Seconda Guerra Mondiale.
Anche il Progetto dedicato alla Prigionia Italiana dal 1861
al 1945 non è stato accolto per il finanziamento da parte del Ministero della
Difesa. Come per gli altri presentato e
non accolti il CESVAM li ha avviati, con
tempi particolari, alla realizzazione come filoni di studio e ricerca
nell’ambito delle sue attività.
Pertanto gli incontro con la Croce Nera, che hanno cadenza
annuale, da Feltre in poi, secondo la proposta del CESVAM presenta al
Presidente Nazionale del Nastro Azzurro, devono avere anche un contenuto di
ricerca e di studio per la reciproca conoscenza oltre agli aspetti già noti di
rievocazione e omaggio ed al significato
che si è dato a questi incontri.
A Feltre non è stato possibile individuare uno spazio da
inserire nel programma ufficiale, ma si sono svolti contattati per proporre
l’idea per i prossimi anni.
Per il 4° Incontro di Feltre, il CESVAM, aveva predisposto
due relazioni base per avviare contatti, redatte dal Direttore e dal Vice
Direttore del CESVAM consistenti nella individuazione dei campi di
concentramento italiani in
Austria-Ungheria e quelli italiani per prigionieri austriaci e delle altre
etnie dell’Impero in Italia. Materiali che sottendono a queste ricerche sono
state consegnate all’interprete affinché le facesse giungere ai rappresentanti
della Croce Nera.
La necessità di ufficializzare quanto proposto discende
anche dal fatto che depone bene per l’Istituto del Nastro Azzurro dare anche
contenuti di ricerca e studio a cerimonie e commemorazioni come quelle in
essere con la Croce Nera al fine di cementare ulteriormente con la reciproca
conoscenza le finalità dell’inizaitva.
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